I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
Enrico Fermi
-Vita:
Enrico Fermi nacque a Roma il 29 settembre 1901 da Alberto e Ida De Gattis, terzo di tre fratelli, dei quali la prima, Maria, divenne ed è tuttora professoressa di lettere in un ginnasio di Roma, mentre il secondo, Giulio, morì adolescente nel 1915.
Adolescente si legò in amicizia con un altro ragazzo, Enrico Persico, con il quale aveva in comune la passione per i problemi scientifici.
Compiute le scuole medie a Roma, egli entrò alla Scuola Normale di Pisa ove si laureò nel 1922 con una tesi sperimentale sulla riflessione dei raggi x da parte di superfici cristalline incurvate. Ma nel frattempo aveva già cominciato a pubblicare vari lavori di carattere teorico su questioni di elettrodinamica relatività.
Subito dopo la laurea si recò Gottinga grazie ad una borsa di studio che gli permise di proseguire i suoi studi restando per 6 mesi nell’istituto di Max Born proprio nel periodo in cui andavano maturando alcune idee che anni dopo avrebbero sfociato nella meccanica quantistica. In quel periodo incontrò vari giovani fisici come Heisemberg, Pauli, Jordan, che nel giro di pochi anni sarebbero diventati i più diretti artefici di nuove concezioni.
Prima di recarsi in Germania, Enrico Fermi era stato presentato ad Orso Mario Corbino, professore di fisica sperimentale direttore dell’istituto di fisica dell’università di Roma. Questi era stato colpito dalla maturità e dalla capacità di penetrazione che Fermi dimostrava nelle discussioni di problemi difficili, e si adoperò affinché, al ritorno da Gottinga, gli venisse affidato l’incarico di insegnamento del corso di istruzioni di matematica. Da quel primo incontro fino alla morte di Corbino, nel 1937, i rapporti tra questi 2 uomini furono di grande stima reciproca e di amicizie profonde.
Nell’autunno del ’24, con una borsa di studio della Rockfeller Foundation, Fermi si recò a Leida per tre mesi, dove si rende pienamente conto delle sue capacità e riceve lo stimolo ad accingersi ad affrontare problemi nuovi.
Nel biennio successivo, Fermi insegnò Fisica matematica e Meccanica razionale presso l’Università di Firenze dove si ritrovò con Franco Rassetti, la cui amicizia contribuì a tener desto in lui l’interesse per i problemi sperimentali. La sua attività di quel periodo culminò in un lavoro teorico sulla quantizzazione del gas perfetto monoatomico, che sfociò nella teoria della statistica di Fermi (o anche di Fermi- Dirac).
Alla fine del 1926 ricoprì la cattedra di fisica teorica istituita presso la Facoltà di Scienze della Università di Roma, dove,grazie anche all’appoggio di Corbino, riuscì a creare un gruppo di collaboratori: aveva raccolto un piccolo numero di giovani appassionati della fisica e dei nuovi orizzonti che essa stava schiudendo e si dedicava alla loro formazione. I loro incontri avvenivano secondo il metodo caratteristico e personale consistente nel riunire intorno al suo scrittoio, verso la fine dei pomeriggi trascorsi nell’istituto, alcuni dei suoi collaboratori ed allievi e nel mettersi a discutere cercando di risolvere un problema ancora non risolto suggeritogli da una domanda di uno degli ascoltatori o proposto da lui stesso in connessione con qualche argomento su cui era caduta la sua attenzione: la nuova formulazione della teoia di Dirac nacque proprio in questo modo.
Con il 1932 si chiude il primo periodo dell’attività scientifica di Fermi, rivolta prevalentemente alla trattazione teorica di problemi di fisica atomica e molecolare. Il secondo periodo, che va dal 1933 al 1949, comprende l’attività di Fermi dedicata alla fisica nucleare e si distingue dal precedente per un prevalere della ricerca sperimentale su quella teorica, non per qualità, ma per la mole dei risultati ottenuti.
Non appena una scoperta sperimentale, grande o piccola essa fosse, veniva fatta, Enrico Fermi ne dava, dopo poche ore, un’ adeguata interpretazione teorica e suggeriva nuove esperienze per stabilire quale, delle varie possibilità che restavano aperte, dovesse essere considerata quella da accettare definitivamente.
Un lavoro particolarmente importante è la nota apparsa sulla “Ricerca Scientifica” dell’agosto 1936. In essa Fermi espone la teoria del rallentamento e della diffusione dei neutroni che aveva per base e inquadrava i risultati sperimentali, ottenuti insieme ai suoi collaboratori, durante gli ultimi due anni.
L’insieme del lavoro scientifico svolto presso l’istituto di Fisica dell’Università di Roma in quel periodo costituisce un contributo del tutto eccezionale allo sviluppo della fisica nucleare; e per esso, nel 1938 fu assegnato il premio Nobel ad Enrico Fermi. Negli anni precedenti al 1938, dopo il suo primo viaggio negli U.S.A. nel 1930, Fermi era stato spesso invitato nel nuovo continente a svolgere corsi di lezione di varie università ed aveva ricevuto in più occasioni offerte per cattedre permanenti molto importanti.
Più volte si era sentito incerto di fronte a queste offerte, combattuto fra il desiderio di restare in Italia e l’aspirazione di vivere in un clima meno increscioso. La decisione fu provocata dal 1938 dall’ emanazione delle Leggi razziali che lo colpivano nella famiglia, essendo la moglie di origine ebraica. Fu così che nell’autunno del ’38 accettò un’offerta della Columbia University e si trasferì negli Stati Uniti.
La scoperta della scissione dell’Uranio provocata dai neutroni, fatta da Hahn e Strassmann nel 1939, apriva nuove possibilità: se in tale processo, oltre alla elevata energia, si fosse liberato un numero sufficiente di neutroni, questi avrebbero potuto a loro volta produrre altre scissioni e iniziare così una reazione a catena. Fermi fu uno dei primi a rendersi conto di questo e si mise ad esplorare il campo con l aiuto di vari collaboratori come Szilard, Zinn e Anderson. Nella primavera del ’42 il gruppo diretto da Fermi fu trasferito a Chicago, dove il 2 dicembre dello stesso anno entrò in funzione la prima pila nucleare progettata e costruita da Enrico Fermi: questa realizzazione e questa data hanno reso il nome di Enrico Fermi noto in tutto il mondo. Con la costruzione della pila nucleare nasce l’ingegneria nucleare, di cui Fermi sarà considerato il fondatore. Egli si dedicò allo sviluppo ed al perfezionamento della pila fino all’inverno del ’44, quando si trasferì a Los Alamos, dove erano stati organizzati laboratori per lo sviluppo delle applicazioni belliche dell’energia nucleare.
La possibilità di impiegare l’energia nucleare per scopi militari ha fatto sorgere problemi di ordine umano estremamente gravi: si tratta di problemi vecchi quanto l’uomo, che si ripresentano su scala assai maggiore e con una più drammatica evidenza rispetto al passato. E’ chiaro che non è possibile arrestare il naturale sviluppo dello studio delle leggi della natura i cui risultati, in sé, non sono ne’ buoni ne’ cattivi: sta all’uomo cercare di orientare l’uso di questi per scopi benefici anziché distruttivi. Ma questa naturale conclusione viene abbandonata in tempo di guerra, in quanto ognuna delle parti contendenti è spinta ad utilizzare qualsiasi mezzo di distruzione, ed è così che la stragrande maggioranza dei fisici che lavoravano a Los Alamos, pur sperando che non fosse possibile liberare l’energia nucleare tanto rapidamente da dar luogo ad un’esplosione, ritennero che, se una tale possibilità esisteva, essi dovessero giungere ad individuarla prima del nemico.
Finita la guerra, Fermi tornò a stabilirsi a Chicago dove nel gennaio ’46 fu nominato professore di fisica dell’Università: qui si dedicò allo studio delle proprietà dei neutroni lenti, di cui sviluppò l’ottica mettendo in evidenza i corrispondenti fenomeni di riflessione, rifrazione e diffrazione.
Si dedica anche all’approfondimento della cristallografia sperimentale e alla fisica dei mesoni pigreco. Ancora una volta Fermi e i suoi colleghi raggiungono risultati straordinari: le attività in questo campo sono ancora in pieno sviluppo quando un’inesorabile malattia stroncava la sua fibra di uomo e ricercatore. Nell’ottobre del ’54 gli vengono diagnosticati più masse tumorali dovute alle radiazioni. Una mese dopo muore nella sua abitazione di Chicago.
- I ragazzi di via Panisperna:
I Ragazzi di via Panisperna è il nome con cui è divenuto noto il gruppo di fisici, quasi tutti giovanissimi, che, presso il Regio istituto di fisica dell'Università di Roma allora ubicato in via Panisperna, collaborarono con Enrico Fermi alla scoperta, nel 1934, delle proprietà dei neutroni lenti, scoperta che dette l'avvio alla realizzazione del primo reattore nucleare e della bomba atomica.
Il gruppo nacque grazie all'interessamento di Orso Mario Corbino, fisico, già ministro, senatore e direttore dell'Istituto di fisica di via Panisperna, il quale riconobbe le qualità di Enrico Fermi e si adoperò perché fosse istituita per lui nel 1926 la prima cattedra italiana di Fisica teorica. A partire dal 1929, Fermi e Corbino si dedicarono alla trasformazione dell'Istituto in un moderno centro di ricerca. Per il settore sperimentale, Fermi poté contare su un gruppo di giovani fisici: Edoardo Amaldi, Franco Rasetti ed Emilio Segrè, ai quali nel 1934 si aggiunsero Bruno Pontecorvo e il chimico Oscar D'Agostino; in campo teorico, si distingueva la figura di Ettore Majorana.
Le loro ricerche di laboratorio riguardarono inizialmente la spettroscopia atomica e molecolare, quindi si orientarono verso lo studio sperimentale del nucleo atomico: attraverso il bombardamento di varie sostanze mediante neutroni, ottenuti irradiando il berillio con particelle alfa emesse dal radon, che è un gas fortemente radioattivo, fu possibile rendere artificialmente radioattivi numerosi elementi stabili. Sul versante teorico, importantissimi per la comprensione della struttura del nucleo atomico e delle forze che vi agiscono furono i lavori di Majorana (forze di Majorana) e di Fermi, il quale tra il 1933 e il 1934 pubblicò la fondamentale teoria del decadimento beta.
Nel 1938, anche a causa delle leggi razziali e dell'ormai prossima seconda guerra mondiale, il gruppo si disperse e la maggior parte dei "ragazzi" emigrò all'estero. Del gruppo rimase in Italia solo Amaldi, che fu poi l'artefice della ricostruzione della fisica italiana nel dopoguerra e fra i fondatori del CERN.
A quell'esperienza è dedicato un film diretto da Gianni Amelio.
La palazzina di via Panisperna è oggi inclusa nel comprensorio del Viminale, sull'omonimo colle romano che ospita la sede del Ministero dell'Interno; l'edificio è destinato ad accogliere in un prossimo futuro il Centro di studi e ricerche e il Museo di fisica intitolati a Enrico Fermi.
- I collaboratori di Enrico Fermi:
Franco Rasetti
(Castiglione del Lago, 1901 - Waremme, 2002)
Compagno di studi di E. Fermi all'Università di Pisa, dopo un periodo trascorso presso l'Università di Firenze, per dar vita con Fermi a un gruppo di ricerca, fu chiamato da O.M. Corbino a Roma dove ricoprì la cattedra di Spettroscopia dal 1930. Si dedicò inizialmente a ricerche di spettroscopia e compì importanti studi sull'effetto Raman nei gas.
Tra il 1934 e il 1938 collaborò con Fermi alle fondamentali ricerche sui neutroni (radioattività indotta, neutroni lenti). Trasferitosi poi in Canada (1939-47), dove ha diretto l'Istituto di Fisica dell'Università Laval, a Québec, e negli Stati Uniti, alla Johns Hopkins University di Baltimora, si dedicò a ricerche sui raggi cosmici (ha per primo eseguito la misura diretta della vita media del muone) e di spettroscopia nucleare. Ha poi sempre di più spostato la sua attenzione verso gli studi naturalistici, la geologia e la paleontologia.
(Tivoli 1905 - Lafayette, California, 1989)
Laureatosi a Roma nel 1928 nel gruppo Fermi, collaborò alle fondamentali ricerche sulla fisica del neutrone (radioattività indotta, neutroni lenti). Dal 1936 al 1938 fu professore presso l'Università di Palermo, dove isolò il tecnezio, il primo 'elemento artificiale'.
Rifugiatosi a causa delle cosiddette leggi razziali negli Stati Uniti (dove prese la cittadinanza nel 1944), insegnò all'università di Berkeley, partecipò al progetto Manhattan a Los Alamos, con Fermi e Bruno Rossi per la realizzazione delle prime armi nucleari. Nel dopoguerra le sue ricerche riguardarono problemi di fisica nucleare e di fisica delle particelle elementari. Nel 1955, con O. Chamberlain, scoprì l'antiprotone tra i prodotti dell'interazione protone-nucleone ad altissima energia; per questa scoperta gli fu conferito il premio Nobel per la fisica.
(Carpeneto Piacentino 1908 - Roma 1989)
Laureatosi nel 1929 a Roma nel gruppo Fermi, collaborò alle fondamentali ricerche sulla fisica del neutrone (radioattività indotta, neutroni lenti). Passò vari periodi all'estero: nel 1931 a Lipsia da Peter Debye a studiare la diffrazione dei raggi X nei liquidi; nel 1934 al Cavendish Laboratory di Cambridge, e nel 1936, alla Columbia University a New York e presso il Dipartimento di magnetismo terrestre della Carnegie Institution, a Washington D. C. Dal 1937 ricoprì la cattedra di Fisica Sperimentale a Roma, che fu di Blaserna e poi di Corbino.
Nel dopoguerra ha svolto un ruolo determinante nella costituzione in Italia dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN, del quale sarà presidente dal 1960 al 1965) e in Europa del Conseil Européen pour la Recherche Nucléaire (CERN, 1952). Figura chiave nella politica della ricerca in Italia è stato uno dei principali protagonisti della nascita del Laboratori nazionali di Frascati, dei progetti spaziali ESRO (organizzazione nata nel 1962 per dare poi vita all'ESA), nella politica energetica.
Ha dato notevoli contributi anche allo studio delle particelle elementari (nei raggi cosmici e con l'impiego di macchine acceleratrici) e ha infine promosso, dal 1971, la ricerca delle onde gravitazionali. Il suo impegno per il disarmo fu costante e attivo: aderì al movimento pacifista Pugwash dall'anno della sua costituzione, nel 1957. Dal 1966 è stato presidente della Internationale school on disarmement and research on conflicts (ISODARCO).
(Pisa 1913 - Dubna 1993)
Laureatosi nel 1934 con E. Fermi, collaborò alle fondamentali ricerche sulle proprietà dei neutroni lenti. Si trasferì poco dopo a Parigi da F. Joliot all'Istituto del radio, ottenendo notevoli risultati nel campo della fisica nucleare, e quindi (1940) negli Stati Uniti dove mise a punto un metodo di carotaggio neutronico. Nel 1943 partecipò alla realizzazione del primo reattore nucleare canadese; nel 1948 assunse una delle direzioni tecniche dei Laboratori atomici inglesi di Harwell; nel 1950 si trasferì in URSS presso l'Istituto nucleare di Dubna (Mosca).
Fondamentali furono i suoi contributi alla fisica dei neutrini: ipotizzò l'esistenza di due tipi di neutrini (neutrino-e e neutrino-) suggerendo il modo di evidenziarli sperimentalmente; ideò il metodo cloro-argon per rivelare i neutrini; svolse importanti studi sulla massa dei neutrini e sulle loro "oscillazioni".
Fonte: http://quintae08.altervista.org/files/Fisica-ENRICO_FERMI_FINITO.doc
Sito web da visitare: http://quintae08.altervista.org
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.
I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco
www.riassuntini.com dove ritrovare l'informazione quando questa serve