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LA PRIMA GUERRA MONDIALE
La crisi del sistema internazionale
Con i primi anni del secolo il sistema delle relazioni internazionali , dopo un trentennio di pace , entrò in una crisi sempre più accelerata .
Esisteva solo una alleanza definita formalmente , la Triplice Alleanza tra Italia , Austria e Germania La Gran Bretagna restava isolata , essendo divisa dai tedeschi dal timore della loro aggressività militare , e da Francia e Russia per le rivalità coloniali in Africa e Asia .
I primi segnali vennero dopo l’ incidente di Fashoda tra Inghilterra e Francia ; dal nuovo ministro degli esteri francese Delcassè fu inaugurata , allora , una politica filobritannica che mirava all’ isolamento tedesco, e quindi al rovesciamento della politica bismarckiana .
Nel 1904 ci fu così un accordo , l’ Entente cordiale , raggiunto tra le due nazioni , col quale veniva riconosciuta la legittimità francese sul Marocco ; anche l’ Italia aveva trovato un accordo con la Francia , accordo stipulato nel 1902 , accordo che la sottraeva del legame con la Germania .
L’ evidente carattere anti-tedesco non sfuggì a Guglielmo II , il quale nel 1905 proclamò l’ indipendenza del Marocco . L’ anno seguente , 1906 , ad Algerisas vi fu una conferenza che diede ragione ai Francesi , appoggiati nell’ occasione , in primis dall’ Italia , quindi da Russia e Spagna . Nel 1907 Russia ed Inghilterra trovarono un accordo sulla Persia .
Si faceva sempre più concreta la possibilità , quindi , di un conflitto militare ; ad aumentare le possibilità che ciò accadesse contribuì il mutamento politico nell’ Impero Ottomano nel 1908 ad opera dei Giovani Turchi guidati da Kemal , il quale destituì il sultano Abdulhamid II .
Egli propose una politica interna fondata su un regime costituzionale guidato da un Parlamento , mentre esternamente si proponeva di arrestare il processo di decadenza dell’ Impero ottomano .
Questo progetto minacciava seriamente i progetti espansionistici dell’ Austria , che già da tempo mirava ai Balcani , così annesse a sè la Bosnia-Erzegovina e proclamò , nel 1908 , l’ indipendenza della Bulgaria .
L’ annessione era stata possibile solo grazie all’ appoggio tedesco , che però suscitò grande attrito fra la Germania e la Russia , che ancora una volta si faceva paladina delle popolazioni slave nei territori Balcani .
Tra l’ altro i Serbi , guidati da Pietro I , erano orientati ad una forte politica anti-austriaca .
Nel 1911 l’ occupazione militare francese del Marocco indusse Guglielmo II ad inviare la cannoneria Panther ; giunsero , però , in soccorso dei Francesi , gli Inglesi , che , forti della loro potenza militare , convinsero il sovrano tedesco a rinunciare , 1911 , e ad accontentarsi del Congo .
La conquista italiana della Libia portò ad una violenta riaccensione della questione balcanica ; infatti , della debolezza degli Ottomani approfittarono una coalizione di Stati - Serbia , Grecia , Montenegro e Bulgaria - , guidati dalla Russia ,
tanto da eliminare definitivamente la presenza turca dall’ Europa . Nella pace di Londra del 1913 il territorio della Macedonia fu diviso tra quegli stati . Ma l’ Austria si irrigidì contro la Serbia che aveva raggiunto il mar Adriatico , e giunse a minacciare di guerra la Russia , facendo creare a quest’ ultima uno stato tra la Serbia ed il mare , l’ Albania .
Il disaccordo tra Serbia e Bulgaria sulla spartizione della Macedonia provocò l’ insorgere di un secondo conflitto balcanico , dove la Bulgaria venne a trovarsi contro serbi , greci , turchi e rumeni ; la pace di Bucarest del 1913 vide Grecia e Serbia spartirsi la Macedonia .
In questo primo quarto di secolo , quindi , si venne a sgretolare il sistema di pace internazionale e vide nascere nuovi stati protagonisti tra i quali spicca la Serbia che aveva visto il suo territorio raddoppiare , apparendo ormai come il vero ostacolo al pieno controllo austriaco dei Balcani .
La situazione europea allo scoppio della guerra
Il 28 giugno 1914 l’arciduca Francesco Ferdinando erede al trono fu ucciso a Sarajevo da un nazionalista serbo . L’attentato provocò una drammatica serie di reazioni nei rapporti internazionali , da cui ebbe origine la prima guerra mondiale .
Da una parte si trovavano schierati la Russia, la Francia , l’Inghilterra , il Giappone , l’Italia , la Romania, la Grecia e gli Stati Uniti . Sull’altro fronte combatterono l’Austria , la Germania , la Bulgaria e l’Impero turco .
Le condizioni che prepararono un conflitto furono sia di ordine economico , sia politico che ideologico .
Nella sfera economica si era registrato una forte crescita produttiva e finanziaria , che aumentava di conseguenza la necessità di procurarsi maggiori quantità di materie prime e di trovare mercati sempre più ampi per la vendita dei prodotti .
Si era stabilito in tutti i Paesi uno stretto collegamento tra potere economico e potere politico , per cui quest’ultimo aveva cercato di sostenere gli interessi del potere economico con una conseguente linea di politica estera : le conquiste coloniali . Questa non risultava però sufficiente perché la spartizione delle aree da occupare era stata quasi completata .
La concorrenza tre le economie dei diversi paesi si era fatta sempre più dura ; la necessità di fronteggiare le cicliche crisi di sovrapproduzione rendeva più forte la spinta che il potere economico esercitava perché lo Stato adottasse una politica estera aggressiva .
La Germania aveva ormai raggiunto la potenza economica dell’Inghilterra , ma i possedimenti tedeschi erano molto inferiori all’impero britannico ; la Germania avvertiva perciò il bisogno di trovare spazi per l’espansione economica , mentre da parte inglese si avvertiva la necessità di contrastare la Germania .
Proprio a causa della crescita economica degli stati europei l’Inghilterra aveva perso il suo ruolo di potenza dominante , e ciò la indusse a prendere posizione nell’Intesa franco-russa a funzione antitedesca .
Motivi di contrasto tra gli Stati europei
In questa situazione , gli Stati cercano di rafforzare le proprie posizioni cercando alleanze .
Si vengono così a creare intrecci di alleanze , accordi e contrasti fra gli stati europei :
La crescita economica della Germania e in particolare il potenziamento della sua flotta militare avevano messo in allarme l’Inghilterra , che uscì dall’isolamento e strinse un’intesa con la Francia ( 1904 ) e con la Russia ( 1907 ) .
Motivi di tensione esistevano anche tra la Francia e la Germania . Per i transalpini continuavano a pesare la sconfitta nella guerra del 1870/71 e la perdita dell’Alsazia e della Lorena .
La Francia già nel 1893 aveva stipulato un’alleanza con la Russia in funzione antitedesca .
Un altro gravissimo motivo di tensione era costituito dalla questione balcanica ; gli stati europei erano interessati ad approfittare del decadimento dell’impero Ottomano , in particolare si fronteggiavano gli interessi russi ed austriaci .
In Italia , poi , diventava sempre più forte la spinta di un nazionalismo che puntava ad estendere i confini italiani fino alle coste della Dalmazia .
All’interno dei diversi Stati si diffusero la paura di aggressioni straniere e la ricerca di coesione interna per fronteggiare al meglio l’urto dell’imminente guerra .
Solo pochi partiti socialisti , tra cui l’italiano , il russo e lo statunitense , continuarono ad essere decisamente a favore della pace ; gli altri accettarono la scelta dei propri governi di entrare in guerra .
Questa spaccatura segnò la fine della Seconda Internazionale ( 1889 - 1914 ) .
La guerra
Il 28 luglio del 1914 l’Austria dichiarò guerra alla Serbia che non aveva accettato integralmente le condizioni contenute nell’ultimatum austriaco . L’impero russo , alleato della Serbia , mobilitò il proprio esercito . La Germania , alleata dell’Austria , dichiarò guerra alla Russia e alla Francia .
I piani di guerra tedeschi prevedevano prima la sconfitta dell’esercito francese , quindi la concentrazione sul fronte orientale contro la Russia .
Il 4 agosto 1914 la Germania invase il Belgio e ne violò la neutralità garantita dalla Conferenza di Londra del 1831 . L’Inghilterra alleata di Francia e Russia , dichiarò guerra alla Germania .
Poco dopo il Giappone si schierò contro i tedeschi ; intendeva impossessarsi dei loro possedimenti in oriente . La Turchia invece , si schierò con la Germania .
I paesi belligeranti erano preparati ad un conflitto di breve durata ; in realtà la rapidissima avanzata tedesca fu fermata sulla Marna dall’esercito francese , dando vita al massiccio uso di trincee .
Sul fronte orientale gli eserciti austro-tedeschi ottennero successi più significativi , riuscendo a bloccare l’offensiva russa e ad avanzare in Polonia e Lituania .
Il 2 agosto del 1914 , l’Italia dichiarò la sua neutralità . Non entrava in guerra accanto ad Austria e Germania , di cui era alleata , perché la Triplice alleanza aveva carattere difensivo , mentre era stata l’Austria a dichiarare guerra alla Serbia senza informarne l’Italia .
In Parlamento la maggioranza era a favore della neutralità ; a favore dell’intervento erano Salandra , capo del governo e lo stesso re .
Fu invece più sentito l’intervento in guerra a fianco degli Stati dell’Intesa ; a favore di ciò erano i socialisti riformisti e i democratici per l’aspirazione a completare l’unificazione italiana e per la volontà di combattere il militarismo tedesco .
Furono interventisti soprattutto i nazionalisti che consideravano la guerra uno strumento di espansione territoriale e di affermazione di potenza .
Furono interventisti anche i liberali di destra , come Salandra e Sonnino . Furono neutralisti i liberali giolittiani perché :
Fu neutralista il Partito Socialista italiano , che condannava la guerra perché contraria agli interessi del proletariato e alla solidarietà di classe dei lavoratori .
Furono neutralisti anche i Cattolici :
Salandra condusse trattative con l’Austria che però non fu disposta a concedere immediati compensi in cambio della neutralità e successivamente con gli Stati Uniti , con i quali , il 26 aprile del 1915 , sottoscrisse il Patto di Londra , patto che prevedeva l’entrata in guerra dell’Italia contro l’Austria entro un mese .
Il patto di Londra fu stipulato senza che il Parlamento ne fosse informato ; la decisione fu presa da Salandra , da Sonnino e dal Re . L’Italia entrò in guerra il 24 maggio dello stesso anno .
Alla fine del 1915 la Germania e l’Austria si trovavano in una situazione più favorevole del punto di vista militare , ma l’isolamento economico non garantiva loro la possibilità di sostenere lo sforzo bellico per lungo tempo . Nel 1916 gli austro-tedeschi lanciarono una massiccia offensiva sul fronte francese a Verdun dove furono fermati dopo cinque mesi .Poco dopo gli Austriaci lanciarono una poderosa offensiva contro l’Italia per punirla del tradimento " la spedizione punitiva " . L’offensiva fu bloccata , anche perché l’esercito austriaco era impegnato anche sul fronte orientale dagli attacchi russi .
Il generale italiano Cadorna attaccò gli austriaci e conquistò Gorizia . I successivi tentativi di continuare l’avanzata fallirono .
Guerra sottomarina
Gli Imperi centrali erano entrati in guerra puntando ad un esito vittorioso da ottenere in tempi brevi , poiché una guerra di lunga durata li avrebbe messi in crisi perché sarebbe diventato sempre più difficile reggere il pesantissimo sforzo economico richiesto .
La situazione economica degli Imperi centrali fu notevolmente aggravata dal " blocco navale " che l’Inghilterra riuscì ad imporre . Per i due paesi si fece grave anche la situazione alimentare , perché le importazioni erano diventate più difficoltose e la produzione agricola interna era diminuita .
All’inizio del 1917 la Germania annunciò l’intensificazione della guerra sottomarina per paralizzare il commercio marittimo e costringere l’Inghilterra alla resa . Furono inflitti ingenti danni alle flotte dell’Intesa , ma senza provocare il crollo inglese , mentre gli Stati Uniti , il 6 aprile del 1917 dichiaravano guerra agli Imperi centrali .
Conclusione della guerra
Nel 1917 , gli Imperi centrali poterono sfruttare il crollo dell’esercito russo ( ritiratosi dalla guerra pagando per ciò la perdita di Lettonia , Lituania ed Estonia ) e concentrare perciò le loro forze militari sul fronte francese e su quello italiano . L’esercito austro-tedesco sfondò le linee italiane a Caporetto e si spinse fino al Piave . L’avanzata austro-tedesca venne stroncata il 4 novembre sul Piave e sul Monte Grappa con la vittoria di Vittorio Veneto . Il governo italiano cadde ed il potere passò a Orlando , mentre l’esercito fu affidato a Diaz . Gli Imperi centrali rimasero militarmente forti ancore per tutta la prima metà del 1918 e solo con l’arrivo delle truppe statunitensi ( luglio ) , la situazione volse a loro sfavore .
I trattati di pace e la Società delle Nazioni
Le potenze vincitrici si riunirono nella Conferenza di Parigi per concordare le condizioni della pace
Nel 1919 fu firmato il trattato di Versailles con la Germania :
Lo stesso anno fu firmato il trattato di Saint-Germain con Austria e Ungheria :
Nel 1920 venne quindi il trattato di Neuilly che fissò le condizioni per Bulgaria e Turchia :
I territori turchi furono affidati in " mandato " ai vincitori : la Palestina , la Giordania e l’Iraq all’Inghilterra , mentre il Libano e la Siria alla Francia .
Questo mandato doveva preparare le condizioni per la concessione dell’indipendenza , ma di fatto si trattò di una forma di controllo coloniale .
Alla conferenza di Parigi non furono ammessi né i vinti , né la Russia .
Anche tra gli stati vincitori si manifestarono tensioni e divergenze :
Comunque le condizioni imposte dai trattati di pace agli sconfitti furono tanto dure da compromettere , soprattutto per la Germania , ogni possibilità di rinascita economica . Nello stesso tempo , anche i paesi vincitori non si consideravano pienamente soddisfatti da quanto ottenuto .
Il presidente americano Wilson aveva chiarito con il discorso dei 14 punti al Congresso , i fini che gli Stati Uniti si erano posti intervenendo in guerra . Al momento di stipulare la pace , però , l’applicazione proprio di quei principi causò problemi perché alcuni di essi risultavano contraddittori ( anche il contrasto italo-americano nacque da ciò ) .
Il presidente Wilson aveva pensato ad un organismo internazionale che vigilasse sul mantenimento della pace tra i popoli , così , nel 1919 nacque a Ginevra la Società della Nazioni ; questa però risultava compromessa poiché non ne facevano parte ne Russia , né Germania né gli stessi Stati Uniti .
L’AVVENTO DEL FASCISMO
Il Dopoguerra
La guerra aveva innescato profondi cambiamenti nell’economia dei paesi belligeranti . Le trasformazioni erano state più rilevanti nel settore industriale , nel quale la produzione era cresciuta enormemente per la necessità degli Stati in guerra di disporre di quantitativi sempre maggiori di prodotti .
Ne risultò che i profitti degli imprenditori erano stati enormi e che i salari operai si erano mantenuti molto bassi .
Conclusa la pace , la situazione economica si presentava gravissima non solo per gli Stati sconfitti , ma anche per gli Stati europei che avevano vinto . Per sopperire alle necessità finanziarie , i paesi europei si erano fortemente indebitati con gli Stati Uniti .
Continuava inoltre ad aggravarsi l’inflazione e ai disoccupati si aggiunsero i reduci che , congedati dagli eserciti , non trovavano lavoro e stentavano a reinserirsi nella vita civile .
Le promesse fatte durante la guerra di una distribuzione di terre non furono mantenute . Era evidente il desiderio di cambiamento e di partecipazione alla vita politica e sindacale , e la consapevolezza diffusa che il cambiamento diventava possibile se si rafforzavano le organizzazioni politiche di massa ; si faceva luce l’esempio della Rivoluzione Russa .
Il dopoguerra in Italia
L’ Italia uscì duramente provata dalla guerra . C’era insoddisfazione per i risultati ottenuti con i trattati di pace e la situazione economica era particolarmente difficile rispetto a quella degli altri paesi vincitori . Alla fine della guerra iniziò una fase di lotte sociali che non aveva precedenti . Gli operai subivano inoltre gli effetti negativi della riconversione della produzione industriale , non più finalizzata alla guerra . Ai contadini non furono distribuite le terre così come era stato promesso durante il conflitto . L’adesione di operai e contadini alle organizzazioni significò la rapida crescita delle organizzazioni sindacali ( CGIL ) e le iscrizioni al Partito socialista .
Una prova di questa precaria situazione è rappresentata dalla nascita di un nuovo partito di orientamento cattolico , il Partito Popolare , guidato da Sturzo . La nascita di questo partito portava inevitabilmente in crisi i liberali che si vedevano ora mancare i cattolici a causa del rovesciamento del Patto Gentiloni firmato dal Papa e da Giolitti . Già nelle elezioni del ’19 i popolari ottennero grande consenso .
Nel 1920 le iniziative di lotta dei lavoratori ottennero il punto massimo di forza ; lo scontro non era solo sindacale , ma aveva anche un chiaro significato politico . Gli operai intendevano dimostrare la loro capacità organizzativa e di gestione della produzione . All’interno del sindacato e del Partito socialista la maggioranza fu contraria a sostenere l’occupazione delle fabbriche , a indire uno sciopero generale di tutte le categorie e a puntare decisamente alla rivoluzione . Il gruppo di Gramsci e altri gruppi della sinistra socialista condannarono l’incapacità organizzativa della maggioranza dei dirigenti socialisti di guidare con coerenza la forza del movimento operaio . Questa divergenza potò alla divisione del PSI e alla nascita del PCI nel 1921 al Congresso di Livorno .
La nascita del Fascismo
In Italia si diffuse il mito della << vittoria mutilata >> , uno degli elementi che resero possibile l’avventura fiumana di D’Annunzio . Nel 1919 Gabriele D’Annunzio , alla guida di gruppi di volontari occupò Fiume , ne proclamò l’annessione all’Italia e dichiarò costituita la Reggenza del Cornaro .
L’impresa di Fiume però, fu anche il segno di una grande crisi politica ; il governo non era riuscito ad impedire l’iniziativa militare autonoma e dovette tollerare l’esistenza di questa situazione anomala .
Solo nel 1920 , col nuovo governo Giolitti , si riuscì a risolvere la questione col trattato di Rapallo con la Iugoslavia : Fiume venne riconosciuta indipendente e l’Italia rinunciò alle pretese sulla Dalmazia .
Intanto si facevano sentire i fermenti delle organizzazioni socialiste , ma cominciava a manifestarsi una nuova forza politica , radicalmente diversa , in cui confluivano vari elementi . Stava nascendo il Fascismo. Il suo programma politico si poneva in sintonia con gli interessi sociali ed economici della media e piccola borghesia , ottenendo da esse approvazione e sostegno .
Il fascismo mostrava di rispettare e sostenere gli ideali nazionalistici , ma soprattutto riusciva a riscuotere l’approvazione di questi ceti in quanto si opponeva alle organizzazioni operaie .
Il fascismo trovò simpatie inizialmente anche dalla classe politica liberale , che pensava di utilizzarlo per ostacolare l’avanzata dei partiti popolari e poi neutralizzarlo .
L’affermazione del fascismo
Il primo nucleo fascista è rappresentato dai Fasci italiani di combattimento , fondati a Milano nel marzo del 19 da Benito Mussolini .
La crisi economica del Paese era gravissima : l’inflazione aveva raggiunto livelli eccezionali e il costo della vita era enormemente cresciuto . Nel 1920 tornò al governo Giolitti , che evitò di reprimere con la forzagli scioperi e le occupazioni delle fabbriche . Giolitti riproponeva la sua politica di mediazione nei confronti delle organizzazioni socialiste . Riuscì a risolvere la questione di Fiume , trovandosi poi a dover risolvere la crescente violenza fascista .
Le squadre d’azione fasciste infatti attaccavano violentemente i sindacati socialisti e cattolici e le rispettive sedi .
Le spedizioni delle << squadracce fasciste >> miravano a bloccare ogni rivendicazione dei lavoratori e a far fallire le azioni di sciopero . Furono sostenute dai grandi proprietari terrieri che intendevano in tal modo eliminare ogni forma di organizzazione sindacale dei contadini .
Giolitti pensò allora che ciò potesse essere utile per frenare il successo dei socialisti e che sarebbe stato poi possibile eliminarne le caratteristiche di violenza . Ritenne quindi che il momento fosse propizio per indire le nuove elezioni che consentissero di ridurre , in Parlamento , la forza dei partiti di massa - socialista e popolare - e di rafforzare le forze liberali .
Il Parlamento fu sciolto nel maggio del 1921 e si tennero le elezioni che videro però il rafforzarsi dei partiti di massa e l’entrata in Parlamento di alcuni deputati fascisti .
Giolitti si dimise e le forze liberali non riuscirono più ad esprimere un governo sufficientemente forte .
La Marcia su Roma
Mussolini ritenne che il momento fosse propizio per un colpo di Stato e il 28 ottobre del ’22 , gruppi di fascisti marciarono su Roma senza trovare alcuna resistenza .
Facta ( liberale ) , capo del governo , aveva chiesto che il re firmasse lo stato di assedio per poter disperdere i fascisti con l’impiego dell’esercito , ma il re rifiutò e affidò anzi a Mussolini l’incarico di formare il nuovo governo .
Fino al 1925 Mussolini puntò a trasformare gradualmente il modello istituzionale dello Stato italiano , cambiando l’equilibrio tra i diversi organismi e rafforzando il controllo fascista su di essi .
Le elezioni del 1924
Il nuovo sistema elettorale fu applicato nelle elezioni tenutesi nell’aprile del ’24 .
La lista fascista - il listone - aveva ottenuto l’adesione anche di alcuni liberali , mentre le forze dell’opposizione non erano riuscite ad accordarsi presentando liste differenti fra loro ; la vittoria fascista era scontata , anche perché le elezioni si svolsero in un clima di violenze ed intimidazioni ; le squadracce riuscirono infatti a condizionare le operazioni di voto . Il 24 maggio del 1924 l’onorevole Matteotti , segretario del PSU , accusò in Parlamento i fascisti di aver esercitato pressioni e violenze durante la campagna elettorale e le operazioni di voto .
Poco dopo Matteotti fu rapito ed ucciso dalle Squadre d’azione fasciste .
L’episodio portò diverse manifestazioni di condanna e di indignazione verso il Partito fascista . Le opposizioni parlamentari - liberali , socialisti , popolari e comunisti - decisero di abbandonare il Parlamento attuando la cosiddetta secessione dell’Aventino . Ma tra gli aderenti alla secessione c’era divisione sulla strada da attuare : mentre i comunisti premevano per attuare una rivoluzione della popolazione contro i fascisti , gli altri partiti intendevano temporeggiare per ottenere un intervento del re che liquidasse Mussolini e convocasse nuova elezioni col vecchio sistema elettorale .
Il re non prese in considerazione le accuse contro i fascisti e decise di non intervenire . Il 3 gennaio del 1925 Mussolini fece alla Camera un discorso col quale si assumeva la responsabilità per l’omicidio del parlamentare Matteotti .
Le leggi << fascistissime >>
La costruzione del regime* fu attuata con una serie di leggi definite < fascistissime > .
Con le prime di queste leggi , nel 1925 furono sciolti tutti i partiti politici a parte quello fascista e furono vietate tutte le associazioni . Il Parlamento venne privato di ogni effettivo potere e al capo del governo ( Mussolini ) vennero attribuiti poteri straordinari . Nel 1926 furono abolite le autonomie locali : invece dei sindaci ci furono i podestà scelti dal governo stesso . Lo stesso anno fu istituito il Tribunale speciale per la difesa dello Stato , che ebbe il compito di reprimere il dissenso politico e di perseguire gli oppositori del regime fascista , applicando il confino* .
Sempre nel ’26 vennero delineate le caratteristiche del corporativismo fascista : ai lavoratori venne negata la possibilità di intraprendere ogni forma di lotta sindacale .
Il consolidamento del regime
In questa costruzione del regime ebbe un ruolo molto importante l’apparato propagandistico che servendosi dei giornali , della radio , dei film , cercò costantemente di ottenere il consenso degli Italiani .
Nel 1928 furono modificate le modalità di elezione per la Camera dei deputati . Fu istituito un nuovo sistema che prevedeva la predisposizione da parte del Gran Consiglio del Fascismo di una lista di 400 candidati , tutti fascisti , che gli elettori potevano approvare o respingere . Le elezioni svoltesi nel 1929 con questo nuovo sistema portarono ad una scontata vittoria fascista .
Sempre nel 1929 Mussolini firmò col Vaticano i < Patti Lateranensi > che chiarirono :
Il fascismo da ciò ottenne il grande vantaggio di essere riconosciuto dalla massa popolare cattolica .
L’economia
Il fascismo , nei primi anni di governo , adottò una politica nettamente liberista per riaprire il mercato fortemente provato dal conflitto mondiale . Eliminò inoltre ogni forma di rivendicazione sindacale e le retribuzioni dei lavoratori furono assai "compresse" .
Gli investimenti aumentarono perché il costo del lavoro era basso e gli imprenditori potevano ricavare maggiori profitti e vendere i propri prodotti all’estero a prezzi più convenienti rispetto alla concorrenza . Questa competitività e la favorevole situazione economica internazionale consentirono una notevole crescita delle esportazioni . Nel 1925 però , ci fu una netta inversione nella politica economica del fascismo che si propose di controllare ed indirizzare l’attività produttiva e finanziaria .
Nel 1926 a Pesaro Mussolini annunciò che il governo aveva deciso di rivalutare la lira rispetto all’oro . Questa scelta provocò una brusca deflazione* , cioè una diminuzione della circolazione di moneta . Ciò significò che i prodotti venivano venduti con maggiore difficoltà .
Il regime intervenne a compensare la diminuzione delle vendite fornendo finanziamenti e facendo acquistare da parte dello Stato i prodotti dell’industria pesante .
La politica economica del fascismo negli anni della Grande Crisi
La Grande Crisi del 1929 ebbe anche in Italia ripercussioni gravissime :
Per fronteggiare la crisi si crearono consorzi di imprese che esercitarono un controllo di tipo monopolistico sul mercato . La Grande Crisi , infatti , aveva caratteristiche deflazionistiche , ossia era provocata dall’insufficiente quantità di moneta rispetto alle merci presenti sul mercato , di conseguenza i prezzi calavano e le imprese produttrici venivano gravemente danneggiate .
Lo Stato intervenne direttamente per salvare banche ed industrie dal fallimento . Per attuare questo genere di interventi , ne ’31 e nel ’33 furono costituiti l’Istituto mobiliare italiano - IMI - e l’Istituto per la ricostruzione industriale - IRI - . L’IMI ebbe la funzione di finanziare le imprese ,mentre IRI entrò in possesso di pacchetti azionari di banche ed industrie per risanarle e rivenderle poi ai privati .
Il fascismo assicurò alle imprese l’assoluto controllo della manodopera e un basso costo del lavoro . Aveva , infatti , eliminato ogni autonoma organizzazione dei lavoratori . I lavoratori non potevano più avanzare rivendicazioni , né difenderle con scioperi , ma dovevano accettare che i loro interessi fossero subordinati all’economia del Paese .
Per contenere il consistente fenomeno della disoccupazione diede un forte impulso ai lavori pubblici , come la bonifica delle paludi Pontine .
Questo controllo sull’economia si accentuò con l’invasione dell’Etiopia e le sanzioni economiche che furono decretate dalla Società delle nazioni contro l’Italia .
La politica estera
Nell’ideologia fascista gli aspetti più importanti erano costituiti dal nazionalismo , dalla volontà di affermare l’Italia come potenza , dall’importanza attribuita alla preparazione militare .
Nella prima fase del fascismo al potere , questi aspetti non pesarono eccessivamente nelle scelte di politica estera . Le relazioni con gli altri Stati furono caratterizzate da una certa moderazione e per qualche tempo si rafforzarono i rapporti amichevoli dell’Italia con la Francia e l’Inghilterra . Ciò era facilitato dalla presenza al governo di questi Paesi di forze conservatrici che giudicavano favorevolmente il regime fascista .
Nel 1934 Mussolini si oppose con successo al tentativo di Hitler di annettersi l’Austria .
In questo clima , Mussolini cercò di attuare la sua politica di espansione .
Un’aspirazione del regime fascista fu la penetrazione nell’area dei Balcani ; ma questa prospettiva si dimostrava scarsamente realizzabile a causa dell’ostilità che avrebbe suscitato negli altri stati europei e in particolare in Francia .
Una seconda aspirazione fu l’espansione militare in Africa per creare colonie di popolamento . Nel 1935 fu dichiarata guerra all’Etiopia che dal tempo del governo Crispi era stato oggetto delle mire coloniali italiane .
Nel 1936 la guerra era conclusa , e Mussolini poté proclamare la costituzione dell’Impero .
Ma la guerra contro l’Etiopia ebbe l’effetto di isolare diplomaticamente l’Italia , alla quale furono applicate le << sanzioni >> della Società delle Nazioni .
Mussolini reagì avvicinandosi alla Germania nazista ; i rapporti tra il regime fascista e quello nazista si intensificarono nel giro di pochi anni .
Nel 1936 in Spagna , il Fronte popolare costituito da repubblicani socialisti e comunisti , vinse le elezioni . I ceti borghesi e l’esercito scatenarono una sanguinosissima guerra civile che si concluse nel ’39 con la sconfitta del Fronte e la costituzione di un regime sotto la guida del generale Franco .
Nel corso della guerra , Germania e Italia inviarono consistenti aiuti al generale Franco .
I legami tra il regime fascista e quello nazista si facevano sempre più stretti .
Nel 1936 i due regimi proclamarono l’Asse Roma - Berlino e nel 1938 Mussolini accettò l’Anschluss , l’annessione dell’Austria alla Germania , alla quale si era opposto con successo quattro anni prima .
Nel maggio del 1939 Germania e Italia firmarono il Patto d’Acciaio , un’alleanza che impegnava i due Paesi ad intervenire in aiuto reciproco in caso di guerra , sia difensiva che offensiva .
Il rafforzamento dei vincoli fra i due regimi portò all’introduzione anche in Italia delle leggi razziali (1938 ) contro gli ebrei .
* Confino : pena consistente nell’obbligo imposto dal regime fascista al condannato di trasferirsi lontano dalle città principali per evitare la propaganda politica antifascista .
* Deflazione : Riduzione determinata da misure governative della massa dei mezzi di pagamento in circolazione con conseguente rivalutazione della moneta e aumento del suo potere d’acquisto .
* Inflazione : Aumento dei mezzi di pagamento che in quanto non richiesto dal mercato , porta alla diminuzione del potere d’acquisto dell’unità monetaria .
DA WEIMAR AL NAZISMO
La fine della guerra aveva portato in Germania forti agitazioni popolari e la creazione di consigli di lavoratori e soldati . Nel 1917 si creò la Lega di Spartaco di Kautsky , che raccoglieva i Socialdemocratici indipendenti contrapposti al vecchio partito socialdemocratico tedesco .
La repressione di quest’ultimo delle agitazioni operaie organizzate dal primo , portò il vecchio partito guida tedesco ad orientamenti in parte della destra nazionalista e all’utilizzo dei corpi franchi , corpi militari . Il culmine di queste repressioni fu a Berlino nel 1919 durante l’insurrezione spartachista ; l’episodio fu chiamato settimana di sangue .
Intanto le elezioni mostrarono l’impossibilità di un governo affidato unicamente ai socialdemocratici , così si venne formando una coalizione tra Spd , centro e liberali . Nel 1919 a Weimar , sede del Parlamento , fu dichiarata la nascita della nuova Repubblica e fu stilata la nuova costituzione basata sul suffragio universale .
La politica interna comunque presentava forti contrasti : da una parte vi era la spaccatura tra comunisti e socialdemocratici , nella destra invece era nata la convinzione che la sconfitta in guerra era dovuta alle agitazioni operaie.
Si assistette così ad una serie interminabile di assassini politici e colpi di stato .
La fine della guerra sancita con l’armistizio del 9-11-18 e l’abdicazione dell’imperatore , avvennero in un clima di generale disgregazione del vecchio ordine sociale e politico .
In tutta la Germania nacquero consigli di operai e di soldati - i soviet - che esercitarono funzioni di governo .
Sulla scena politica agivano tre gruppi socialisti :
Fu formato un governo provvisorio di cui fecero parte i socialdemocratici e i socialisti indipendenti ; gli spartachisti passarono all’opposizione .
La situazione politica tedesca fu caratterizzata dalla netta divisione all’interno del movimento socialista che sfociò in una violenta repressione dell’estrema sinistra da parte del governo socialdemocratico .
Furono poi soffocati nel sangue gli scioperi scoppiati a Berlino e fu eliminata dai < corpi franchi > la Repubblica dei soviet , che era stata proclamata in Baviera .
Nel 1919 si insediò l’Assemblea nazionale , eletta a suffragio universale , che approvò la Nuova Costituzione della Repubblica .
La Repubblica fu detta di Weimar , dal nome della città in cui era stata fissata la sede dell’assemblea nazionale . La Repubblica di Weimar ebbe come presidente il socialdemocratico Ebert .
La situazione economica
Dal 1921 al 1923 la situazione economica si fece disastrosa a causa di un’inflazione che fece perdere rapidamente valore al marco tedesco .
Le cause dell’inflazione tedesca vanno ricercate nei gravosi impegni di spesa per la guerra , nelle sanzioni da pagare ai vincitori , nelle difficoltà dell’apparato produttivo tedesco dopo la guerra - privato della Saar - nella crisi dei rapporti commerciali internazionali .
Gli effetti della crisi furono particolarmente gravi per i ceti medi , che videro gravemente compromessi i loro redditi fissi e il potere d’acquisto degli stipendi .
Anche gli operai subirono gli effetti negativi dell’inflazione , ma riuscirono a limitarli in parte perché erano organizzati sindacalmente e potevano avanzare rivendicazioni economiche in modo da attenuare la perdita di valore dei salari .
L’inflazione arrecò invece vantaggi ai proprietari di immobili e soprattutto agli industriali che poterono vendere i loro prodotti all’estero con maggiore facilità e poterono pagare i debiti con una moneta ormai deprezzata .
Nei confronti della Germania i paesi vincitori ebbero atteggiamenti diversi .
La Francia puntava all’annientamento della potenza industriale tedesca e all’utilizzazione delle riparazioni di guerra per pagare i propri debiti contratti con gli USA .
Inghilterra e Stati Uniti propendevano invece per una ripresa economica della Germania , che sarebbe potuto diventare perciò l’elemento cardine per isolare la Russia comunista .
Nel 1923 la situazione economica tedesca appariva talmente compromessa che fu evidente la necessità di urgenti interventi risanatori .
Venne così applicato il piano Dawles che prevedeva facilitazioni nel pagamento delle riparazioni e massicci finanziamenti per l’economia tedesca .
Hitler al potere
Questo processo di crescita economica e di stabilizzazione politica si sarebbe interrotto bruscamente con la crisi del 1929 che avrebbe avuto come sbocco politico la presa di potere da parte di Hitler .
Hitler fonda il Partito Nazional Socialista e nel 1921 costituì le S.A. - Sturm abteilungen = sezioni d’assalto - , un’organizzazione paramilitare da impiegare contro le forze della sinistra .
Nel 1923 tentò un colpo di stato a Monaco che fallì ; durante la carcerazione si occupò del suo libro Mein Kampf . Uscì di prigione nel 1925 e si dedicò a riorganizzare il partito , che aveva ancora un peso politico irrilevante .La travolgente crescita del partito di Hitler , il nazionalsocialista , è legata alla grande crisi economica del ’29 ; i partiti politici più forti della Repubblica di Weimar , infatti , ossia il Partito socialdemocratico e quello cattolico , non seppero reggere all’urto della crisi economica . Nelle elezioni del 1930 il Partito nazionalsocialista ottenne il 18 % dei voti .
Nelle nuove elezioni del ’32 il nazismo era riuscito a conquistare il consenso elettorale di gran parte dei disoccupati e della piccola borghesia , nonché degli operai .
Nel gennaio del 1933 , il presidente Hindenburg affidò ad Hitler l’incarico di formare il nuovo governo . Nell’arco di pochi mesi Hitler riuscì a organizzare il nuovo Stato tedesco , che ebbe il nome di Terzo Reich .
Sciolto il Parlamento , le elezioni furono indette per il 5 marzo . furono chiusi dai nazisti numerosi giornali , furono date istruzioni alla forza pubblica di non ostacolare le S.A. , che intensificarono le loro azioni contro gli avversari politici .
Nelle elezioni , la destra , egemonizzata dai nazisti , ottenne una tanto schiacciante quanto scontata vittoria .
Poco dopo le S.A. occuparono tutte le sedi sindacali e ne arrestarono i dirigenti ; i sindacati furono sostituiti dal Fronte del lavoro , un’organizzazione di tipo corporativo .
Nel mese di giugno fu sciolto il partito socialdemocratico , mentre quello cattolico si sciolse spontaneamente . La Chiesa cattolica infatti aveva stipulato un Concordato con il nuovo regime , riuscendo così a mantenere la propria autonomia di culto , ma dovette rinunciare ad ogni forma di impegno sindacale e politico dei cattolici .
Hitler conquistò rapidamente e conservò saldamente il potere , facendo leva su una serie di spinte e di esigenze presenti nella società tedesca :
Il regime nazista
Il mito della superiorità della razza ariana è un elemento fondamentale della storia dello Stato nazista; l’organizzazione dello Stato aveva infatti come fine la conservazione e l’affermazione della razza superiore .
Ne derivava la legittimazione della costituzione di un apparato totalitario . LA teoria della superiorità e della purezza della razza giustificò la persecuzione contro gli ebrei , che con le leggi di Norimberga del 1935 , furono esclusi dal diritto di voto , dalle cariche pubbliche , dall’esercizio delle libere professioni e del commercio , sino a giungere alle deportazioni di massa e allo sterminio .
Il regime seppe sfruttare le moderne tecniche di propaganda e di comunicazione per coltivare l’adesione della popolazione tedesca all’ideologia nazista .
Ogni forma di opposizione fu neutralizzata ; per eliminare gli avversari del regime , era stata allestita una serie di strumenti di repressione e indagine , come la Gestapo , potente polizia politica , le SS , truppe sceltissime , i campi di concentramento .
Nella notte del 3/6/34 , la cosiddetta notte di lunghi coltelli , le SS furono impegnate per massacrare le SA . Appartenevano a quest’ultima quegli esponenti del partito nazista che volevano un più radicale cambiamento della società tedesca e puntavano ad eliminare il capitalismo privato .
La soppressione di quest’ala nazista fu necessaria per rassicurare la borghesia capitalistica .
Nel 1934 Hindenburg morì e la carica di presidente venne assunta da Hitler .
La politica estera di Hitler
L’ascesa di Hitler e la costruzione del regime nazista non furono correttamente valutati dagli Stati europei che non seppero contrastare i rischi di un nuovo conflitto che incautamente veniva favorito .
Hitler riuscì così ad inserirsi nel gioco diplomatico internazionale e a svolgervi un ruolo di primo piano .
Nel 1933 stipulò un patto con Inghilterra , Francia e Italia , finalizzato a mantenere la pace . Nel ’34 firmò un patto di non aggressione con la Polonia in funzione anti-russa .
Favorì poi il tentativo dei nazisti austriaci di annettere l’Austria al Reich tedesco , lAnschluss , atto proibito dal trattato di Versailles col quale si era conclusa la Prima guerra mondiale .
Nel ’35 , violando il trattato di pace , introdusse la leva obbligatoria portando l’esercito ad un potenziale cinque volte maggiore del precedente . Stipulò quindi , lo stesso anno , un accordo con l’Inghilterra che le permise di ricostruire la flotta militare . Nel ’38 , stretti i rapporti con l’Italia , riuscirà poi a realizzare l’Anschluss e stringerà l’asse Berlino - Roma .
La guerra in Spagna
L’occasione di misurare la propria forza fu fornita la nazifascismo dalla guerra civile spagnola ;in Portogallo era stata adottata una costituzione repubblicana nel 1910 . Nel 1926 i contrasti interni sfociarono nel colpo di stato militare di Oliveira .
In Spagna la lotta politica cedette il posto ad una lunga e sanguinosa guerra civile .
In questo paese agiva un forte movimento anarchico , con un suo sindacato : si stava diffondendo un movimento democratico - repubblicano .
Nel 1931 cadde il governo di carattere dittatoriale di Primo de Riveira . La Repubblica spagnola appena nata dovette affrontare una difficilissima situazione economica che provocò la crescita della disoccupazione e un’aspra opposizione politica .
Il governo avviò così una riforma agraria e la concessione dell’autonomia alla Catalogna ; però questa compagine governativa non seppe impostare una politica efficace per arginare la crisi economica e così , nel ’34 scoppiarono moti operai che diedero vita al cosiddetto ottobre spagnolo , poiché il governo diede vita ad una sanguinosa repressione da parte dell’esercito guidato da Francisco Franco .
A ciò si aggiunsero ben presto gli atti di terrorismo della destra e la ribellione delle guarnigioni militari.
Alla testa della ribellione dei militari si pose sempre il generale Franco , il che provocò , da parte del governo repubblicano , prima il tentativo di controllo della rivolta , quindi la scissione dell’esercito con la distribuzione di armi al popolo ; ebbe inizio in tal modo la guerra civile .
Le forze di destra guidate da Francisco Franco ricevettero cospicui aiuti da parte del regime fascista e nazista .
L’Italia e la Germania riconobbero infatti che i rispettivi interessi in buona parte coincidevano tanto da creare l’asse Roma - Berlino.
L’Inghilterra , coi conservatori al governo , voleva evitare ogni motivo di contrasto nei rapporti internazionali e perciò si astenne da ogni forma di intervento .
Anche la Francia non fornì alcun aiuto alla Repubblica spagnola , come del resto fecero gli Stati Uniti .
L’Unione Sovietica invece , non solo fornì armi e denaro , ma favorì anche l’intervento di volontari europei a favore della repubblica spagnol .
Con questo intervento l’URSS si proponeva di contrastare l’avanzata fascista in Europa e di riavvicinarsi agli Stati democratici occidentali.
Le formazioni volontarie che combatterono in Spagna erano fortemente indirizzate verso il comunismo ; ciò ebbe come conseguenza la crescita dell’influenza del Partito comunista spagnolo all’interno del Fronte popolare .
Sorgono comunque conflitti all’interno dello schieramento di Sinistra ; i comunisti sostennero infatti la necessità di raccogliere tutte le forze repubblicane sotto la direzione unitaria e ritenevano che per realizzare tale coordinamento fosse necessario ricostruire l’apparato statale spagnolo .
Queste posizioni non erano condivise dagli anarchici che furono favorevoli invece , alle esperienze di collettivizzazione di terre e di fabbriche , che furono fatte in quel periodo , spesso di spontanea iniziativa popolare .
I contrasti sfociarono in scontri e rappresaglie ; si ha quindi una guerra civile nella guerra civile .
Dall’altra parte dello schieramento i ribelli , guidati da Francisco Franco , poterono contare sugli aiuti finanziari e militari di Italia e Germania , sul deciso sostegno della gerarchia ecclesiastica e su una sostanziale unità interna . Tutte le divisioni interne alla destra erano state , infatti , eliminate e si era creata una struttura organizzativa unica , la Falange Nazionalista.
La guerra civile durò tre anni e si concluse nel 1939 con la caduta di Madrid , ed ebbe inizio la dittatura di Francisco Franco ; moltissimi antifascisti furono uccisi , altri imprigionati o costretti all’esilio .
IL BOOM ECONOMICO E LA CRISI DEL ‘29 - IL NEW DEAL
Durante il conflitto mondiale gli Stati Uniti avevano consolidato la loro posizione di primo Paese produttore divenendo anche il maggior esportatore di capitali. Il superamento della depressione postbellica del 1920-21 segnò per il sistema economico statunitense l’inizio di un periodo di grande prosperità. La diffusione della produzione in serie secondo i principi del taylorismo favorì notevoli aumenti di produttività. Tuttavia il numero di occupati nell’industria calò a causa della cosiddetta disoccupazione tecnologica: gli sviluppi della tecnica diminuivano infatti la quantità di lavoro necessaria. Parallelamente andava invece crescendo l’occupazione nel settore dei servizi.
Dal punto di vista politico, gli anni ‘20 furono segnati da un’incontrastata egemonia del Partito Repubblicano, sostenitore di un rigido liberismo economico, convinto che l’accumulazione della ricchezza privata costituisse la miglior garanzia di prosperità, ridusse le imposte dirette e mantenne la spesa pubblica a livelli molto bassi rinunciando ad operare in favore delle classi più povere. A tutto questo si aggiunse una diffusa ondata di conservatorismo ideologico che investì le minoranze nazionali e razziali. Furono introdotte leggi limitative dell’immigrazione per impedire la ‘contaminazione’ con la popolazione europea. Il punto cruciale di questo processo fu l’esecuzione capitale per due innocenti italiani, Sacco e Vanzetti, nel 1927. Contemporaneamente si inasprirono le pratiche discriminatorie nei confronti della popolazione di colore e la setta del Ku Klux Klan raggiunse le dimensioni di un’organizzazione di massa. Lo stesso proibizionismo, cioè il divieto di produrre e vendere bevande alcoliche, introdotto nel ‘20 e rimasto in vigore fino al ‘34, scaturì da questo retroterra culturale, poiché l’ubriachezza era ritenuta un vizio tipico di negri e proletari.
Tuttavia, l’incontenibile euforia speculativa americana poggiava in realtà su fondamenta assai fragili. La domanda dei beni di consumo aveva fatto sì che nel settore industriale si formasse una capacità produttiva sproporzionata alle possibilità di assorbimento del mercato, possibilità limitate sia dalla natura stessa dei beni di consumo durevoli, che non avendo bisogno di essere continuamente sostituiti saturavano il mercato, sia dalla crisi del settore agricolo che teneva bassi i redditi dei ceti rurali. Fra economia americana ed europea poi, si era venuto a creare uno stretto e proficuo rapporto di interdipendenza: l’espansione americana finanziava la ripresa europea e questa a sua volta alimentava con le sue importazione lo sviluppo degli Stati Uniti. Ma quando nel 1928 molti capitali americani furono dirottati verso le più redditizie operazioni speculative di Wall Street, le conseguenze sull’economia europea si fecero sentire immediatamente, ripercuotendosi subito dopo sulla produzione industriale americana.
I titoli a Wall Street raggiunsero i livelli più alti all’inizio di settembre del ‘29. Il 24 ottobre, il cosiddetto ‘Giovedì nero’, furono venduti ben 13 milioni di titoli in una vera e propria corsa alle vendite che determino la precipitosa caduta del valore dei titoli stessi. Il crollo del mercato, riducendo drasticamente la capacità di acquisto e di investimento, finì con l’avere conseguenze disastrose sull’economia di tutto il Paese e sull’intero sistema economico mondiale che dipendeva ormai da quello statunitense. Gli effetti planetari furono aggravati dal fatto che gli U.S. cercarono innanzitutto di difendere la loro produzione inasprendo il protezionismo o riducendo, fino alla sospensione, l’erogazione di crediti all’estero.
Nel 1932, da tre anni in profonda crisi, si tennero negli Stati Uniti le elezioni presidenziali. Il presidente uscente, Hoover, non avendo conseguito alcun successo nella lotta contro la crisi fu nettamente sconfitto da Franklin Roosvelt. Già nel discorso inaugurale questi annunciò di voler iniziare un ‘New Deal’ (nuovo corso) nella politica economia e sociale: un nuovo stile di governo che si sarebbe caratterizzato soprattutto per un più energico intervento dello Stato nei processi economici e per la stretta associazione fra l’obbiettivo della ripresa economica e gli elementi di riforma sociale. Il New Deal fu avviato immediatamente con una serie di provvedimenti: fu ristrutturato il sistema creditizio, fu svalutato il dollaro per rendere più competitive le esportazioni, furono aumentati i sussidi di disoccupazione e furono concessi prestiti ai cittadini. L’Agricoltural Adjustament Act limitava la sovrapproduzione agricola, mentre il National Industrial Act imponeva alle imprese codici di comportamento per evitare una concorrenza troppo accanita. Il Tennessee Valley Authority era invece un ente volto a sfruttare le risorse idroelettriche del bacino del Tennessee a favore degli agricoltori.
LA SECONDA GUERRA MONDIALE
La Germania nazista stava attuando con grande lucidità ed abilità diplomatica la prima fase del suo progetto di un nuovo ordine internazionale che prevedeva l’espansione territoriale tedesca e l’asservimento degli altri popoli .
Costituì perciò un sistema di alleanze :
L’Italia fascista intanto si stava sempre più legando alla Germania nazista , spinta a ciò da diversi motivi :
Il legame tra Italia e Germania si era rafforzato anche grazie all’esperienza della guerra civile spagnola . E’ comunque vero che in Italia sussistevano motivi di resistenza all’alleanza coi Tedeschi :
Intanto Hitler era riuscito ad assicurare la ripresa dell’economia tedesca puntando sugli investimenti per la realizzazione di opere pubbliche e sulle commesse statali per il riarmo .
Nel 1933 Hitler aveva abbandonato la Società delle Nazioni perché gli negava il riarmo , quindi nel 1938 realizzo l’Anschluss , l’annessione austriaca al Terzo Reich .
Nel settembre dello stesso anno si tenne a Monaco una conferenza a cui aderirono Francia e Inghilterra , conferenza che regolava la situazione territoriale dell’Est Europa , ma nel 1939 Hitler infranse quegli accordi e occupò militarmente la Cecoslovacchia .
Subito dopo avanzò rivendicazioni sulla città di Danzica e sul territorio ad essa circostante , ovvero quella striscia di terra che il trattato di Versailles del ’19 avrebbe dovuto separare la Prussia dal resto della Germania . Francia ed Inghilterra , rimaste sino ad allora passive dinanzi la prepotenza di Hitler , si opposero e proclamarono di garantire appoggio al mantenimento delle frontiere .
Intanto , sempre nel ’39 , l’Italia fascista , presa anch’essa da manie espansionistiche , occupò l’Albania e il 22 maggio dello stesso anno firmò con i tedeschi il Patto d’Acciaio , un patto che impegnava i due Paesi a prestarsi reciproca assistenza in caso di guerra sia difensiva che offensiva .
Poco dopo la Germania firmò un altro patto di non aggressione , questa volta con l’Unione Sovietica , il patto Ribbentrop - Molotov .
La Germania si assicurava così la neutralità russa , mentre si preparava a fronteggiare l’ostilità di Francia e Inghilterra . La Russia, col patto stretto coi tedeschi era finalmente uscita dall’isolamento diplomatico .
Lo scoppio della guerra
Il 1 settembre del 1939 le truppe tedesche entrarono in Polonia ; il 3 Inghilterra e Francia dichiararono guerra alla Germania .
L’Italia , d’accordo coi tedeschi , si dichiarò non belligerante . I Tedeschi attuarono la strategia della guerra lampo e in poche settimane completarono l’occupazione della Polonia occidentale . La Russia intanto , forte del trattato con la Germania , occupò invece la parte orientale , per poi cercare orientarsi su Lituania , Estonia , Lettonia e Finlandia ( tutti i territori , cioè , che aveva perso col trattato di Brest-Litovsk del 3 marzo del ’18 , trattato col quale uscì dalla prima guerra mondiale ).
Nella prima metà del ’40 Hitler occupò Danimarca , Norvegia , Olanda , Belgio e Lussemburgo , quindi aggirarono la linea difensiva francese di Maginot e , sfondato il fronte transalpino , respinse le truppe degli Alleati che fuggirono nella famosa ritirata di Dunkerque .
Il 10 giugno del ’40 Mussolini decise di entrare in guerra contro la Francia e l’Inghilterra per partecipare da vincitore alle trattative di pace . La Francia era ormai alle strette e il 24 giugno accettò le condizioni di pace tedesche e italiane : la parte settentrionale della Francia divenne zona d’occupazione tedesca , mentre nella zona meridionale si costituì un governo con sede a Vichy , un governo collaborazionista .
Sconfitta la Francia , Hitler impegnò l’apparato bellico contro gli Inglesi ; a guidare con tenacia la resistenza e la ripresa militare fu Wiston Churchill , primo ministro inglese del 1940 .
Il 27 settembre del ’40 Germania , Italia e Giappone stipularono il Patto tripartito . Lo stesso anno Mussolini decise di muover guerra alla Grecia , ma l’impresa militare fallì , e i Greci si spinsero in territorio albanese . Anche in Africa l’Italia dovette subire l’iniziativa militare nemica . La resistenza inglese intanto fu sostenuta dall’aiuto degli Stati Uniti , coi quali nel 1941 firmò la Carta atlantica , un patto che fissava i principi sui quali si sarebbe dovuta riorganizzare la situazione internazionale dopo la sconfitta , eventuale , della Germania .
Nel 1941 , in Africa , a sostegno delle truppe italiane intervenne un copro speciale tedesco guidato da Rommel ; anche in Grecia , con l’arrivo del Tedeschi , si riuscì ad avere l’occupazione .
Era ora attuabile nei piani di Hitler il progetto di attaccare l’Unione Sovietica . Nel giugno del ’41 Hitler diede il via al piano Barbarossa e attaccò la Russia ; anche l’Italia partecipò inviando un contingente armato .
L’avanzata fu rapidissima e travolse l’esercito russo che , però , riuscì prima a riorganizzarsi e a resistere , quindi , grazie alla tecnica della guerriglia e della terra bruciata , riuscì a riportare una decisiva vittoria nella battaglia di Stalingrado .
Alla fine dello stesso anno , intanto , il Giappone attaccò la flotta americana a Pearl Harbour ; nonostante le gravi perdite , la flotta statunitense non fu debellata poiché sembra certo che i servizi segreti americani avessero intercettato il messaggio d’attacco nipponico ed avessero di conseguenza preavvisato la flotta .
La supremazia degli stati del Tripartito veniva meno ; nel ’42 l’avanzata dell’Asse fu fermata ad El Alamein , in Egitto e fu successivamente avviata dagli Inglesi una controffensiva che distrusse le forze italiane .
Nasce la Resistenza in Italia
La dittatura nazista aveva suscitato ostilità in tutti i Paesi occupati e contro i nazisti sorsero movimenti di Resistenza , formati da gruppi di combattenti spesso coadiuvati dal resto della popolazione .
In essi erano presenti movimenti politici opposti fra loro , ma risultò particolarmente sentita in tutti l’influenza sovietica , sia per la vittoria di Stalingrado , sia per il carattere della lotta di classe .
Uno dei maggiori motivi di avversione al Nazismo era costituito dalla reazione alle atrocità compiute nei confronti degli ebrei , dei prigionieri politici e di guerra .
Nel 1942 Hitler decise per la soluzione finale della questione ebrea , dando il via allo sterminio di massa. Anche in Italia l’antifascismo riprese con vigore per il malcontento e l’avversione suscitati dall’alleanza con la Germania , e soprattutto dall’entrata in guerra , tanto che dal 1942 si ricostituirono clandestinamente i partiti polittici , primo fra tutti quello Comunista .
Queste organizzazioni mantennero tra loro costanti contatti creando i Comitati di Liberazione Nazionale ( CLN ) ; molti alti gerarchi , come Ciano , cominciavano a ritenere insostenibile la continuazione della guerra e a considerare necessaria una radicale svolta politica . Il 10 luglio del 1943 gli anglo-americani sbarcarono in Sicilia e la liberarono in poche settimane . il 25 il Gran Consigli del Fascismo mise in minoranza Mussolini e chiese che fossero restituiti i poteri al sovrano come dichiarato esplicitamente della Statuto albertino . Il giorno successivo il re fece arrestare Mussolini ed affidò al maresciallo Badoglio il compito di riorganizzare il governo .
L’armistizio con gli anglo-americani fu firmato il 3 settembre del 1943 , armistizio che fu annunciato l’8 dello stesso mese e che mise allo sbando l’esercito italiano ; molti soldati italiani furono portati ai compi di concentramento tedeschi , altri si unirono alla Resistenza .
Il 13 settembre Badoglio dichiarò guerra alla Germania e fu accettato dagli Alleati . L’Italia era ora divisa in due : il Sud era occupato , o meglio liberato dagli alleati , mentre il Nord era sotto l’occupazione tedesca . Mussolini , liberato dai tedeschi costituì proprio nel Nord una Repubblica Sociale italiana a Salò ; è questo l’ultimo tentativo del fascismo di sopravvivere .
La Resistenza crebbe rapidamente in tutti i territori occupati dai nazisti ; si formarono diversi contingenti della Resistenza come le Brigate garibaldini , le Brigate Giustizia e Libertà e le Fiamme Verdi .
La conclusione della guerra
L’avanzata degli alleati in Italia giunse sino a Napoli , insorta da sola contro i nazisti nel settembre del ’43 .
L’Italia continuò comunque ad essere divisa in due zone ; a Sud il governo Badoglio dovette affrontare la decisa opposizione dei partiti politici del CLN che chiedevano l’abdicazione del re Vittorio
Emanuele III . La situazione si sbloccò col ritorno dalla Russia del leader comunista Togliatti , che portò alla < svolta di Salerno > che aprì la strada alla partecipazione dei partiti CLN ad un nuovo governo Badoglio .
Nel 1944 Roma fu liberata e fu costituito un nuovo governo presieduto da Bonomi , di cui facevano parte anche il comunista Togliatti e il liberale Croce .
Intanto i governi alleati facevano sempre più affidamento sulla forza delle organizzazioni partigiane .
Gli Alleati decisero così l’apertura di un nuovo fronte : il 6 giungo 1944 le armate americane guidate da Einsenhower sbarcarono in Normandia , mentre sul fronte orientale i Tedeschi furono costretti ad arretrare sotto la spinta dell’Armata Rossa .
Il 13 aprile 1945 i Russi occuparono Vienna , il 2 maggio conquistarono Berlino .
L’8 maggio la Germania si arrese senza condizioni ; Hitler si era suicidato alcuni giorni prima . In Italia intanto l’avanzata alleata fu accompagnata dall’insurrezione partigiana che liberò le principali città settentrionali .
Il 28 aprile Mussolini fu catturato mentre tentava la fuga e fu fucilato a Dongo .
La guerra continuava però in Oriente tra Giappone e Stati Uniti ; questi sganciarono il 6 e il 9 agosto due bombe atomiche rispettivamente su Hiroshima e Nagasaki , portando il governo nipponico al crollo .
Nel febbraio del ’45 si tenne l’importante Conferenza di Yalta tra Churchill , Stalin e Roosevelt ; fu deciso che la Germania sarebbe stata divisa in zone d’occupazione e berlino sarebbe stata spartita tra i quattro vincitori ; la Francia infatti veniva considerata nazione vincitrice e avrebbe preso parte all’occupazione .
A tale Conferenza ne seguì un’altra in luglio , a Potsdam , dove vennero confermate le decisioni di ristabilire gli equilibri territoriali europei .
L’ITALIA DOPO IL FASCISMO - LA REPUBBLICA
Liberata ed unificata nel ‘45 dagli alleati e dall’insurrezione partigiana, l’Italia si trovò ad affrontare i problemi postbellici, in primis l’economia, quindi, nel Mezzogiorno, la malavita legata al contrabbando ed alla borsa nera.
Le forze politiche che si candidavano alla guida del Paese erano le stesse che erano state protagoniste della lotta politica tra la fine della Prima guerra mondiale e l’avvento della dittatura fascista. Era convinzione comune, comunque, che il dopoguerra avrebbe visto in primo piano i partiti di massa, soprattutto quelli della sinistra operaia.
Il Partito socialista, lo PSIUP era tutt’altro che compatto e si poneva in una posizione intermedia fra il PCI ed i partiti borghesi. Al contrario, il Partito Comunista traeva forza dal proprio contributo offerto alla lotta antifascista. Il nuovo partito che Togliatti aveva cercato di costruire dopo la svolta di Salerno era molto diverso dal piccolo ed intransigente partito lenista. Fra gli altri partiti, l’unico in grado di competere con comunisti e socialisti era la Democrazia cristiana. La DC si richiamava direttamente all’esperienza del Partito popolare di Sturzo: il gruppo dirigente, a cominciare dal segretario De Gasperi, veniva in buona parte da quel partito. Il partito liberale, che raccoglieva la classe dirigente prefascista, poteva contare sulla grande industria e sui proprietari terrieri. La destra vera e propria appariva politicamente fuori gioco nel clima del dopo liberazione.
Un ruolo importante fu svolto anche dalla Confederazione generale italiana del lavoro (CGIL). Le tre componenti - socialista, comunista e cattolica - erano rappresentate pariteticamente negli organi dirigenti, ma erano squilibrate come peso numerico - i comunisti erano i più numerosi.
La prima occasione di confronto fra i partiti si presentò al momento di scegliere il successore di Bonomi; i partiti si trovarono d’accordo sul nome di Parri, leader del giovane e piccolo Partito d’Azione, sorto nel ‘45.
Parri cercò di promuovere un processo di normalizzazione del Paese annunciando una serie di provvedimenti volti a colpire con forti tasse le grandi imprese. Ma in questo modo suscitò l’opposizione delle forze moderate, in particolare del PLI, che ritirò la fiducia al Governo determinandone la caduta.
La DC riuscì allora ad imporre De Gasperi, ma PCI e PSIUP volevano subito rompere il Governo perché speravano in un successo elettorale. Il Governo, infatti, aveva fissato al 2 giugno 1946 la data per le elezioni dell’Assemblea costituente, le prime in cui avevano diritto di voto anche le donne. I cittadini, quello stesso giorno sarebbero stati chiamati a decidere, mediante referendum, se mantenere la monarchia o passare alla Repubblica. Vittorio Emanuele III tentò di risollevare le sorti della dinastia sabauda, abdicando in favore del figlio Umberto II, ma nelle votazioni la Repubblica si affermò con un margine abbastanza netto; Umberto II partì per l’esilio in Portogallo. La DC si affermò come il primo partito, seguita a notevole distanza dal PSIUP (socialisti) e dal PCI.
Dopo le elezioni, democristiani, socialisti e comunisti si accordarono sull’elezione del primo e provvisorio presidente della Repubblica, il liberale De Nicola, e diedero vita ad un secondo governo De Gasperi, basato sull’accordo fra i tre partiti di massa. Ma la coabitazione non eliminava i motivi di contrasto fra la DC e le sinistre. Mentre la DC tendeva sempre più ad assumere il ruolo di garante dell’ordine sociale e della collocazione del Paese nel campo occidentale, i comunisti si ponevano più risolutamente alla testa delle lotte operaie e contadine ed accentuavano il loro allineamento all’URSS. A fare le spese di questa radicalizzazione fu il Partito socialista : si erano delineati nel PSIUP due schieramenti contrapposti. Il primo, con a capo Nenni, era favorevole all’unità d’azione col PCI e puntava sull’impossibile alleanza fra l’URSS e le potenze occidentali. Il secondo, guidato da Saragat, si batteva per un allontanamento dei legami col PCI e non nascondeva la sua ostilità verso il comunismo sovietico. Nel ‘47 il gruppo di Saragat decisero di abbandonare il PSIUP, che intanto riassunse il nome PSI, e fondarono un nuovo partito, il PSli, che qualche anno dopo cambio il nome in Partito socialdemocratico italiano. Questa scissione, detta di Palazzo Barberini, provocò una crisi di Governo e la formazione di un nuovo gabinetto tripartito (DC, PSI, PCI) presieduto sempre da De Gasperi, il quale poco dopo diede le dimissioni a causa dei contrasti nella maggioranza e, ottenuto il reincarico, formò un Governo di soli democristiani che limitava così ai soli cattolici i potere, mandando anche la sinistra all’opposizione.
I contrasti politici culminati nell’esclusione delle sinistre dal Governo non impedirono di superare le prime due fasi vitali del Paese, ovvero la conclusione del trattato di pace ed il varo della Costituzione. L’Assemblea costituente cominciò i lavori il 24 giugno 1946 e li concluse il 22 dicembre 1947, presentando un testo costituzionale che entrò in vigore a partire dal 1 gennaio 1948. Tale Costituzione dava vita ad un sistema di tipo parlamentare, col Governo responsabile di fronte alle due Camere (Camera e Senato) titolari del potere legislativo, entrambe elette a suffragio universale ed incaricate di eleggere un Capo dello Stato con mandato settennale. Era inoltre previsto che una Corte costituzionale vigilasse sulla conformità delle leggi alla Costituzione.
La Costituzione repubblicana fu l’ultima manifestazione significativa della collaborazione fra le forze antifasciste. Dal ‘48 infatti, i partiti si impegnarono in una gara sempre più accanita per conquistarsi i voti dell’elettorato. Caratteristica di questa campagna elettorale fu la polarizzazione fra due schieramenti contrapposti: quello di opposizione, egemonizzato dal PCI, e quello di Governo, guidato dalla DC e comprendente anche PSli e PRI. Nella sua campagna elettorale la DC poté contare su due fattori chiave, ovvero la Chiesa e gli Stati Uniti, i quali avevano minacciato di sospendere gli aiuti del Piano Marshall in caso di vittoria della sinistra.
Il partito Cattolico stravinse ottenendo quasi il 50% dei voti e la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera. La delusione dei militanti di sinistra si espresse il 14 luglio del ‘48, quando Togliatti fu vittima di un attentato dal quale ne uscì gravemente ferito; in tutte le principali città i comunisti scesero in piazza scontrandosi con le forze dell’ordine. Un’altra conseguenza fu la rottura della convivenza fra le forze politiche all’interno del sindacato. La decisione della maggioranza socialcomunista di proclamare sciopero generale per protesta contro l’attentato a Togliatti diede alla componente cattolica l’occasione per staccarsi e dar vita ad una nuova confederazione, il CISL; seguì poi il distacco anche di repubblicani e socialdemocratici che fondarono la UIL.
Con le elezioni del ‘48 gli elettori italiani non solo scelsero il partito che avrebbe governato il Paese, ma anche un sistema economico e di una collocazione internazionale. Mentre le sinistre si impegnavano in un’impopolare battaglia contro il piano Marshall, Einaudi attuava una manovra economica che aveva come scopi principali la fine dell’inflazione, il ritorno alla stabilità monetaria ed il risanamento del bilancio statale. La manovra si attuò su tre distinti livelli: inasprimenti fiscali e tariffari, svalutazione della lira e restrizione del credito, che limitò la circolazione della moneta e costrinse imprenditori e commercianti a gettare sul mercato le scorte. Il trattato di pace fra l’Italia ed i Paesi alleati fu firmato a Parigi. L’Italia era considerata come Paese sconfitto e come tale doveva pagare le riparazioni di guerra, ridurre le forze armate e rinunciare a tutte le colonie; quest’ultimo punto fu doloroso solo sul versante orientale, occupato dagli jugoslavi nel ‘45, i quali avevano ‘preso’ parte della Venezia Giulia e che rivendicavano Trieste. L’Istria fu data alla Jugoslavia, mentre la fetta di terra di Capodistria e Trieste fu dichiarata Territorio libero, poi diviso in due parti ed occupato sempre dagli jugoslavi e dagli alleati. Solo nel 1975, col trattato di Osimo, l’Italia si riappropriò effettivamente di Trieste.
Per un Paese sconfitto il problema maggiore era quello della scelta di campo fra i due blocchi che si fronteggiavano ora a livello mondiale. La scelta italiana fu fortemente condizionata dall’essere stata zona di occupazione alleata e dall’accettazione del Piano Marshall: alla fine del ‘48 furono gettate le basi per l’ingresso italiano nel Patto Atlantico, nato nel ‘49 , e nella NATO.
I cinque anni della prima legislatura (1948-53) vide la DC puntare sull’alleanza coi partiti laici minori; associò ai suoi governi, sempre presieduti da De Gasperi, rappresentanti del PLI, del PRI e del PSDI. Fu questa la formula del centrismo che vedeva una DC molto forte occupare il centro dello schieramento politico, lasciando fuori della maggioranza sia la sinistra sia l’estrema destra. L’iniziativa più importante del periodo centrista fu la riforma agraria attuata nel ‘50, che fissava norme per l’esproprio ed il frazionamento di una parte delle grandi proprietà terriere. Se lo scopo della riforma era quello di rimuovere una causa di scontento e di protesta sociale l’obbiettivo più a lungo termine stava nell’incrementare la piccola impresa agraria. La riforma tuttavia non servì a bloccare quel fenomeno di migrazione dalle campagne verso le città. Contemporaneamente alla riforma agraria, fu varata un’altra legge, quella della Cassa per il Mezzogiorno, un nuovo ente pubblico che aveva lo scopo di promuovere lo sviluppo economico e civile delle regioni meridionali attraverso il finanziamento statale per le industrie localizzate nelle aree depresse. Seguirono la legge Fanfani sul finanziamento alle case popolari e la Riforma Vanoni, ovvero l’obbligo della dichiarazione annuale dei redditi.
I partiti di sinistra e la CGIL reagirono mobilitando le masse operaie in una serie di scioperi e manifestazioni a cui il Governo rispose intensificando l’uso dei mezzi repressivi. Costretti a fronteggiare sia la destra che la sinistra, De Gasperi ed i suoi alleati tentarono nel ‘53 una modifica dei meccanismi elettorali in senso maggioritario. Il sistema scelto fu quello di assegnare il 65% dei seggi alla Camera a quel gruppo di partiti ‘apparentati’ che ottenesse la metà più uno dei voti. Dal momento che né la sinistra né la destra erano in grado di ottenere tale risultato, il sistema sembrava perfetto per la maggioranza tanto che fu coniata legge truffa. Ma nelle elezioni, la coalizione di governo fu sorprendentemente sconfitta: sia la DC sia i suoi alleati persero voti rispetto al ‘48 mancando l’obbiettivo del 50%..
Fallito, con le elezioni del ‘53, il tentativo di stabilizzare la coalizione centrista attraverso la legge truffa, il Paese cominciava a modernizzarsi e la ripresa economica si consolidava, anche grazie all’adesione al mercato comune europeo, nel 1957. Tuttavia questo fenomeno non si tradusse in una modifica degli equilibri di governo. Dimessosi De Gasperi nel ‘53 in seguito ad un voto contrario della Camera, i successivi governi a guida democristiana continuarono ad appoggiarsi sull’esigua maggioranza quadripartita, rafforzata, in qualche caso da monarchici e neofascisti.
Gli anni della seconda legislatura repubblicana (1953-58) portarono parecchi cambiamenti anche all’interno dei partiti più importanti. Nella DC le elezioni del ‘53 segnarono non solo la sconfitta di De Gasperi, ma anche la progressiva emarginazione del gruppo dirigente e l’emergere della nuova generazione che vedeva le sue ‘stelle’ in Aldo Moro, Taviani e Fanfani. Diventato nel ‘54 segretario della DC, Fanfani cercò di rafforzare il partito collegandolo all’emergente industria di Stato ed in particolare all’ENI di Mattei. Sul piano delle alleanza di governo, la DC non mutò la linea centrista di De Gasperi. Soprattutto, dopo le elezioni presidenziali del ‘55 che videro la vittoria di Gronchi, democristiano di sinistra sostenuto da parte della DC, dai socialisti e dai comunisti, si manifestò la consapevolezza della fragilità della coalizione quadripartita ed una nuova attenzione a quanto stava cambiando nella sinistra, in particolare nel Partito socialista. Già negli anni ‘54-55, il PSI aveva iniziato una cauta revisione della politica, aveva allentato i legami col PCI ed auspicato l’aprirsi di un dialogo con i cattolici. La denuncia dei crimini di Stalin al XX Congresso del Partito comunista e l’invasione sovietica in Ungheria costituirono un trauma per tutti i militanti di sinistra. Ma mentre il PCI si mantenne fedele al modello sovietico, il PSI se ne distacco. Fu lo stesso Nenni a guidare la svolta poi premiata dall’elettorato, dando il via alle premesse politiche per l’apertura a sinistra.
LA GUERRA FREDDA - DA POSTDAM ALLA CADUTA DEL MURO DI BERLINO
Il più importante terreno di scontro del dopoguerra fu la questione della Germani, divisa in quattro zone d’occupazione (americana, inglese, francese e russa). Berlino, che si trovava nella zona di occupazione russa fu anch’essa divisa in quattro blocchi. Saltata ogni possibilità d’intesa coi sovietici, stati Uniti ed Inghilterra integrarono le loro zone d’azione liberalizzando l’economia e rivitalizzandola poi con gli aiuti del Piano Marshall. Di fronte alla nascita di un forte Stato Tedesco occidentale, Stalin reagì con la prova di forza del blocco di Berlino. Nel 1948 l’URSS chiuse gli accessi alla città impedendone il rifornimento, nella speranza di indurre gli occidentali ad abbandonare la zona ovest da loro occupata. La crisi, invece di risolversi con le armi, lo fece senza alcuno scontro militare: gli Americani, infatti, organizzarono un gigantesco ponte aereo per rifornire la città finche nel ‘49 i sovietici si risolsero a togliere il blocco inefficace.
Furono poi unificate tutte e tre le zone occidentali e fu proclamata la Repubblica Federale Tedesca con capitale Bonn. La risposta sovietica fu la creazione di una Repubblica democratica tedesca con capitale Pankow.
La decisione assunta dai nuovi dirigenti ungheresi di rimuovere i controlli e le barriere al confine con l’Austria innescò una serie di reazioni in tutto il mondo comunista. A partire dell’estate ‘89, decine di migliaia di cittadini della Germania orientale abbandonarono il loro Paese per raggiungere la Repubblica Federale tedesca attraverso Ungheria ed Austria. La fuga di massa mise in crisi il regime comunista costringendo alle dimissioni il leader Honecker. Nella notte tra il 9 ed il 10 novembre del 1989 furono riaperti i confini fra le due Germanie con l’abbattimento del muro di Berlino, emblema della Guerra Fredda: grandi masse di cittadini orientali abbandonarono il Paese per raggiungere l’ala occidentale.
LA GERMANIA RIUNIFICATA
Le conseguenze più clamorose del crollo dei regimi comunisti si ebbero in Germania est dove le elezioni del 1990 punirono non solo gli ex comunisti, ma anche i socialdemocratici e gli altri gruppi di sinistra, colpevoli di essere troppo ‘timidi’ di fronte alla prospettiva di un’immediata unificazione tedesca nel segno dell’economia di mercato e della democrazia liberale.
In questa situazione si inserì l’azione del Governo Kohl che riuscì a preparare in pochi mesi l’assorbimento della Germania orientale nelle strutture della Repubblica federale tedesca e a fare accettare al mondo intero, in primis ai sovietici, una Germania unita ed integrata nell’Alleanza Atlantica e nella NATO. I due governi firmarono un trattato per l’unificazione economica e monetaria, poi, il 3 ottobre, dopo che Gorbacev aveva dato il suo assenso, entrò in vigore il vero e proprio trattato di unificazione politica.
LA DECOLONIZZAZIONE
Lo smantellamento del sistema coloniale e l’accesso all’indipendenza dei popoli afroasiatici sono tra i fenomeni più importanti di questo secolo. Il processo di decolonizzazione ricevette la spinta decisiva del secondo conflitto mondiale. Un altro fattore di importanza decisiva fu la pressione congiunta degli Stati Uniti e dei Sovietici per scalzare gli Europei dall’Asia e dall’Africa e quindi per accelerare le liquidazione del vecchio ordine mondiale fondato sull’eurocentrismo. Per volontà americana gli alleati avevano proclamato con la Carta Atlantica del ‘41 il ‘diritto di tutti i popoli a scegliere la forma di governo da cui intendono essere retti’. Il principio di autodeterminazione si impose e l’Europa non poteva sottrarvisi. La Gran Bretagna procedette ad una graduale abdicazione al proprio dominio, preparando i popoli all’indipendenza e cercando di trasformare l’Impero coloniale in una comunità di Nazioni liberamente associate nel Commonwealth. LA Francia invece oppose resistenza armata ai movimenti indipendentisti. Sul piano delle istituzioni politiche, la democrazia parlamentare di tipo europeo si affermò solo in pochi Paesi: il peso della tradizione era diverso e soprattutto l’Europa aveva mostrato ai popoli assoggettati il suo volto autoritario, non quello liberale; difficile quindi che, raggiunta l’indipendenza, questi Paesi volessero mantenere ‘ricordi’ di chi li aveva assoggettati. Il risultato fu perciò la prevalenza di regimi di stampo autoritario, di sistemi a partito unico e di dittature militari.
Il continente asiatico fu il primo a raggiungere l’indipendenza. Il motivo di ciò sta nel carattere relativamente più avanzato dell’organizzazione politica e della struttura sociale del continente rispetto all’Africa. Fra le potenze coloniali fu l’Inghilterra la prima a comprendere la necessità di ridimensionare la sua posizione imperiale, opponendo una resistenza elastica: rinunciò ad Iraq e Transgiordania, quindi all’Egitto, pur restando però, in quest’ultimo caso, ‘controllore’ del Canale di Suez. Il processo di decolonizzazione più drammatico fu senza dubbio quello dell’India, la più importante sul piano economico-strategico delle colonie britanniche. Già nel ‘19 le truppe inglesi repressero con la forza una manifestazione popolare indipendentista. L’anno seguente vide l’affermarsi dell’uomo simbolo dell’indipendenza del Paese, Gandhi, teoretico della lotta basata sulla resistenza passiva, sulla non violenza e sul rifiuto di qualsiasi collaborazione con i dominatori. Già nel ‘21 i risultati si vedevano: il popolo indiano otteneva spazio politico con l’elezione di propri organismi rappresentativi e si spianava la lenta strada verso l’indipendenza. Nel ‘41, in piene guerra mondiale, Nehru, collaboratore di Gandhi ottenne per l’India lo status di dominion, che equivaleva all’indipendenza. A guerra finita l’Inghilterra aprì i negoziati per concedere l’indipendenza definitiva, ma mentre Gandhi si batté per uno Stato unitario, i musulmani reclamarono la separazione degli induisti. Gli Inglesi, nel ‘47 concessero l’indipendenza all’Unione indiana a maggioranza indù, ed al Pakistan musulmano, creato alle due estremità orizzontali dell’India. La parte orientale prenderà poi il nome di Bangladesh nel ‘71 dopo la scissione dal Pakistan.
Pesante fu altresì l’indipendenza del Vietnam dai Francesi, parte del territorio sorto dalla dissoluzione dell’impero francese in Indocina. Nel Vietnam i comunisti, sotto la guida di Ho Chi Minh proclamarono nel 1945 la Repubblica democratica del Vietnam, ma i Francesi non la riconobbero e ne rioccuparono la parte meridionale con le armi. Nel 1946 iniziò una lunga guerra fra i Transalpini e le forza indipendentiste del Vietminh. La guerra si concluse solo nel 1954 con gli Accordi di Ginevra che stabilirono il ritiro dei Francesi e la divisione del Vietnam in due Stati: a nord uno comunista, a sud uno filoccidentale.
Anche in Africa il processo di indipendenza non fu indolore, soprattutto nella zona del Maghreb (Marocco, Algeria e Tunisia), anch’essa sotto dominazione francese. I Francesi concessero ‘subito’ l’indipendenza a Marocco e Tunisia in quanto essi avrebbero mantenuto in futuro una posizione filoccidentale.
Più drammatica fu la lotta per la liberazione in Algeria, dove la presenza di oltre un milione di Francesi rendeva rigida la posizione del Governo di Parigi e della stessa opinione pubblica riguardo l’indipendenza. Dopo il successo della rivoluzione nasseriana in Egitto, il movimento nazionalista algerino si radicalizzò e si affermò il Fronte di liberazione nazionale (FLN) guidato da Ben Bella. Comincia così lo scontro che avrebbe portato in crisi la situazione politica della stessa Francia. Lo scontro culminò nel ‘57 con la battaglia di Algeri che durò nove mesi e vide l’intera città araba stringersi attorno ai combattenti del FLN. I Francesi riuscirono a piegare l’insurrezione con la repressione. Nel 1958, i coloni crearono, con l’appoggio dell’esercito, un Comitato di salute pubblica che aveva tutto l’aspetto di preludere ad un colpo di Stato militare in Francia e che portò alla fine della Quarta Repubblica e al ritorno sulla scena politica transalpina di De Gaulle, il quale capì che ormai l’Algeria era perduta. Stabilì così i contatti con l’FLN, stroncò un tentato colpo di Stato militare ad Algeri e reagì alla campagna terroristica in Francia. Nel 1962 il Governo francese ed il governo rivoluzionario, espressione politica del FLN, si accordarono su un progetto di indipendenza del Paese da sottoporre a referendum.
L’INIZIO DEGLI SCONTRI - DALLA GUERRA DI COREA ALLA DESTALINIZZAZIONE
La prova del confronto fra i due blocchi si ebbe nel 1950 in Corea. In base agli accordi, quel Paese era stato diviso in due zone delimitate dal 38° parallelo. Una delle due zone, quella del nord, era governata da un regime comunista, mentre l’altra, quella del sud, presentava l’insediamento di un governo nazionalista appoggiato dagli americani. Nel 1950 le forze nordcoreane, armate dai sovietici, invasero il Sud. Gli Stati Uniti reagirono inviando in Corea un forte contingente di truppe che respinsero i nordcoreani ed oltrepassarono a loro volta il 38° parallelo. A questo punto però fu la Cina di Mao ad intervenire in difesa dai ‘fratelli comunisti’ ed in poche settimane capovolsero le sorti della guerra penetrando nella Corea del Sud. Nel ‘51 Truman accettò di aprire le trattative con i Nordcoreani e nel ‘53 si giunse all’accordo che riportò la situazione alla partenza, ossia la divisione in due del Paese al 38° parallelo.
Con la fine della presidenza Truman nel ‘52 e con la morte di Stalin nel ‘53, la guerra fredda perse i suoi protagonisti ed il confronto cominciò ad assumere nuove forme, forme di accettazione reciproca. Intanto negli U.S., dove stava scomparendo ormai il maccartismo, salì alla presidenza Eisenhower, mentre in Urss si arrivò ad una direzione ‘collegiale’ dal Paese affidata al gruppo erede di Stalin. Ma questo ‘governo di molti’ durò poco tempo perchè il nuovo leader del Pcus, Nikita Kruscev si impose facilmente come leader indiscusso del Paese; uomo molto diverso caratterialmente da Stalin, Kruscev si fece promotore di alcune significative aperture sia in politica estera che in politica interna: il Trattato di Vienna e l’incontro di Ginevra coi leaders occidentali, ma anche la clamorosa riconciliazione con la Jugoslavia di Tito e lo scioglimento del Cominform nel ‘55. In politica interna, il comando di Kruscev coincise con la fine della ‘grandi purghe’ e comportò un rilancio dell’agricoltura ed una maggiore attenzione alle condizioni di vita dei cittadini. Per rendere irreversibile la svolta, Kruscev non esitò a compiere l’operazione più traumatica di tutta la storia sovietica: demolì la figura di Stalin attraverso una sistematica denuncia dei crimini commessi in Unione Sovietica da Stalin in un rapporto al XX congresso del Pcus del ‘56.
Il Rapporto Kruscev ebbe effetti traumatizzanti in tutto il mondo comunista ma le conseguenze più esplosive della destalinizzazione si ebbero nell’Europa dell’Est, in particolare in Polonia ed in Ungheria: il rapporto Kruscev fece nascere i primi sogni che l’egemonia sovietica sui satelliti potesse essere cancellata.
In Polonia furono gli operai, con l’appoggio della Chiasa cattolica, a dar vita ad una serie di agitazioni culminate nel grande sciopero di Poznan. Lo sciopero fu stroncato con l’intervento delle truppe sovietiche, ma le agitazioni continuarono e così, piuttosto che continuare a reprimere nel sangue la popolazione, i dirigenti sovietici preferirono operare un ricambio ai vertici del partito e del governo polacco favorendo una politica di cauta liberalizzazione e di parziale riconciliazione con la Chiesa, impegnandosi per contro a non mettere in discussione l’alleanza con l’Urss e l’appartenenza al campo socialista. In Ungheria gli avvenimenti seguirono un corso analogo, inizialmente, a qielli polacchi. Le proteste sfociarono in una vera e propria insurrezione e si formarono dei consigli operai. A capo del governo fu chiamato Nagy, comunista liberale, già espulso dal partito. Le truppe sovietiche decisero di far rientrare l’esercito e questo aprì spazi alle forze antisovietiche che portarono i comunisti a perdere il potere nel Paese. Ma quando Nagy annunciò l’uscita dell’Ungheria dal Patto di Varsavia, i reparti armati dell’Armata rossa occuparono con la forza Budapest; Nagy fu fucilato. Questo avvenimento portò sdegno e proteste in occidente e non poche crisi di coscienza fra i comunisti di tutto il mondo.
I NON ALLINEATI
I Paesi di nuova indipendenza, guidati dalla Jugoslavia di Tito, si affacciarono sulla scena internazionale al di là delle competizioni fra Est ed Ovest: la parola d’ordine diventò così quella del ‘non allineamento’. Per impulso dell’India di Nehru, dell’Egitto di Nasser e della Jugoslavia di Tito, questa parola d’ordine divenne la principale piattaforma politica comune di quello che veniva emergendo come un Terzo Mondo.
La consecrazione ufficiale di questo indirizzo si ebbe nell’aprile 1955 con la conferenza di Bandung, in Indonesia, che proclamò l’eguagliana fra tutte le nazioni e segnò non solo l’atto di nascita dei non allineati, ma anche l’affermazione del Terzo Mondo sulla scena mondiale.
GLI ANNI ‘60 - CRISI DEI MISSILI A CUBA E DISTENSIONE
Nel 1960, scaduto il secondo mandato di Eisenhower, il candidato democratico John Fitzgerald Kenndy salì alla presidenza degli Stati Uniti. In politica interna ci fu un incremento della spesa pubblica ed il tentativo di imporre l’integrazione razziale, mantre in politica estera la presidenza Kennedy fu caratterizzata da una linea ambivalente. Il primo incontro con Kruscev a Vienna nel 1961 dedcato al problema di Berlino Ovest si risolse in un fallimento. Gli Stati Uniti riaffermarono il loro impegno nella difesa della città tedesca, mentre i Sovietici risposero innalzando un muro che separava le due parti della città, il muro di Berlino, simbolo della divisione della Germania e della Guerra Fredda.
Ma il confronto più drammatico fra le due superpotenze ebbe per teatro l’America Latina. Kennedy tentò di soffocare il regime socialista a Cuba boicottandola economicamente ed appoggiando i gruppi anticastristi che tentarono, nel 1961, una spedizione armata nell’isola. Sbarcati nella Baia dei porci, la spedizione si risolse in un fallimento. Nella tensione si inserì l’Unione Sovietica che non solo offrì ai cubani assistena economica e militare, ma iniziò l’installazione nell’isola di alcune basi di lancio per missili nucleari a corto raggio. Quando nel 1962 le basi furono scoperte da aerei-spia americani Kennedy ordinò il blocco navale attorno a Cuba ed alla fine Kruscev dovette cedere ed acconsentì a smantellare le basi missilistiche in cambio dell’impegno americano ad astenersi da azioni militari contro Cuba. Il compromesso su Cuba aprì la strada ad una nuovo fase di distensione; nel 9163 Usa ed Urss si accordarono per l’installazione di una linea diretta telefonica fra Casa Bianca e Cremlino, la linea rossa, che serviva a scongiurare il pericolo di una guerra ‘per errore’. Ucciso nel 1964 a Dallas, Kennedy fu sostituito da Jonhson.
LA GUERRA DEL VIETNAM E LA PRIMAVERA DI PRAGA ‘68
La guerra che si combatte fra il ‘64 ed il ‘75 nel Vietnam rappresentò uno degli strascichi più drammatici fra gli USA ed il mondo comunista.
Gli accordi di Ginevra del 1954 avevano diviso il Vietnam in due repubbliche: quella del Nord era retta dei comunisti, quella del Sud era governata, invece, da un regime semidattatoriale appoggiato dagli Americani. Contro il governo del Sud si sviluppò un movimento di guerriglia, il Vietcong, guidato dai comunisti e sostenuto dallo Stato nordvietnamita. Preoccupati per la situazione, gli Stati Uniti inviarono nel Vietnam del Sud un grande contingente di uomini e mezzi. Nel ‘65, senza una dichiarazione di guerra ufficiale, ebbe inizio una serie di violenti bombardamenti aerei contro il territorio vietnamita del nord. Il conflitto vietnamita apparve a larghi settori dell’opinione pubblica come una guerra fondamentalmente ingiusta, contraria alle tradizioni della democrazia amaricana. La svolta della guerra si ebbe a partire dal ‘68 quando i vietcong lanciarono contro le principali città del sud una grande offensiva, detta del Tet. Lo stesso anno Johnson decise la sospensione dei bombardamentied annunciò la sua intenzione di non ripresentarsi alle elezioni di quell’anno. Il successore di Johnson, il repubblicano Nixon, avviò negoziati ufficiali con il Vietnam del Nord e con il governo rivoluzionario provvisorio, espressione politica del Vietcong. Solo nel 1973 Americani e nordvietnamiti firmarono a Parigi un armistizio che prevedeva il graduale ritiro delle forze statunitensi.
Dopo il ritiro americano la guerra continuò per altri due anni, fino a che, nel 1975 i vietcong e le truppe nordvietnamite si impossessarono del Sud del Vietnam. Gli Stati Uniti dovettero registrare la prima grave sconfitta di tutta la loro storia.
Dopo Kruscev , così come era accaduto dopo la morte di Stalin, l’Unione Sovietica fu retta da una direzione collegiale formata da ex del leader: Breznev divenne segretario del Pcus e mutò profondamente lo stile della politica krisceviana. In politica estera assunse un atteggiamento più deciso di riarmo che assorbì quote crescenti del bilancio, a scapito del tenore di vita dei cittadini. Si mostrò intransigente nei confronti del più ampio esperimento di liberalizzazione del blocco sovietico: quello avviato in Cecoslovacchia nel ‘68 e culminato nella cosiddetta primavera di Praga. Tutto cominciò quando il segretario del partito Novotny fu rimosso e sostituito da Dubcek. La Cecoslovacchia visse una stagione di radicale rinnovamento politico che parve dar corpo all’ideale di un socialismo dal volto umano. A differenza però del moto ungherese, l’esperienza cecoslovacca fu sempre saldamente guidata dai comunisti e non mise mai in discussione la collocazione del Paese nel sistema di alleanza sovietico. I Sovietici tentarono invano di indurre i dirigenti di Praga a bloccare il processo di liberalizzazione fino a quando nel ‘68, truppe dell’Urss e di altri Paesi del Patto di Varsavia occuparono la capitale ceca e formarono un governo filosovietico. In una fabbrica di Praga si tenne un congresso clandestino del Partito comunista che riaffermò la sua fiducia a Dubcek. I Sovietici costrnsero, per via della situazione ‘imbarazzante’, Dubcek e gli altri dirigenti a lui legati a riprendere il loro posto ma sotto il controllo sovietico che riuscirono ad imporre un rovesciamento di consensi e dei rapporti nel partito, rimuovendo ‘legalmente’ Dubcek. Con la repressione della ‘primavera di Praga’ l’Unione Sovietica registrò un’altra brutta figura agli occhi del mondo.
DAL 1958 AL ‘68 - DAL BOOM ECONOMICO ALL’AUTUNNO CALDO
Fra il 1958 ed il 1963 giunse al culmine il processo di crescita economica iniziato dal 1950. Furono questi gli anni del miracolo economico. Molti erano i fattori che avevano promosso il miracolo: la congiuntura internazionale favorevole, la politica di libero scambio sancita dall’adesione alla CEE, la modesta entità del prelievo fiscale e soprattutto lo scarto che si venne a creare fra l’aumento della produttività ed il basso livello dei salari.. Fu dunque questo il periodo in cui l’Italia divenne un Paese pienamente industriale. La crescita dei consumi fu resa possibile dall’aumento generalizzato delle retribuzioni che si verificò a partire dalla fine degli anni ‘50. Il calo della disoccupazione, conseguenza dello sviluppo economico, accrebbe la capacità dei lavoratori di ottenere notevoli miglioramenti salariali. Questi aumenti ebbero però l’effetto di ridurre i margini di profitto e di mettere in moto un processo inflazionistico. Così, nel 1963-64 il miracolo italiano subì una battuta d’arresto. Gli investimenti si ridussero drasticamente e lo sviluppò subì una brusca frenata.
In coincidenza col boom industriale, la società italiana subì una serie di profonde trasformazioni; col miracolo economico l’Italia si lasciò alle spalle le strutture ed i valori della società contadina ed entrò nella civiltà dei consumi. Il fenomeno più importante di questi anni fu il massiccio esodo dal Sud al Nord del Paese e dalle campagne verso le città.
Le grandi migrazioni interne e la rapida urbanizzazione erano indubbiamente il segno di un progresso economico del Paese, ma l’espansione delle città avvenne in forme caotiche, senza un adeguato intervento dei poteri pubblici. I due simboli più emblematici di questo progresso furono sicuramente la televisione e l’automobile.
I mutamenti economici e sociali suscitati dal miracolo italiano si accompagnarono all’inizio degli anni ‘60, all’allargamento delle basi del sistema politico, attraverso l’ingresso dei socialisti nell’area di governo. La svolta maturò in seguito ad una serie di avvenimenti drammatici. Nel 1960 il democristiano Tambroni, non riuscendo a trovare l’accordo con socialdemocratici e repubblicani formò ugualmente un governo monocolore con l’appoggio del MSI. Tambroni fu costretto a dimettersi dalla stessa DC. Con lui cadde ogni ipotesi di un governo appoggiato dall’estrema destra. Fu formato un nuovo governo monocolore presieduto da Fanfani, che ottenne però l’astensione in Parlamento dei socialisti, dando così il via alla stagione politica del centrosinistra. La nuova alleanza fu sancita dal congresso della DC nel ‘62 grazie ad Aldo Moro. Un nuovo governo Fanfani proprio del ‘62 era composto da DC, PRI e PSDI e si presentò con un programma concordato col PSI. Fu in questa fase che il centrosinistra ottenne i risultati migliori: la nazionalizzazione dell’industria elettrica fu portata a compimento nel ‘62 con la creazione dell’ENEL, mentre nel ‘63 fu approvata la legge che istituiva la scuola media unica, abolendo così gli istituti di avviamento professionale.
I contrasti nella maggioranza furono esasperati dall’esito delle elezioni dell’aprile del ‘63: perdita di voti della DC e del PSI, successo di liberali (contrari all’apertura a sinistra) e rafforzamento dei comunisti. Si faceva sempre sentire il peso delle forze ostili al centrosinistra che, oltre alla destra economica, contavano anche le alte gerarchie militari, tanto che nel ‘64 si diffusero le voci di un possibile colpo di Stato promosso dal generale De Lorenzo, capo dei servizi segreti delle forze armate.
La fine degli anni ‘60 fu caratterizzata da una radicalizzazione dello scontro sociale che ebbe come protagonisti gli studenti, poi la classe operaia. La mobilitazione degli studenti universitari portò all’occupazione di numerose facoltà, a grandi manifestazioni di piazza e a frequenti scontri con le forze dell’ordine. Sei in mezzo mondo le ragioni della lotta erano l’anti-imperialismo, la protesta contro la guerra del Vietnam e l’avversione alla civiltà dei consumi, in Italia assunse una forte ideologizzazione in senso marxista e rivoluzionario antocapitalistico. A partire dall’autunno del ‘68 il movimento studentesco individuò il suo interlocutore privilegiato nella classe operaia.
Nuovi gruppi politici nacquero fra il ‘68 ed il ‘70 sull’onda del movimento studentesco e furono chiamati partiti extraparlamentari: Potere operaio, Lotta continua e Avanguardia operaia. Anche per l’influenza della contestazione giovanile, questi conflitti si caratterizzarono per l’elevato grado di partecipazione e per la radicalità delle richieste; le tre maggiori organizzazioni sindacali (CGIL, CISL, UIL) riuscirono a prendere in mano la direzione delle lotte. Questo impegno comune nelle lotte d’autunno servì anche a riavvicinare le tre confederazioni sindacali. Tuttavia l’unico risultato di rilievo nel campo dell’istruzione fu la liberalizzazione degli accessi alle facoltà universitarie. Furono poi varate alcune leggi come lo Statuto dei lavoratori, l’Istituzione delle regioni (1970) e nonostante l’opposizione della DC fu approvata la legge Fortuna che introduceva in Italia la legge del divorzio.
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