Affermazione delle monarchie

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Affermazione delle monarchie

Premessa: nel tardo Medioevo (XIII, XIV,XV secolo) l’autorità dell’imperatore era in declino e quindi vi era un’ascesa delle monarchie con una duplice giustificazione: feudale e divina (dall’alto e dal basso)
In Francia e in Inghilterra hanno un elemento in comune: il processo d’accentramento politico.

Accentramento politico = accentramento dei poteri politici nelle mani dello stato e del monarca

Si passa da una forte dispersione ad un accentramento.

La monarchia francese

 

Il processo d’accentramento avviene in due modi: quello territoriale, seguito da quello burocratico amministrativo.

Accentramento territoriale = il sovrano deve avere il riconoscimento della sua autorità sui territori come unico sovrano (cartina pg. 64)

Prima dell’accentramento il regno francese era meno ampio, il territorio era diviso in tre monarchie.

Dominio diretto del re = territorio del regno sottoposto direttamente all’amministrazione regia
Dominio indiretto del re = territori affidati ad un grande vassallo, sottoposti alla sua amministrazione

I domini diretti sono molto limitati, prevalgono infatti quelli indiretti, nel 1328 invece succede l’opposto.

L’accentramento era il dominio del re su un vasto territorio, che ridimensiona gli altri regni, e con un’estensione notevole dei domini diretti. Era possibile attuare un accentramento tramite varie strategie come quella della guerra, che porta delle rivendicazioni del territorio (re inglesi e i d’Aragona). Vi sono però i rapporti feudali non abolibili ma solo cambiabili, che portano alla contrattazione della concessione del territorio. In alcuni casi però i re e la feudalità si scontrarono e si arrivò alla soluzione militare. Un’altra strategia era quella della politica matrimoniale.
L’accentramento era il risultato di queste contrattazioni, che portarono ad ampliamenti di territorio.

Man mano che un territorio passa sotto un dominio diretto da quello indiretto passa anche sotto alla burocrazia regia. La crescita amministrativa era in stretta correlazione con la crescita di domini diretti (accentramento territoriale).

L’accentramento amministrativo

 

Avviene secondo un sistema gerarchico piramidale:

Re

Organismi centrali

Organismi locali

 

Gli organismi centrali stanno a corte e sono:

  • Il consiglio del re, formato da grandi vassalli e borghesi esperti in diritto, e hanno il compito di consigliare il re nel prendere le decisioni (fare le leggi)
  • La corte dei conti, formata da funzionari soprattutto borghesi che controllano le finanze del re
  • Il parlamento. Il re, infatti, è il legislatore supremo, ma anche il supremo giudice (amministra la giustizia), quindi questo potere è disperso. Per centralizzarlo il re utilizza il parlamento, un’organizzazione giudiziaria, una corte suprema che giudica i reati amministrativi (chi abusa del potere amministrativo o gli amministrati che non si sottoponevano alle leggi della burocrazia). I sudditi potevano reclamare a questa corte, denunciando i colpevoli.

Il parlamento in Francia = tribunale

Amministratori locali = balivi funzionari che riscuotevano le tasse, amministravano la giustizia e si occupavano dell’arruolamento

Gli amministratori sono stipendiati dallo stato vincolati dalla feudalità, basata sul dovere che l’amministrazione si assume nei riguardi del re e dello stato quando riceve una carica. Ma non è un’organizzazione feudale. Questo non crea nessun privilegio e quindi il rapporto può essere interrotto in qualsiasi momento. Ciò porta ad un grande potere nelle mani del re e l’accentramento del potere, in questo caso, avviene tramite l’amministrazione.

Tutto ciò porta ad un indebolimento della feudalità, che rimane un ceto privilegiato, secondo la teoria dei tre ceti, però mantenendo una parte di controllo sul sovrano grazie al rapporto di vassallaggio.

L’espansione dei domini diretti e dell’amministrazione rafforza la giustificazione assolutista, e quindi divina, del re.

L’accentramento però è molto caro finanziariamente, a causa delle guerre e dell’amministrazione pagata, e questo porta a dei problemi finanziari

Risorse economiche di una monarchia (6.7, pg 127)

  • Le sue terre
  • Le tasse          imposte dirette dal XIII secolo: diritti doganali sulla merce importata ed esportata e tasse su prodotti di prima necessità quando le merci passavano da una parte all’altra del territorio

imposte dirette dal XV secolo: sulla proprietà immobiliare

  • monopolio della moneta           i re coniavano le monete. Più aumenta il dominio diretto più aumenta l’uso della moneta del sovrano. Le monete sono di metalli preziosi (oro e argento) quando lo stato era ricco (signoraggio), e di metalli meno preziosi quando lo stato non era in ottime condizioni economiche (svalutazione). La quantità di oro e argento era decisa da una legge del sovrano.

 

  • entrate straordinarie (non regolari, che il re attua quando quelle ordinarie non bastano:

 

    • confische di beni da parte del re
    • vendita di cariche pubbliche e titoli nobiliari

 

    • gli aiuti: Il re chiede aiuto in denaro a città, contadini e nobili, questi considerano gli aiuti come un dono per il sovrano ( i nobili non pagano tasse dirette, solo alcune indirette)

Filippo il Bello

 

Alla fine del 1200 (XIII secolo) il re Filippo si trova davanti a gravi problemi finanziari e ha provato qualsiasi risorsa, ma senza molti successi.
Ai tempi la chiesa era molto ricca e benestante e non aveva l’obbligo di pagare nessuna tassa,  allora il sovrano decise di imporre a questa una tassa pari, in valore, alla decima senza chiedere il consenso del papa (la teocrazia papale era ancora in atto), che protesta.
Il re ha però dalla sua parte una sicurezza: il clero francese non si era dichiarato favorevole alla sua decisione, ma neanke contrario, Per contrapporsi al papa senza l’uso delle armi, Filippo il Bello usa il diritto, vuole cioè dimostrare di avere la ragione dalla sua sulle basi delle leggi.

Nel 1302 Filippo crea un’assemblea rappresentativa dei tre ceti sociali, che prende il nome di “Stati generali” (borghesia, clero e nobiltà), a cui chiede di proclamare la discendenza diretta da dio del suo potere e quindi senza l‘intervento  del papa, eliminando così la teocrazia papale e quindi di conseguenza il primato papale entra in crisi. Il pontefice diventa meno importante del concilio (che è dalla parte del re).

Concilio = l’assemlea dei vescovi e dei cardinali della chiesa cattolica convocata dal papa per prendere decisioni in campo religioso fin dal IV secolo

Gli Stati Generali sono il contrario di un concilio.

Questa posizione viene chiamata teoria conciliaristica.
La formazione del concilio ciene propagandata in tutto il regno e in più il re chiede a tutte le città e a tutte le zone rurali di approvare questa decisione. Questo avvantaggia il sovrano, avendo dietro di lui un popolo compatto.
Tra le due parti, quella sostenitrice del re (legisti) e quella sostenitrice del papa Bonifacio VIII (curialisti), si accende un forte dibattito giuridico.

Il papa invece, dalla sua, ha la scomunica, cosa che il re non vuole assolutamente che accada. A questo punto Filippo il Bello ricorre alla forza, con il sostegno della famiglia dei Colonna, rivale del papa, che lo catturano e lo imprigionano.
Il re di Francia esce dunque vincitore dallo scontro, perchè si conclude anche il momento di massimo splendore e potenza del papato, che entra in un periodo di crisi:

  • nessuna teocrazia papale e quindi nessun potere politico del papa, gli si riconosce solo un suo stato
  • lo stato in se viene messo in dubbio
  • le resistenze al papa non derivano solo dal re: nel XIV, XV, XVI secolo il papa e la chiesa cattolica sono pesantemente criticate anche dai fedeli (ritorna il problema delle eresie). Nel XVI secolo avviene la riforma protestante (metà europa cristiana si stacca dal papa).

Questo porta ad un notevole indebolimento del pontefice, così grande che il re di Francia fa designare dal consiglio un papa Francese, che trasferisce la sede nella sua terra, più precisamente ad Avignone, dal 1309 al 1376.

Il nuovo pensiero politico medievale

 

Ciò che è avvenuto in Francia tra re e papa ha portato un grande cambiamento nel modo di intendere lo Stato, cioè la monarchia, ma non solo, anche di intendere il papato, infatti la teocrazia politica papale è messa in crisi.
Filippo il bello ha rafforzato il diritto (la legge) e il potere dal basso, (infatti gli Stati Generali  potenziano questa giustificazione perchè riunisce le opinioni di tutti e tre i ceti, e quindi il popolo è unito a favore del re) e quindi di conseguenza anche il potere assoluto del re, che riporta alla doppia giustificazione.
Il potere si centralizza ancora di più grazie all’amministrazione.

Idee che sostengono la posizione dei legisti

 

Alla base dei pensieri legisti vi erano due idee fondamentali:

  1. L’idea di cittadino, molto antica e presa dal diritto romano, deriva dal corpus juris civilis del V secolo.

Dal 1000 l’università di Bologna e Parigi erano i centri di studio di questo diritto, da cui si è tratto il concetto in questione. Nel comune quest’idea era più sviluppata.

Cittadino = ogni individuo che sottomesso ad uno stato e dunque alle sue legge, quindi a dei doveri verso lo Stato , da cui riceve dei diritti

Intanto emerge sempre di più il diritto di rappresentazione dei tre ceti.

  1. Nell’università di Sorbona figura un importantissimo filone filosofico introdotto da S. Tommaso d’Aquino: il tomismo. Il frate è influenzato dal diritto romano e conosce molto bene Aristotele (grande filosofo greco pagano del IV-V secolo a.C.), in cui trova un’importante fonte d’ispirazione.

 

Il pensiero politico del tomismo

Questo pensiero era sì usato dai legisti, ma non era del tutto condannato dalla chiesa, anche se metteva in crisi la teocrazia politica papale.
Nel mondo c’è un ordine naturale e uno sovrannaturale: l’uomo appartiene a quello naturale, concreto, temporale ed è, in campo politico, un cittadino, quindi  sottomesso allo Stato. Ma è anche una creatura divina e perciò una figura di natura sovrannaturale (di Dio, atemporale), sottomessa a Dio e a chi lo rappresenta in terra, cioè il papa e la chiesa. Gli uomini di chiesa vengono dunque visti come cittadini e questo giustifica l’imposizione delle tasse sulla chiesa da parte di Filippo il bello.
Questo porta ad una distinzione tra chiesa e Stato e non ha più senso la teocrazia politica papale.

Tomismo = teoria filosofica elaborata da S. Tommaso nel XIII secolo basata sul pensiero di Aristotele che divide il mondo in due ordini: naturale o temporale, in cui governa lo Stato, e sovrannaturale o atemporale, in cui governano Dio e il suo rappresentante (il papa)

 

Fonte: http://www.myskarlet.altervista.org/Scuola/Affermazione%20delle%20monarchie%20(Fr).doc

Sito web da visitare: http://www.myskarlet.altervista.org/

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