Prima guerra mondiale le cause

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Prima guerra mondiale le cause

LA PRIMA GUERRA MONDIALE - Cause - La causa occasionale della prima guerra mondiale fu l'eccidio di Sarajevo (28 giugno 1914), in cui trovarono la morte l'arciduca ereditario d'Austria Francesco Ferdinando e la moglie, per opera di uno studente irredentista serbo, Gavrilo Princip.
Ma le vere cause della guerra sono più remote e com­plesse:

  1. il contrasto austro-russo per l'egemonia nei Balcani (vittoria dell'Austria nel Congresso di Berlino del 1878; annessione, da parte dell'Austria, della Bosnia e dell'Erze­govina nel 1908; costituzione di un grande stato serbo per opera della Russia durante le due guerre balcaniche, ecc.).
  2. il contrasto franco-tedesco (vittoria prussiana del 1870 ed acceso sentimento di revanche da parte francese; interventi tedeschi nella questione marocchina, ecc.).
  3. il contrasto anglo-tedesco (crescente potenza poli­tica ed economica della Germania nel mondo).
  4. gli irredentismi, come nel caso dell'Italia che aspirava a Trento e Trieste; e della Serbia che aspirava alla Bosnia e all'Erzegovina.

L'ultimatum austriaco alla Serbia. - In seguito al­l'eccidio di Sarajevo l'Austria, ritenendo la Serbia respon­sabile dell'accaduto, inviò al governo serbo un ultimatum con condizioni particolarmente umilianti.
La Serbia accettò tutte le condizioni, tranne quella che « funzionari austriaci partecipassero alla inchiesta giudiziaria contro gli attentatori », per cui l'Austria ritenendo insuffi­ciente tale risposta, dichiarò guerra alla Serbia (28 luglio 1914).
Dal 25 al 30 luglio furono fatti tentativi per impedire che la guerra divenisse generale; ma la Russia, per sostenere 1a Serbia, ordinò la mobilitazione  generale, venendo in tal modo a mtnàcciàré 1'Austria e la Germania.
Di fronte a questo .pericolo la Germania dichiarò guerra alla Russia (31 luglio); la Francia, alleata della Russia, entrò anch'essa in guerra (2 agosto); e pochi giorni dopo anche l’Inghilterra, che si vedeva minacciare il suo predo­minio nel mare del Nord, intervenne nel conflitto (4 agosto).
L'Italia, nonostante facesse parte della Triplice Alleanza, proclamò la propria neutralità, per le seguenti ragioni:

  1. il trattato di alleanza aveva carattere difensivo e non sfensivo (art. III), mentre in questa occasione era stata iAustria stessa a provocare la guerra.
  2. il medesimo trattato dichiarava che, se l'Austria o l’Italia fossero state costrette a mutare lo «statu quo » in Oriente, avrebbero dovuto prendere precedenti accordi sul principio del reciproco compenso (art. VII), mentre in que­sta occasione l'Austria aveva dichiarato la guerra all'insa­puta dell'Italia.

PRIMO ANNO DI GUERRA (1914), di esito incer­to per entrambe le forze belligeranti.

Fronte occidentale. - La guerra cominciò con notevoli successi per la Germania, la quale contava di piegare in pochi giorni la Francia,prima che entrasse in campo 1'Inghilterra; e poi, piegata la Francia, di volgersi con tutte le forze contro la Russia, la quale, per la difficoltà di compiere una rapida mobilitazione, sarebbe stata pronta dopo qualche mese.
1. Per mettere in atto questo piano il comando militare tedescoritenne necessario invadereil Belgio,perchè da Bru­xelles a Parigi la via era facile e piana; e poichè il Belgio era uno Stato neutrale, garantito da trattati internazionali, la Germania violò brutalmente la sua neutralità (fu in quel­l’occasione il cancelliere tedesco Bethmann Hollweg , affermò che i trattati sono pezzi di carta), e, nonostante l'eroica resistenza dell'esercito e del popolo belga, le truppe tedesche occuparono in pochi giorni le principali città (Liegi, Namur, ecc.) e la stessa capitale.
L'esercito tedesco si scontrò quindi con l'esercito franco­belga-inglese nella grande battaglia di Charleroi (21-23 ago­sto), che si concluse con la disfatta degli alleati, mentre i tedeschi giungevano con alcune pattuglie fino a Compiègrze, a 70 chilometri da Parigi.
Il generale in capo dei Francesi, Jof fre, non esitò allora ad attaccare col massimo impeto: av-vistosi che 1'esercito tedesco, nella sina rapida marcia, aveva lasciato scoperto il fianco destro, diede al nemico battaglia sulla Marna (5-12 settembre); mentre il generale Gallieni, difensore di Parigi, attaccò il fianco destro tedesco, minacciandone l'aggira­mento.
Il generale tedesco von Klúck dovette abbandonare la zona della Marna e trincerarsi dietro la linea dell'Aisne.
Da questo momento, sul fronte occidentale, la guerra di movimento si trasforrna in una lunga e snervante guerra di trincea o di posizione.
2. Fallito il tentativo di occupare fulmineamente Parigi, lo Stato Maggiore tedesco si propose di giungere a Calais, per tagliare le comunicazioni tra l'Inghilterra e la Francia; ed affrontò gli alleati nella sanguinosissima battaglia delle Fiandre (17 ottobre-12 novembre), che ebbe esito incerto.
I Tedeschi riuscirono ad espugnare Anversa (9 ottobre) e ad estendere la loro occupazione sul litorale belga; ma i Belgi, insieme a reparti anglo-francesi, si difesero valida­mente in mezzo alla fitta rete di canali che va da Ypres a Nicuport e non permisero al nemico di raggiungere il suo obiettivo.
Anche in questa zona la guerra di movimento si trasformò in guerra di trincea o di posizione.
Fronte orientale. - Anche sul fronte orientale gli av­venimenti bellici non si svolsero come la Germania avrebbe desiderato.
Gli eserciti russi, sotto il comando del granduca Nicola, erano penetrati, prima ancora che il paese avesse terminato la sua mobilitazione, nella Prussia orientale (agosto) e nella Galizia austriaca (agosto-settembre), occupando Leopoli e avanzando verso i Carpazi.
La Germania fu costretta allora a richiamare un vecchio generale in congedo, il maresciallo Hindenburg, il quale ri­portò le schiaccianti vittorie di Tannerzberg (23-30 agosto) e dei Laghi Masuri (7-13 settembre), che costrinsero i Russi a sgombrare gran parte della Prussia orientale.
Non riuscì invece la controffensiva austro-tedesca in Ga­lizia, dove i Russi, sconfitto nuovamente il nemico a Leopoli (8-13 settembre), occuparono la Bucovina e raggiunsero la li­nea dei Carpazi, minacciando d'invadere la stessa Ungheria.
Nello stesso scorcio di tempo anche la Turchia entrava in guerra a fianco degli Imperi centrali; e il Giappone, alleato dell'Inghilterra, iniziava le ostilità contro i possessi tedeschi dell'Estremo Oriente.

SECONDO ANNO DI GUERRA (1915), favorevole agli Imperi centrali.

Fronte occidentale. - II fronte occidentale rimase quasi sempre, come allora si disse, immobilizzato, sia perchè i Tedeschi, impegnati nella guerra orientale, preferirono mantenersi sulla difensiva; sia perchè i Francesi e gli In­glesi, consapevoli delle proprie deficienze di uomini e di materiali, attesero a completare la propria preparazione.
Fronte orientale. - Sul fronte orientale si devono registrare tre gravi sconfitte dell'Intesa:
a ) la disfatta     della Russia, sia   nella Prussia orientale (febbraio), dove il maresciallo Hindenburg riprese l'avan­zata sui laghi Masuri; sia in Gaiizia (maggio), dove il mare­sciallo Mackensen riuscì, con la battaglia di Gorlice, a sfon­dare il fronte russo e a liberare la regione; sia infine in Polonia (maggio-settembre), dove gli eserciti tedeschi co­strinsero i Russi a una generale ritirata fino al golfo di Riga.
La sconfitta russa, dovuta ad incapacità bellica, a man­canza di armi, e a corruzione di funzionari, fu veramente immane e costituì un'evidente conferma della grave crisi po­litica dell'Impero zarista.
b) la disfatta della Serbia (ottobre-dicembre 1915), at­taccata contemporaneamente dalle truppe austro-tedesche del maresciallo Mackensen e dalle truppe della Bulgaria, che dai primi di ottobre era entrata in guerra a fianco degli Imperi centrali.
I miseri resti dell'esercito serbo furono salvati dalle navi italiane e trasportati a Corfù e poi a Salonicco, dove gli alleati avevano costruito una nuova base di operazioni.
c) la disfatta dei Dardanelli (febbraio1915-gennaio1916), dove l'Inghilterra e la Francia avevano occupato la penisola di Gallipoli, con l'intento di giungere a Costar.tinopolí e stabilire delle comunicazioni dirette con la Russia.
L'impresa, nonostante gli immensi sacrifici di uomini e di navi, si risolse in un totale fallimento, tanto che il comando alleato si indusse a sgombrare per sempre la penisola.
Intervento dell'Italia (24 maggio 1915). - Unico suc­cesso per l'Intesa, in questo secondo anno di guerra, fu l'in­tervento dell'Italia.
Allo scoppio della guerra l'opinione pubblica italiana si divise in due partiti: quello dei neutralisti, con a capo l'ex­presidente del Consiglio Giolitti, che pensavano si dovesse mantenere la neutralità in compenso di concessioni austria­che nel Trentino e nella Venezia Giulia (il famoso parec­chio); e gli interventisti, tra cui spiccavano Benito Musso­lini, Filippo Corridoni, Leonida Bissolati, Cesare Battisti, che reclamavano l'intervento (1).
Il governo, presieàutu da Antonio Salandra, aveva - come si è accennato - proclamato la nostra neutra­lità; ma poi, per il pericolo di una vittoria tedesca che avrebbe imposto all'Europa una vera soggezione alla Germa­nia, e più per il desiderio di liberare dall'Austria le terre irredente (Trentino, Venezia Giulia, ecc.), si era andato orientando verso l'intervento, e, ad opera del ministro degli esteri Sonrzino, aveva concluso coi,. l'Intesa il cosiddetto Patto di Londra (26 aprile 1915), con cui l'Intesa ricono­sceva i nostri diritti e l'Italia si impegnava a dichiarare la guerra all'Austria.
I1 Parlamento, in cui predominavano i neutralisti, tentò allora di opporsi al governo, provocando le dimissioni del ministero Salandra; ma gli interventisti organizzarono di­mostrazioni in tutto il paese; e il Ile, richiamato il Salandra, dichiarò il 24 maggio la guerra all'Austria.
L'intervento dell'Italia avvenne ira uno dei momenti più difficili per l'Intesa, cioè all'epoca delia grave disfatta russa; e contribuì potentemente a salvare gli alleati dalla rovina imminente.
L'esercito italiano, comandato dal maresciallo Luigi Ca­dorna, diede inizio alle prime operazioni, che portarono to­sto all'occupazione del Trentino meridionale, della Val Su­gana, e della riva destra dell'Isorzo; ma la natura difficile del nostro fronte e le formidabili fortificazioni costruite dal­l'Austria nei mesi della neutralità (particolarmente sul Car­so), trasformarono presto anche qui la guerra di movimento in guerra di posizione.
Importanti tuttavia risultarono, in questo periodo, la con­quista di Plava (testa di ponte sull'Isonzo), la conquista del Monte Nero, i sanguinosissimi attacchi sul Carso, e la con­quista del Col di Lana.

TERZO ANNO DI GUERRA (1916), favorevole al­l'Intesa.

Fronte occidentale. - II fatto più importante del terzo anno di guerra sul fronte occidentale è la gigantesca bat­taglia di Verdun (febbraio-aprile), che si risolse in uno dei più spaventasi massacri di ogni tempo.
La Germania, dopo la grave disfatta inflitta alla Russia sul fronte orientale, riprese il primitivo disegno di invadere la Francia e scelse come punto di attacco la fortezza di Verdun.
Il comando supremo dell'impresa fu affidato al principe ereditaria tedesco, il Kronprinz, il quale, ammassate enormi quantità di uomini e di materiali, condusse per oltre due mesi una serie di ininterrotti assalti contro i forti di Verdun.
Caddero nella mischia quasi mezzo milione di Tedeschi e circa altrettanti Francesi, ma la resistenza eroica di questi ultimi fece fallire ancora una volta il piano tedesco.
Intanto, alla scopo di alleggerire il fronte di Verdun e, possibilmente, sfondare il fronte tedesco, l'esercito anglo­francese iniziò più al nord la grandiosa battaglia della Som­me (luglio-dicembre), che si protrasse poi, con esito incerto, per tutto l'anno successivo.
Fronte orientale. - Sul fronte orientale, la Russia, riparate parzialmente le gravi perdite subite l'anno prece­dente, mosse ad una improvvisa e fulminea riscossa.
I Russi, sotto il comando del generale Brussiloff, appro­fittando che gli Austriaci avevano tolto dal fronte russo gran parte delle artiglierie per trasportarle nel Trentino, attacca­rono a fondo l'esercito austriaco (giugno-luglio), riconqui­stando la Galizia e la Bucovina e catturando oltre 300.000 prigionieri.
La favorevole situazione militare dell'Intesa indusse allora la Romania a scendere in campo accanto agli alleati, per rivendicare il possesso della Transilvania (agosto), ma le forze armate tedesche, affiancate dalle truppe austriache e bulgare, sconfissero -completamente l'esercito romeno, e pro­cedettero all'occupazione- di gran parte della Romania, com­presa Bucarest (ottobre-dicembre).
Fronte Italiano. - Sul fronte italiano gli avvenimenti si svolsero favorevoli al nostro esercito.
Nel Trentino, fra l'Adige e i1 Brenta, ebbe luogo la fa­mosa spedizione punitiva (Strale Expedition), che l'Austria aveva organizzato per punire il cosiddetto tradimento italia­no; ma, per quanto in un primo tempo il centro della linea, di fronte alle forze imponenti dell'avversario, cedesse, ab­bandonando la Val Sugana e parte dell'altipiano di Asiago, le ali, appoggiate ai cardini del Cori Zugna e del Pasubio, resistettero valorosamente, in modo che, al sopraggiungere di rinforzi dall'Isonzo, il nostro esercito potè passare ad una vigorosa controffensiva.
Sull'Isonzo fu sferrata una grande offensiva, che provocò la conquista di importanti posizioni (Monte Sabotino, San Michele, Pogdora, ecc.) e si concluse trionfalmente con la presa d i Gorizia (9 agosto).
Frattanto, sia per il pericolo corso dal paese durante l'of­fensiva austriaca nel Trentino, sia per dare alla guerra un tono più energico, il ministero Salandra fu sostituito da un grande ministero di unione nazionale, presieduto dal vene­rando patriota Paolo Boselli, in cui entrarono rappresentanti di tutti i partiti favorevoli alla guerra (9 giugno).
Il 28 agosto 1916 il Ministero nazionale dichiarò la guerra alla Germania,

QUARTO ANNO DI GUERRA (1917), favorevole agli Imperi centrali.

Fronte occidentale. - Sul fronte occidentale proseguì ancora per parecchi mesi la grandiosa battaglia della Somme, ma, per le difficoltà sempre crescenti e per le perdite enor­mi, essa finì poi con l'esaurirsi senza alcun risultato decisivo.
Un effettivo grande successo per l'intesa fu in questo anno l'intervento degli Stati Uniti, che pe-, ragioni politiche (indiscrimínati attacchi dei sottomarini tedeschi) ed econo­miche (timore di perdere i forti prestíti fatti ai paesi del­l'Intesa nel caso di una vittoria tedesca), dichiararono guerra agli Imperi centrali (b aprile).
Dopo pochi mesi, i primi contingenti di truppe americane combattevano già sul fronte francese.
Fronte orientale. - Tuttavia il vantaggio dell'interven­to americana fu quasi neutralizzato dallo scoppio della ri­voluzione russa (marzo 1917), che determinò il com­pleto sfacelo dell'esercito zarista.
L'attiva propaganda della Germania, che fin dal dicembre 1916 aveva scatenata per l'Europa la cosiddetta offensiva pacifista (« nè vincitori, nè vinti »); la dísorganizzazione del governa e la corruzione nell'ambito dei pubblici funzionari; lo sforzo ímmane s apportato dall'esercito, e il grave disagio economico delle popolazioni provocarono i primi tumulti a Pietrogrado (7 marzo).
Il governa cercò di reprimere can la forza l'insurrezione, ma la truppa fece causa comune col popolo; i ministri ven­nero arrestati, e lo zar Nicola II costretto ad abdicare (15 marzo).
La rivoluzione attraversò tre periodi:
a) nel primo periodo il governo passò nelle mani dei costituzionali der.ZOerattci (i cosiddetti cadetti), che cerca­rono di organizzare un governo costituzionale (marzo).
b ) nei secondo periodo il governo passò nelle mani dei socialisti riformisti (i cosiddetti rzenscevichi), con a capo Kerenski, il quale si propose di dare inizio a una vasta riforma agraria (luglio).
c) nel terzo periodo il governo passò nelle mani dei so­cialisti rivoluzionari o comunisti ( i cosiddetti bolscevichi), con a capo Lenin, il quale, entrato in Russia dalla Germa­nia, proclamò la fine della guerra e la socializzazione della proprietà (novembre).
L'anno seguente la Russia firmò infatti la Pace di Brest­Litovsk (3 marzo 1918), abbandonando alla Germania la Polonia, le provincie baltiche, la Finlandia e l'Ucraina.
Fronte italiano. - La rivoluzione russa ebbe la sua immediata ripercussione in Italia, dove la propaganda paci­fista, il disagio economico, e le ingenti forze nemiche tratte dal fronte russo provocarono la grave disfatta di Caporetto (24 ottobre).
Gli Austro-Tedeschi, apertisi il varco verso la pianura veneta, travolsero la Seconda Armata, minacciando di pren­dere alle spalle il nostro esercito del Cadore e dell'Isonzo; ma le altre armate riuscirono ad arretrare in buon ordine fino alla linea del Piave e del Monte Grappa.
La difesa del Piave e del MIonte Grappa, affidata in gran parte a giovani reclute della classe del 1899, costituì una mirabile prova di forza morale, e, per quanto i nemici ten­tassero ripetutamente tra il novembre e il gennaio di attra­versare il .fiume o di forzare il sistema montuoso del Grappa, i loro sforzi riuscirono vani.
Frattanto, in seguito al pericolo corso dal paese durante la disfatta di Caporetto, il ministero Boselli fu sostituito da un ministero Orlando, che si appellò all'« unione sacra» (di tutti i partiti; e il maresciallo Cadorna fu sostituito dal maresciallo Armando Diaz.

QUINTO ANNO DI GUERRA (1918), favorevole al­l'Intesa.
Il quinto anno di guerra si aperse con il famoso messag­gio di Wilsor. (8 gennaio), presidente degli Stati Uniti, nel quale erano fissati quattordici punti, che avrebbero dovuto servire di base per le trattative di pace (autodecisione dei popoli, Società delle Nazioni, ecc.),
Il messaggio non ottenne alcun risultato concreto, ma valse a suscitare le più vive speranze dei popoli in guerra, anelanti alla pace.

Fronte occidentale. - Sul fronte occidentale la Ger­mania volle, prima che arrivassero le truppe americane, sfer­rare una gigantesca offensiva, che, per la presenza dell'im­peratore, prese il nome di Battaglia del Kaiser (marzo-giu­gno 1918).
L'esercito tedesco riuscì a sfondare il fronte inglese della Somme e il fronte francese dello Chemin des Dames, facen­do retrocedere il fronte alleato fino alla Marna, cioè press'a poco sulle posizioni del 1914; ma l'abilità del nuovo mare­sciallo Foch, e il continuo afflusso dei rinforzi riuscirono ancora una volta ad arrestare il nemico.
Poco dopo i Francesi, sostenuti dagli alleati, iniziarono una vigorosa controffensiva, che prese il nome di seconda battaglia della Marna (luglio-novembre) e che si risolse per i Tedeschi in una lenta, ma continua ritirata fino alla fine della guerra.
Fronte orientale. - Sul fronte orientale, nonostante la defezione della Russia, le cose volsero in favore del­l'Intesa.
In Macedonia l'esercito alleato, sotto il comando del ge­nerale francese Franchet d'Esperey, iniziò un'offensiva gene­rale contro l'esercito austro-bulgaro, costringendo la Bulgaria a chiedere l'armistizio (30 settembre).
In Mesopotamia e in Palestina l'esercito inglese, appog­giato dalla rivolta degli Arabi, riuscì quasi contemporanea­mente a travolgere la resistenza turca, costringendo anche la Turchia a chiedere l'armistizio (30 ottobre).
Fronte italiano. - Ma il colpo decisivo fu dato agli Imperi centrali sul fronte italiano.
1. Nel giugno l'Austria volle sferrare la violentissima bat­taglia del Piave (15-23 giugno); ma, per quanto in un primo momento alcuni reparti austriaci n'uscissero a passare il Piave puntando su Treviso, la nostra controffensiva fu così impetuosa che il nemico fu costretto a ripassare in disordine il fiume, dopo aver subìto gravi perdite di uomini e di ar­mamenti.
II 24 ottobre il generale Diaz iniziò la grandiosa batta­glia di Vittorio Veneto (2-1 ottobre-3 novembre), allo scopo di separare l'esercito austriaco del Trentino da quello del Piave, e tagliare in tal modo a quello del Trentino l'unica via di rifornimento, che passava da Vittorio Veneto.
Le nostre forze, effettuato il passaggio del Piave, risali­rono il fiume e presero alle spalle l'esercito austriaco, e lo costrinsero a cedere.
Era la vittoria. I1 giorno 29, le nostre truppe, lanciate verso Vittorio Veneto, occuparono la cittadina; il 31 il ne­mico era in piena ritirata su tutto il fronte; il 3 novembre il tricolore era issato quasi contemporaneamente a Trento (sul Castello del Buon Consiglio) e a Trieste (sulla torre di S. Giusto).
Il 4 novembre l'Austria firmò con l'Italia l'armistizio di Villa Giusti; presso Padova, mentre l'imperatore Carlo I (succeduto nel 1916 al vecchio Francecso Giuseppe), abdi­cava, e, tanto in Austria che in Ungheria, veniva proclamata la repubblica.
L'll novembre anche la Germania, ormai irrimediabil­mente sconfitta, firmò con le potenze. dell'Intesa l'armistizio di Réthondes, mentre l'imperatore Guglielmo II abdicava, e nel paese veniva proclamata la repubblica.
2. Accanto alle nostre vittorie del Piave e di Vittorio Veneto meritano di essere ricordati anche i successi della marina, che, sotto il comando dell'ammiraglio Thaon di Revel, compì imprese di grande audacia.
Già nel dicembre 1917 Luigi Rizzo e Andrea Ferrarini, entrati con due mas (motoscafi anti-sommergibili) nel porto di Trieste, avevano affondato la corazzata Wien e danneg­giata gravemente la Budapest.
Nel febbraio 1918 Costanzo Ciano, Gabriele D'Annunzio e i già ricordati Rizze e Ferrarini, entrati con tre mas nella baia di Buccari presso Fiume, riuscirono ad affondare un piroscafo (beffa di Buccari).
Nel giugno 1918 Luigi Rizzo, trovatosi con due mas, presso l'isola di Premuda, di fronte alla flotta austriaca, affondò la corazzata S. Stefano e ne danneggiò gravemente altre due.
Infine il 1° novembre dello stesso anno, Raffaele Paolucci e Raffaele Rossetti, entrati nel porto di Pola, fecero saltare con una mina la corazzata austriaca Viribus Unitis.

 

Fonte: http://www.calamandrei2013.altervista.org/prima_gm.doc

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Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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