Donne nella storia

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Donne nella storia

Breve profilo storico sul ruolo della donna nell’antichità

Questa sintesi, molto breve e poco approfondita, ha solo lo scopo di dare degli spunti per una discussione in classe e stimolare una riflessione sul ruolo della donna nell’antichità.

 

Preistoria

 

Paleolitico

Ricostruire il ruolo della donna in età paleolitica non  è  affatto semplice, tuttavia le tracce a noi giunte di quel periodo tanto lontano, fanno supporre che le donne non avessero un ruolo molto diverso da quello degli uomini.
Resti archeologici provano la partecipazione delle femmine accanto ai maschi in battute di caccia e faticosi trasferimenti di cose e animali, nel lungo periodo di vita nomade del Paleolitico.
Le donne  del gruppo collaboravano con gli uomini a rifornire la comunità di ciò che serviva alla sua sopravvivenza, cibo, acqua, vesti, rifugi.
A questo periodo si fanno risalire migliaia di raffigurazioni femminili: incisioni rupestri, sculture; molte  di queste sono state definite dagli studiosi “Veneri preistoriche.
Si tratta di statuette di piccole dimensioni  nelle quali spiccano i tratti fisici della donna-madre: ventri rigonfi, seni grandi etc., caratteri  che hanno fatto  nascere l’ipotesi di un culto primitivo per una non meglio identificata dea–madre,  dispensatrice di vita e fertilità.

 

Neolitico

La situazione cambiò con l’avvento del Neolitico, e quindi con la scoperta dell’agricoltura, la nuova forma di produzione portò con se un ripensamento dell’equilibrio tra i sessi; l’abbandono del nomadismo e l’affermazione della proprietà privata, quel che conta è, oltre al frutto dei campi, la possibilità di avere degli  eredi cui lasciare le terre e gli averi. La discendenza diventa  fondamento essenziale della conservazione dell’esistente, la maternità acquista perciò sacralità.
La valorizzazione della maternità destina la donna ad una vita sedentaria, non più battute di caccia ma occupazioni come la tessitura o la lavorazione del vasellame.
Ancora la figura femminile rappresenta la divinità più importante, la Grande Dea Madre è diffusa in tutto il bacino del mediterraneo e, sotto vari nomi si adora il simbolo della fertilità della terra, elemento essenziale alla sopravvivenza degli esseri umani.
Con la scoperta dei metalli e con il successivo sviluppo tecnologico, venendo meno la sudditanza passiva ai ritmi naturali della crescita delle piante, scompare il ruolo preminente della donna, e si afferma sempre più il ruolo del maschio in veste di marito, figlio, padre.
La donna madre perde il suo ruolo di “generatrice di vita” e diventa solo “nutrice”, ovvero portatrice del seme che genera la vita; ridotta così a solo strumento, la donna rientra anch’essa tra le  proprietà del maschi sia esso padre o marito: Questa situazione relega la donna , salvo rare eccezioni, ad una condizione di cronica, marginalità nei vari periodi della storia antica.

Le prime civiltà

 

In età storica la condizione della donna si presenta diversa in relazione alle caratteristiche delle comunità di appartenenza, ma accomunata da una costante: riconoscimento giuridico della persona ,solo nei casi di donne di condizione elevata, tuttavia anche in questi casi la legge pone attenzione solo ai problemi pratici relativi al ruolo di sacerdotessa, lavoratrice, madre, sposa, ma le strategie di intervento sono di solito a suo sfavore rispetto all’uomo come si può ricavare da alcuni articoli relativi alle donne del Codice di Hammurabi:

Paragrafo 129 - Se una donna è sorpresa a letto con un altro uomo, sarà legata e gettata nel fiume. Se suo marito volesse lasciarla in vita, allora anche il re la perdonerà.
Paragrafo 131 -  Se il marito di una donna sposata l’ha accusata, ma è stata sorpresa a letto con un altro uomo, l’accusata potrà giurare sulla vita del dio e tornare a casa sua.
Paragrafo 142 – Se una donna ha una causa con il marito e gli dice “ tu non fai per me”, deve presentare le ragioni della sua opinione . Se non ha colpe e non ci sono errori da parte sua, ma lui non se ne occupa e la trascura e inoltre non ci sono accuse di colpevolezza verso la donna ella potrà prendere la sua dote e tornare nella casa di suo padre.

In MESOPOTAMIA i diritti delle donne non erano uguali a quelli degli uomini, ma nei periodi più antichi erano libere di uscire per andare al mercato, di comprare e vendere e di occuparsi di questioni legali in caso di assenza dei loro uomini. La posizione delle donne fu diversa nelle varie città e cambiò col tempo; il potere e la libertà femminile cambiarono bruscamente sotto gli assiri, le cui leggi impedivano alla donna di presentarsi in pubblico
In EGITTO  la “signora della casa ”si occupava delle faccende domestiche, tuttavia la donna altolocata poteva condividere con il marito e i figli una certa vita sociale, anche  la sua posizione giuridica non era tanto diversa da quella dell’uomo, ma la possibilità di affermarsi socialmente era assai scarsa.
Il  matrimonio era un patto solo privato, il marito, dopo il banchetto nuziale portava la sposa nella sua casa e si impegnava integralmente al suo mantenimento.
In caso di divorzio il marito continuava a passare alla  ex moglie “alimenti, nella misura di un terzo rispetto alla quota definita dall’accordo nuziale. La causa più frequente di divorzio erano:  la sterilità e l’adulterio.
Se la sterilità era sempre attribuita alla donna, non andava meglio in caso di infedeltà, infatti, mentre era tollerata quella del marito che poteva, se lo desiderasse, prendere una “sposa secondaria”, l’adulterio femminile era punito  con grande severità.
Parità di trattamento aveva invece dopo la morte e poteva godere  degli stessi diritti del marito: una tomba propria ed un corredo funebre.

LA GRECIA

Nella antica Grecia il ruolo della donna risulta molto marginale e durante i vari periodi storici e nelle diverse “polis” risulta evidente un orientamento maschilista, fortemente discriminatorio rispetto alla donna.
Nell’età arcaica, il matrimonio valeva a creare legami di solidarietà tra famiglie, la donna si trasferiva nella casa dello sposo dopo che questi aveva consegnato i doni di nozze al padre della sposa che
diventava a tutti gli effetti la moglie legittima. Nei poemi omerici il matrimonio è monogamico ma ciò non esclude che gli uomini abbiano relazioni con altre donne.
La situazione della donna-moglie greca non appare molto cambiata alcuni secoli dopo come si può capire da un brano di Senofonte che riferisce i compiti della donna ai suoi tempi(430-345 a.C.): “ Al riparo si devono allevare i neonati, e sempre all’interno si deve preparare la farina prodotta dai cereali; e nelle stesse condizioni, infine si devono confezionarei vestiti di lana”. Di fatto vuole sottolineare la differenza rispetto alle attività  maschili che si svolgono prevalentemente fuori dalle mura domestiche.
Il matrimonio continua a suggellare l’alleanza tra le famiglie e la donna continua ad avere un ruolo “importante” solo nella casa che con il tempo si trasforma in una sorta di prigione; il gineceo è il quartiere domestico riservato alle sole donne( spose, figlie, ancelle) da dove era loro impedito di uscire per partecipare a qualsiasi forma di attivtà pubblica, salvo celebrazioni o feste religiose.
Ad Atene, alla sacralità della moglie  e della figlia nel gineceo, si contrapponeva il ruolo della prostituta  che svolgeva un’attività considerata tanto essenziale al bene della comunità, da essere istituzionalizzaa già dai tempi di Solone,  infatti essa dava utile sbocco alle tentazioni extra-coniugali dei maschi atenies.
Se si tenta di dare una definizione giuridica della donna ateniese la parola più appropriata è quella di “ minorenne”, infatti la donna ateniese deve avere un tutore per tutta la vita: prima il padre, dopo il marito e, in caso di morte di questo, dipenderà da figlio o dal parente più prossimo.
Una maggiore libertà sembra avere la donna spartana che lascia alle schiave i lavori domestici per dedicarsi alla pratica sportiva e alla educazione dei figli; tuttavia non possiamo parlare di ruolo importante della donna in un mondo militarizzato come quello spartano, dove la donna ha solo il compito di mettere al mondo figli robusti che le vengono strappati in tenerissima età per addestrarli alla guerra,attività esclusivamente maschile.

 

 

Fonte: http://www.itcgmattei.it/files/Italianobiennioigea/Desogus/Storia/Storia1/Ladonnanellastoriaantica.doc

Sito web da visitare: http://www.itcgmattei.it/

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