Governo di solidarietà nazionale 1976 1978
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Governo di solidarietà nazionale 1976 1978
QUADRO ECONOMICO E POLITICO DELL’ITALIA
NEL SECONDO DOPOGUERRA
1945- 1958 Età di ricostruzione e di costruzione della democrazia repubblicana.
- Presidenti della Repubblica: Enrico De Nicola (1946-1948 giurista liberale), Luigi Einaudi(1948-1955 economista liberale), Giovanni Gronchi (1955-1962, Democristiano)
- 1945/47 governi di “unità nazionale”: vi partecipano tutti i partiti del Comitato di Liberazione Nazionale ( Democrazia Cristiana, Partito Comunista, Partito Socialista, Partto d’Azione, Partito liberale e Democrazia del Lavoro)
- 2 giugno 1946 Referendum istituzionale e elezioni per l’Assemblea costituente
- Giugno 1946-1°gennaio 1948 preparazione e promulgazione Costituzione Italiana
- Maggio 1947 estromissione delle sinistre dal governo, strettamente connessa all’inizio della Guerra fredda tra USA e URSS (dottrina del “contenimento” del comunismo diel Presidente americano Truman)
- Elezioni del 18 aprile 1948: DC al 48.5%
- 1948/1960 nuova formula di governo: il “centrismo”: governi di coalizione tra DC, PLI,PSDI,PRI, a guida DC.
La coalizione era tenuta insieme dall’anticomunismo e dall’atlantismo (l’Italia entra nella NATO nel 1949). I primi anni furono caratterizzati dalla scelta di una linea economica liberista e da una moderata spinta riformista con la legge di riforma agraria(1949), l’istituzione della Cassa del Mezzogiorno(1950), la nascita dell’Ente Nazionale Idrocarburi (ENI 1953) guidata da Enrico Mattei e la legge Fanfani per l’edilizia popolare (1953). Il sistema democratico attraversò però un momento difficile. Si parla di democrazia “congelata”: dura repressione padronale nelle fabbriche con la schedatura dei lavoratori e i licenziamenti per ragioni sindacali; il ministro dell’interno Scelba si oppone alle manifestazioni di piazza, sia politiche che sindacali, usando le forze dell’ordine , la celere in particolare; il SIFAR, servizio segreto dell’esercito guidato dal generale De Lorenzo, scheda gli oppositori politici. Fallisce nel 1953 il tentativo di introdurre la “legge truffa”: una riforma elettorale che introduceva un premio di maggioranza consistente nell'assegnazione del 65% dei seggi della Camera dei deputati alla lista o al gruppo di liste collegate che avesse raggiunto il 50% più uno dei voti validi. Negli anni dal 1953 al 1958 i governi centristi non effettuarono più scelte significative, con l’eccezione della firma dei Trattati di Roma nel 1957 con cui nasce la CEE.
1958-1962 gli anni del miracolo economico
- Presidente della Repubblica: Giovanni Gronchi (1955-1962, Democristiano)
- I dati: i lavoratori dell’industria superano quelli occupati nell’agricoltura,la produzione industriale raddoppia e cresce il reddito procapite in modo significativo, cresce l’occupazione; l’Italia è tra i primi dieci paesi industrializzati del mondo.
- Settori trainanti: automobilistico (la Cinquecento e la Seicento), chimico, petrolchimico.
- Contraddizioni: crescita dei consumi privati e mancanza di sviluppo di consumi pubblici (case, scuole, ospedali, trasporti); stabilimenti FIAT, Olivetti, Montecatini, Alfa Romeo nel Sud, ma “cattedrali nel deserto” e quindi ancora dualismo territoriale ed emigrazione interna dal Sud al Nord.
- I costumi: nel 1954 nasce la televisione ed è il simbolo di questi anni di sviluppo. Gli italiani vanno in vacanza in estate. I giovani contestano i valori dei genitori; sono la generazione dei jeans, delle magliette di cotone e dei giubbotti di pelle.
- Due immagini dell’Italia: modernità, mobilità, spensieratezza... e povertà, emigrazione, sfruttamento, proteste.
- Presidente della Repubblica: Antonio Segni ( 1962-1964 Democristiano conservatore), Giuseppe Saragat (1964-1971 PSDI)
- Inizi anni Sessanta: si chiude l’esperienza del centrismo. Le cause: 1. contraddizione tra lo sviluppo economico e una politica conservatrice; 2. Si riduce la rigida contrapposizione al comunismo a seguito dell’apertura di una fase di distensione a livello internazionale tra USA e URSS (Kennedy è Presidente USA dal 1960 e Krusciov, Segretario del PCUS dal 1953 al 1964) con la dottrina della “coesistenza pacifica” teorizzata da Krusciov; 3. all’interno del Paese cresce l’autonomia del Partito socialista dal PCI e ciò facilita un’alleanza riformistica tra DC e PSI per affrontare i problemi e gli squilibri presenti.
- Governo Tambroni: marzo/luglio 1960 . E’ un governo monocolore democristiano, appoggiato da MSI e monarchici e un tentativo di spostare a destra l’asse politico. 30 giugno 1960: manifestazione della sinistra a Genova contro lo svolgimento del sesto congresso del MSI, poi non tenutosi; un gruppo di alcune migliaia di manifestanti, tra cui molti portuali, alla fine della manifestazione viene coinvolto in forti scontri con la polizia, che vedranno decine di feriti da ambo le parti. Manifestazioni di protesta in molte città contro la politica repressiva di Tambroni, osteggiato dalle correnti di Moro e Fanfani della stessa DC e caduta del governo.
- 1962 nasce il primo governo di centro-sinistra guidato da Fanfani (DC,PSDI; PRI e appoggio esterno del PSI. Isolamento del PCI). Il dibattito su cosa dovesse essere il centro-sinistra fu notevole. Proposta di riforme correttive del sistema di Ugo La Malfa (PRI) per affrontare i problemi storici dell’Italia, rendere più efficiente la burocrazia, dar vita alle regioni, affrontare i problemi dell’urbanizzazione, modernizzare il sistema educativo, costruire un servizio sanitario e nazionale e quindi integrare le classi più povere nello stato. Possibile un tale riformismo per l’ea contingenza economica favorevole. Proposta di riforme strutturali del sistema di Nenni (PSI) e Togliatti(PCI) per avviare un processo di superamento del capitalismo. Posizione minimalista di Moro (DC) che accetta le riforme correttive , ma vuole che non mettano in discussione la coesione interna della Democrazia Cristiana e il suo controllo sullo stato. Le tre linee convivono, ma vincente sarà la posizione minimalista di Moro.
Riforme: nasce la Commissione per la programmazione (pianificare l’economia in accordo tra imprenditori e sindacati, 1962) istituzione della scuola media unica (1962), nasce l’ENEL (nazionalizzazione dell’energia elettrica, 1962) introdotta la Cedolare (imposta sui dividenti azionari per colpire l’ebasione fiscale ed avere denaro per le riforme), piano Sullo per la casa ( per colpire la speculazione edilizia, 1963), diritto per le donne di accedere a tutte le professioni e impieghi pubblici, 1963).
Crisi: rallenta la crescita economica; fuga dei capitali all’estero per la cedolare; alle elezioni del 1963 la DC perde voti e crescono PLI e Partito comunista; nella DC Moro inaugura la politica dei “due tempi” che significa rallentamento delle riforme in attesa della ripresa economica; reazione conservatrice con il “piano Solo” del generale Di Lorenzo (tentativo fallito di colpo di stato militare, nonto all’opinione pubblica solo nel 1967).
Conseguenze: dal 1963 si susseguono deboli governi di centro-sinistra, guidati da Aldo Moro; fallisce la riforma delle istituzioni; spartizione delle cariche di potere tra i partiti di governo(lottizzazione); immobilismo politico; sproporzione tra le possibilità offerte dal boom economico e le condizioni reali dei lavoratori che provoca insoddisfazione sociale e diffusione del dissenso soprattutto tra i giovani e gli operai. Si prepara la stagione dei movimenti
1968-69-inizi anni Settanta: la stagione dei movimenti, ribellione studentesca e lotte sociali.
- Presidente della Repubblica: Giuseppe Saragat (1964-1971 PSDI)
- Disagio nella società: nelle fabbriche salari molto bassi rispetto ai livelli di produttività e ai profitti delle imprese; pesanti condizioni di lavoro; assenza di diritti; nelle università proteste contro la riforma presentata dal ministo Gui (1965) con gli studenti che non si sentono rappresentati dalle associazioni giovanili dei partiti tradizionali, visti solo come palestra per la formazione di futuri dirigenti; fermenti anche nelle scuole superiori (1966 il caso “Zanzara” al Lice”parini” di Milano). Nella società civile si verificano fatti che evidenziano il cambiamento in atto nel modo di pensare, dalle proteste per la guerra del Vietnam, alla critica al sistema sovietico, all’ammirazione per il socialismo etico di Che Guevara.
- Il Movimento studentesco (1967-68). Epicentri della contestazione alle università di Pisa, Trento, Milano e Torino. Occupazioni. Si criticano i forti processi di selezione nella scuola, i contenuti arretrati, l’inadeguatezza dei docenti e i metodi autoritari. La denuncia diventa anche politica: alle disuguaglianze sociali, al sistema capitalistico, alla manipolazione del consenso. Emerge l’idea di di una trasformazione rivoluzionaria dell’Occidente e la consapevolezza del carattere internazionale della protesta (Francia, USA).
- Nella società: nel mondo cattolico deluse le speranze di rinnovamento suscitate dal Concilio Vaticano II; critiche alle “istituzioni totali” (carceri e manicomi)
- Il movimento operaio(1968-69). Nelle fabbriche nel 1968 si diffondono le agitazioni con la richiesta di aumenti salariali per tutti e la riduzione delle differenze tra operai e impiegati; si contestano i ritmi crescenti di lavoro e il cottimo. Affiancano gli operai gruppi politici che si collocano alla sinistra del PCI: Lotta Continua, Avanguardia Operaia, Potere Operaio, il “Manifesto”. Le proteste culminano nell’”autunno caldo” del 1969, in occasione del rinnovo del contratto dei metalmeccanici: 1 milione e mezzo di lavoratori in agitazione, migliaia di studenti, impiegati e lavoratori di altri settori: In piazza circa 4 milioni e mezzo di persone. Gli operai si organizzano in Comitati di base.
- Esito della protesta. Nei contratti (1969-1973) gli operai ottengono aumenti salariali uguali per tutti, orario settimanle di 40 ore su 5 giorni, assemblee in fabbrica nelle ore di lavoro retribuite, riduzione delle differenze salariali e normative tra operai e impiegati, le 150 ore di permesso retribuito per conseguire la licenza media inferiore. Riforme importanti nel Paese: approvato lo Statuto dei Lavoratori, la legge sul divorzio, le norme per l’istituto del referendum e per l’ordinamento regionale, il diritto all’obiezione di coscienza.
- 12 dicembre 1969 strage di Piazza Fontana. Nella stagione di movimenti, quando è al culmine la vertenza dei metalmeccanici, a Milano, in Piazza Fontana, all’interno della Banca dell’Agricoltura, esplode ina bomba ad alto potenziale che uccide 16 persone, 90 feriti; due bombe esplodono a Roma (16 feriti). Si apre quella che gli storici chiameranno “strategia della tensione”: il terrorismo nero con l’appoggio di apparati deviati dello stato e dei servizi segreti agisce con l’obiettivo di destabilizzare il sistema politico democratico, spostare a “destra” l’opinione pubblica e favorire una svolta politica conservatrice e autoritaria. Nel 1970 tentativo di colpo di stato fallito di Junio Valerio Borghese. (Vedi scheda)
- Formazione delle Brigate Rosse nel 1970.
Gli anni Settanta: le riforme, il compromesso storico e i governi di unità nazionale
- Presidente della Repubblica: Giovanni Leone (1971-1978 DC), Sandro Pertini (1978-1985 PSI)
- Intensa stagione di riforme. (Vedi scheda)
- Il movimento femminista. Nasce il Movimento per la liberazione della donna che mette in discussione i modelli culturali dominanti. Lo slogan del movimento è “il personale è politico”: l’oppressione privata che ogni donna subisce assume il significato di una questione collettiva,un problema non è mai privato, ma sociale, pubblico. Si scopre e si valorizza la “differenza” e la “soggettività”. Le donne denunciano la repressione sessuale, le ipocrisie della cultura corrente, l’arretratezza di una società che accetta solo nel 1971 la legalizzazione della pillola, ma che utilizza tacitamente l’aborto clandestino come strumento per il controllo delle nascite; una società che effettua la sacralizzazione della maternità, ma che la utilizza per escludere le donne dal mondo del lavoro e renderle subordinate agli uomini. Il movimento fa campagne in difesa della legge sul divorzio e, soprattutto, sul tema dell’aborto.
- Crisi economica in Italia in connessione con la crisi internazionale. In Italia crescono in modo abnorme il debito pubblico ( fra il 1971 e il 1975 passa dal 41,2% al 60,3% del prodotto interno lordo) e l’inflazione (intorno al 20-25% nel 1975); il sistema fiscale è inadeguato e grava soprattutto sui lavoratori dipendenti; alta evasione fiscale e fuga dei capitali all’estero; la spesa pubblica è fuori controllo; l’Italia esce dal serpente monetario europeo e viene svalutata la lira del 15% in un anno. Nel 1973 si apre nel paese un ciclo di inflazione-svalutazione e tale quadro è aggravato dalla crisi petrolifera internazionale. I paesi produttori di petrolio, dopo la guerra del Kippur alla fine del 1973, quadruplicano il prezzo del petrolio e nel 1979 lo triplicheranno. La crisi petrolifera porta in Italia a restrizioni nei consumi: divieto della circolazione delle automobili nei giorni festivi, chiusura anticipata degli uffici pubblici e dei negozi, abbassamento dell’illuminazione pubblica... In questo contesto si radicalizza la conflittualità sociale: operai e sindacati attribuiscono la responsabilità della crisi al ceto politico.
- Il compromesso storico. Il PCI, con la leaderscchip di Berlinguer, ritiene che si possa uscire dalla crisi solo con una collaborazione tra le grandi correnti popolari del paese: cattolici, socialisti e comunisti (1972 XIII congresso del PCI). Nel settembre del 1973 colpo di stato in Cile contro il governo del socialista Allende, compiuto dai militari di Pinochet, da apparati dello stato e appoggiato dagli USA. Berlinguer propone il “compromesso storico”, una grande alleanza tra le forze popolari di ispirazione comunista e socialista e quelle di ispirazione cattolica per scongiurare rischi di tipo cileno in Italia e affrontare la crisi economica. Il compromesso trovò attenzione nell'area di sinistra della DC che aveva come riferimento il presidente del partito Aldo Moro e il segretario Benigno Zaccagnini, ma non ebbe mai l'avallo degli USA, né dell'ala destra della DC, rappresentata da Giulio Andreotti.
- Radicalizzazione della conflittualità sociale. Operai e sindacati attribuiscono la responsabilità della crisi al ceto politico. Si ritiene inoltre che il padronato abbia scelto la “linea dura” per riprendere il controllo delle fabbriche. Fenomeno dell’assenteismo operaio legato alle dure condizioni del lavoro. Scelta di forma di lotta molto dure: scioperi “selvaggi”, a scacchiera, autoriduzioni nel rendimento, blocco delle merci in uscita e in entrata nelle fabbriche, scioperi ad oltranza in risposta a provvedimenti disciplinari e a interventi di polizia. Anche la reazione degli imprenditori è dura: sospensione di operai e riduzioni di orario e di salario. Affiorano le prime divergenze tra operai e impiegati e si verificano i primi insuccessi sindacali. Cassa integrazione e chiusura di fabbriche per la crisi. E’ in questo contesto che alla Sit Simens iniziano azioni di ritorsione contro contro capi e dirigenti da parte delle Brigate Rosse (almeno tre membri delle BR sono eletti delegati di reparto).
- Nascita e sviluppo delle Brigate Rosse. ( DVD Lucarelli)Dalla formazione all’assasinio di Aldo Moro nel 1978.
- 1976-1979 i governi di unità nazionale. Il PCI ottiene a metà degli anni Settanta importanti successi elettorali. Alle elezioni regionali del 1975 ottiene il 33,4% dei voti e insieme a PSI e Democrazia Proletaria raggiunge il 47%. La Dc è al 35,5%, il PSI al 12%. Alla vigilia delle elezioni politiche del 1976 Berlinguer dichiara di di sentirsi più sicuro nel Patto Atlantico e parla di una via italiana al socialismo. Nel 1976 ci sono le lezioni politiche e il PCI ottiene il 34,4 % dei voti, la DC il 38,7 eil PSI il 9,6%. Il “sorpasso” della DC non è avvenuto e i risultati dei partiti di sinistra non permettono l’”alternativa di sinistra”. In Parlamento però non c’è una maggioranza. Si giunge alla nuova forma di governo, voluta da Aldo Moro e da Enrico Berlinguer: i governi di solidarietà nazionale (1976-1979) guidati da Andreotti, con l’astensione, la “non sfiducia” del PCI ( anche del PSI, PSDI e PRI). Aldo Moro viene rapito dalle Brigate Rosse proprio nel giorno del primo dibattito sulla fiducia al nuovo governo Andreotti (16 marzo 1978). Alle elzioni del 1979 il PCI perde consensi: 30,4% e la DC si assesta al 38%. Sia la Dc sia il PCI riterranno conclusa l’ esperienza dei governi di solidarietà nazionale nel 1980. Il limite di questa formula di governo: il PCI appoggia il regime democristiano che ha duramente criticato negli anni precedenti, attribusce di fatto un ruolo centrale alla DC dopo averla ritenuta responsabile della degenerazione della vita politica italiana; i governi Andreotti saranno poveri di progettualità e lo stesso PCI mostrerà di non avere un progetto politico di governo. Nasce il cosiddetto “consociativismo”: il Pci, che si attende di essere consultato su tutte le più importanti questioni politiche, in realtà l’emergenza terrorismo da una parte e la crisi economica dall’altra bloccano qualsiasi svolta riformatrice e libertaria; il partto si lascia attrarre dal sistema di potere democristiano ottenendo vantaggi marginali dalla sua presenza nelle istituzioni. Perde la sua “diversità”.
- Corruzione e degrado delle istituzioni. Nel 1976 scoppia il “caso Lockeed”: sistema di tangenti versate dall'impresa aerospaziale americana Lockheed in cambio dell'acquisto di aerei da trasporto militari C-130; accusato Rumor, ma sospetti di corruzione anche sul Presidente della repubblica Leone che si dimette nel 1978. Nel 1971 sorgono sospeti sulle attività finanziarie del banchiere siciliano Michele Sindona che gestisce la Banca Privata Italiana. Nel 1974 il Governatore della banca d’Italia Guido Carli sceglie Giorgio Ambrosoli, un avvocato, come commissario liquidatore della Banca Privata di Sindona.Per 5 anni Ambrosoli controlla le attività del finanziere siciliano, scopre le attività occulte del gruppo, le irregolarità, le falsità nelle scritture contabili. Nel 1979 viene ucciso da un sicario mafioso inviato da Sindona. Coinvolti nella vicenda anche la P2, la finanza vaticana dello IOR,la Dc di Andreotti, circoli di affari USA. Sviluppi si avranno anche negli anni Ottanta.
1978-1992. La crisi della Repubblica: I governi di pentapartito e il crollo del sistema dei partiti
Dal 1992... la transizione
Fonte: http://www.eugeniochiesa.it/public/allegati/lab_storia/documenti_storia/Materiali/Storia%20delle%20Brigate%20Rosse/QUADRO%20POLITICO%20ITALIA%20LABORATORIO%20DI%20STORIA.doc
Sito web da visitare: http://www.eugeniochiesa.it
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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