Storia Svizzera

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Storia Svizzera

La storia svizzera

Quello che si può definire l’inizio della storia della Svizzera è nel 1033, momento in cui questo territorio è compreso nel Sacro Romano Impero di Nazione Germanica e quindi alle dipendenze dell’imperatore. E’ dunque un territorio diviso in grandi feudi, controllati da grandi famiglie feudali (prime autorità presenti qui). Da est fino al centro le terre sono controllate dai Kyburg e dai Zähringen, che nel corso del 1200, per estinzione o per matrimonio, conferiscono nella nuova e potente famiglia feudale emergente degli Asburgo d’Austria, che occupano quindi tutta la parte orientale fino al centro della Svizzera. A occidente i territori sono sotto al controllo della grande famiglia dei Savoia.
Accanto ai signori feudali laici vi sono i feudatari ecclesiastici, i cui maggiori esponenti sono due abbazie di antichissima nascita (S. Gallo e Einsiden) e due vescovi conti (di Losanna e Sion).
Molte città prosperano e dipendono da una grande autorità feudale, per questo molte lottano per l’autogoverno (le città comunali) e si emancipano. Le principali sono Berna, Basilea, Zurigo e Soletta, che ottengono l’autogoverno, ma sono sempre alle dipendenze dell’Impero. Questo legame è detto immediatezza imperiale.

Immediatezza imperiale = condizione giuridica, cioè garantita da una legge, di quei territori (sia città che campagna) che liberatisi dalla dipendenza da una famiglia feudale riconoscono la loro diretta dipendenza dall’imperatore.

L’imperatore è molto lontano da queste città quindi la sua influenza è minima, se non inesistente e la loro dipendenza è definita solo da una tassa impostagli dall’impero. I problemi sogono quando un esponente della famiglia feudale degli Asburgo sale al trono nel 1273.

Le comunità rurali
In Svizzera esistono due tipi di comunità contadine, che si diversificano per il loro grado di dipendenza dal potere feudale:

  1. regioni agricole più estese e facilmente controllabili, presenti sull’altipiano. Dipendono dai Signori o dalle città con cui hanno stretti rapporti
  2. comunità alpine che vivono isolate, hanno un’economia di sussistenza e quindi interessano poco al Signore feudale, che lascia un’autonomia tale che non vengono inviati giudici, ma le comunità hanno il diritto di eleggerli loro stessi

L’ascesa degli Asburgo sul trono nel 1273

 

Nel 1273 il principe Rodolfo d’Asburgo diventa imperatore dopo 23 anni di anarchia.

I rapporti tra le comunità di montagna di Uri, Svitto e Untervaldo cambiano quando gli asburgo salgono al potere. Infatti per Untervaldo gli Asburgo sono sia signori feudali che imperatore, mentre l’autorità esercitata su Uri e Svitto è solo quella dell’immediatezza imperiale.
Rodolfo d’Asburgo non tiene conto dei legami presenti tra le tre comunità, trattandoli quindi allo stesso modo imponendo, con l’autorità di Signore, dazi e pedaggi sul Gottardo. La comunità di Uri, non riuscendo a tenere testa alle spese, deve decidere se rinunciare a una parte degli introiti o aumentare i dazi e i pedaggi. Non potendo fare altro rinuncia a degli introiti, che vanno direttamente all’imperatore. Questa situazione porta ad un notevole malcontento nella popolazione.
Altro motivo di malcontento è l’imposizione dei balivi, che amministrano i prelievi fiscali, regolano l’arruolamento e, punto fondamentale, fungono da giudici, costringendo le comunità a rinunciare al loro privilegio di scegliere i propri. La popolazione prende questo atto dell’imperatore come una violazione del diritto consuetudinario. Considerano dunque Rodolfo d’Asburgo un oppressore, un imperatore non leale nei loro confronti.

Il patto federale e Guglielmo Tell
Tra l’imperatore e le comunità si apre dunque un conflitto, una resistenza, celebrata dall’appropriazione di un’antica leggenda svedese. Una resistenza contro i balivi, testimoniata da un documento ufficiale redatto subito dopo la morte dell’imperatore asburgico nel 1291: il Patto Federale.

Le caratteristiche del patto

  1. è perpetuo
  2. regola i rapporti con le autorità esterne alle comunità
  3. non rifiuta nessun legame tradizionale, si ribadisce infatti il rispetto ai legami feudali o imperiali e quindi non è un rifiuto delle autorità
  4. regola i rapporti interno tra le comunità

 

Elementi preliminari (5.6)

  1. invocazione a Dio, che dimostra l’importanza della religione: i patti feudali fondamentali sono giurati con Dio come testimoni
  2. conferma di patti antecedenti (questo non è il primo) come di consuetudine nel Medioevo , ma con un’innovazione: questo patto è perpetuo

 

Vivo del patto

  1. Ci sono tre soggetti: le comunità Uri, Svitto e Untervaldo
  2. Reciproco aiuto, consiglio e appoggio a scopo di difesa personale e dei propri beni contro le imposizioni dell’Impero, secondo loro illegittime
  3. Regolazione dei rapporti interni ed esterni alle valli, rendendo il patto valido ovunque
  4. Contenuti dell’alleanza (i compiti delle comunità):
  5. Obbligo di intervenire in aiuto delle altre comunità in caso di pericolo
  6. Contribuire a proprie spese a combattere e respingere eventuali attacchi

 

Questa situazione è difficile per l’Imperatore, perché dato che il patto non è a sue spese non può impedirlo.

I giudici

  1. ribadiscono la loro autonomia giudiziaria e dunque il richiamo al rispetto dei patti

 

Gli obblighi interni (tra comunità)

  1. disaccordi: scelta di composizione pacifica (trattativa). L’alleanza è stata fatta per assicurare la pace interna tra le tre comunità, proponendo l’accordo invece della guerra
  2. elenco di reati perseguiti ugualmente in tutte le comunità (delitto, incendio, furto, credito su pegno, aiuto ad un reo), ribadendo la reciprocità
  3. il reo può scegliere il giudice; chi si sottrae alla giustizia è perseguibile in tutti i territori (reciprocità)
  4. se vi è conflitto fra gruppi di diverse comunità e un gruppo non vuole sottomettersi al giudice gli altri possono aiutare chi invece lo ha fatto
  5. l’alleanza è legale, non va contro nessun tipo di autorità o legame

 

La durata del patto
Il nuovo imperatore non sarà un Asburgo, che riprenderanno il titolo solo nel 1437, ma la famiglia rimarrà signora di Untervaldo.
L’immediatezza a Untervaldo arriva solo nel 1309 e quindi le tre comunità sono nella stessa condizione, sciogliendo il loro legame feudale con gli Asburgo (pag. 46).
Il problema degli Asburgo però non è risolto, infatti rimangono sempre una grande e potente famiglia feudale che cerca di riprendere il controllo sulle comunità.
Nel 1315 abbiamo il primo vittorioso scontro militare tra le vincenti comunità e gli Asburgo a Morganten.

Come si è giunti alla guerra?

La comunità monastica di Einsiden riceve della terra in donazione da parte delle persone morenti. Alcuni territori della comunità di Svitto sono di proprietà di monaci, che devono pagare una tassa al cantone per l’uso della terra. I monaci ritengono di non dover pagare questa tassa, mentre la comunità afferma di avere il diritto di tassare le proprie terre. Gli Asburgo, usando la situazione come mezzo per tentare di riconquistare la comunità, prendono le difese dei monaci.
Svitto si trova in pericolo e, come dice il patto, le altre comunità corrono in suo aiuto a proprie spese arrivando dunque allo scontro armato con gli Asburgo, che inaspettatamente è un grande successo per le comunità. Furbescamente, la cavalleria asburgica viene attratta in una gola chiusa da un lago e viene sottoposta da una pioggia di massi, non lasciando nessuna via d scampo ai cavalieri.
Questa vittoria da alle comunità una grande forza e la sicurezza che il patto funziona.

Il patto viene perfezionato

Nel 1315, a Brünnen, vengono aggiunte delle voci al patto:

  1. le tre comunità si impegnano a non concludere alleanze esterne senza il consenso delle altre
  2. nessuna comunità potrà avere legami feudali senza il consenso delle altre

L’alleanza si allarga

Con questo patto le comunità decidono di non allearsi se non in concordanza. I territori vicini chiedono di entrare in questa alleanza, pur essendo comunità urbane, al contrario delle prime tre, che sono rurali. La prima a fare domanda e ad essere accettata è la comunità di Lucerna nel 1332.

Lucerna

  1. città asburgica (questo è il vero motivo della domanda, limitare il controllo degli Asburgo)
  2. non scioglie il legame feudale con i Signori
  3. entra per avere un legame più forte commercialmente, dato lo scambio molto fitto con i cantoni
  4. entra per avere accesso facilitato al Gottardo

Zurigo (1351)

  1. città imperiale (sotto l’immediatezza)
  2. economicamente in espansione tramite l’artigianato
  3. città comunale in cui le corporazioni hanno preso il controllo
  4. entrano per meglio difendersi dagli Asburgo

Glarona (1352)

  1. comunità rurale sotto gli Asburgo, e quindi con legame feudale
  2. entrano per essere protetti da eventuali ingerenze della famiglia

Zugo (1352)

  1. comunità urbana asburgica
  2. entra per usufruire con più facilità del Gottardo

Berna (1353)

  1. città con immediatezza imperiale
  2. comunità molto ricca grazie al controllo di una vasta e ricca area rurale: l’Oberland
  3. potente città militare: il controllo sulla campagna le permette di reclutare molti uomini. Per questa sua forza l’impero vorrebbe ridimensionarla, quindi entra nel patto per trovare nuovi e sicuri alleati

contado = campagna attorno ad una città

Quindi, riassumendo, i pericoli esterni per le città contro cui il patto è stato contratto (sotto aspetto militare) sono gli Asburgo come signori e l’imperatore (spesso asburgico)

La confederazione è cresciuta molto velocemente ( da tre a otto cantoni).
Sentendosi più forti, Berna e Lucerna si coalizzano per espandersi sulle campagne circostanti, sotto al controllo degli Asburgo. La famiglia risponde militarmente nel 1386 a Sempach. In aiuto di Berna e Lucerna corrono i tre cantoni primitivi. Il caso è molto ambiguo perché l’alleanza entra in vigore solo se qualche comunità viene attaccata, ma qui sono stati gli alleati ad attaccare per primi. Comunque la vittoria è dei cantoni.

Pace con gli Asburgo nel 1386

Pace = il nemico diventa amico

Per gli Asburgo la pace è solo la dichiarazione di amicizia con le comunità, invece i cantoni la interpretano come una liberazione dal patto feudale che li lega alla famiglia.
La vittoria delle comunità ovviamente consolida il patto, che viene ancora una volta rinnovato e ancora ampliato.

La convenzione di Sempach: 1393
Nei documenti riguardanti il patto si cominciano a trovare sempre più spesso i vocaboli “confederazione” e “confederato”.

Confederazione = unione tra gli otto cantoni
Confederati = comunità coinvolte nel patto

I nuovi contenuti

Sono regolamentazioni belliche:

  1. spartizione del bottino: la guerra, in questi secoli, da diritto ai vincitori di appropriarsi dei beni dei vinti. Una volta, nelle guerre tra cavalieri (persone ricche), si catturavano dei prigionieri per cui poi si chiedeva il riscatto. Ora, dopo l’affermazione della fanteria, dei mercenari, delle armi da fuoco, degli arcieri, degli eserciti permanenti nel ‘200, i reclutati sono contadini e quindi il bottino viene usato per pagare i soldati. La suddivisione è equa, in modo da evitare dissidi tra le comunità
  2. punizione dei disertori: perseguiti in tutta la parte comprendente il patto
  3. protezione delle persone disarmate: specialmente le donne, tutte le persone disarmate venivano bene o male protette, cercando di seguire una delle regole del codice d’onore dei cavalieri. Dato che, essendo contadini, era difficile, si tentava semplicemente di limitare la violenza, e quindi di limitare la guerra

Il consolidamento della confederazione

La confederazione entra in una fase di consolidamento dopo la convenzione di Sempach e quindi diventa attrattiva per altre comunità.
I cantoni della confederazione stanno compiendo una politica espansionistica, basata sulla sicurezza e sul consolidamento.

Politica espansionistica = sottomettere la campagna

Da questa politica nascono i baliaggi.

Baliaggi = territorio dominato da uno o più cantoni o da cantoni e alleati. E’ frutto di una conquista.

L’alleanza però non ha un carattere perpetuo o vincoli definitivi, quindi i paesi possono allearsi quando ne hanno interesse.

Gli alleati

Alleati = comunità urbane o rurali che non entrano nel patto, ma stipulano una generica alleanza con i cantoni del patto; quindi si uniscono per politica estera quando ne hanno interesse

I primi ad allearsi con i confederati sono i Grigioni, allora chiamati Tre Leghe, poi S. Gallo, Basilea, Soletta, la contea di Gruvière, le decanie vallesane sotto il controllo del vescovato di Sion.

Decanie = tutte le parrocchie sotto al controllo del vescovo di Sion

Decanato = carica ecclesiastica

Molte comunità alleate hanno interesse ad espandersi, quindi la conquista dei baliaggi viene portata a termine grazie al loro aiuto.
E’ importante ricordare la componente variegata di questi territori: non c’è un centro. La confederazione si rafforza, si allarga ma si complica, quindi si comincia ad avere bisogno di un’istituzione di riferimento.

La dieta

Nel 1400 i cantoni formano la Dieta.

Dieta = istituzione di riferimento per i cantoni sovrani, i baliaggi e gli alleati

Ogni cantone invia alla dieta 2 delegati, i baliaggi non ne inviano perché sono territori conquistati, mentre gli alleati mandano degli osservatori che possono esporre le proprie idee ma nn possono votare. Infatti il voto è concesso solo ai cantoni sovrani.
Le competenze

  1. dichiarazione della guerra e conclusione della pace
  2. in caso di contrasti tra comunità mantiene l’ordine nel paese
  3. stabilisce come amministrare i baliaggi, cioè tramite un landfogto che ogni due anni, a rotazione, cambia

La storia della Svizzera

 

Ci troviamo nel periodo del ‘700 sia conservatore che innovatore.

Politica

 

Politicamente in Svizzera vige l’antica confederazione, terminologia data dagli storici dell’800 in contrapposizione alla nuova confederazione.
La Confederazione ha la prima costituzione del 1798 datali dalla Francia, con la quale entra nel nuovo regime. Nel 1803 invece Napoleone scrive l’Atto di Mediazione, che segna il periodo della costituzione napoleonica, che termina con il patto del 1815, che coincide con il periodo della Restaurazione. Nel 1830 vengono scritte le nuove costituzioni cantonali liberali, che portano, nel 1848, alla nuova e definitiva costituzione svizzera.
I documenti storici a partire dal ‘600 fino alla rivoluzione francese, parlano di “corpo elvetico” o “confederati”, e non di “svizzeri”.

Le istituzioni politiche centrali

 

La Dieta e l’alleanza con la Francia (1521)

E’ un’istituzione ormai debole. I suoi poteri sono limitati alla definizione della pace e della guerra e quindi della politica estera, ma la Confederazione ha dichiarato dal 1515 la neutralità unilaterale, cioè non vige un patto di riconoscimento accettato dagli altri stati. Il paese non ha un esercito comune (la Dieta non è sovrana in campo militare), ma i singoli cantoni hanno ognuno il proprio esercito (esercito Cantonale).
La debolezza militare davanti ad un eventuale attacco porta la Svizzera a cercare un alleato che la protegga, trovandolo nella Francia a partire dal 1521. L’antica confederazione ha con la Francia un rapporto privilegiato, che comporta la fornitura di mercenari al re francese, che quindi ne ha il monopolio, ottenendo in cambio la protezione e la fornitura di sale e grano a prezzi di favore.
L’alleanza tra Francia e Svizzera viene rinnovata più volte, l’ultima nel 1777.
La seconda competenza della Dieta è il coordinamento della sovranità dei cantoni sui baliaggi.

Baliaggi = terre conquistate e sotto al controllo dei cantoni sovrani

Il terzo potere in mano alla Dieta, quello più importante, è quello di sorvegliare l’osservanza del patto. La Confederazione è ancora formata da 13 cantoni, che hanno stretto il patto e la Dieta ha il potere di sancire i cantoni che non lo rispettassero. La Dieta però è debole, perché il patto non è mai stato sciolto, ma è molto indebolito dalla divisione religiosa tra cattolici e protestanti, che a volte si ignorano e prendono decisioni separate. Questa divisione non ha però intaccato la sostanza del patto.

I cantoni alleati

 

I cantoni alleati sono territori sovrani che hanno interesse a concordare con gli altri cantoni sovrani la loro politica estera partecipando alla Dieta, ma senza avere il diritto di voto e con la libertà di decidere se accettare o meno le decisioni dell’assemblea. In una confederazione infatti, tutti i cantoni devono esprimere il loro consenso all’unanimità, se questo non avveniva gli alleati erano liberi di prendere le loro decisioni.
Il secondo interesse di questi territori sono i baliaggi, che sono sotto all’autorità congiunta di cantoni e alleati; questo è l’unico campo in cui gli alleati sono ammessi alla Dieta.

I problemi della Confederazione

L’impossibilità di modernizzazione

 

L’antica Confederazione non ha potuto procedere ad un’opera di uniformazione. Le cause principali sono che nel ‘700 l’economia si sta fortemente riprendendo e l’antica Confederazione deve fare i conti con ben 13 dogane. In più sono in circolazione 13 monete diverse, oltre a monete estere, a seconda dell’area di commercio e la Svizzera non ha neanche un servizio postale unico ormai dal 1500. Tutti questi sono dei grossi limiti che impediscono la modernizzazione del paese.

I vari sistemi politici: città patriziali, corporative e cantoni rurali

 

Politicamente i cantoni sono ancora tutti immersi nell’Ancien Régime e vigono 3 sistemi politici differenti.
Il primo sono le città patriziali (Berna, Friborgo, Soletta, Lucerna), guidate da gruppi famigliari ristretti, ovvero un’élite cittadina. E’ un sistema che si basa sul privilegio, perché il potere politico è spartito tra le poche famiglie sovrane.
Il secondo sistema politico in vigore è quello della città corporativa (Zurigo, Basilea, Sciaffusa e, come alleata, San Gallo), con alla base le corporazioni, che però sono state chiuse precocemente già dal ‘500-‘600. Si spartiscono il potere e le ricchezze economiche, formando a loro volta un’élite privilegiata.
I cantoni rurali hanno apparentemente un sistema democratico basato sulle Leinz Gemeinde, cioè assemblee decisionali formate da tutti gli uomini liberi della comunità (democrazia diretta).Queste assemblee popolari sono diventate però istituzioni in cui dominavano potenti famiglie. Il loro potere economico derivava dal dominio dei commerci dei prodotti agricoli e d’allevamento, come anche dall’arruolamento dei mercenari. Questi arrivavano per la maggior parte dalla campagna (cantoni rurali o campagne sottomesse a città), dando a chi arruolava un forte potere sulle famiglie, perché erano povere e numerose e arruolarne un membro significava una paga molto proficua e un buon introito. In questo modo viene a formarsi un forte clientelismo e quindi le grandi famiglie potevano controllare il voto nelle assemblee, dato che il voto era palese.

Clientelismo politico = se una famiglia votava per un membro delle grandi famiglie potenti, avevano la possibilità di arruolare il figlio come mercenario per ottenere più soldi di quanti non ne guadagnassero con l’agricoltura.

Infine ci sono i baliaggi, che sono una chiara divisione di Ancien Régime e dove vigevano statuti giuridici diseguali. Molto significativo è anche il particolarismo.

L’amministrazione dei baliaggi

I cantoni controllano i baliaggi con la loro sovranità, ma i sottomessi hanno una loro autonomia amministrativa, che avviene soprattutto nelle comunità.
Ogni comunità ha un congresso generali con poteri decisionali. Il potere esecutivo è in mano ad un consiglio e gli ufficiali (funzionari fondamentali) controllano le autonomie della comunità.
Sopra a questi poteri locali sta il Magnifico Ufficio, formato sia da rappresentanti di cantoni sovrani che di sudditi e viene quindi definito come un organismo misto. L’autorità più alta è il balivo (o landfogto), che viene nominato dai cantoni sovrani, dato che è il loro rappresentante, e il suo operato viene controllato da un sindacato.
Il futuro canton Ticino presenta un forte particolarismo e quindi ha anche scarsi contatti tra le comunità (forte frazionamento).
Il regime dei balivi non fu oppressivo, ma inefficace: non portò sostanziali miglioramenti al territorio (comunicazioni, strade, ponti).

Le influenze della rivoluzione francese

La rivoluzione francese cambia tutto questo impianto politico (cantoni sovrani, alleati, baliaggi) e suscita molti interessi e speranze in Svizzera, anche se solo in una minoranza che si è già ribellata in molte occasioni del ‘700 contro l’Ancien Régime: si rivoltarono sia dei baliaggi che dei cantoni.
I cantoni sovrani hanno due problemi di disuguaglianza giuridica: il sistema patriziale e la differenza tra città e campagna. In Francia ci sono molti emigrati svizzeri che formano, nel’89, un club rivoluzionario a favore dell’Assemblea Nazionale.
In Svizzera ci sono quindi patrioti che vogliono cambiamenti ispirati al modello francese. L’imprigionamento del re, la sua condanna, l’incarcerazione di un rappresentante svizzero viene vissuta negativamente dai confederati.
Quando nel settembre del 1792 in Francia si passa dalla monarchia alla repubblica, a Ginevra si ha il primo movimento rivoluzionario, durante il quale viene abolito il sistema patriziale e viene instaurata l’uguaglianza giuridica tra i cittadini, sancendo così la fine dell’Ancien Régime e un nuovo regime con sovranità dal basso.

Gli antefatti del 1798

La Francia è nel periodo della guerra rivoluzionaria e il Direttorio vuole abbattere l’Austria dal nord e da sud con la Campagna d’Italia.
La posizione della Svizzera diventa fondamentale, l’interesse francese è completamente strategico per far funzionare la manovra a tenaglia (passi alpini), ma anche economico, perché la Svizzera è un territorio importante e ricco di risorse. In più la Confederazione è fondamentale come repubblica sorella per completare la corona di stati che difendono la Francia dai grandi nemici come Russia, Prussia e Austria (strategia geopolitica).
I francesi sono chiamati in aiuto dai vodesi per emanciparsi da Berna, capendo che c’è volontà di cambiamento del paese.
La Campagna ha un rapido successo.

I riflessi della Campagna d’Italia sul Ticino (foglio 10): l’emancipazione dei baliaggi

Il documento è ancora specchio dell’Ancien Régime a causa dei baliaggi, ma c’è una certa insicurezza politica. A Lugano si forma quindi un corpo di volontari borghesi, accettato dal balivo, che ha intenzione di assicurare l’ordine interno del cantone.
La nascita della Cisalpina ha creato uno schieramento di patrioti favorevoli all’unione del luganese a questa repubblica sorella, e quindi propensi alla separazione dalla Confederazione e al passaggio ad un altro stato. I volontari sono a loro volta un’altra fazione di patrioti, con però interessi politici diversi: voglio il cambiamento, ma restando sempre nel corpo elvetico. I patrioti cisalpini tentano un colpo di mano appoggiati da un gruppo di cisalpini da Campione per abbattere il balivo, venendo però respinti dai volontari.
Questo episodio fa notare alla Dieta, che dal 1797 è quasi permanente, che la situazione è molto caotica. Basilea farà accettare l’emancipazione di Lugano, Locarno, Mendrisio e Valle Maggia, perché è contemporaneamente colpita dallo stesso movimento rivoluzionario da parte della campagna basilese. I francesi si sono presi la diocesi di Basilea (cantone alleato, non sovrano).
L’emancipazione dei quattro baliaggi italiani avviene nel 1798, anno durante il quale anche tutti gli altri cantoni sono costretti a liberare i loro baliaggi, a causa dell’arrivo

 

L’ingresso delle truppe francesi in Svizzera (fine gennaio 1798)

E’ stato il canton Vaud a chiamare in soccorso la Francia, perché viene ucciso un rappresentante del cantone in Francia.
Le truppe fanno una vera e propria traversata del paese, senza incontrare opposizioni nelle regioni romande, al contrario di Berna, che oppone resistenza e quindi viene occupata e saccheggiata. Nelle regioni occupate vige molta incertezza, perché una volta i francesi erano visti come alleati e non si sarebbero mai aspettati un attacco. Alcuni si sentono in pericolo, altri considerano le truppe come liberatori.
Molti vogliono passare da Ancien Régime ad un nuovo regime, ma il problema è come farlo avvenire. La Francia ha un modello antitetico rispetto alla Svizzera, perché comprende una repubblica centralizzata. Questo modello sarà imposto dai francesi sul paese.

Il modello francese: la costituzione del ‘95

La geografia

La Svizzera è una repubblica centralizzata divisa in 19 prefetture giuridicamente equiparate, quindi non ci sono più sottomessi e sovrani. Il Ticino ottiene come gli altri baliaggi l’equiparazione politica e viene diviso in 2 prefetture: Lugano e Bellinzona. Non fanno però parte dell’Elvetica Neuchâtelle, appartenente alla Prussia, Vallese (in mano alla Francia), Ginevra (autonoma ma sottomessa alla Francia) e il Vescovado di Basilea, ex diocesi e dipartimento del Mont Terrible francese.

La politica

L’Elvetica entra nel nuovo regime, quindi ha uno stato costituzionale moderno. In evidenza è la grande divisione dei poteri.
Lo stato è dal basso, quindi il popolo elegge il Senato e il Gran Consiglio, che formano un sistema legislativo bicamerale. I rappresentanti del popolo approvano e fanno le leggi e tutti i poteri sono al di sopra della legge. Le due camere nominano il direttorio di 5 membri che ha i 5 poteri esecutivi, che formano i 5 ministeri (esercito, prefetti, funzionari, ambasciate e polizia). I prefetti sono le autorità locali più alte e sono direttamente nominati dal direttorio e non dal popolo, evidenziando il centralismo. Il potere giudiziario è diretto dal tribunale elvetico, formato da 19 membri eletti dal popolo, e un presidente nominato dal direttorio.
I cittadini sono sovrani, infatti lo stato è dal basso.

La sovranità

  1. A suffragio censitario
  2. I cittadini eleggono le autorità centrali (tribunale elvetico, direttorio e le due camere legislative)
  3. Le amministrazioni locali sono nominate dall’alto (centralismo)

 

Le autorità centrali

  1. Legislativo: Senato e Gran Consiglio
  2. Esecutivo: Direttorio e Prefetti cantonali
  3. Giudiziario: Tribunale elvetico e Tribunale supremo

 

L’amministrazione locale è nominata dall’alto.

Vantaggi e svantaggi dell’Elvetica

Il regime dell’Elvetica dura fino al 1803, quando Napoleone scrive l’Atto di Mediazione.

La modernizzazione

E’ uno dei vantaggi della nuova costituzione, che concede ai cittadini l’uguaglianza giuridica e la cittadinanza elvetica, non solo cantonale. Il nuovo stato procede al primo censimento della popolazione, dei loro diritti e doveri: tasse, contributi militari,… Viene istituita una nuova scuola pubblica aperta a tutti e viene applicato il principio di liberismo economico. Grazie ad esso cadono tutte le frontiere cantonali (ce n’è una svizzera) e le corporazioni, nasce la libertà economica e viene effettuato un censimento dei beni ecclesiastici, definendo gli espropri ad uso sociale dei conventi ritenuti socialmente inutili.
Tutte queste azioni di modernizzazione non danno però risultati immediati.

Gli svantaggi

Gli svantaggi vengono dalla dominazione che la Francia impone: l’Elvetica viene vissuta come un regime imposto dall’esterno con un’occupazione militare, che fa uso anche della repressione se necessario. La Svizzera è messa in difficoltà da 3 elementi negativi. Il primo è che il paese è sotto alla protezione militare francese, che significa che partecipa alle guerre, infatti fino al 1814 è teatro di battaglie di molti eserciti. Il secondo svantaggio è che i confederati devono pagare tasse alla Francia, oltre a dover inviare molti soldati in suo sostegno. Il centralismo infine è il problema fondamentale, perché sottintende la rinuncia alle sovranità locali.

Come si impone il centralismo e com’è percepito

La popolazione diventa ostile ai francesi e alla nuova costituzione. Per il Ticino l’Elvetica è un salto di qualità, perché è causa del suo passaggio da baliaggio a terra giuridicamente equiparata. Gli abitanti dei baliaggi sono legati al loro particolarismo, perché avevano comunque delle autonomie che speravano di mantenere, cosa che non succede perché con uno stato centralizzato cadono.

Il futuro degli ex baliaggi italiani viene deciso dai francesi

Nel documento, scritto da un generale francese presente a Como per la repubblica Cisalpina e steso a Lugano il 12 marzo 1789, vengono portati alla luce le decisioni della Francia riguardo agli abitanti dei baliaggi (chiamati cittadini perché sovrani della futura repubblica).
Il generale, che parla a nome della Francia, mira a riportare l’ordine pubblico, c’è un clima di anarchia. Saranno i baliaggi a scegliere chi li governa, ma sempre secondo il modello francese. Gli stessi sono liberi, ma sottomessi ad uno stato centralizzato, che è fondamentale per il paese. L’ordine interno è quindi controllato dalla Francia.

La proclamazione della repubblica elvetica (25 aprile 1798)

La data della proclamazione della repubblica si fa risalire al 25 aprile, ma questa è la data di pubblicazione della notizia sulla Gazzetta di Lugano, quindi la data reale è qualche giorno prima.
Sono le due assemblee legislative che prendono la decisione, in modo da evidenziare la sovranità del popolo. Si rivolgono ai cittadini, proclamando il solenne compito legislativo: la costituzione, una e indivisibile.
La costituzione definisce l’indipendenza della Svizzera, una indivisibile (centralizzata), democratica e rappresentativa. Sono i cittadini ora che devono sottomettersi alla repubblica, altrimenti libertà diventa anarchia.
Solo l’unione può dare sicurezza e felicità, ma il continuo richiamo all’unità significa che ci sono molte opposizioni.

Le opposizioni e la fine dell’Elvetica

Le opposizioni sono formate da tre partiti.

Patrioti

Sono divisi in unionisti (difensori dell’Elvetica) e federalisti, che vogliono la sovranità dei singoli cantoni (confederazione) pur essendo favorevoli alle modernizzazioni, non vogliono quindi uno stato unico, ma 19 cantoni-stato separati.

Conservatori

Sono aristocratici che non vogliono il passaggio al nuovo regime.

Opposizioni tra città e campagna

La situazione è molto instabile, infatti ci sono parecchi tentativi di colpi di stato.

L’atto di Mediazione

Nel 1802 Napoleone decide di abbandonare gli svizzeri, che non sono in grado di costruire nulla a causa del loro particolarismo e quindi della troppa litigiosità, ma non sarà capace di emanciparsi.
Napoleone chiama i deputati a Parigi (testo pag. 6) e minaccia la Svizzera, perché pensa soprattutto agl’interessi della Francia. Passa direttamente all’azione, perché il suo discorso non avrà esito.
Nel 1803 Bonaparte prende in mano la situazione e stende l’atto di mediazione e lo impone in Svizzera, quindi ancora un’altra volta è una potenza esterna a riordinare l’assetto interno svizzero.
Lo stato centralizzato non ha avuto successo, quindi Napoleone sancisce il ritorno ad una dieta, ad una confederazione con 19 cantoni sovrani (13 cantoni sovrani più 6 baliaggi), che hanno una loro costituzione.
Il Ticino mantiene la sovranità e nel 1803 viene sancita la sua nascita, perché diventa autonomo e quindi con una sovranità cantonale. La capitale sarà Bellinzona.

Le istituzioni

I cantoni

L’atto di Mediazione rimane in vigore fino al 1813. Il sistema è molto semplificato, ma i cittadini hanno la sovranità (pag. 6). Essendo uno stato piccolo c’è un Gran Consiglio (potere legislativo) monocamerale di 110 membri, che nomina il Piccolo Consiglio (potere esecutivo), composto da 9 membri che fanno parte anche del Gran Consiglio. La divisione dei poteri è quindi molto precaria.

 

La repubblica confederale

E’ una repubblica dal basso. I cantoni eleggono i deputati alla Dieta, di cui il numero varia a seconda della popolazione (uno quelli piccoli, due quelli grandi). La Dieta nomina 6 cantoni direttori, che nominano a loro volta un landamano a testa. La Dieta nomina anche un esercito di 15000 uomini ed un generale per combattere a fianco dei francesi.
La Dieta ha varie competenze: decidere la guerra e la pace, le alleanze, i trattati commerciali, le capitolazioni dei mercenari, la nomina del generale, gli ambasciatori, la regola dei conflitti fra cantoni.
La repubblica è quindi una copia del patto confederale, ma la Svizzera è sempre sotto al dominio francese, che rende quindi le competenze dell’organo centrale fittizie.

I vantaggi

I cantoni sovrani cominciano a pensare al loro ammodernamento. Il problema però è che i cantoni hanno forze e ricchezze dispari. Alcuni sono ricchi e posso innovarsi, mentre altri sono arretrati, come ad esempio il Ticino.
Il punto importante della Mediazione è la programmazione e non la concretizzazione, quindi anche la protezione di ciò che è appena stato ricostruito.

Il Ticino

E’ un cantone con 90000 abitanti molto poveri, che attuano soprattutto migrazioni e contrabbando. Il Ticino dal punto di vista alimentare non è autosufficiente
Va rinnovato il sistema fiscale, l’amministrazione comunale, l’amministrazione della giustizia (riforma dei codici), le strade e la scuola (per creare una popolazione di veri cittadini).

L’atto di Mediazione

Il primo vantaggio è quello di dare alla Svizzera un assetto politico più idoneo. Questo regime, che rispecchia quello napoleonico francese, porta alla nazione una serie di modernizzazioni.

Le leggi

I cantoni hanno consuetudini più che leggi, che si basano su precisi principi giuridici. La legge da ordine applicato in termini generali, in più casi, e si adatta alla modernità della società (nuovi codici civili, penali,…) sul principio della garanzia dell’individuo e della sua proprietà.

L’efficienza dello stato

Lo stato deve essere gestito da funzionari capaci che fanno carriera grazie al talento e ai requisiti intellettuali, non grazie al clientelismo.
Lo stato deve anche dare una serie di servizi ai cittadini (scuola, ospedali,…). Ci saranno anche episodi di soppressione di conventi che non hanno funzioni pubbliche.

Gli svantaggi della Mediazione

Derivano dal fatto che la Svizzera e i cantoni sovrani sono condizionati dalla dipendenza dalla Francia, di cui un esempio è l’esercito.
Il secondo svantaggio è la guerra, che è ancora presente e che rende il paese un campo di battaglia, distruggendolo e mietendo vittime.
Per il Ticino la grande novità è la sua sovranità (1803). I francesi però fanno ancora della Svizzera il loro “cortile privato”, che è palese quando, tra il 1811 e il 1813, il Ticino viene occupato. Napoleone ha bisogno di un passaggio sicuro e diretto, usando la scusa che, a causa dell’alta permeabilità delle frontiere, si è creato un grande contrabbando inglese (ancora nemici dei francesi) tra la Cisalpina e il Ticino.

L’atto di mediazione avviò la modernizzazione, ma non poté risolvere tutti i problemi di arretratezza della Svizzera.

L’inizio della Restaurazione

 Nel 1813 avviene il rovesciamento del regime napoleonico con la vittoria dei nemici francesi nella battaglia di Lipsia.
Tra il 1814 e il 1815 il panorama europeo cambia completamente a causa della Restaurazione (congresso di Vienna, caduta di Napoleone a Waterloo).

In Svizzera

La Restaurazione viene definita dal congresso di Vienna, a cui partecipa anche la Svizzera. E’ quindi soggetta alle decisioni prese dall’assemblea non solo per l’assetto geopolitico, ma anche nella sua politica interna.
Alla Svizzera viene meno il suo punto di riferimento esterno (la Francia) e quindi ripiomba in una situazione caotica: gli svizzeri non sono pronti a darsi un ordine interno. Si riaccendono le battaglie tra chi vuole riportare l’Ancien Régime, chi vuole la struttura napoleonica ormai caduta e i cantoni sovrani, che vogliono riprendersi i loro baliaggi.
Le decisioni vengono però prese dalle quattro grandi potenze vincitrici sulle basi dei loro interessi.

Lo scopo

Si vogliono creare degli stati cuscinetto che contengano la Francia.
La Svizzera non cambia il suo assetto geopolitica, i suoi confini non vengono toccati e viene definita la sua neutralità

La neutralità

La neutralità dei confederati è multilaterale, a differenza di prima (dal 1515 in poi era sempre stata unilaterale) e quindi è riconosciuta da tutti gli stati, dandole una grande importanza internazionale.
Il paese segue una neutralità armata, cioè lo stato è in possesso di un esercito di difesa, e questo non è ancora cambiato fino ad oggi.
Per evitare nuovi conflitti interni ai 19 cantoni si aggiungono gli ultimi 3: Vallese, Ginevra e Neuchatelle. Il Giura e Bienne sono assegnati a Berna. Questa sarà la Svizzera che arriverà alla costituzione del ’48.

Tra il ‘600 e il ‘700 anche la riforma religiosa favorì la neutralità, perché evitò di far entrare in conflitti religiosi il paese; è una scelta per impedire la disgregazione. Neutralità non significa però pacifismo e non impedisce neanche alleanze militari con la Francia a partire dal 1521, secondo le quali inviava mercenari alla Francia.
Tra il 1814 e il ’15 la Svizzera scrive l’atto di neutralità, certificandolo nelle fasi finali del congresso.

 

La Dieta

L’unico momento in cui la Dieta ha sovranità è quando deve mantenere il patto all’interno della confederazione, altrimenti ogni cantone è libero di applicare o meno le decisioni dell’assemblea, dato che ognuno ha una propria costituzione.

Per il congresso la Svizzera napoleonica non esiste più.

La situazione politica svizzera (pag. 8)

Con la Restaurazione si ritorna al principio di legittimità dinastica, basata sulla derivazione divina del potere (regime assolutista). I principi annullati sono:

  1. uguaglianza giuridica (diritti individuali)
  2. costituzionalismo
  3. divisione dei poteri
  4. sistema rappresentativo (potere dal basso)
  5. nazione (insieme di individui che hanno diritti politici e giuridici e quindi hanno una quota di sovranità)

Il Svizzera si ritorna ad un patto, la costituzione vige solo nei singoli cantoni. A livello cantonale cade il principio della divisione dei poteri, perché si rafforza l’esecutivo (poteri elitari).
In Europa la Restaurazione non è un completo ritorno al passato, così come per la Svizzera. Ci sono due settori nei quali non si può tornare sui propri passi: economico e sociale. Nel primo caso comincia a farsi strada la rivoluzione industriale, nel secondo si sviluppano i servizi (divertimento, commercio, cultura, istituzioni di previdenza come ad esempio le assicurazioni) e vige un rapporto più razionale tra città e campagna (uguaglianza giuridica).
Artefice dei cambiamenti è la nuova borghesia, che sotto al profilo sociale sottolinea un grande dinamismo. Un’altra nuova categoria sociale emergente è una classe intellettuale, che delinea le nuove necessità politiche (innovatrici)

Nei cantoni

I cantoni sovrani non sono più 13, ma 22, quindi c’è un mantenimento dell’assetto napoleonico. Per l’ordinamento interno dei cantoni devono essere scritte 22 diverse costituzioni in conformità col patto. In ogni costituzione deve essere scritta la garanzia del rispetto dei territori altrui, in modo da riuscire a mantenere il controllo sui baliaggi.
Gli articoli:
2.    Questo è il principio della neutralità armata: 2 soldati per 100 anime.
7.    Non esistono più i baliaggi. Alcuni tra gli antichi cantoni sovrani non accettano questa equiparazione. Vengono negate le società oligarchiche (per ceti, come nell’Ancien Régime) e quindi i privilegi giuridici.
8.    Vengono elencate le funzioni della Dieta e si torna ad un organo centrale debole.
15. La terminologia è diversa: da ora in avanti la Svizzera diventa Confederazione Elvetica ed i suoi abitanti confederati.

Il paese è però ancora sotto ad una sorveglianza esterna di una potenza straniera: l’Austria, che potrà dire alla Dieta di intervenire sui vari affari. Chi ne fa le spese è soprattutto il Ticino, cantone più vicino agli austriaci.

 

In Ticino

Nel 1814 il Ticino si da una nuova costituzione, dove prevale l’influenza del periodo precedente: è infatti una costituzione liberale che non soddisfa i voleri dell’Austria. Questa chiede alla Dieta d’intervenire contro il Ticino, portando ad una rivoluzione per la liberalità che verrà poi però repressa.
C’è quindi il bisogno di una nuova costituzione, dove non c’è divisione dei poteri e si rafforza l’esecutivo, in mano al Consiglio di Stato. L’assemblea ha poteri limitati. Gli esponenti che hanno in mano il potere sono due landamani: il presidente del Consiglio di Stato e il presidente del Gran Consiglio. La nuova costituzione segue quindi i voleri austriaci.

Il regime di Quadri

Il cantone è guidato dai due landamani Quadri (presidente del Consiglio di Stato) e il presidente del Gran Cosiglio. Questo tipo di regime viene anche chiamato “dei landamani”.
Quadri, che è un conservatore, impone un regime clientelare e corrotto, che fu repressivo contro la stampa (censura), ogni iniziativa della società civile (creare nuove scuole) e tutto ciò e ogni individuo che poteva essere sospettato di liberalismo. Quadri era un fedele sostenitore dell’Austria.

I primi moti rivoluzionari milanesi (1820-‘21)

Tra il 1820 e il ’21 avvengono i primi moti rivoluzionari milanesi, che vengono però repressi dall’Austria e dalla Santa Alleanza (ancora in vigore) e creano un’ondata di migrazioni verso un paese neutrale dei liberali. L’Austria impose a Quadri di rifiutare i profughi politici, quindi attuò forti misure restrittive di repressione. Molti immigrati furono costretti a rimpatriare, mentre altri rimanevano in Ticino in clandestinità.

La modernizzazione

Quadri era però sensibile riguardo all’idea di ammodernamento per il cantone. Cominciò quindi un’opera di ammodernamento delle strade (comunicazioni), dei codici legislativi e fece il primo passo per ammodernare le campagne.
Anche in Ticino c’è quindi una certa mobilità sociale e i primi esponenti intellettuali, come ad esempio d’Alberti, ecclesiasta conservatore al servizio dell’ammodernamento e favorevole ai principi basilari del liberalismo. In questo periodo ci sono parecchi esponenti cattolici non insensibili al liberalismo e ai suoi principi. Un altro esempio di intellettuale è Stefano Franscini, che cominciò durante la Restaurazione l’ammodernamento in clandestinità. Nel 1829 Franscini riesce a far stampare un libro anonimo riguardante la riforma della costituzione: “Sull’amministrazione della Costituzione”.

La fine della Restaurazione in Svizzera e in Ticino

Dopo il ’30 ci si stava preparando all’età successiva alla Restaurazione.
Nel 1830 il Gran Consiglio, stanco dell’atteggiamento conservatore e repressivo di Quadri, prende in mano la situazione con d’Alberti, che in una notte stende una nuova costituzione liberale.
Il Gran Consiglio accetta la nuova carta mettendo Quadri in una situazione di minoranza, attuando così una rivoluzione pacifica.
Il Ticino quindi è oramai un cantone rigenerato e il suo cambiamento è facilitato dal fatto che altri 11 cantoni, contemporaneamente, hanno attuato un ammodernamento delle loro costituzioni, diventando tutti liberali.

 

Fonte: http://www.myskarlet.altervista.org/Scuola/Storia%20Svizzera%20nel%201200.doc e http://www.myskarlet.altervista.org/Scuola/Storia%20Svizzera%20nel%20'700.doc

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