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Il processo di decolonizzazione in Africa settentrionale comprendeva caratteri come la forte appartenenza all’antica civiltà araba e la solida fede religiosa quale l’Islam.
Nel magreb (che comprendeva Marocco, Algeria e Tunisia) si formarono dei movimenti nazionalisti Arabo-Islamici che nel dopo guerra scatenarono lotte per l’indipendenza dalla Francia; che a sua volta sicura e forte del dominio più per ragioni di vanto internazionale che per il resto.
Il Marocco e la Tunisia riuscirono con facilità ad ottenere l’indipendenza; in Algeria invece non fu cosi semplice, tanto che nel 1954 scoppiò una sanguinosa guerra guidata dal fronte liberazione nazionale (che credeva in valori saldi come l’identità culturale e la religione) contro la Francia.
Le repressioni furono molte, 300.000 le vittime coinvolte; grazie però all’opinione pubblica De grulle fu costretto a cessare il conflitto ed avviare le trattative che il 5 Luglio 1962 diedero l’indipendenza all’Algeria.
Apparentemente l’Egitto sin dal 1922 fu uno stato indipendente anche se fino al 1952 l’influenza Britannica con il Re Faruk rimaneva solida nel vigilare. Grazie poi ad un colpo di stato, l’Egitto spodesto il potere Britannico per istituire una repubblica. A capo dello stato salì un ufficiale, Gamal Abdel Nasser con la volontà di creare una vera indipendenza economica per l’Egitto. Nel 1956 Nasser, decise la nazionalizzazione del canale di Suez; Gran Bretagna e Francia all’ora proprietari, con l’aiuto di Israele attaccarono l’Egitto nel Sinai. Nasser fu sconfitto militarmente ma ebbe un forte successo politico, grazie all’appoggio dell’Unione Sovietica e alla condanna degli Stati Uniti a Francia e Gran Bretagna.
Dopo il 1956 l’Egitto e l’Urss politicamente si unirono sempre più, lo sviluppo, la mediazione furono la forza dello stato e Nasser anche dopo la sua morte divenne uno dei leader più prestigiosi del mondo arabo.
La Libia fu una colonia Italiana, occupata durante la seconda guerra mondiale, che ottenne nel 1951 l’indipendenza sotto il monarca Re Idris che nel 1969 fu spodestato da ufficiali guidati da Muammar Gheddafi il quale costituì una repubblica e creò un regime autoritario con idee socialiste e nazionaliste Arabo-Islamiche. Il terribile conflitto scoppiato in Congo Begla (dal 1997 Repubblica Democratica del Congo) fu ed è tuttora un esempio di come in Africa gli interessi economici esteri e le rivalità etnico politiche locali vadano a nozze. Il Belgio per anni sfruttò le risorse naturali del Congo, fino a che nel 1959 una rivolta popolare espulse i belgi dal paese per dichiarare un anno dopo l’indipendenza sfociata in una guerra civile. Al governo salì Lumumba con orientamento socialista; il Katana (ricca regione del Congo) con l’appoggio di Belgio e Stati Uniti; vedendosi violati i propri interessi, attivo una guerra sanguinosa contro lo stato. Grazie alle forze dell’Onu nel 1963 il conflitto cessò per poi riprendere successivamente portando alla definitiva caduta del governo ed a una nuova forza politica con a capo il generale Mobuti fino al 1997 quando il Congo divenne una Repubblica Democratica.
Nell’Africa Australe la decolonizzazione dalla Gran Bretagna fu promossa da gruppi minori di dirigenti bianchi portando la Rhodesia e la Repubblica Sudafricana all’indipendenza.
Il problema dell’africa australe non fu tanto per le colonie quanto per motivi razziali sei nativi neri.
L’emancipazione dei neri grazie anche all’Onu ebbe successo nell’attuale Zambabwe (ex Rhodesia) e in Namibia.
La situazione in sud Africa fu peggiore (essendo uno dei paesi più ricchi di risorse naturali), le repressioni, le segregazioni razziali per assicurare il controllo dell’economia del paese durarono anni. Questa segregazione razziale fu denominata Apartheid che separava la quattro etnie presenti nel paese (neri, indiani, meticci, bianchi). Attraverso delle rigide regole, come il divieto di rapportarsi a gruppi diversi dal proprio; i diritti di proprietà, i salari, i luoghi di residenza venivano dati in base al gruppo appartenente ed il diritto di voto era riservato ai bianchi. A vista di queste regole razziali, nacque African National Congress guidato da Nelson Mandela che però nel 1960 dichiarato un partito fuori legge, passo alla lotta armata. Le autorità cercarono di reprimere la lotta con un atroce genocidio di oltre 1000 studenti nel 1976 per una manifestazione di protesta a Johannesburg. Grazie alle mobilitazioni dell’opinione pubblica, dell’Onu e di gruppi di emancipazione, il governo Sudafricano fu costretto a cedere delle concessioni; solo però nel 1989 con l’elezione del presidente De Klerk la situazione in Sudafrica cambiò, fu liberato Mandela, iniziò una politica di rappacificamento con l’African National Congress rinunciando alla lotta armata; De Klerk e Mandela crearono l’elezioni libere a suffragio universale che segnarono la fine dell’Apartheid. Nel 1994 salì al potere l’Anc cui seguì l’elezione di Mandela come presidente della Repubblica fino al 1999. I conflitti fra le diverse etnie rimasero, nacquero però varie commissioni d’aiuto tra i quali: la commissione per la verità e la riconciliazione con lo scopo di identificare i colpevoli dei precedenti massacri.
QUALE EREDITA’ LASCIA IL PASSATO COLONIALE??
La liberazione coloniale vissuta da secoli per molti popoli, va a contrastarsi ormai con l’evoluzione moderna di molti altri. Il processo di liberazione avviene nella seconda metà del XX secolo con radici di fine ‘800 dopo la prima guerra mondiale.
Gli stati del “Terzo mondo” che tuttora, nonostante le liberazioni, subiscono l’influenza delle potenze ex coloniali per l’economia, la politica, i conflitti oltre che economici anche sociali e la vasta diffusione di armamenti. Le guerre civili che negli ultimi decenni hanno coinvolto l’Africa, trovano sicuramente eredità nel colonialismo (es. guerra in Ruanda); ma grazie agli aiuti umanitari partiti da tutto il mondo e a molte scelte del governo africano come la commissione per la verità e la riconciliazione, l’Africa tenta tutt’oggi di ricostruire ciò che si è stato violato, la cosa più importante quale i diritti umani.
Fonte: http://www.mlbianchi.altervista.org/1decolonizzazione_africa.doc
Sito web da visitare: http://www.mlbianchi.altervista.org/
Autore del testo: A.Magri
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