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LE ORIGINI DELL’UOMO
DEVE OFFENDERCI LA NOSTRA “PARENTELA” CON LE SCIMMIE ?
Darwin aveva esposto la sua teoria sull’evoluzione della natura vivente in un libro (L’origine della specie per selezione naturale) pubblicato nel 1859. Dodici anni più tardi, scrisse un altro libro in cui ipotizzò che anche l’uomo, per quanto “speciale” possa apparire, si fosse formato, come ogni altra specie, per evoluzione di specie più antiche. Il libro di Darwin, infatti, suggeriva l’esistenza di una “parentela” tra noi e le scimmie.
Questa ipotesi fu considerata “offensiva”, “scandalosa” e “irreligiosa” da molti contemporanei : non avevano capito che riconoscere nell’uomo il frutto di una lunga avventura evolutiva, piuttosto che di un singolo atto di creazione, nulla toglie alla “nobiltà” delle nostre origini.
E’ affascinante sapere che abbiamo le stesse radici biologiche di altri esseri viventi, ma rispetto a questi abbiamo lentamente maturato uno straordinario patrimonio di capacità intellettive.
L’AFRICA, CULLA DELL’UMANITÀ’
Nell’Origine dell’uomo Darwin scriveva : “E’ probabile che l’Africa fosse in passato abitata da scimmie ora estinte, strettamente affini al gorilla e allo scimpanzé e, dal momento che queste due specie sono al momento le più vicine all’uomo, è in qualche modo più probabile che i nostri antichi progenitori vivessero nel continente africano che non altrove”.
I fossile riportati alla luce dagli scienziati hanno pienamente confermato questa straordinaria intuizione di Darwin. L’Africa, infatti, e stata la culla dei più antichi membri della nostra “famiglia zoologica” (gli Omìnidi) e, più tardi, il luogo d’origine dei primi uomini “anatomicamente moderni”, cioè del tutto simili a noi nelle caratteristiche fisiche, diretti progenitori dell’intera umanità.
DAGLI INSETTIVORI AI PRIMATI
I biologi raggruppano l’uomo e tutte le scimmie in una categoria di mammiferi che viene definita “ordine dei Primati”, che comprende le proscimmie, le scimmie (tra cui le scimmie antropomorfe) e l’uomo. L’ordine dei Primati sembra che si sia differenziato circa 70 milioni di anni fa da piccoli mammiferi insettivori, simili all’attuale tupaia ; risalgono infatti a quell’epoca i resti fossili di un animale, Purgatorius, poco più grande di uno scoiattolo, che viveva sugli alberi, si cibava non solo di insetti ma anche di foglie e frutti e aveva caratteristiche anatomiche intermedie tra gli Insettivori e i Primati odierni.
Il campo visivo è cambiato ,dalla tupaia, alle proscimmie, all’uomo : si è
ampliata la zona della visione stereoscopica ed è diminuita quella visione
laterale.
Differenziandosi dagli Insettivori, i Primati acquistarono caratteristiche che li resero agilissimi acrobati in un ambiente fitto di alberi ; tali sono ancora oggi le scimmie che popolano le foreste dell’America centromeridionale e dell’Asia.
Invece nel continente africano, e solo in quello, l’evoluzione di un gruppo di scimmie arrivò, intorno a 7 milioni di anni fa, a un punto di biforcazione cruciale : da un lato generò gorilla e scimpanzé, dall’altro lato portò alla comparsa dei primi Ominidi.
Probabilmente, fu un importante cambiamento climatico a separare la “nostra” strada evolutiva da quella dei “cugini” scimpanzé e gorilla.
confronto fra le mani di alcuni primati : Il tarsio ha delle espansioni terminali
che gli consentono di aderire ai rami. La mano dell’uomo è la più abile nel compiere un gran numero di movimenti. Il confronto fra i piedi degli stessi animali mette in evidenza la notevole differenza del piede dell’uomo che ha subìto una serie di modificazione che lo ha reso adatto alla deambulazione in posizione eretta.
L’aumento di volume del cervello rispetto alle dimensioni del corpo e
la riduzione della zona di cervello dedicata all’olfatto a vantaggio di
quella dedicata alla vista.
Infatti, proprio intorno a 20 milioni di anni fa, a causa dei processi tettonici legati alla deriva dei continenti, si accentuò una profonda “ruga” del continente africano : la Grande Rift Valley, un complesso di avvallamenti e di alture esteso dal Mar Rosso al Mozambico. Questo fenomeno modificò il clima di tutta l’Africa orientale : lì le piogge divennero meno abbondanti e alla foresta si sostituì la savana, mentre a destra della Rift Valley rimasero foreste tropicali dove poté continuare l’evoluzione delle scimmie arboricole che sarebbero diventate i gorilla e gli scimpanzé odierni.
Invece, i Primati che vivevano nell’Africa orientale dovettero adattarsi a cercare cibo al suolo e a difendersi dai nemici in uno spazio aperto, scarso di alberi ; l’evoluzione selezionò in loro caratteristiche migliori per affrontare queste nuove esigenze.
Gradualmente essi acquistarono la capacità di stare eretti e di camminare su due arti ; le mani, liberate dal compito della locomozione, divennero più abili nel maneggiare oggetti ; il volume del cervello aumentò.
Da questi individui partì la linea evolutiva degli Ominidi.
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Ramapiteco |
Australopiteco |
Homo abilis |
Homo erectus |
Uomo di Neandertal |
Homo sapiens |
Dal Ramapiteco all’Homo abilis l’evoluzione è soprattutto fisica ; da quest’ultimo all’uomo moderno, invece l’evoluzione è soprattutto nella crescita del cervello.
Gli Ominidi camminavano e correvano tra i cespugli, e avendo le mani libere utilizzarono pietre e pezzi di legno per difendersi.
La prima specie che si adattò perfettamente alle caratteristiche della savana fu il Ramapiteco, privo dei grandi canini delle scimmie ; il Ramapiteco scomparve circa 8 milioni di anni fa.
Circa 4 milioni di anni fa comparve il genere dell’Australopitecus. Fossili di Australopiteco sono stati trovati in Africa : abbiamo resti di Australopitecus Afarensis che successivamente fu sostituito dall’Australopitecus Africanus e dall’Australopitecus Robustus.
L’Australopiteco aveva un cranio di 400-500 cm3 e un’arcata dentale simile a quella attuale ; utilizzava inoltre oggetti per scuoiare animali o recuperare radici. Gli ultimi Australopiteci vissero fino a 2 milioni di anni fa ; a quest’epoca risalgono reperti fossili di una specie evoluta : l’Homo abilis, vissuto da 2 a 1,5 milioni di anni fa. Esso aveva il cranio grande 750 cm3 e i denti simili a quelli dell’uomo attuale ; esso è capace di scheggiare le pietre e costruire utensili primitivi. Con la specie Homo abilis siamo al genere Homo, con caratteristiche tipicamente umane.
Dall’Homo abilis discende l’Homo erectus, i cui fossili risalgono da 1,5 milioni di anni fa a circa 100.000 anni fa. La sua scatola cranica raggiunge il volume di 1.000 cm3, esso manteneva sempre la stazione eretta cioè la posizione verticale ; quest’uomo migrò dalle regioni tropicali dell’Africa verso l’Europa e l’Asia ,viveva in gruppi e circa 400.000 anni fa scoprì il fuoco che gli permise di cuocere gli alimenti , di scaldarsi e quindi di sopravvivere in ambienti più freddi.
Da questa specie ebbe origine l’Homo sapiens e contemporaneamente l’Homo Sapiens Neanderthalensis ; quest’ultimo era tanto brutto rispetto a noi che alcuni scienziati si rifiutarono di riconoscere in lui un nostro antenato, gli fu dato questo nome dal fatto che i primi resti di quest’uomo furono ritrovati nella valle di Neander, in Germania. Viveva nelle caverne e nelle grotte per ripararsi dal clima molto rigido, era cacciatore e con lui comparvero, per la prima volta, manifestazioni religiose come il culto dei morti .
La sua capacità di affrontare il clima freddo fu anche molto probabilmente la causa della sua scomparsa, perché, quando i ghiacciai iniziarono a sciogliersi e il clima divenne più mite, l’uomo di Neanderthal, fu sostituito dal gruppo dell’Homo Sapiens-Sapiens, sicuramente meno specializzato di lui, ma più adattabile al cambiamento di clima. L’Homo sapiens-sapiens ha raggiunto il più alto gradino dell’evoluzione biologica umana e con esso inizia l’evoluzione culturale.
EVOLUZIONE CULTURALE
Per evoluzione culturale si intendono tutti quei cambiamenti che avvengono nel campo della conoscenza, nell’invenzione di nuove tecnologie, nell’arte, nelle credenze religiose, in tutto ciò che non è sotto il controllo biologico, che non può essere trasmesso per via genetica , ma appunto per via culturale. Il che vuol dire che ogni generazione lo apprende dalla generazione precedente .
Durante un lunghissimo periodo l‘uomo vive come cacciatore e raccoglitore, ha a disposizione molte scoperte e tecnologie : uso del fuoco, abitazione artificiale , strumenti di pietra molto raffinati. I membri si dividevano molto probabilmente i ruoli :alcuni cacciavano, altri raccoglievano, altri ancora costruivano strumenti.
Ricostruzione della vita nel paleolitico ;
uomini intorno al fuoco intenti a scuoiare un orso ; gli uomini del paleolitico si riunivano in gruppi per cacciare gli animali di grossa taglia,
Diversi tipi di lavorazione delle pietre usati dagli uomini della Preistoria : dalla percussione diretta alla levigatura.
E’ probabile anche una divisione per sesso: la raccolta dei vegetali veniva praticata dalle femmine, mentre i maschi si dedicavano alla caccia
La necessità di provvedere alla cura dei piccoli deve aver favorito l’unione all’interno del gruppo. Il lavorare in gruppo ha favorito lo sviluppo delle capacità di comunicare, di organizzare e di prevedere .
Ma più che scoperte di tipo tecnologico, ciò che realmente determina il suo rapido progresso è lo sviluppo di un nuovo sistema di comunicazione : il linguaggio, che ha permesso agli uomini di comunicare agli altri le esperienze e le idee. Chi scopriva qualche mezzo più efficace per cacciare o per conservare il cibo , poteva comunicarlo a tutti i componenti del gruppo .
Circa 10.000 anni fa avvenne una svolta fondamentale per il genere umano : l’inizio dell’agricoltura. L’uomo infatti impara a coltivare frumento e orzo, e poi anche altre piante , quali il lino ed alcuni legumi . Sfrutta le piante anche per ricavarne fibre , corteccia e legno , e con quest’ultimo costruisce case e imbarcazioni.
Sorgono i primi nuclei abitati stabili e le prime città , si assiste a una sorta di esplosione demografica , dovuta forse alla maggiore disponibilità di risorse , e i popoli agricoltori si diffondono alla ricerca di nuove terre da coltivare.
L’uomo scopre i metalli e impara a lavorarli , e dal linguaggio verbale si passa a quello scritto per tramandare agli eredi le proprie conoscenze .
Progressi, scoperte e tecniche mai prima immaginate ora sono attuali e tale processo di continua evoluzione tecnologica sembra inarrestabile . Auguriamoci solo che l’uomo non usi questo suo straordinario potere per cancellare e distruggere tutto quanto la vita ha costruito in 4.5 miliardi di anni di evoluzione.
Fonte: http://sitoprof.altervista.org/doc/EVOLUZIONE.doc
Sito web da visitare: http://sitoprof.altervista.org/
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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