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Ottaviano
Ottaviano arriva al potere eliminando Antonio.
Così finisce la fase repubblicana e inizia quello che si può chiamare PRINCIPATO.
Il principato è un ibrido istituzionale: sopra gli organismi repubblicani (come il Senato) c’era Ottaviano in quanto PRINCEPS. Insomma, formalmente le istituzioni repubblicane venivano mantenute; ma in realtà, ad avere tutto il potere (potere assoluto), era Ottaviano.
Ottaviano comunque rispettò il Senato ed ebbe un rapporto privilegiato con i cavalieri (un gruppo sociale molto attivo e sempre più ricco) ai quali affidò cariche importanti nel campo della burocrazia per ottenerne appoggio politico ed economico.
Come si è arrivati a questo punto (alla quasi eliminazione delle istituzioni repubblicane)?
È stato soprattutto a causa della riforma dell’esercito di Mario. Mario aveva reso l’esercito volontario e aveva fatto così nascere un esercito di professionisti legati al loro generale: questo aveva permesso ai generali di prendere grande potere, scavalcando quello delle istituzioni.
In seguito, questi generali hanno cominciato a lottare tra loro per il potere, provocando numerose guerre civili.
Questo ha portato alla crisi della Repubblica e a un grande bisogno di pace.
Domande per il ripasso e lo studio
Ottaviano, principe pacifico
Dopo le tante guerre civili a Roma si sentiva il bisogno di un po’ di pace.
Ottaviano seppe interpretare questo bisogno di pace e costruire su di esso il proprio potere.
Ottaviano, dopo la vittoria contro Antonio, tornò a Roma; ma si trovava in una situazione un po’ ambigua.
Cosa fece Ottaviano?
In apparenza consolidò le antiche istituzioni repubblicane, ma in realtà le svuotò, piano piano, di ogni potere.
La fine delle istituzioni repubblicane
Nel 27 a.C., con un gesto di grande effetto, Ottaviano riconsegnò tutto il potere al Senato.
Era un gesto rischioso, ma calcolato. Infatti, poco dopo il Senato gli riconsegnò il potere e lo nominò “AUGUSTO”, nome che voleva descrivere la sua grandezza senza farlo sembrare un tiranno.
Augusto, infatti, non voleva sembrare un tiranno e accettò tutte le cariche che non lo facessero sembrare tale. Ad esempio accettò la carica di PRINCEPS SENATUS (“il primo dei senatori”), titolo che poi fu dato anche a tutti gli imperatori successivi.
Nel 23 a.C.:
In seguito:
Ad Augusto spettava:
Il suo potere non era temporaneo: le istituzioni repubblicane restavano apparentemente intatte, come prima, ma in realtà Augusto aveva tutti i poteri.
I titoli di Augusto non erano ereditari. Per far sì che lo diventassero pensò al sistema gentilizio. I nobili infatti trasmettevano all’interno della loro famiglia le magistrature. Augusto prende quindi ad esempio questa tradizione.
Augusto, per assicurarsi una successione, si sposò e adottò i figli della sua sposa (Livia Drusilla).
Breve riepilogo...
Roma aveva dovuto affrontare molte guerre: c’era BISOGNO DI PACE.
pax augustea.
Lascia in vita l’organizzazione della repubblica (non diventa dittatore come Cesare).
Però fa in modo di avere voce in capitolo all’interno di ogni istituzione:
Nel 27 il Senato lo chiamò AUGUSTO (“degno di venerazione”, divino). Con lui nasce inoltre la parola PRINCEPS: nessuna legge stabiliva quali poteri avesse un princeps; diciamo che è come un titolo che riassume l’insieme di tutti i poteri.
IL GOVERNO DI AUGUSTO
Le riforme amministrative
(Augusto riuscì a fare molte riforme perché rimase molto a lungo al potere)
Le riforme dell’esercito
Augusto riorganizzò l’esercito. Augusto:
Questo esercito era molto fedele ad Augusto. E Augusto se ne servì anche per tenere a freno qualche senatore che avrebbe preferito tornare alla vecchia Repubblica.
I pretoriani
Per consolidare e mantenere il suo potere Augusto fece anche un’altra cosa: creò i pretoriani.
C’era una regola a Roma: in città non dovevano esserci gruppi armati. Con Augusto le cose cambiarono: Augusto impose che a Roma stessero i pretoriani, delle truppe scelte (9000 uomini) agli ordini di due prefetti del pretorio.
La paga per i pretoriani era molto alta. Perché? Perché Augusto voleva essere sicuro che gli fossero fedeli!
La pax romana
Ma una cosa, soprattutto, rese popolare Augusto: dopo tanti anni di guerre civili, riportò la pace (pax romana o pax augustea).
Questo evento fu celebrato con la costruzione di un monumento: l’Ara pacis (Altare della pace).
La pace promessa era naturalmente solo una pace interna (basta con le guerre civili); le guerre di conquista ai confini continuarono ad esserci, anche se vennero sempre presentate solo come guerre di difesa.
Campagne militari
Le frontiere romane andavano costantemente difese (o conquistando i popoli confinanti o facendo accordi con loro).
Anche sotto Augusto i confini vennero allargati e furono portati fino all’Elba e al Danubio.
Non tutte le campagne militari andarono però bene: fu ad esempio disastrosa quella contro i Germani.
LA CULTURA A ROMA NELL’ETÀ AUGUSTEA
Augusto, per dare una buona immagine di sé:
Ma fa anche un’altra cosa per farsi PROPAGANDA (e per ottenere maggiori consensi). Durante il suo impero infatti:
Un amico di Augusto, MECENATE, creò anche un circolo di letterati (che dovevano celebrare la straordinarietà dell’epoca augustea).
La difesa della romanità
Una delle caratteristiche fondamentali della politica di Augusto è la difesa delle tradizioni romane. Augusto voleva conservare:
Tutto ciò lo fece con l’aiuto del circolo di Mecenate (in cui troviamo letterati come Virgilio, Orazio, Tito Livio).
Nel 19 a.C. Augusto creò anche la prima biblioteca pubblica.
Inoltre riprese la tradizione dei ludi seculares (feste con aspetti religiosi ma anche spettacoli teatrali; erano feste che si celebravano ogni 100 anni).
Inoltre riempì Roma di sue statue e monete che portavano l’immagine del suo volto: voleva insomma fare in modo che la sua grandezza fosse venerata: statue e monete sono strumenti della sua propaganda.
Pag. 32 – Le vie dell’impero. Approfondimento sulle vie di Roma.
I romani furono grandi costruttori di strade: esse ebbero grande importanza per il commercio e per gli spostamenti degli eserciti.
La cura delle strade era considerato un compito importante, affidato ad alti magistrati. Senatori e consoli decidevano la costruzione di nuove strade (e per questo dovevano espropriare anche diversi territori).
L’Appia, l’Aurelia, la Salaria (la strada dove passava il sale, all’epoca prezioso), l’Emilia…: sono tutti nomi di vie, costruite dai romani, che ancora ci sono.
A Roma, tutte le vie più importanti si diramavano dal foro. Le vie cittadine erano sovraffollate, piene di gente, carri ecc. (tanto che vennero anche imposti già dei divieti di circolazione…).
LEGGERE PAG.35 (per casa)
Fonte: http://www.sdstoriafilosofia.it/download/IIG/16%20Ottaviano.docx
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