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LA RIVOLUZIONE BOLSCEVICA RUSSA
La crisi in Russia nel 1917
Nel 1917 in Russia, a causa della seconda guerra mondiale, si vive un periodo di crisi che porterà molte categorie popolari a rivoltarsi contro lo stato. Rendendosi conto dell’ostilità della maggior parte della popolazione lo zar Nicola II abdicò. Si creò un nuovo governo di tipo repubblicano. Tuttavia il nuovo governo non accontentò la popolazione perché continuò la guerra.
Lenin e la rivoluzione di ottobre (1917)
Il malcontento popolare sfociò ben presto in una rivoluzione. A capo del movimento rivoluzionario stava Lenin. Nella notte tra il 24 e il25 0ttobre 1917 i rivoluzionari occuparono la sede del governo, le banche e le stazioni ferroviarie. Il governo provvisorio non oppose resistenza e la rivoluzione si concluse senza spargimento di sangue.
Lenin forma un nuovo governo ( Consiglio dei Commissari del popolo).
Un ruolo importante nel governo rivoluzionario assunsero i SOVIET ai quali si faceva riferimento nel prendere decisioni importanti.
Soviet: erano consigli di delegati eletti direttamente sui luoghi di lavoro:
Il nuovo governo rivoluzionario guidato da Lenin adottò i seguenti provvedimenti:
Ad un certo punto i sostenitori del vecchio governo insorgono contro il governo rivoluzionario: si arriva alla guerra civile. Dopo una sanguinosa repressione i rivoluzionari, grazie anche all’aiuto dei contadini che avevano paura di perdere le terre se il governo di Lenin fosse stato sconfitto, vinsero la guerra. In quel periodo furono prese delle iniziative economiche che prendono il nome di comunismo di guerra (grano e merci vennero requisiti per approvvigionare i soldati e la popolazione delle città).
Il governo russo aveva bisogno di farsi riconoscere dagli altri governi e instaurare con essi rapporti politici ed economici. Per questo non doveva presentarsi più come un governo rivoluzionario ma come un governo legittimo.
Così nel 1922 nasce l’URSS composta da 15 repubbliche sovietiche (Ucraina, Georgi, Bielorussia, Armenia, etc…)
L’URSS era uno stato federale in quanto ogni repubblica aveva una sua autonomia interna. Tuttavia le decisioni più importanti venivano prese dal governo centrale che aveva sede a Mosca.
Alla morte di Lenin salì al potere Stalin dopo aver sconfitto il suo rivale Trockij. Stalin governò come un vero e proprio dittatore infatti accentrò tutto il potere nelle sue mani e fece uccidere o allontanare tutti i suoi oppositori. Tutti i mezzi di comunicazione venivano controllati da lui e dovevano esaltare la sua persona come se fosse un Dio onnipotente.
In campo economico si adoperò per rendere la Russia una grande potenza industriale. Per fare questo pero sfrutto soprattutto le persone più umili:operai e contadini.
Gli operai infatti erano costretti a lavorare per molte ore al giorno e percepivano un salario bassissimo. Fu introdotto il sistema a cottimo: la retribuzione, cioè dipendeva dalla quantità di produzione che ciascuno riusciva a realizzare.
Anche i contadini furono sfruttati, infatti, erano costretti a lavorare la terra che non era di loro proprietà ma di proprietà dello stato (collettivizzazione delle terre) il quale decideva cosa produrre, quanto produrre, cosa vendere e a che prezzo vendere. Tutti i contadini che si ribellavano venivano deportati in campi di lavoro forzato o addirittura venivano sterminati.
Fonte: http://tecnologiaedidattica.myblog.it/media/02/01/3848656732.doc
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