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Subito dopo la Prima Guerra Mondiale in Germania nasce il movimento politico del Nazismo. Gli obiettivi di Hitler erano due: dare uno spazio allo sviluppo della razza dominatrice, la tedesca, e liberare il popolo tedesco dagli ebrei considerati nemici per eccellenza della Germania. La notte fra il 9 e il 10 novembre 1938 in tutta la Germania e specialmente a Berlino si scatenò una gigantesca caccia all’ebreo.
Fu una notte di violenza barbara, denominata Notte dei Cristalli, durante la quale le vetrine dei negozi ebraici furono infrante, le sinagoghe e le case devastate, i cimiteri profanati e migliaia di ebrei arrestati. Gli ebrei erano accusati di tradimento, di essere i nemici del popolo tedesco e di aver mandato in rovina l’economia della Germania. In realtà, dopo la sconfitta subita nella Prima Guerra Mondiale la Germania era in gravissima difficoltà ed Hitler aveva bisogno di un colpevole sul quale scaricare le responsabilità.
La persecuzione degli ebrei era iniziata fin dai giorni successivi alla presa del potere da parte di Hitler nel 1933; nel 1935 Hitler promulgò le leggi di Norimberga, in base alle quali gli ebrei non potevano frequentare le scuole, erano stati privati di tutti i diritti politici, erano stati vietati matrimoni tra ebrei e tedeschi; ai medici, agli avvocati e ai docenti era stato vietato di esercitare la loro professione. Dopo la Notte dei Cristalli fu proibito agli ebrei anche di frequentare teatri, concerti, campi sportivi, possedere oro e argento, radio e telefono. Fu loro imposto di vivere tutti insieme, emarginati nelle proprie case.
In Italia Mussolini introdusse nel 1938 le leggi razziali contro la popolazione ebraica non solo, perché alleato di Hitler e dipendente sia sul piano economico che militare dalla Germania, ma anche perché era convinto che la popolazione italiana non poteva tenere ed estendere un impero se non avesse avuto la forte convinzione della propria superiorità e quindi era necessaria la persecuzione degli ebrei, ritenuti razza inferiore. Gli ebrei italiani erano 45000 ed erano perfettamente integrati nella vita nazionale; molti di loro, anzi, avevano aderito con entusiasmo al fascismo.
In un primo tempo i nazisti pensarono di risolvere il problema degli ebrei favorendo la loro emigrazione e dovettero istituire nelle città dei ghetti in cui concentrarli, recintando interi quartieri. Nei ghetti si viveva in condizioni drammatiche a causa del sovraffollamento e del degrado igienico, e le malattie si diffondevano con grande facilità.
Gli sviluppi della guerra però resero impraticabile l’emigrazione e fu così che si giunse alla scelta della soluzione finale, l’ eliminazione fisica degli ebrei. Già nel 1941 si cominciò a procedere alla liquidazione dei ghetti trasferendo gli ebrei nei campi di concentramento e di sterminio che furono allestiti in molte località, come Treblinka, Belzec, Sobibor e, più tardi, ad Auschwitz. Qui alcuni venivano costretti a ritmi di lavoro disumani finché, dopo qualche tempo, annientati nel fisico e nella mente, venivano avviati ai forni crematori. Per la deportazione venivano usati vagoni merci e il viaggio poteva durare da due a dodici giorni. In Italia la prima deportazione di massa fu intrapresa direttamente dai nazisti e fu quella degli ebrei romani il 16 ottobre 1943. In questo modo tra il 1943 e il 1945 oltre diecimila ebrei italiani furono catturati e deportati ad Auschwitz.
Gli ebrei giunti nel campo di concentramento non avevano molte speranze di sopravvivere; l’ unico modo per vivere più a lungo era quello di sottrarsi ai lavori più duri e di procurarsi razioni supplementari di cibo, cosa che poteva accadere solo mettendosi al servizio dei nazisti e rendendosi loro complici. La liberazione avvenne il 25 aprile 1945 da parte degli americani. Mussolini, travestito da soldato tedesco, fu intercettato da una pattuglia di partigiani mentre cercava di scappare in Svizzera e fu fucilato il 28 aprile a Dongo sul lago di Como. Hitler invece si tolse la vita il 30 aprile in un bunker di Berlino. Quando il campo fu liberato, alla fine della guerra, soltanto 17 persone erano ancora in vita. Tra i motivi che resero possibile la Shoah c’è da dire che apparentemente i campi di concentramento erano semplici campi di prigionia in cui non si stava troppo male: ne erano stati creati uno o due apposta per farli visitare a delegati internazionali, così chi voleva voltarsi dall’ altra parte, poteva farlo in tutta coscienza.
C’è da dire anche che la rapidità dello sterminio era in effetti una cosa mai vista prima e molti non riuscirono a credere a tutto ciò, anche dopo aver ascoltato le testimonianze. Io non credo che simili crimini possano ripetersi, ma il tempo potrebbe cancellare le tracce di questo terribile periodo della storia e perdere la consapevolezza di quanto è accaduto, perciò è indispensabile conoscere e ricordare per evitare che possa ripetersi.
Fonte: http://iscvicopisano.scuole.pisa.it/index.php/rav/doc_download/189-lo-sterminio-degli-ebrei
Sito web da visitare: http://iscvicopisano.scuole.pisa.it
Autore del testo: Giulio Nelli
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