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La nascita del movimento operaio
Il movimento operaio si sviluppa storicamente a partire dal XIX secolo in Europa e negli Stati Uniti, prende piede a seguito della rivoluzione industriale e allo sviluppo del capitalismo e della nuova borghesia imprenditoriale, con la nascita di associazioni e organizzazioni di operai volte alla conquista di miglioramenti nelle condizioni di lavoro.
Questi movimenti prendono la forma di società di mutuo soccorso, leghe operaie e leghe contadine, fino alla nascita del Sindacato. Le prime a nascere sono le Trade Unions (1824) nel mondo anglosassone. Queste associazioni si pongono generalmente l'obiettivo di migliorare - attraverso le lotte sociali e le riforme - i salari ed in generale le condizioni di vita, attraverso, fra l'altro, la riduzione dell'orario lavorativo, la tutela del lavoro minorile e femminile.
È di quegli anni la nascita e lo sviluppo del socialismo scientifico (dottrina elaborata da Karl Marx e Friedrich Engels) che darà vita (insieme ad altre correnti come l'anarchismo di Michail Bakunin) alla Prima Internazionale o Associazione Internazionale dei Lavoratori (A.I.L.), da alcuni definita l'ispiratrice della Comune di Parigi il 18 marzo 1871. Il movimento operaio nei principali paesi europei e negli Stati Uniti dà la spinta alla costituzione di movimenti politici e partiti di ispirazione popolare e operaia di diversa matrice, dai riformisti di varia ispirazione (mazziniana, socialista, laburista, cattolica) a quelli rivoluzionari, di ispirazione socialista rivoluzionaria e comunista, agli anarchici.
Oggi l'espressione "movimento operaio" è usata principalmente dalle forze della sinistra per indicare l'insieme del movimento sindacale e dei partiti politici di sinistra, che fanno più o meno direttamente riferimento agli interessi della classe salariata.
L'Associazione internazionale dei lavoratori (A.I.L.), conosciuta anche come Prima Internazionale, era un organismo internazionale avente lo scopo di creare un legame internazionale tra i diversi gruppi politici di sinistra e organizzazioni di lavoratori, in particolare operai. Fu fondata nel 1864. Veniva considerato necessario un organismo che coordinasse la lotta a livello internazionale così come la repressione veniva coordinata dalle alleanze tra stati. L'Internazionale si pose soprattutto degli obiettivi pratici da conseguire per migliorare la condizione dei lavoratori: tra questi si ricorda la limitazione della giornata lavorativa ad otto ore. Questa prima esperienza fu caratterizzata dalla convivenza di più correnti ideologiche: in origine, l'organizzazione conteneva gruppi operai inglesi, anarchici, socialisti francesi e repubblicani italiani, ed era guidata da Karl Marx. Si accese quindi un intenso dibattito, nel quale spiccò subito la discussione tra marxisti ed anarchici (proudhoniani prima, Michail Bakunin e seguaci poi). Il confronto tra Marx ed i proudhoniani (Proudhon era morto pochi anni prima) portarono all'espulsione di quest'ultimi dall'organizzazione. In seguito, dispute tra Marx e Bakunin, l'esponente anarchico più rilevante nell'Internazionale, portarono ad una rottura tra gli anarchici ed i marxisti, per cui anche gli anarchici fedeli a Bakunin vennero espulsi dall'Internazionale. Durante la prima internazionale vi fu anche uno scontro fra il delegato italiano, inviato da Giuseppe Mazzini, ed i marxisti. I mazziniani infatti erano decisamente contrari alle teorie che si basavano sulla lotta di classe. Il conflitto con gli anarchici, il fallimento dell'esperienza della Comune di Parigi, la crisi economica del ’73 e un'inadeguatezza organizzativa, portò allo scioglimento della prima internazionale nel 1876.
La Seconda Internazionale era un'organizzazione fondata nel 1889 a Parigi dai partiti socialisti e laburisti europei. L'Internazionale Socialista si prefiggeva di essere la centrale di coordinamento fra i partiti nazionali collegati al movimento operaio; proponeva riforme nel campo economico e della legislazione sociale, oltre a propugnare una politica antimilitarista. Erede della Prima Internazionale, al contrario dell'organismo che la precedette, fu definitivamente dominata dal socialismo marxista. Non mancarono comunque i dibattiti, questa volta tra marxisti ortodossi e revisionisti. I primi rimanevano fedeli alle teorie marxiane (Karl Kautsky), arrivando però ad operare una distinzione tra il fine ultimo del movimento (la società senza classi) e gli obiettivi immediati della lotta (il cosiddetto programma minimo: suffragio universale, giornata lavorativa di 8 ore), tipici del riformismo; gli altri predicavano una revisione delle stesse teorie (Eduald Bernstein) sulla base degli avvenuti mutamenti nel sistema non presi in considerazione da Marx. Negli anni immediatamente precedenti alla Prima Guerra Mondiale infatti, l'Internazionale iniziò a dividersi fra leader e correnti che perseguivano la politica di opposizione alla guerra e chi invece era favorevole. Il dissidio principale era fra chi si opponeva alla guerra ritenendo che avrebbe portato solo lutti e sofferenze ai lavoratori, destinati a costituire il grosso degli eserciti, e chi riteneva che invece avrebbe accelerato la crisi del sistema capitalistico, avvalorando la teoria di Marx e spianando la strada alla rivoluzione. La confederazione entrò in crisi e si sciolse con il voto favorevole alla Grande Guerra dato dal partito socialdemocratico tedesco, che violava il comune rifiuto alla guerra imperialista e borghese accordato precedentemente.
Tra le azioni più famose della Seconda Internazionale c'è la proclamazione (nel 1889) del 1° maggio come giornata internazionale dei lavoratori.
Comintern è il termine con cui si indica la Terza Internazionale o Internazionale comunista (1919-1943), ovvero l'organizzazione internazionale dei partiti comunisti.
Fu fondata per iniziativa dei bolscevichi russi dopo il fallimento della Seconda Internazionale, causato dal voto dei socialdemocratici tedeschi e francesi ai crediti richiesti dai loro governi per affrontare la prima guerra mondiale. Il Comintern nasce a Mosca nel marzo 1919, con lo scopo di sostenere il governo sovietico, favorire la formazione di partiti comunisti in tutto il mondo e diffondere la rivoluzione a livello internazionale.
Con il secondo congresso del luglio-agosto 1920, a cui presero parte delegazioni provenienti da 37 nazioni, si tracciarono le basi e il programma del Comintern, che ruotava attorno al nocciolo della "rivoluzione mondiale".
Il Comintern fu fin dall'inizio egemonizzato dal Partito Comunista Russo, come dimostra il fatto che la direzione dell'Internazionale fu affidata a un comitato esecutivo permanente, con sede a Mosca. Fu quindi caratterizzato dal rifiuto del parlamentarismo e del riformismo socialdemocratico .
Dopo che in Europa erano nati i partiti comunisti, tramite scissione da quelli socialisti, nel 1926 iniziò la stalinizzazione del Comintern, grazie all'imposizione della teoria del "socialismo in un solo paese".
Per lanciare un segnale di moderazione agli alleati occidentali impegnati a fianco della URSS nella seconda guerra mondiale, il 15 maggio 1943 l'Esecutivo dell'Internazionale comunista propone lo scioglimento dell'Internazionale che diventerà effettivo il 10 giugno 1943.
Fonte: http://www.riassuntiliceo.altervista.org/quintof/sto16.doc
Sito web da visitare: http://www.riassuntiliceo.altervista.org
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