La seconda Rivoluzione industriale

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La seconda Rivoluzione industriale

 

Tra il 1870 e il 1945 si estende la seconda fase della Rivoluzione industriale, caratterizzata dal ritmo sempre più frenetico delle invenzioni, dalla stretta collaborazione tra industria e ricerca scientifica e dallo sviluppo del sistema capitalistico, sotto la guida della borghesia. In questo periodo, inoltre, l'Inghilterra perde il suo primato e viene scavalcata da Stati Uniti e Germania.
Questa seconda fase è stata chiamata anche età dell'acciaio, perché questo metallo, duttile e resistentissimo, fu usato per costruire i congegni delle macchine. In questo periodo  si cominciarono a utilizzare anche l'elettricità e il cemento e iniziò lo sfruttamento del petrolio, che divenne il principale combustibile dei motori a scoppio delle automobili (i cui primi modelli comparvero alla fine dell'Ottocento).
La ricerca medica e biologica individuò il bacillo della tubercolosi (grazie all'opera di Robert Koch) e mise a punto i vaccini contro la rabbia, il colera e altre malattie. Louis Pasteur, scopritore del vaccino  antirabbico,   scoprì  anche  i  metodi   di   pastorizzazione  del  latte.   Questi,    aggiunti al congelamento delle carni e all'inscatolamento di frutta, verdura, ecc., permisero di approvvigionare intere popolazioni senza sprechi e abbatterono in modo sensibile gli effetti delle carestie.
Inoltre invenzioni come il telefono, il fonografo (registratore e riproduttore di suoni), la lampadina a incandescenza, il tram elettrico contribuirono a rendere più confortevole la vita della gente.


Il progresso però portò anche molti problemi. Il più evidente riguardava le città industriali, divenute ambienti malsani e invivibili, oppressi dall'inquinamento, dai rumori, dal disordine e dall'insufficienza delle strutture. Nelle capitali, dove la popolazione era cresciuta enormemente e in modo troppo rapido, la convivenza tra borghesi e proletari provocava angosce e disagi. Si iniziò allora a relegare i proletari in periferia e a riservare i quartieri del centro ai borghesi.
Un altro problema riguardava la casa e il ruolo della donna. Il lavoro di fabbrica aveva spezzato la continuità tra il "fuori" e il "dentro", tipica della vita quotidiana precapitalistica. Ora il "fuori" diventava nell'opinione comune delle persone, occasione di vizio e fonte di pericolo. La casa acquistava così un'importanza del tutto nuova. Se la casa era il rifugio degli onesti, la donna ne era responsabile e doveva passarci la maggior parte del suo tempo per tenerla pulita e  in funzione. Si aggravò così l'emarginazione della donna dalla vita pubblica.
I problemi dell'industrializzazione pesavano tuttavia soprattutto sulla classe operaia, sottoposta a ritmi di lavoro massacranti, pagata con salari troppo bassi, priva di assistenza e inoltre ancora debole, divisa e male organizzata.
Questa situazione fu affrontata da Karl Marx, fondatore del socialismo scientifico.

 

Fonte: http://rossanaweb.altervista.org/blog/mater_studenti/storsunt.pdf

Sito web da visitare: http://rossanaweb.altervista.org/

Autore del testo: R.Cannavacciuolo

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