Russia Sovietica

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UNIONE SOVIETICA E ASCESA DI STALIN (cenni)

Com'è la situazione della Russia (URSS=Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche) al termine della guerra civile combattuta tra i rivoluzionari bolscevichi e le cosiddette “guardie bianche”(=ex-ufficili dell'esercito zarista che combattevano contro i boscevichi)?: è quella di un ENORME PAESE CON ECONOMIA ARRETRATA, BASATA ANCORA SOPRATTUTTO SULL'AGRICOLTURA. Subito dopo la rivoluzione d'ottobre (1917), negli anni 20, Lenin, a capo del paese, impone un “comunismo di guerra” (=requisizioni forzate di grano ai contadini e abolizione della proprietà privata di tutti i beni del paese).
La risposta è  una forte protesta e conflitti sociali interni, specialmente a danno dei contadini che sono LA MAGGIORANZA DELLA POPOLAZIONE, e l'isolamento internazionale del paese .
QUINDI, Lenin decide di cambiare almeno momentaneamente strategia, e introduce la NEP= Nuova politica economica (1921): i contadini possono anche vendere le loro ECCEDENZE (=ciò che avanza); così viene introdotta per una piccola parte l'ECONOMIA DI MERCATO, per ridare fiato all’iniziativa individuale e alla libertà economica(vedi p. 127).
I risultati sono positivi: l’economia cresce,  sia nell'agricoltura che nell'industria.
MA: c'è il problema che nasce nella società una differenziazione sociale: cresce la classe dei KULAKI= contadini piu' ricchi,  e dei piccoli imprenditori e commercianti.
Altro grande problema: la Russia deve INDUSTRIALIZZARSI, per essere importante in Europa e nel mondo.Nel partito ci sono 2 idee prevalenti su come si debba fare: a) industrializzare la Russia attraverso una trasformazione graduale, per non perdere il consenso dei contadini (Bucharin), secondo la linea della NEP; b) contro la NEP, scegliere la via dell'industrializzazione accelerata (Trockij), trasferendo massicciamente risorse(=capitali, beni, forza-lavoro) dall’agricoltura all’industria, sfruttando materie prime e forza-lavoro.
Nel paese, in questi anni, il regime politico è rigido e autoritario, anche negli anni della NEP, gestito saldamente dal partito, che non sopporta  alcuna forma di dissenso
Nel 1924 muore Lenin, padre della rivoluzione e capo del partito. Si apre una lotta per la successione al potere.  Già prima della sua morte, si erano affermati Stalin e Trockij; quest’ultimo sostiene la linea della “rivoluzione permanente”, cioè in continuo sviluppo anche fuori dai confini del paese, mentre Stalin sostiene quella della “rivoluzione in un solo paese”, cioè dice che si deve pensare prima di tutto all'interesse dell'URSS e della rivoluzione.  (vedi p. 128). Nelle lotte interne al partito, il partito  si schiera con Stalin contro Bucharin da una parte e Trockij dall’altra.Trockij  viene mandato in esilio  e poi, anni più tardi, ucciso. Stalin si stabilsce a capo  del partito.
Nel 1927 c'è una grave  crisi degli ammassi di grano(=i contadini non danno allo stato la quantità di granop prestabilita), e così Stalin decide di intraprendere la “collettivizzazione forzata” delle terre (anni 30), per sostenere l'industrializzazione del paese. Inizia così una guerra dello stato contro i contadini, visti come il principale nemico e ostacolo alla modernizzazione del paese.

  1. Nascono i  kolchoz e sovchoz (fattorie cooperative o di proprietà dello stato, comunque sempre nelle mani dello stato). C'è quindi lo scontro inevitabile con i contadini, che si ribellano in ogni modo, anche uccidendo il bestiame piuttosto che consegnarlo ai funzionari dello stato-partito. Stalin usa  il terrore verso i kulaki (=contadini ricchi, ma bastava possedere pocho più degli altri per esserlo): confisca (=porta via) i loro beni, li deporta in Siberia se osano ribellarsi. In realtà finisce per colpire i contadini in genere, e non solo i kulaki.
  2. I risultati economici sono un disastro. Diminuisce enormemente la produzione di grano e il patrimonio zootecnico (= degli animali come bovini, ecc...). Ci sono fame e miseria nelle campagne, costrette a versare tutto ciò che hanno allo stato per rispettare gli obiettivi di produzione. Lo stato è costretto a legare i contadini ai kolchoz, per impedire che fuggano, e a lasciare ai contadini la libertà di coltivare piccoli appezzamenti di terra in proprio.
  3. Con questo sacrificio altissimo delle campagne, comincia l'industrializzazione accelerata del paese: viene introdotta la PIANIFICAZIONE integrale dell’economia, (diretta dal Gosplan) attraverso i “piani quinquennali” (il primo dal 28 al 33, il secondo 33-38), gestiti dallo stato attraverso i suoi funzionari: lo stato decide cosa si deve produrre, quanto, con quali prezzi, insomma TUTTO quello che riguarda l'economia di 5 anni in 5 anni. Viene imposto al paese uno sforzo gigantesco, che porta in pochi anni l’URSS a divenire grande potenza industriale, seconda solo a USA e Germania. Però  i costi pagati dalla popolazione specie contadina sono ENORMI . Il lavoro operaio viene militarizzato, sostenuto dalla propaganda. Viene privilegiata solo l’industria pesante, e non quella di consumo: la popolazione ha un  tenore di vita bassissimo(= non può comprarsi nulla, non vede migliorare la sua vita, i salari sono bassissimi). Però c'è uno sviluppo dell’alfabetizzazione notevolissimo, perché tutti vengono mandati a scuola per poter lavorare in modo qualificato. Molti sono i difetti di questo sistema, perchè c'è  una burocrazia(= lo stato deve controllare tutto finon ai minimi dettagli) gigantesca e i tecnici e lavoratori specializzati di classe borghese sono allontanati, si preferisce mandare avanti gli operai; vengono formati nuovi quadri(=impiegati, amministratori, ecc...) di classe sociale popolare attraverso un’istruzione accelerata. Rapidissima è l'urbanizzazione (tutti vanno a vivere nelle città), con conseguenze negative.
  4. Il totalitarismo di Stalin è  centrato nel PARTITO-STATO. Sono creati strumenti per inquadrare la popolazione e furono propagandati gli obiettivi del socialismo. C'è un'enorme burocratizzazione della vita, che favorisce la corruzione e la difesa di piccoli o grandi privilegi da parte dei funzionari del partito.
  5. 1935-38: sono gli anni di terrore, della fine di ogni discussione all’interno del partito. Nasce la polizia politica (NKVD), ci sono grandi processi pubblici contro dirigenti anche “storici” della rivoluzione (es. Bucharin). Viene eliminatol’intero gruppo dirigente bolscevico e i quadri dell’Armata rossa.  Vengono colpiti i “nemici del popolo”, uccisi o deportati nei gulag (=campi di detenzione e lavoro forzato, come i lager nazisti: ma non pensati con lo scopo di sterminare i prigionieri, che però morivano di fame, freddo, fatiche).
  6. Ogni manifestazione di arte, cultura e scienza sono  al servizio dell’ideologia socialista. Ci sono persecuzioni contro la religione.
  7. Nasce il culto del capo (Stalin, poi chiamato “piccolo padre”), allo stesso tempo odiato e amato per aver trasformato la  Russia in una grande potenza, e poi per aver evitato la vittoria del nazismo in Europa.

 

Fonte: http://www.isimarconi.gov.it/Download/generic/7f32ad9a-918d-4c7c-92c9-64ec4ece5529.doc

Sito web da visitare: http://www.isimarconi.gov.it

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