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Dopo la sconfitta di Napoleone ebbe inizio il Congresso di Vienna (1814-1815). Vi parteciparono tutti gli Stati d'Europa. Ma fu voluto dalle grandi potenze che avevano sconfitto la Francia di Napoleone: l’Inghilterra, l’Austria, la Russia e la Prussia. Lo scopo del congresso era semplice: doveva ristabilire l'ordine e la pace in Europa. Quell'ordine e quella pace messe così profondamente in crisi dalla Rivoluzione francese e da Napoleone. Quando il congresso ebbe inizio, Napoleone si trovava in esilio nell‘isola d'Elba. Nel marzo del 1815 riuscì a fuggire e a sbarcare nuovamente in Francia. Ma venne definitivamente sconfitto il 18 giugno 1815 a Waterloo. Questa vicenda non turbò affatto il Congresso di Vienna, che proseguì i suoi lavori e li concluse qualche giorno prima di Waterloo, il 9 giugno 1815. Da tempo, ormai, Napoleone era uno sconfitto e non aveva più futuro politico. Con il Congresso di Vienna iniziava l'epoca della Restaurazione. Con questa parola i vincitori intendevano il completo ritorno al passato.
Tutti i princìpi della rivoluzione dovevano essere negati. Anzi, si vollero cancellare tutte le idee moderne che si erano affermate nel corso del XVIII secolo:
Ma un puro e semplice ritorno al passato era impossibile. Troppe cose erano cambiate in Europa dall'inizio della Rivoluzione francese: alcuni Stati erano scomparsi, o avevano modificato i loro confini, altri ancora erano sorti. Il Congresso allora decise di seguire due princìpi: il principio di legittimità ; e il principio di equilibrio.
In molti casi fu applicato il principio di legittimità: erano legittimi (cioè secondo la legge e quindi validi) quei governi che erano stati al potere da lungo tempo e avevano per così dire messo le radici nella società. Il principio di legittimità venne difeso dai reazionari, coloro che volevano “reagire” a tutte le novità per tornare alla situazione precedente l'età rivoluzionaria e napoleonica. In tutta Europa, i sovrani e i vecchi aristocratici tornarono dall'esilio per riprendere i loro antichi possedimenti e privilegi. In Francia salì al trono Luigi XVIII: era il fratello minore e il legittimo erede di Luigi XVI, decapitato ventidue anni prima. Ma non sempre il principio di legittimità era conveniente: poteva essere causa di nuove guerre. In questi casi fu applicato il principio di equilibrio.
L’Impero di Napoleone fu spartito tra le potenze vincitrici; si evitò tuttavia che uno stato diventasse troppo forte e minacciasse quelli vicini e venne creata una serie di stati-cuscinetto a dividere le grandi potenze.
In Italia la maggior parte degli antichi stati fu ricostituita, ma scomparvero la Repubblica di Genova, annessa al Regno di Sardegna, e la Repubblica di Venezia, annessa al Lombardo- Veneto sotto il dominio austriaco. Fu ricostituito lo Stato della Chiesa e il Papato, per paura dell’ateismo, condannò tutte le idee moderne.
Le aspirazioni alla libertà dei popoli furono ignorate, ma questa situazione era destinata a non durare.
Le conclusioni del Congresso di Vienna infatti lasciarono molti scontenti. I liberali (moderati) chiedevano una costituzione e un parlamento eletto con un suffragio censitario (da coloro cioè che possedevano un certo reddito). I democratici si battevano invece per la repubblica e per il suffragio universale. I socialisti, oltre a ciò, sostenevano la necessità di abbattere la disuguaglianza sociale. Dal canto loro i patrioti degli stati assoggettati a sovrani stranieri chiedevano l’indipendenza nazionale.
Nell’età della Restaurazione le forze di opposizione non potevano esprimersi liberamente. Per questo si organizzarono in società segrete.
Queste società, che sorsero numerose in tutta Europa, imitavano il modo di agire della Massoneria (un’associazione nata nel Settecento in Inghilterra, che operava per la diffusione delle idee di libertà e tolleranza). La più importante società segreta italiana fu la Carboneria.
Fonte: http://rossanaweb.altervista.org/blog/mater_studenti/storsunt.pdf
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Autore del testo: R.Cannavacciuolo
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