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Le tensioni che si accumulavano non solo in Italia, ma nell'intera Europa, aggravate da una pesante crisi agricola, esplosero nel 1848 con una serie di rivoluzioni a catena.
In Francia il cuore della rivoluzione fu Parigi. Borghesi e operai, alleati tra loro, cacciarono il re Luigi Filippo e proclamarono la repubblica, dando vita a un governo composto da moderati e socialisti. Per risolvere il problema della disoccupazione, i socialisti crearono gli "atéliers nationaux" (fabbriche nazionali), finanziati dallo stato; ma il loro fallimento e la paura dei borghesi nei confronti delle nuove organizzazioni dei lavoratori (in quello stesso anno era stato pubblicato il Manifesto del partito comunista di Marx ed Engels) causarono l'espulsione dei socialisti dal governo. Le forze moderate affidarono allora la presidenza della repubblica a Luigi Bonaparte, nipote di Napoleone.
A Vienna, a Berlino, a Praga, in Baviera e in Ungheria, altri moti che miravano a ottenere la costituzione, o l'indipendenza e l'unità, diedero vita a governi provvisori liberali.
In Italia insorsero Palermo, che cacciò i Borboni, Venezia, che cacciò gli Austriaci e proclamò la repubblica, la Toscana, che divenne repubblica, e Milano, che durante le famose Cinque giornate, cacciò gli Austriaci e invitò i Savoia a occupare la Lombardia.
Carlo Alberto si mosse, anche se con ritardo, e scoppiò così la Prima guerra d'indipendenza. L'esercito sabaudo, aiutato da volontari di tutti gli stati italiani, fu però guidato dal re con grande incertezza e fu sconfitto dagli Austriaci del generale Radetzky nel 1848 a Custoza e nel 1849 a Novara. Dopo la sconfitta Carlo Alberto abdicò in favore del figlio Vittorio Emanuele II.
A Roma i mazziniani insorsero e proclamarono la Repubblica, ma l'intervento francese, alcuni mesi dopo, ridiede il potere al Papa.
Verso la metà del '49 tutti i moti erano stati soffocati. Ad aver ottenuto un cambiamento restavano solo la Francia, che era diventata una repubblica con governo moderato, e il Regno di Sardegna, al quale Carlo Alberto nel 1848 aveva concesso lo Statuto albertino (costituzione) e il parlamento.
L'ascesa politica ed economica della borghesia era comunque iniziata in tutta Europa e la sistemazione che il Congresso di Vienna aveva voluto dare al continente era ormai entrata definitivamente in crisi.
Fonte: http://rossanaweb.altervista.org/blog/mater_studenti/storsunt.pdf
Sito web da visitare: http://rossanaweb.altervista.org/
Autore del testo: R.Cannavacciuolo
I moti del 1848 nacquero a causa della contraddizione tra l’immobilismo politico dei regimi esistenti e i processi di trasformazione economica, sociale e culturale che si stavano delineando attraverso le varie correnti dell’epoca.
Tra il 1845 e il 1846 si verificò in Europa una crisi economica nel settore dell’agricoltura, a partire dai cattivi raccolti di patate in Irlanda.
Nel 1846 in Galizia (Polonia) scoppia un’insurrezione contro l’oppressione di Austria, Prussia e Russia. Ciò fu preso dall’Europa democratica e liberale come un segnale per tutti i popoli oppressi. Però il governo austriaco non solo riuscì a domare il moto, ma mise i contadini contro l’aristocrazia terriera polacca, accusata del moto nazionale per le sue idee liberali e patriottiche.
A Roma nel 1846 fu eletto il nuovo papa, Pio IX, considerato liberale.
Concesse infatti un’amnistia ai detenuti per reati politici, introdusse una certa libertà di stampa, istituì una Guardia Nazionale; questi provvedimenti erano molti distanti dall’oltranzismo conservatore precedente.
Una parte del clero assunse posizioni più aperte.
Nel 1847 in Svizzera la Lega dei Cantoni cattolici, il Sonderbund, insorse contro il resto della Confederazione per ottenere la secessione, confidando di ottenere l’appoggio della Santa Alleanza. Ma l’appoggio fu minimo e la Confederazione Elvetica, nelle simpatie dei liberali europei, riscì ad evitare la secessione.
Nel 1848 ancora in Italia, a Palermo, ci fu un’insurrezione di giovani democratici contro la monarchia borbonica, che coinvolse poi tutta l’isola; le truppe borboniche furono costrette ad abbandonare Palermo.
I disordini si propagarono anche in altre zone del Regno delle due Sicilie, tra cui a Napoli; qui Ferdinando II chiese l’intervento austriaco, che però fu negato dal Papa, il quale non voleva il transito dei soldati sul suo territorio. Ferdinando fu così costretto a concedere una Costituzione a tutto il Regno.
Anche gli altri sovrani italiani dovettero concedere costituzioni, ispirate al modello della moderata Costituzione francese del 1830.; così fecero Carlo Alberto, Leopoldo II e Pio IX.
Gli avvenimenti del 1848 non ebbero un carattere unitario, ma fu furono nei singoli paesi delle rivoluzioni sociali, liberali e nazionali.
Uno dei tratti tipici di queste rivoluzioni fu il coinvolgimento di numerosi strati popolari, anche se la borghesia illuminata e gli studenti furono i più tenaci promotori.
Fonte: https://sociologiaunipi.files.wordpress.com/2013/03/riassunti-storia-contemporanea-sabbatucci-vidotto.doc
Sito web da visitare: https://sociologiaunipi.files.wordpress.com
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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