Napoleone genio militare

Napoleone genio militare

 

 

 

I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore

 

 

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

 

 

 

Napoleone genio militare

Napoleone genio militare
da G. Chandler, Le campagne di Napoleone, 1968
Napoleone era estremamente accurato in tutti i suoi piani; al caso veniva lasciato il meno possibile. Non appena si delineava la possibilità di una guerra contro un’ altra potenza europea, l’ imperatore mandava a chiamare i suoi bibliotecari e chiedeva loro di portargli un gran numero di libri - storici, descrittivi, geografici e toponomastici- ­che egli leggeva con tutta la passione e l’ attenzione, in modo da costruirsi mentalmente una chiara visione dei suoi futuri nemici. Non gli piaceva prepararsi a una campagna in modo rapido e incompleto. «Sono abituato a pensare a quello che farò con tre o quattro mesi di anticipo e baso i miei calcoli te­nendo conto di tutte le situazioni, anche le più  avverse.» Questa affermazione rivela tanto il metodo quanto il calcolo dei tempi nei progetti di Napoleone. Egli creava un ipotetico piano di azione che comprendesse le più complesse situazioni militari che la sua fertile mente poteva immaginare, tenuto conto di quanto sapeva sulla forza, le alleanze e i punti deboli del futuro avversario. Ma il piano prin­cipale che ne derivava non era rigidamente vincolante; era piuttosto la pietra di paragone con il quale si sarebbero potuti misurare tutti i probabili avvenimenti e possibilità e anticiparne le conseguen­ze. Napoleone prevedeva sempre un «piano alternato», cosa che aveva appreso dagli insegnamenti di Bourcet, il quale sosteneva la necessità di un piano a «molti sviluppi».
Infatti, dopo aver stabilito quale sarebbe stata la sua strategia principale, l’ imperatore prendeva in considerazione ogni alternativa possibile per essere certo che le sue di­sposizioni generali avrebbero potuto far fronte a qualsiasi inattesa circostanza. «Nien­te si ottiene in guerra se non per mezzo di precisi calcoli» egli scrisse. «Nel corso di una campagna qualsiasi cosa che non venga considerata a fondo in ogni dettaglio non dà risultato. Ogni impresa dovrebbe venire condotta secondo un dato sistema; il caso da solo non è mai apportatore di successo.»

  1. Preparazione delle campagne militari da parte di N: descrivila

Tuttavia Napoleone non sottovalutò mai la parte affidata al caso nelle guerre. Inve­ce di considerarla come un’ imponderabile, chiedeva che fosse affrontata e quasi in­quadrata in un sistema. Sosteneva che gli effetti deleteri del caso possono venire mini­mizzati tramite un’  attenta previsione. Ciascun piano di Napoleone, sia per la marcia di un giorno che per un’  intera campagna, comprendeva un margine di tempo in più  per far fronte o sfruttare l’ imprevedibile.

  1. Il caso: come affrontarlo?

In guerra, un modo per ridurre gli elementi affidati al caso è quello di assicurare la protezione del segreto militare. Questo implica il nascondere al nemico la propria forza e le proprie intenzioni e Napoleone era un maestro in tale arte. Molto prima che venisse intrapresa una campagna, la cortina della sicurezza militare veniva soli­tamente abbassata. La stampa che nel diciottesimo secolo era spesso fonte di infor­mazione circa le imminenti manovre militari, veniva incessantemente controllata e "orchestrata" in modo da dare le informazioni che Napoleone desiderava che il ne­mico venisse a sapere. Qualche settimana prima di un importante spostamento, le frontiere francesi venivano chiuse agli stranieri e la polizia segreta di Fouché rad­doppiava la sua attività nel sorvegliare gli elementi sospetti. Allo stesso tempo veni­vano approntati e portati a termine elaborati piani fittizi e offensive secondarie, on­de mettere il nemico in uno stato di incertezza. Tutte queste caratte­ristiche comuni alla sicurezza militare nel ventesimo secolo vennero adottate da Na­poleone agli inizi del diciannovesimo.

  1. Preparazione ‘ psicologica’  della campagna prima del suo inizio

Poi, quando il vero spostamento di forze iniziava, allora veniva usato un grande nu­mero di abili stratagemmi per ingannare il nemico. Alla testa delle colonne che si muo­vevano rapidamente, la cavalleria leggera, ussari, lancieri, cacciatori, formavano uno schermo fitto e mobile attraverso il quale le pattuglie di ricognizione nemiche non po­tevano penetrare. Queste cortine mobili dissimulavano la linea di operazione (o di mar­cia) di Napoleone e allo stesso tempo proteggevano le sue linee di comunicazione che si snodavano all’ indietro fino alla base di operazioni dove all’ ini­zio venivano dislocati i depositi, gli ospedali e i parchi dei carriaggi. Inoltre, per mag­gior sicurezza, Napoleone aveva l’ abitudine di cambiare continuamente la composi­zione delle sue formazioni, aggiungendo qua una divisione, togliendo una brigata da un’  altra parte, creando occasionalmente un corpo d’ armata provvisorio per una missione speciale a metà di una campagna.

  1. Ulteriori accorgimenti per confondere il nemico a campagna iniziata

Comunque, durante tutto questo tempo, la cavalleria di perlustrazione di Napoleone esplorava scientificamen­te ogni villaggio, vuotando ogni buca postale alla ricerca di informazioni sul nemico, a volte catturando qualche prigioniero o trovando un manipolo di disertori o ascol­tando e poi riportando i pettegolezzi locali. Da questo insieme di informazioni Na­poleone e il suo stato maggiore erano in grado di individuare i luoghi nei quali il nemico non si trovava e di farsi un’ idea di dove egli potesse essere. Come disse il duca di Wellington: «Tutta l’  arte bellica consiste nel riuscire a scoprire cosa c’ è dall’  altra parte della collina o, in altre parole, nell’ accertare quello che sap­piamo e quello che non sappiamo».
Man mano che la distanza tra i due eserciti nemici diminuiva, diveniva più difficile mantenere il segreto e ambedue le parti ricevevano una valanga di informazioni, alcu­ne false, ma la maggior parte di un certo valore. Poi, quando il "velo era stracciato", Napoleone contava sulla rapidità di movimento per completare il suo av­vicinamento all’  ignaro nemico.

  1. Uso del fattore ‘ sorpresa’

Diver­samente dai suoi predecessori del diciottesimo secolo, che distinguevano in modo net­to il compiere manovre dal dar battaglia, adottando diverse formazioni per ciascun ca­so, Napoleone fuse la marcia, il combattimento e l’ inseguimento in un’  unica azione continua. Uno degli elementi fondamentali del suo successo fu il siste­ma dei corpi d’  armata. Egli era consapevole del fatto che ciascun corpo d’  armata di­sciplinato era in grado di impegnare o tenere a bada per molte ore una formazione mol­to più numerosa della sua, e durante tale periodo le formazioni vicine potevano cor­rere in suo aiuto o aggirare il nemico. Questo fattore essenziale faceva si che l’ esercito potesse muoversi in gruppi divisi, con vantaggio per i rifornimenti e per la velocità di movimento, ingannando cosi il nemico. Tuttavia, nonostante l’  apparenza, questa di­spersione era attentamente controllata, dato che l’  intero esercito era "riunito" lungo un’ unica linea di operazione in un dato numero di formazioni accuratamente divise, la più  famosa delle quali era il batallion carré che poteva essere in grado di eseguire un rapido "concentramento" nello spazio di uno o due giorni, non appena la situazione di combattimento desiderata fosse stata raggiunta.

  1. Novità strategiche introdotte da Napoleone rispetto alle tecniche del Settecento

Basandosi sui principi dell’  azione offensiva, della velocità, sicurezza, riunione e con­centramento, Napoleone riuscì molto spesso a sorprendere i suoi avversari e un nemi­co sorpreso equivaleva spesso a un nemico demoralizzato. Egli fu sempre consapevo­le della vitale importanza del morale in guerra e un’  altra delle sue massime più note di­ce che in guerra il morale sta al fisico in rapporto di tre a uno. Ancora una volta a Sant’  Elena egli ribadì la sua convinzione che “la forza morale più  dell’  entità numerica decide la vittoria». Napoleone aveva perciò molta cura per gli aspetti psicologici delle vicende militari e, se necessario, li creava artificialmente. Ancora una volta egli fu fortunato a vivere in quell’  epoca e nella sua nazione di adozione, perché il profondo entusiasmo e l’  apertura mentale di cui erano dotati gli eserciti rivoluzionari fornivano una solida base e forgiavano nuove tradizioni che potevano ispirare gli eserciti dei coscritti della Francia.

  1. Ulteriori considerazioni sugli aspetti psicologici
  2. Perché N. viene definito ‘ fortunato’ ?    ­

Per ottenere l’  assoluta obbedienza delle sue truppe, Napoleone cercò di guadagnarsi il loro attaccamento. Desiderava suscitare in soldati ed ufficiali due qualità principali: «Se il coraggio è la prima caratteristica del soldato, la perseveranza è la seconda». Il coraggio era neces­sario su campo battaglia, nei momenti di emergenza; la perseveranza e la sopportazione in tutte le altre occasioni. Napoleone era consapevole del fatto che «il coraggio non si compra» e mirava deliberatamente a creare l’  illusione della gloria, facendo leva sulla vanità dei suoi uomini. Una volta dichiarò: :«Un uomo non  si fa uccid ere per pochi danari ma piuttosto per una bella medaglia; dovete parlare al cuore per elettrizzare la truppa
Un sistema di ricompense militari accuratamente ordina­to per gradi e che andava dalla ambita Croce della Legion d’  onore a cariche onorifi­che, concessioni pecuniarie e nomine nella Guardia imperiale per le truppe, fino a ri­compense di ducati, principati e perfino troni ai migliori comandanti, era un aspetto essenziale della sua politica. Un secondo era di premiare il talento e la provata abilità acceleran­do le promozioni militari, un terzo sistema era quello di creare un’  atmosfera di came­ratismo generale con i soldati semplici.                                                                                          

  1. In che modo N. cercava di motivare le sue truppe?

Napoleone conosceva i suoi uomini e le cose che facevano presa su di essi, le loro virtù  e difetti, le loro speranze e timori. A loro favore andava l’  intelligenza, il coraggio ed il senso dell’  umorismo; al passivo vi erano la tendenza alla disobbedienza, lo scoraggiamento nella sconfitta e l’  ostilità verso una disciplina troppo rigida. Napoleone sostituì ove possibile alle punizioni corporali quelle ‘ morali’ , ovvero la riprovazione dei commilitoni, ed in genere fu tanto esigente dal punto di vista dell’  impegno militare quanto tollerante verso i numerosi episodi di indisciplina. Anche in questo si rifaceva alle sue origini popolari ed allo stile egualitario ed antiautoritario della Rivoluzione. Egli sapeva di chiedere moltissimo ai suoi uomini, ma stava sempre attento a non esagerare. In genere considerò attentamente quanto fosse necessario bilanciare le lodi con i rimproveri. Era solito aggirarsi tra i bivacchi della truppa servendosi della sua enciclo­pedica memoria visiva per scovare qua e là un veterano. «Tu eri con me in Egitto. Quante campagne? Quante ferite?» Gli uomini lo amavano per il suo apparente interessamento al loro benessere. Il massimo premio che un soldato semplice potesse aspettarsi era che l’  imperatore in persona prendesse tra pollice e indice il lobo di un orecchio e gli desse una buona tirata. Anche una vigorosa pedata nel sedere era accolta come segno della massima amichevolezza, come pure una buona manata sulla schiena: Napoleone era a suo agio tra i soldati semplici e sapeva come farsi amare dalla sua rude truppa, ed era spesso disposto a sorvolare su gravi episodi di indisciplina, purché i suoi piani fossero eseguiti.
Da tutte queste considerazioni e testimonianze emerge un dato certo: Napoleone, amato o odiato che sia, deve il suo straordinario successo ad una originale mescolanza di elementi: la accurata preparazione strategica, la esatta valutazione delle forze in campo, il coraggio e la rapidità nelle decisioni, la profonda conoscenza del proprio esercito e dei suoi bisogni più profondi. Alcune di queste caratteristiche sono spesso presenti nei generali più capaci, ma la presenza di tutte e quattro è riservata al ristrettissimo numero di quei pochi, grandi condottieri che hanno fatto la storia militare.

  1. N. tra i soldati
  2. Conclusioni: perché Napoleone è uno dei ‘ pochi, grandi condottieri che hanno fatto la storia militare’ ?

 

 

Fonte: http://www.evan60.net/uploads/6/3/2/5/6325749/napoleone_genio_militare.doc

Sito web da visitare: http://www.evan60.net/

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.

 

Napoleone genio militare

 

 

I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

Napoleone genio militare

 

"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco

www.riassuntini.com dove ritrovare l'informazione quando questa serve

 

Argomenti

Termini d' uso, cookies e privacy

Contatti

Cerca nel sito

 

 

Napoleone genio militare