Rivoluzione inglese

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Rivoluzione inglese

La rivoluzione inglese

Cronologia dei “sovrani” inglesi

1603

Muore Elisabetta I, ultima dei Tudor

1603-1625

Giacomo I Stuart

1625-1649

Carlo I Stuart (messo a morte dal Parlamento)

1649-1660

Repubblica: Cromwell

1660-1685

Carlo II Stuart

1685-1688

Giacomo II Stuart (dichiarato decaduto)

1688- 1702

Guglielmo III d’Orange e Maria Stuart (figlia di Giacomo II)

Tra l’avvento della monarchia Tudor (vedi guerra delle Due rose) e la morte di Elisabetta I (1603) l’Inghilterra avviò un processo di trasformazione sia dell’economia che della struttura sociale.

Classi sociali inglesi

  • Indebolimento dei Lords (grande aristocrazia titolata)
    • Aumento del loro numero
    • Penalizzati dalla vendita delle cariche pubbliche
    • Perdita di molte funzioni militari e giudiziarie
  • Sviluppo e crescita della gentry (piccola e media nobiltà, la classe media delle campagne inglesi), cresciuta soprattutto grazie alla vendita di terre promossa dallo Stato. Si tratta comunque di una classe sociale molto variegata (ci sono famiglie molto ricche e famiglie povere), intermedia tra i Lords e i contadini. Siedono anch’essi in Parlamento, nella Camera dei Comuni.
  • Yeomen (piccoli proprietari e coltivatori diretti)
  • Contadini e braccianti al servizio delle altre classi

Approfondimenti

Classi, ceti, ordini…
Gli uomini non godevano tutti degli stessi diritti, ma c’era chi godeva di determinati privilegi. La legge stessa stabiliva questi privilegi, sicché non possiamo dire che la società di allora fosse divisa in classi, piuttosto in ordini (detti anche ceti o stati).

  • CLASSE à l’insieme degli individui che condividono una medesima situazione economica
  • ORDINE à L’insieme degli individui che godono degli stessi diritti (si appartiene a un ordine per motivi giuridici: nello stesso ordine possono starci persone di ricchezza assai diversa). Sinonimo di ordine è STATO (in riferimento allo statuto, l’atto giuridico che elenca i privilegi e gli obblighi di ciascun ordine)
  • CETO à Nelle società di antico regime, ceto è sinonimo di ordine. Successivamente per ceto si intenderà l’insieme delle persone che condividono stile di vita, modelli culturali, livelli di reddito e di istruzione


Il Parlamento inglese
In Inghilterra il re non può promulgare nuove leggi né imporre nuove tasse senza l’accordo del Parlamento.
Il Parlamento inglese era tradizionalmente diviso in due Camere:

  • la Camera dei Lords (dove appunto sedevano i Lords, e in particolare i primogeniti delle più importanti famiglie aristocratiche e i prelati della Chiesa anglicana)
  • la Camera dei Comuni (dove sedevano gli esponenti della piccola e media nobiltà)

Le questioni religiose

In Inghilterra ci sono profondi contrasti religiosi.

  • Chiesa di Stato anglicana, con struttura di tipo episcopalista (potere religioso e disciplinare dei vescovi nelle loro diocesi: il potere politico, attraverso i vescovi, esercitava un forte controllo sociale). E’ dunque una Chiesa guidata dai vescovi e controllata dal re.
  • Cattolici
  • Calvinisti, chiamati con disprezzo “puritani” (volontà di purificare la società inglese da ogni residuo di influenza romana). I puritani si dividono in:
    • Presbiteriani: volevano una Chiesa di Stato di tipo calvinista guidata e controllata dai membri più autorevoli
    • Congregazionalisti: sono più radicali ancora, e vogliono una Chiesa completamente separata da ogni ingerenza statale
  • Accanto a questi filoni principali ci sono anche diversi altri movimenti religiosi, come quelli dei battisti e dei quaccheri

Il regno di Giacomo I (1603-1625)

Nel 1603 muore Elisabetta I Tudor, senza eredi.
Il trono inglese passa così nelle mani del re di Scozia, Giacomo I Stuart. Inghilterra (anglicana), Irlanda (cattolica) e Scozia (calvinista) si trovano così sotto un unico sovrano.
Giacomo I:

  • cerca di unificare giuridicamente e religiosamente i tre regni di Scozia, Irlanda e Inghilterra (appoggiando la Chiesa anglicana, che gli permetteva, grazie ai vescovi, di controllare il territorio.
    • ciò provoca l’opposizione popolare
  • Cerca di concentrare il potere di governo nelle proprie mani, proponendo una politica assolutistica (in Inghilterra era consuetudine che il re non potesse imporre nuove tasse né promulgare nuove leggi senza l’accordo del Parlamento)
    • ciò provoca lo scontro con il Parlamento

Carlo I (1625-1649)

L’Inghilterra stava affrontando una guerra contro la Spagna ed intervenne anche in aiuto degli ugonotti francesi: ma per finanziare una guerra ci vuole denaro e il Parlamento si rifiutò di concederlo a meno che Carlo I, il nuovo sovrano, non avesse abbandonato la politica assolutistica del padre.
Dopo che la guerra in Francia si fu risolta con un fallimento, il Parlamento votò la Petizione dei Diritti (1628), un documento in difesa dei diritti dei cittadini e delle Camere. Si affermava:

  • l’inviolabilità della libertà della persona e del domicilio dei cittadini
  • che il sovrano non poteva esigere alcun tributo senza l’approvazione delle Camere

Come reagì Carlo I? Con lo scioglimento del Parlamento.
Quindi dovette cercare finanziamenti altrove, ad esempio vendendo titoli nobiliari o ricorrendo ad antiche tasse che il Parlamento non controllava (come la ship-money).
Inoltre prese una decisione impopolare, nominando guida della Chiesa anglicana Laud, uno dei suoi sostenitori alla Camera dei Lords. E quando Carlo I cercò di imporre la sua politica religiosa alla Chiesa scozzese, la Scozia insorse, battendolo con le armi.

Quindi:

  • l’Inghilterra è in guerra con la Spagna e in Francia: il re ha bisogno di denaro
  • il Parlamento non glielo concede e nel 1628 emana la Petizione dei diritti
  • Carlo I scioglie il Parlamento e cerca di finanziarsi come può (ship-money, vendita delle cariche)
  • Insorge la Scozia contro la politica religiosa di Carlo I

Siamo nel 1640, la Scozia, lo abbiamo visto, è insorta. Carlo I ha necessità immediata di finanziamenti e deve convocare il Parlamento. Ma il Parlamento non è per nulla accomodante: vuole l’abolizione della ship-money e la piena conferma dei diritti delle Camere.
A Carlo I non restò che sciogliere subito il Parlamento (“Corto Parlamento”).
Ma la rivolta scozzese non si fermò e Carlo I fu costretto a riconvocare il Parlamento: si tratta del cosiddetto “Lungo Parlamento”, in quanto durò fino al 1653.
Il “Lungo Parlamento”:

  • decretò la fine delle persecuzioni religiose
  • attaccò la politica assolutistica del re (chiedendo l’abolizione dei tribunali speciali, ribadendo il divieto di imporre nuovi tributi non approvati dal Parlamento)

Nel 1641 insorsero i cattolici irlandesi. Carlo I chiese al Parlamento la creazione di un esercito più forte: ma un esercito molto potente nelle mani del sovrano faceva paura al Parlamento. Così le Camere approvarono la cosiddetta “Grande rimostranza”, in cui si chiedeva:

  • il controllo sulle truppe
  • il controllo sulla nomina e la revoca dei ministri

Carlo I abbandonò Londra preparandosi a un’azione di forza contro il Parlamento: era l’inizio della GUERRA CIVILE.

La guerra civile

Inizialmente ebbe la meglio Carlo I. Poi il Parlamento affidò il suo esercito a un esponente della gentry, Oliver Cromwell. Sotto di lui, che riorganizzò l’esercito, il parlamento costrinse il re a consegnarsi (1646).
Ma lo schieramento antimonarchico si divise:

  • i puritani volevano smantellare il potere regio
  • i parlamentari moderati si volevano accordare con Carlo I (per timore che si andasse verso soluzioni troppo eversive e popolari)

Emerse anche la richiesta di un suffragio universale: ad esso erano, ad esempio, favorevoli i “livellatori” che volevano:

  • diritto di voto a tutti i cittadini maschi e liberi
  • riduzione dei poteri del sovrano
  • separazione tra Stato e Chiesa
  • cancellazione di tutte le tasse ingiuste

Nacque anche il movimento degli “zappatori”, così chiamati perché occupavano e coltivavano le terre lasciate incolte dai proprietari nobili: essi volevano l’abolizione dei diritti di proprietà sulle campagne e la condivisione dei beni tra tutti gli uomini.

Cromwell schiacciò l’agitazione radicale nelle file dell’esercito e lo condusse contro gli scozzesi che Carlo I era riuscito a mettere dalla sua parte: il sovrano venne arrestato, il Parlamento epurato da tutti coloro che volevano un accordo con il monarca.
Il “Parlamento tronco” fece poi processare il re, che venne condannato a morte: il 30 gennaio 1649 Carlo I fu così decapitato. Venne contestualmente proclamata la Repubblica unita di Inghilterra, Irlanda e Scozia (o Commonwealth).

La dittatura di Cromwell

Per un certo periodo, dunque, l’Inghilterra non ebbe alcun re: a governare fu Cromwell stesso, nominato Lord protettore. La sua, vista anche la situazione delicata, fu più che altro una dittatura militare, basata sulla sua forte personalità e sulle sue capacità. Una volta morto, il figlio Richard, nominato suo successore, non riuscì a mantenere le redini del Paese.
Si arrivò così alla restaurazione della monarchia. Un nuovo Parlamento dichiarò che il governo era formato: 1) dal re; 2) dalla Camera dei Lords e da quella dei Comuni. Inoltre approvò una mozione per invitare Carlo II (figlio di Carlo I) a rientrare in patria dal suo esilio.

Il ritorno degli Stuart

Ma i rapporti tra monarchia e Parlamento rimasero tesi. E scoppiarono di nuovo definitivamente quando il trono passò al fratello di Carlo II, Giacomo II (1685-88), cresciuto in Francia e educato al cattolicesimo. Giacomo infatti mise in atto una politica antiprotestante, volta a restaurare la religione cattolica in Inghilterra.
E quando Giacomo ebbe un erede maschio (si profilava dunque una dinastia cattolica in Inghilterra…) il Parlamento decise di offrire la corona a Guglielmo d’Orange, sposo di Maria Stuart, figlia protestante di Giacomo II.
Nelle discussioni che ci furono il Parlamento si divise in due schieramenti, in due partiti (una grande novità, nella politica europea):

  • i whigs, filoparlamentari
  • i tories, difensori delle prerogative regie, della Camera dei Lords e della Chiesa anglicana

Ancora oggi si indicano con questi termini i liberali e i conservatori inglesi.

La Gloriosa Rivoluzione

Guglielmo d’Orange, dietro cui stava tutta la potenza dei mercanti olandesi e quella della Lega di Augusta, sbarcò in Inghilterra nel 1688, costringendo Giacomo II alla fuga.
Il Parlamento riconobbe Gugliemo e Maria come legittimi sovrani: Guglielmo per volontà della nazione (come chiedevano i Whigs) e Maria in virtù del diritto dinastico e divino (come chiedevano i Tories).
Inoltre, nel 1689, emanò la “Dichiarazione dei diritti” che:

  • fissava l’indipendenza dell’assemblea rappresentativa e confermava l’autorità del Parlamento nell’approvazione delle leggi e nell’imposizione delle tasse
  • dichiarava che mantenere un esercito stanziale in tempo di pace era illegale
  • affermava che i diritti personali dei cittadini (parola, stampa, espressione politica) erano inviolabili
  • imponeva al re la convocazione triennale obbligatoria del Parlamento

Nasceva così la monarchia parlamentare inglese.

Da sapere (argomenti essenziali):

  • Quali era la situazione religiosa nei tre regni inglesi
  • Quale era la situazione sociale (Lords, gentry, yeomen, braccianti)
  • Come era composto il Parlamento e quali prerogative aveva
  • I motivi di discussione tra Carlo I e Parlamento; Corto e Lungo Parlamento
  • Chi fu e quale ruolo ebbe Cromwell
  • Il significato di whigs e tories
  • I motivi che portarono alla Gloriosa rivoluzione e le conseguenze di essa; la Dichiarazione dei diritti

 

Fonte: http://www.sdstoriafilosofia.it/download/2015%20IVB/03%20La%20rivoluzione%20inglese.docx

Sito web da visitare: http://www.sdstoriafilosofia.it

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