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All'inizio del secolo cominciano ad aggravarsi quei problemi che nel 1914 porteranno allo scoppio della Prima guerra mondiale.
Fino al 1890 l'Europa aveva goduto di un periodo di relativa stabilità, soprattutto grazie a Bismark, cancelliere del Reich tedesco e sostenitore della politica dell'equilibrio, che contribuì a tenere sotto controllo la cosiddetta Questione balcanica, il problema costituito dal fatto che numerose regioni della penisola balcanica, (Jugoslavia, Albania, Bulgaria, Romania, parte settentrionale della Grecia, Macedonia) abitate da popoli slavi e cristiani, erano tuttora sottoposte all'Impero turco. Il licenziamento di Bismark nel 1890 segnò la fine dell' "equilibrio". Il nuovo Kaiser, Guglielmo II, inaugurò infatti una politica aggressiva e provocatoria, dettata dall'enorme sviluppo industriale della Germania, dalla scarsità delle sue colonie e dal crescere dei movimenti nazionalistici tedeschi. Il nazionalismo è infatti il fenomeno più rilevante di quest'epoca. Nel Reich tedesco esso assunse l'aspetto del pangermanesimo, cioè dell'aspirazione a riunificare tutti i popoli tedeschi nella "Grande Germania" e a imporne la supremazia nei rapporti internazionali. In Francia assunse l'aspetto di rivincita per vendicare la sconfitta subita dai Tedeschi a Sédan e riconquistare l'Alsazia e la Lorena.
In Italia il nazionalismo si chiamò irredentismo e si propose lo scopo di riscattare Trento e Trieste, ancora sotto l'Austria. Nell'Impero austro-ungarico, invece, i nazionalismi erano opposti e nemici, a causa della convivenza forzata di undici popoli diversi (Cechi, Slovacchi, Croati, Serbi, Polacchi, Rumeni, Sloveni, Ungheresi, Ucraini, Tedeschi, Italiani), ognuno dei quali rivendicava autonomia, unità, indipendenza.
A far scoccare la scintilla della guerra fu il nazionalismo dei popoli balcanici, tradizionalmente alleati della Russia, contro la Turchia, che governava ancora alcune regioni dei Balcani meridionali. L'aggravarsi della crisi interna dell'Impero turco consentì all'Austria di annettersi la
4 Leggi dirette a difendere i prodotti nazionali contro la concorrenza straniera, specialmente attraverso imposte.
Bosnia-Erzegovina nel 1908 e scatenò la prima guerra balcanica nel 1912, seguita dalla seconda guerra balcanica nel 1913, che consentì a Serbia e Grecia di spartirsi la Macedonia. L'Austria, che temeva la nascita di uno stato troppo potente ai propri confini, impedì che la Serbia annettesse anche l'Albania, grazie alla quale avrebbe avuto uno sbocco sul mare. Questo scatenò l'odio nazionalistico dei Serbi nei confronti degli Austriaci e la scintilla che avrebbe fatto scoppiare la Prima guerra mondiale. In questa situazione l'Europa era ormai divisa in due blocchi: da una parte Austria, Germania e Italia, unite dal patto della Triplice Alleanza; dall'altra Inghilterra, Francia e Russia, unitesi nella Triplice Intesa.
Fonte: http://rossanaweb.altervista.org/blog/mater_studenti/storsunt.pdf
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Autore del testo: R.Cannavacciuolo
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