Seconda metà del ‘300 e l’inizio del 400

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Seconda metà del ‘300 e l’inizio del 400

La seconda metà del ‘300 e l’inizio del 400 : l’accentramento

 

L’avvenimento che segna questo periodo è la lunga guerra dei 100 anni, una cesura nella storia europea.
Questa guerra combattuta a più riprese tra Francia e Inghilterra cominciò nel 1337 e terminò nel 1453.
Le cause sono da individuare nel fatto che il re inglese è anche un vassallo del re francese, perché ha territori in Francia in possedimento feudale.

Entrata come leggenda è stata Giovanna d’Arco, giovane guerriera che convince il re francese a reagire. La sua grande forza era la fede, che rafforza anche la giustificazione divina. Però fu considerata strega proprio per questa sua convinzione e fu condannata al rogo.

Le svolte

 

  1. La definitiva insularità dell’Inghilterra si conferma e porta ad un grande interesse marittimo
  2. La tecnica della guerra cambia radicalmente. Lo sforzo economico investito si deve trasformare in efficienza, non caratteristico degli eserciti feudali, perchè adatti a guerre brevi.

I feudali capiscono che il combattimento non può durare a lungo con le tecniche antiche.

Le nuove tattiche

 

La fanteria

Gli inglesi sostituiscono una parte dell’esercito a cavallo con una fanteria di arcieri, che vengono mandati per primi sul campo di battaglia, scoccando frecce da grandi e piccole distanze tutti allo stesso momento, per abbattere le prime linnee della cavalleria avversaria, per poi aprirsi e lasciar passare la propria. Gli uomini a piedi sono molti di più rispetto a quelli a cavallo.
I francesi si adeguarono con ritardo.

Eserciti permanenti

 

La Francia adotta un sistema di eserciti permanenti, impiegando meglio la fanteria.

  • il servizio militare ha una durata minima
  • il re mantiene perennemente un esercito sempre armato che poi rafforza durante le guerre (pag. 126) che è disseminato in tutte le circoscrizioni. Questo però ha un costo molto elevato
  • fanno la loro prima comparsa i mercenari (svizzeri), che rimangono una figura costante fino alla rivoluzione francese
  • si sviluppa l’artiglieria (cannoni), però molto costosa

L’Inghilterra si chiude nella sua insularità.

La guerra delle rose

 

L’Inghilterra, dopo la sconfitta, va incontro ad una crisi dovuta alla perdita di prestigio. La famosa nobiltà che fino ad ora ha collaborato con la monarchia, comincia a combatterla, arrivando ad una guerra civile che durerà 30 anni chiamata la Guerra delle Rose, perché le due famiglie a capo delle due parti avevano come simbolo una rosa bianca (Lancaster) e una rossa (York). Queste due famiglie mirano al trono, e si combattono fino a che non ne esce vittoriosa la famiglia della rosa bianca, che incorona re Enrico VII nel 1485 fino al 1509. Avviene anche una pacificazione tramite matrimonio.
I Lancaster, per evitare eventuali riferimenti al periodo bellico, cambiano titolo, inaugurando la nuova dinastia dei Tudor. Questa monarchia, per rafforzarsi, riprende la via dell’accentramento. La burocrazia invece, estremamente limitata al tempo, cresce e si creano nuove istituzioni centralizzate.

La repressione dei nobili: il tribunale o camera stellata

 

Tribunale = camera stellata

Il tribunale è centralizzato e soprattutto rivolto alla repressione dei nobili, che non vogliono sottomettersi completamente alla monarchia. Questo porta a 30 anni di anarchia feudale. I nobili devono assolutamente essere ricondotti all’ubbidienza.

Il consiglio e i giudici di pace

 

Sul modello francese, il re inglese adotta il sistema basato sul consiglio.
Anche a livello locale (contee) si trova una nuova autorità: il giudice di pace, che ha funzioni giudiziarie. Amministra le piccole cause tra civili, come le liti tra i privati e importanti funzioni economiche, come la manutenzione delle strade, le corporazioni, i prezzi,… Questo perché ovviamente le guerre fanno anche danni economici.
Queste cariche solitamente vanno ai borghesi con conoscenze giuridiche, ovviamente dopo le guerre e sono stipendiati dallo stato. I giudici di pace invece sono funzionari volontari, non stipendiati dallo stato ed appartenevano alla piccola nobiltà, una categoria sociale propria che prende il nome di Gentry.

Nascono i regni di Spagna e Portogallo

 

Questi sono regni che si danno strutture centralizzate e ricevono l’appoggio dei vari ceti sociali (nobiltà, clero e borghesia) e hanno in comune che sono nati dalla guerra e dalla conquista contro gli arabi (dalla Reconquista        crociata).

Reconquista = crociata dei piccoli regni cristiani del nord della Spagna contro la presenza degli Emirati Arabi nella penisola iberica avvenuta nel XI secolo

Sono regni con problemi territoriali e il primo dei due ad avere una situazione stabile è il Portogallo.

Accentramento politico in Portogallo

Il Portogallo ha sempre i soliti tre ceti sociali. A capo del paese ci sono re che hanno raggiunto l’unità territoriale tramite la religione e quindi si sono consolidati tramite la religione, l’accordo con il clero e la giustificazione divina (dall’alto). Di certo però non possono trascurare la giustificazione feudale: man mano che vengono conquistate, le terre vengono donate a feudali, creando così un legame feudale piuttosto debole.

L’espansione marittima

 

Questo è un regno a chiara vocazione marittima che ha bisogno di risorse, perciò il sovrano appoggia la volontà di espansione marittima della borghesia commerciale. Questi mercanti guardano dunque all’Africa, un continente con interessantissime vie commerciali (spezie, oro, schiavi). L’Europa oramai per allargare i commerci deve guardare al di fuori dei suoi confini.
L’Asia è però sempre il continente più ricco e sviluppato fino al 1600 (XVII secolo).

L’accentramento politico in Spagna

 

La situazione della Spagna è molto più complessa. Infatti ci sono tre regni e quello musulmano. I tre regni si sono formati allo stesso modo: i re hanno compiuto la Reconquista grazie al clero, alla giustificazione dall’alto e hanno combattuto con l’appoggio della nobiltà feudale. Il problema era la solidità, davanti alla necessità di continuare la guerra contro l’ultimo regno musulmano.

Il rafforzamento

 

Nel 1469 vi è il matrimonio tra Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, che uniscono due regni, creando così un rafforzamento monarchico e territoriale. Però la nobiltà feudale castigliana propende per una certa autonomia e quindi è molto irrequieta.

La sconfitta del Regno di Granata (1492)

L’ultimo successo sarà nel 1512 con la conquista del Regno di Navarra.
Il contratto tra monarchia e borghesia consiste nel sostenimento e nel riconoscimento dell’autorità del sovrano in cambio dell’autonomia amministrativa e politica delle città (comuni).
La monarchia si preoccupa di trovare nuove vie di commercio e la prova è la scoperta dell’America nel 1492.
Il regno spagnolo ha da un lato l’apertura verso l’Atlantico e l’Africa, ma con il regno di Aragona ha un’apertura verso est nel cuore del Mediterraneo. La Spagna aveva a disposizione due grandi città molto importanti: Siviglia e Calice; la prima era la città in collegamento con le colonie americane, mentre la seconda era il porto di partenza delle navi dirette al nuovo mondo.
Anche la Spagna si gestisce con un’amministrazione centralizzata come in Francia.

Conclusione

 

Spagna e Portogallo, che hanno portato a termine tra la metà e la fine del XV secolo il loro processo d’accentramento, saranno le protagoniste nella grande espansione coloniale europea.

La guerra di Borgogna

 

Nel 1400, secolo di svolte e cambiamenti, dobbiamo inserire la storia svizzera, che assume un certo ruolo in Europa in questo periodo (1400-1500), comparendo sulla scena internazionale e formando l’Antica confederazione elvetica (6.2, 6.10).

Le vicende della confederazione si svolgono durante la guerra dei 100 anni. Il ducato di Borgogna, dominio indiretto del re di Francia, vede estinguersi la famiglia feudale al potere. Il feudo torna dunque al re, che ne designa il figlio come capo feudale, in modo da legare il terreno più saldamente alla famiglia reale.
Il ducato di Borgogna, per matrimonio, si unisce al regno delle fiandre. Il duca fa una propria politica espansionistica a scapito del Sacro Romano Impero.
Quando finisce la guerra dei 100 anni il ducato si è enormemente espanso, tanto che il successore Carlo il temerario vorrebbe unificare la parte centrale con la parte settentrionale, che ha grande peso politico. Il re francese è indebolito e quindi Carlo vuole approfittare della situazione contrapponendosi alla Francia, ma impauriti dalla formazione di un’altra enorme compagine statale non c’è solo la Francia, ma anche la Svizzera e l’Impero, cosa di cui Carlo il Temerario non ha tenuto conto.

L’impero coloniale territoriale spagnolo e
l’impero coloniale commerciale portoghese (9.4-9.12)

Colonia = territorio completamente dipendente da uno stato sovrano che si impone con il sistema politico e con quello economico. Solitamente presente in territori extraeuropei a partire dal 1400

Le scoperte geografiche hanno come conseguenza la nascita degli imperi coloniali. La causa principale delle nascite è la separazione dei territori scoperti tra Portogallo (a est del meridiano) e Spagna (a ovest del meridiano) secondo il Trattato di Tordesilias, il cui mediario è stato il papa.

La Spagna

 

I possedimenti oltreoceano spagnoli sono detti territoriali perché sono il frutto di una sistematica occupazione del territorio da parte dei conquistadores. La Spagna prende possesso dei territori e li sfrutta economicamente.

Madrepatria = stato dominante di una colonia che le impone una totale dipendenza

Lo sfruttamento economico

 

Lo sfruttamento economico avviene secondo il sistema feudale, cioè con la spartizione del territorio in vaste aree chiamate encomiende, gestite da encomiendero. La proprietà però rimane spagnola e quindi anche la sua amministrazione, già nata in Europa.
Agli enomiendero spetta solo lo sfruttamento economico delle risorse, perché politicamente il territorio è di proprietà regia.
Attraverso la spartizione delle terre avviene anche quella degli abitanti come manodopera da sfruttare. Inizialmente gli encomiendero non avevano limiti per lo sfruttamento degli indigeni (popolazione schiavile a tutti gli effetti); solo attorno al 1540 l’imperatore spagnolo interviene, impedendo la schiavitù, anche se oramai era troppo tardi. Infatti gli indigeni subiscono un drammatico calo demografico e quindi comincia la deportazione di schiavi dall’Africa.

Il ricavo

 

La conquista mise in evidenza che le terre del Messico e del Perù erano pieni di metalli preziosi. Gli oggetti degli indigeni vengono depredati e rifusi in lingotti e venduti. Comincia quindi l’uso di miniere, che porta ad alti profitti perché le vene sono molto superficiali, il lavoro è semplice perché non manca manodopera e lo sfruttamento della terra da parte dei conquistadores è molto poco, infatti serviva solo per sfamare gli indigeni, perché i conquistadores compravano il cibo in Europa. Il ciclo dell’oro e dell’argento dura quasi un secolo, estinguendosi attorno al 1620. La produzione diminuisce e quindi aumenta l’uso schiavile nei campi, rendendo fondamentale l’allevamento.
La stessa risorsa di guadagno del Portogallo è lo sfruttamento delle vene brasiliane. Per il Portogallo il Brasile non fu fondamentale e quindi occupò direttamente i territori con divisione in grandi appezzamenti di terre, chiamati capitanie.

Il Portogallo

 

Il vero impero coloniale portoghese è commerciale.

Commerciale = la madrepatria si limita a fondare basi commerciali nei territori con cui vuole scambiare. Non ha bisogno di una sistematica occupazione del territorio.

Basi commerciali = porti fortificati dove si trovano depositi di merci, approdi di navi, assistenza difesa e possibilità di commerciare per le navi. Sono comprate o affittate e quindi non c’è alcun bisogno di un intervento militare di conquista. Sono solitamente in Africa e in India.

Il controllo politico è gestito da un responsabile del re e c’è una guarnigione di soldati in ogni porto. L’occupazione è minima perché è nell’interesse dei portoghesi mantenere un buon rapporto con gli indigeni data l’inferiorità numerica e per avere merce di scambio.
Ci sono dei problemi però nelle acque indiane, perché c’è la concorrenza di navi musulmane militarmente ben attrezzate. (pagina 191)

Cosa accomuna i due sistemi

 

I due sistemi sono accomunati dal rapporto economico tra le colonie e la madrepatria. Sia che siano colonie piccole o grandi il rapporto monopolistico è identico.

Monopolio coloniale = le colonie devono fare capo ad un unico porto della madrepatria sia per le importazioni che per le esportazioni: quello spagnolo è Siviglia e quello portoghese è Lisbona. Questo porta le colonie ad avere una totale dipendenza economica verso la madrepatria.

I due sistemi

 

Spagna: la Casa della Contratacion

C’è un ufficio chiamato Casa della Contratacion, a cui il re assegna tutte le operazioni di controllo sulle merci. E’ fondata nel 1503 ed è gestita da privati per conto dello stato. La casa preleva tutti i diritti doganali, rilascia le licenze d’imbarco, funge da tribunale per le vertenze commerciali. Preleva anche per conto del re (a cui poi riversa) un quinto del valore di tutte le merci in entrata e in uscita a beneficio diretto della corona. Inoltre la Casa diventa famosa, perché diventa il centro di studi tecnici navali. Parte dei ricavati della corona quindi è spesa per la ricerca e la cultura.

Portogallo: Casa de India, Casa de Guinea e Casa da Mina

 

Il sistema portoghese è lo stesso di quello spagnolo, ma invece di un ufficio ve ne sono tre a seconda della provenienza delle merci (Brasile, Africa e Asia).
La differenza dei sistemi sta nel ruolo dei re. Infatti in Spagna il re ha un ruolo passivo, mentre in Portogallo partecipa attivamente con una quota alle imprese commerciali. Il re poteva infatti fare sconfinati finanziamenti. Gli investimenti sono pericolosi, ma le entrate sono alte, perché il re poteva avere molti finanziatori e quindi arrivare, a volte, addirittura a raddoppiare le entrate. Il re è il maggior capitalista del suo impero coloniale.

 

Fonte: http://www.myskarlet.altervista.org/Scuola/300%20e%20400.doc

Sito web da visitare: http://www.myskarlet.altervista.org/

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

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