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Alla fine della Seconda guerra mondiale i paesi europei possedevano ancora vaste colonie in Asia e Africa. In molte di esse erano già sorti movimenti nazionalisti che rivendicavano l'indipendenza, mentre in altre la lotta per la decolonizzazione si accompagnava a quella per la fondazione di una società socialista. Le due superpotenze non avevano stipulato alcun accordo sulla spartizione di questi territori, al controllo dei quali erano molto interessate. In Asia il primo paese che si era ribellato alle potenze europee era stato la Cina, dove, dopo una dura lotta, le forze comuniste guidate da Mao Tse-tung riuscirono nel 1949 a imporsi e instaurare la Repubblica popolare cinese. Alla vittoria comunista in Cina si ricollegano gli avvenimenti della Corea e del Vietnam. In Corea, che alla fine dell'occupazione giapponese era stata divisa in due parti (al 38° paralleo), il governo nordcoreano invase la Corea del Sud nel 1950, per riunificare il paese; ne seguì una sanguinosa guerra, in cui la Corea del Nord ebbe l'appoggio di URSS e Cina mentre la Corea del Sud fu sostenuta dagli Stati Uniti. La guerra si concluse nel 1953 con un nulla di fatto perché venne ribadita la divisione del territorio in due parti al 38° parallelo. Nel Vietnam la guerra portò al ritiro dei Francesi nel 1954, ma lasciò il paese diviso in due parti: il Nord comunista e il Sud sotto l'influenza degli Americani. In India, a partire soprattutto dalla fine della Prima guerra mondiale, si era sviluppato un movimento di opposizione non violenta contro il dominio inglese sotto la guida di Gandhi. Concedendo l'indipendenza, nel 1947 gli occidentali ne divisero il territorio: la Federazione Indiana induista e il Pakistan musulmano.
Dopo la Seconda guerra mondiale ottennero l'indipendenza anche le altre colonie inglesi in Asia e Africa. Solo in Rhodesia e in Sudafrica, paesi dotati di immense ricchezze minerarie, i coloni rifiutarono di andarsene e diedero autonomamente vita a governi indipendenti, in cui il controllo sulle maggioranze nere locali veniva attuato con leggi razziste. In modo travagliato è avvenuta anche la decolonizzazione di alcuni dei paesi affacciati sul Mediterraneo. In Palestina la creazione dello Stato di Israele, nel 1948, provocò l'esodo forzato di oltre un milione di Palestinesi verso gli altri paesi arabi. I conflitti successivi tra Israele e i paesi arabi non sono riusciti a dare un assetto definitivo alle frontiere, né a risolvere il problema dei profughi palestinesi. Nel 1956 in Egitto il presidente Nasser proclamò la nazionalizzazione del canale di Suez (controllato fino ad allora da compagnie anglo-francesi). Questa decisione colpiva direttamente gli interessi commerciali inglesi e francesi e minacciava gravemente gli Israeliani, che temevano che il presidente egiziano (capo di un paese arabo e di conseguenza nemico degli Israeliani) avrebbe vietato il passaggio delle loro navi nel Canale. Francia, Inghilterra e Israele decisero allora di intervenire militarmente e in pochi giorni ebbero ragione delle forze egiziane. Si apriva una nuova pericolosissima crisi, nella quale USA e URSS intervennero pesantemente e intimarono agli aggressori di sgombrare. Questo intervento trasformò la disfatta militare di Nasser in una grande vittoria politica. In seguito però Egitto e Israele si scontrarono ancora militarmente, fino al 1978 quando il nuovo presidente egiziano Sadat concluse la pace con lo stato nemico.
In Algeria la fine della colonizzazione francese è avvenuta in seguito a una lunga e sanguinosa lotta tra il movimento di liberazione nazionale e le forze più conservatrici che in Francia sostenevano gli interessi dei coloni. Solo l'intervento del generale De Gaulle evitò lo scatenarsi della guerra civile in Francia; dopo il ritiro delle truppe francesi, nel 1962 fu riconosciuta l'indipendenza dell'Algeria.
Drammatica è stata anche la liberazione del Congo belga, dell'Angola e del Mozambico, queste due ultime colonie portoghesi, che ottennero l'indipendenza nel 1975, grazie anche alla fine del regime dittatoriale in Portogallo.
Fonte: http://rossanaweb.altervista.org/blog/mater_studenti/storsunt.pdf
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Autore del testo: R.Cannavacciuolo
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