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MARX:
(1818-1883)
Premessa: il marxismo costituisce una delle componenti culturali e politiche più importanti dell’età moderna.
La filosofia di Marx possiede due caratteristiche principali:
3. La critica al misticismo logico di Hegel:
Il rapporto tra Marx ed Hegel è stato spesso oggetto di discussione in quanto risulta molto complesso. Infatti, se da una parta alcuni filosofi sostengono che tra i due filosofi vi sia un rapporto di continuità, dall’altra altri filosofi sostengono che tra i due vi sia un rapporto di rottura. In ogni caso, qualunque sia la verità, è certo che Hegel in un modo o nell’altro (cioè o per continuità o per opposizione)abbia influenzato alcuni aspetti del pensiero di Marx.
La Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico è la prima opera che mostra l’atteggiamento di Marx nei confronti di Hegel. Tale componimento è sia filosofico, che politico, anche se solitamente all’interno di esso si distinguono due momenti distinti: il momento filosofico metodologico e il momento storico-politico.
A questo misticismo logico di Hegel, Marx oppone il metodo trasformativo, che si concretizza nel capovolgimenti di ciò che l’idealismo aveva cambiato, ovvero nel riconoscere nuovamente ciò che è realmente soggetto e ciò che è realmente predicato. Marx comunque, non critica l’intera filosofia di Hegel in quanto gli riconosce numerosi meriti, tra cui quello di concepire la realtà come una totalità storico-processuale, composta da elementi che sono fortemente connessi e inseparabili gli uni dagli altri e dalle opposizioni.
La posizione politica di Marx e soprattutto la sua adesione al comunismo, deriva dalla sua concezione negativa verso la civiltà moderna e lo stato liberale, che tra l’altro costituisce uno dei principali punti chiave del marxismo.
In contrapposizione a questa società moderna ed egoista, Marx idealizza un nuovo tipo di società, che si identifica in un modello di democrazia sostanziale o totale, in cui esiste una collaborazione tra l’individuo e gli altri (la comunità). Però, mentre Hegel sosteneva che tale tipo di società si potesse ottenere solamente attraverso alcuni strumenti politici come la corporazione, lo stato e la burocrazia, Marx nega questi strumenti politici e sostiene che l’unico modo per realizzare questo tipo di società è quello di eliminare qualsiasi forma di disuguaglianza tra gli individui, iniziando dall’annullamento della proprietà privata; l’arma a cui il filosofo fa riferimento allo scopo di attuare questo progetto è il proletariato, il quale essendo l’unica classe priva di proprietà e che risente maggiormente dei privilegi di questa società borghese , è l’unica che può attuare la democrazia comunista.
Marx applica la sua ideologia politica anche all’economia, esponendo la sua tesi nei cosiddetti Manoscritti economico-filosfici.
Il filosofo mostra un duplice atteggiamento nei confronti dell’economia borghese, infatti da una parte egli ritiene tale economia come l’espressione teorica della società capitalistica, mentre dall’altra parte le imputa il fatto di propagandare una falsa immagine del mondo borghese. Secondo Marx l’economia borghese compie questo errore in quanto anziché porsi nella prospettiva storico-processuale tende a considerare il sistema capitalistico, semplicemente come il metodo razionale, naturale e immutabile di produrre e distribuire ricchezze. Inoltre, questa economia è caratterizzata da una grande contraddizione, rappresentata dall’opposizione reale tra borghesia e proletariato.
Questa contraddizione assume il nome di alienazione, che è un concetto che deriva dalla filosofia antecedente a Marx. Infatti, ad esempio in Hegel l’alienazione assume una connotazione sia positiva che negativa, in quanto costituisce il movimento dello spirito, allo scopo di riappropriarsi di sé ma in modo arricchito. Mentre, secondo Feuerbach l’alienazione costituisce un qualche cosa di negativo, in quanto coincide con la situazione dell’uomo, che scindendosi proietta fuori di sé una potenza superiore (Dio) , alla quale egli si sottomette. Marx si rifà principalmente alla concezione di Marx, e costituisce un fatto realmente esistente, di natura socio-economica poiché coincide con la situazione del salariato all’interno del sistema capitalistico. L’alienazione del salariato viene descritta attraverso quattro aspetti strettamente collegati tra di loro:
La causa dell’alienazione sostanzialmente quindi, è la proprietà privata dei mezzi di produzione. E il fatto che il capitalista utilizzi l’operaio come semplice strumento costituisce una forma di sfruttamento.
La soluzione per annullare l’alienazione consiste nel superamento del regime della proprietà privata e l’instaurazione del regime comunista. Per questo motivo la storia costituisce il momento della perdita e della riconquista dell’uomo della propria essenza e in tal senso il comunismo rappresenta la soluzione alla storia.
I meriti di Hegel sono:
1) aver concepito l’uomo in una prospettiva storica e come il prodotto della sua stessa autogenerazione;
2) aver messo in evidenza l’importanza e il ruolo del lavoro nel processo di autodeterminazione
3) aver concepito questo processo in termini di alienazione e annullamento dell’alienazione;
4) aver capito che la liberazione nasce dall’oppressione, poiché l’uomo si può realizzare solamente se nega tutte quelle cose che ostacolano il proprio essere.
I demeriti di Hegel sono:
1) aver ridotto l’uomo ad autocoscienza o spirito, sostituendolo con la sua essenza astratta;
2) aver dato importanza soprattutto al lavoro spirituale e speculativo;
3) aver considerato l’alienazione e il suo annullamento come operazioni ideali, che non hanno alcuna valenza sul piano pratico;
4) concepire l’alienazione come l’oggettivazione del soggetto.
La filosofia di Marx oltre che prendere spunto da Hegel, si ispirò anche al pensiero di Feuerbach tant’è che nei Manoscritti Marx definisce F. come il superatore della vecchia filosofia. Il rapporto con tale filosofo risulta molto complesso, in quanto si evolve con il passare del tempo fino a concludersi,nel momento in cui Marx intraprende una strada tutta sua.
In sostanza Marx cerca di correggere Hegel con Feuerbach e quest’ultimo con Hegel, poiché in tal modo con uno difende la naturalità dell’uomo e con l’altro la socialità e la storicità dell’uomo.
Siccome la religione nasce appunto dalla condizione umana e sociale dell’individuo (che è alienata), l’unico modo per distruggerla al contrario di ciò che sosteneva F. non è la critica filosofica ma la trasformazione rivoluzionaria della società. La religione è il prodotto malato di una società malata e l’unico modo per annientarla e distruggerla è quello di distruggere anche l’intera struttura sociale responsabile della sua creazione.
7. La concezione materialistica della storia
7.1 Dall’ideologia alla scienza:
L’Ideologia tedesca è un componimento scritto da Marx ed Engels, insieme ad Hess, ed è l’opera in cui si verifica il passaggio da un’antropologia speculativa al sapere reale della storia. Come i filosofi chiariscono nella sua prefazione, il componimento nacque dall’esigenza di evidenziare le differenze tra il pensiero dei due filosofi rispetto all’ideologia tedesca.
7.2 Struttura e sovrastruttura:
Secondo Marx, la concezione materialistica della storia si fonda su due principi fondamentali:
L’insieme di questi due concetti costituisce la struttura economica della società, la quale costituisce a sua volta il piedistallo su cui si eleva una sovrastruttura giuridico-politico-cultrale.
Per cui, con il termine sovrastruttura intendiamo tutti gli altri aspetti della vita sociale (la religione, la cultura, l’arte, la politica ecc..) che sono determinati dalla struttura economica.
Il materialismo storico: con il termine “materialismo” Marx non si rifà alla tesi metafisica, ma al fatto che le vere forze motrici della storia non sono lo Stato, le religioni, le filosofie o le forze politiche (natura spirituale), ma la società e l’economia (natura materiale).
L'uomo e la storia hanno un carattere dinamico e non statico come pensava Hegel, cioè la storia e l'uomo in essa, mutano continuamente ed ecco che il materialismo storico di Marx si contrappone, quindi, all’idealismo storico.
Per quanto riguarda la critica marxista, ci sono giunte diverse interpretazioni circa il rapporto tra struttura-sovrastruttura e risulta importante sapere che:
7.3 La dialettica della storia:
La dinamica della società viene interpretata attraverso le forze produttive e i rapporti di produzione; Marx individuò una legge della dinamica evolutiva di una società (la dialettica) data dalla corrispondenza o opposizione tra i due elementi:
La contraddizione si sviluppa sottoforma di scontro tra la classe in ascesa (nuova forza produttiva) e la classe dominante (vecchi rapporti di produzione). Alla fine trionfa quasi sempre la classe delle nuove forze produttive ed impone la sua visione del mondo (le idee della classe dominante sono le idee dominanti nella società).
Riguardo questo scontro Marx ci presenta l’esempio della rivoluzione francese in cui borghesia (nuove forze produttive) e aristocrazia (vecchi rapporti di proprietà) si trovarono a dover lottare per imporre la propria visione del mondo. La vincitrice fu la borghesia.
Nel capitalismo moderno la fabbrica, pur essendo proprietà di un capitalista o di un gruppo di azionisti, produce, grazie al lavoro comune di operai, tecnici, impiegati, dirigenti e via dicendo, ma se sociale è la produzione della ricchezza, sociale dovrebbe essere anche la distribuzione della stessa: il che significa che il capitalismo porta in sé la base del socialismo.
Detto ciò, possiamo passare a definire quali furono per Marx le 5 principali epoche della formazione economica sociale: comunità primitiva, società asiatica, antica, feudale e borghese. Queste epoche non sono delle tappe necessarie. Il carattere progressivo della storia è uno sviluppo che a partire dalla comunità comunista primitiva conduce all’affermazione della società socialista attraverso una serie di fasi intermedie (proprietà privata e divisione in classi sociali).
Il carattere dialettico della teoria marxiana e il suo legame con Hegel è evidente. Per entrambi la storia è una totalità processuale necessaria dominata dalla forza della contraddizione e che mette capo ad un risultato finale inevitabile.
Per Marx la dialettica non è spirituale come per Hegel bensì materiale, ovvero economico-sociale, e consiste nell’inevitabilità del passaggio dalla società capitalista a quella comunista.
8. La sintesi del Manifesto
8.1 Borghesia, proletariato e lotta di classe:
Nel manifesto del partito Comunista, Marx espone sinteticamente il suo pensiero riguardo la storia. I punti salienti di questo manifesto sono essenzialmente tre:
Per quanto riguarda il primo punto possiamo effettuare un elenco dei meriti e dei limiti che Marx attribuisce alla borghesia:
Per quanto riguarda il secondo punto possiamo dire che la lotta di classe è la chiave di ogni sviluppo storico: in ogni sistema produttivo si sviluppano progressivamente nuove forze di produzione che si mettono in conflitto con la classe dominante. Al culmine della lotta ci sarà la rivoluzione sociale che modificherà il vecchio sistema produttivo.
Se ne deduce che la storia altro non è che una “successione rivoluzionaria di modi di produzione”.
Distinzione classe “in sé” e “per sé”: con questi due termini Marx intende dire che vi sono due
tipi differenti di classe sociale; una è quella “in sé”, intesa come insieme di uomini accomunati dalla stessa situazione economico-sociale, l’altra è quella “per sé”, intesa come unità che lotta coscientemente e solidariamente per gli stessi obbiettivi. Marx ci dice quindi che una classe si trasforma in soggetto rivoluzionario quando è cosciente di essere una classe e aderisce al partito Comunista.
9. Il Capitale: analisi critica del capitalismo
Premessa: Il capitale consiste nell’analisi scientifica dei processi strutturali propri dell’economia borghese e all’interno della società capitalistica tutto è concepito come merce e tutto viene disumanizzato.
La merce e il suo valore: la merce è un prodotto che possiede un suo valore. Secondo Marx, il valore della merce può essere di due tipi:
Il prezzo e il valore di una merce non possono essere identificabili in quanto dipendono da variabili contingenti, come la legge della domanda e dell’offerta.
L’obbiettivo principale della società capitalistica non è quello di produrre merce finalizzandola al consumo, bensì di accumulare il capitale. Il capitale che viene investito nella forza lavoro (quindi nel salario degli operai) si chiama capitale variabile, mentre il capitale investito nei macchinari e materie prima prende il nome di capitale costante.
Marx delinea due tipi di formule atte a descrivere la logica del profitto:
Da dove proviene il plusvalore?
Il plusvalore ha origine dalla forza lavoro, la quale viene comprata, o pagata se preferiamo (con il salario), dal capitalista in base allo stretto necessario per garantire la sopravvivenza dell’operaio e della sua famiglia. Ciò che differenzia la forza lavoro dalla merce normale è il fatto che la prima produce un valore superiore di quello che le viene dato con il salario. Se infatti il capitalista desse al salariato l’intero prodotto del suo lavoro, non ne avrebbe per sé alcun profitto. Da ciò si origina il plusvalore, che è quella parte del valore prodotto dal lavoro salariato (pluslavoro) di cui il capitalista si appropria.
Il saggio del plusvalore: Poiché il plusvalore nasce solo in relazione ai salari, ossia al capitale variabile, il saggio del plusvalore, ossia quant’è la percentuale del plusvalore, è dato dal rapporto tra il plusvalore e il capitale variabile.
Il saggio del profitto: il capitalista investe non solo in salari ma anche in macchinari (il capitale costante), per cui il saggio del profitto, cioè quanto intasca il capitalista, deriva dal rapporto tra il plusvalore e il capitale variabile più quello costante. Di conseguenza il saggio di profitto sarà sempre minore rispetto al saggio del plusvalore.
Le contraddizioni del capitalismo:
E’ interessante notare quali ipotesi prese in considerazione il sistema capitalistico per raggiungere il suo obbiettivo principale:
I problemi: Proprio l’aumento di produttività genera il fenomeno delle crisi cicliche di sovrapproduzione. Essa porta anche alla distruzione dei beni, in quanto il mercato non riesce ad assorbire la merce prodotta, e alla disoccupazione, in quanto le macchine prendono spesso il lavoro dell’uomo. Altro ulteriore problema generato dalla corsa al rinnovamento tecnologico è la caduta tendenziale del saggio di profitto. Con tale termine Marx intende quella legge per cui aumentando smisuratamente il capitale costante (macchine e materie prime) diminuisce il saggio di profitto cioè il guadagno del capitalista. La legge equivale ad un andamento decrescente dell’economia sociale ed essa corrisponde al "tallone d’Achille" del sistema capitalistico.
10. La rivoluzione proletaria
Marx sostiene che per mezzo della rivoluzione proletaria, mossa dalle contraddizioni del capitalismo, si possa porre fine allo sfruttamento di classe, promuovendo la socializzazione dei mezzi di produzione. Il filosofo identifica due fasi della realizzazione della società comunista:
All’uomo della civiltà proletaria Marx contrappone un uomo nuovo, considerato come un essere “onnilaterale” e “totale” che esercita in modo creativo le sue potenzialità
Fonte: http://anki.altervista.org/appunti/riassunti/Marx_Sintesi.doc
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