Storia la Roma dei Papi

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Storia la Roma dei Papi

LA ROMA DEI PAPI
Quelli rinascimnentali erano Papi che
- detenevano potere temporale (erano cioè prima di tutto signori e re dello stato della Chiesa), - - praticavano la simonia (vendita di cariche ecclesiastiche e di indulgenze)
-  il nepotismo  (cariche più importanti affidate ad amici e parenti)
- il concubinaggio
Erano "Principi della Chiesa" prima che autorità spirituali; si comportavano come un qualunque signore degli altri stati ma in più potevano far valere Dio dalla loro. L'essere principe comportava un notevole potere e anche delle notevoli rendite economiche, una vita condotta nel lusso e negli intrighi locali ed internazionali.
Questa era la condizione della Chiesa in Italia non era la situazione della Chiesa in generale. La Chiesa aveva già avuto tre secoli prima il grande risveglio spirituale del francescanesimo e ci sarebbero voluti ancora decenni prima che Lutero scatenasse la sua riforma.

Alessandro VI, nato Roderic de Borja in Spagna, italianizzato in Borgia fu il 214° papa della Chiesa cattolica dal 1492 alla morte nel 1503, scandalizzò tutto il mondo conducendo una vita corrotta.

SCAPOLO CON 7 FIGLI.
PROFESSIONE:  SOMMO PONTEFICE

Rodrigo arrivò a Roma dalla Spagna con lo zio, futuro papa Callisto III, che lo fece diventare cardinale giovanissimo. Il porporato si sapeva godere la vita in Italia, ad esempio nella piazza prospiciente il Palazzo Borgia divenne anche il luogo di frequenti spettacoli che il cardinale spagnolo offriva al popolino: rappresentazioni, musica, in un'occasione anche una corrida.
Fu un uomo di eccezionale valore: resistette per trentasette anni sotto quattro diversi papi senza perdere mai la sua influenza e la sua importantissima carica di vicecancelliere.
E la sua elezione a Papa avvenne l'11 agosto del 1492: per essere eletto pagò con cariche e denari cardinali elettori. Nei giorni seguenti fece imponenti festeggiamenti nella città.

Quando divenne Papa Rodrigo Borgia aveva già sette figli (di cui quattro avuti dall'amante Vannozza Cattanei e tre da un’altra donna), una nuova amante (la giovanissima Giulia Farnese).
Il posto di Vannozza venne preso presso l'ormai cinquantottenne Rodrigo, alla soglia dell’elezione, dalla giovanissima Giulia Farnese. Il cardinale sceglieva il marito per l'amante, preoccupato di dare sempre a quest'ultima una situazione di "legittimità". Ma il papa non mancava di dimostrare la sua gelosia verso il legittimo marito di Giulia.
Nei piani del Pontefice ognuno dei figli aveva un posto ben preciso. Cesare, a soli diciotto anni, ebbe la porpora cardinalizia.  Juan era invece destinato alla carriera "civile". Ma questa veloce carriera fu interrotta bruscamente la notte del 14 giugno 1497, quando Juan, dopo aver partecipato ad una festicciola familiare, non fece più ritorno a casa. Il suo corpo fu rinvenuto due giorni dopo nel Tevere: martoriato da diecine e diecine di colpi di pugnale e di spada. I sicari avevano fatto un lavoro accurato. Probabilmente l’assassinio fu voluto dal fratello Cesare che, mal accettando la sua posizione di ecclesiastico, non nascondeva la sua invidia per la carriera mondana e politica in cui invece era avviato il fratello e per la preferenza che sempre il padre gli riservava.
E in effetti, mentre l'incolore Joffre andava sposo, giovanissimo, a Sancia d'Aragona, e si trasferiva poi nel Regno di Napoli, Cesare iniziò la sua incredibile ascesa dopo la morte del potente fratello Juan. Ottenuta dal re di Francia il titolo di Duca di Valentinois, divenuto cognato del Re di Navarra, iniziò l'invasione delle Romagne con truppe fornite dal re francese e finanziate dal pontefice. In tutte queste campagne diede prova di crudeltà senza pari, ricorrendo, quando lo reputava conveniente, al tradimento e all'inganno.
E Cesare, già sospettato per l'assassinio del fratello, fu anche il principale indiziato per un altro fosco episodio, che si consumò addirittura all'interno delle mura vaticane: l'uccisione di Alfonso di Aragona, secondo marito di Lucrezia.
la morte - Ufficialmente fu la malaria a porre fine alla vita del papa Borgia. C'è, però, un'altra versione che vuole che la morte del Papa sia avvenuta per avvelenamento, ma per errore. Si dice che nel corso di una riunione conviviale, fosse stato posto del veleno nel vino destinato al Cardinale, ma che per errore il vino fosse stato bevuto dal Papa, e annacquato da Cesare.
La morte del Papa fu l'inizio della fine per Cesare Borgia.
Della Rovere divenne Papa, col nome di Giulio II, e subito disattese le promesse che aveva fatto a Cesare in cambio dell'appoggio dei porporati spagnoli, tra cui quelle di confermarlo nella carica di capitano generale e di tutelare il "suo" ducato di Romagna, che senza la sua presenza si andava sfaldando. Morì a soli 32 anni prigioniero.

Lucrezia Borgia nacque a Subiaco, oggi in provincia di Roma, il 18 aprile 1480.

Figlia di un papa, tre mariti (uno assassinato), un certo numero di amanti, una vita avventurosa,  otto figli legittimi, uno illegittimo, l'ammirazione incondizionata dei contemporanei. Il tutto in soli  39 anni.

 

Diverse voci e leggende sono sopravvissute nel corso degli anni. Si diceva ad esempio che Lucrezia possedesse un anello cavo, che usava spesso per avvelenare le bevande. Per ottenere la mistura (cantarella) era necessario cospargere di arsenico le viscere di un maiale appena ucciso. Quando la massa putrefatta era secca, veniva ridotta in polvere. La violenza tossica di questo composto uccideva in ventiquattro ore, fra atroci tormenti. Sono notissime le molte speculazioni su una relazione incestuosa di Lucrezia con il padre ed i fratelli.


All'età di undici anni, era stata promessa in moglie già due volte: in entrambi i casi suo padre sciolse i fidanzamenti.
Papa Alessandro VI, fece sposare Lucrezia con Giovanni Sforza, allo scopo di stabilire un'alleanza con la potente famiglia milanese. La giovane aveva appena tredici anni.
Dopo un po', la famiglia Borgia non ebbe più bisogno degli Sforza. Poiché il matrimonio, diceva il papa, non era stato consumato, lo dichiarò nullo. Non avendo scelta, Giovanni Sforza firmò davanti a testimoni sia una confessione di impotenza che il documento di nullità, dopo aver però accusato la moglie e il suocero di rapporti incestuosi.
Durante il prolungato processo di annullamento, Lucrezia consumò una relazione con qualcuno, probabilmente il messaggero di Alessandro. Il risultato fu che Lucrezia era incinta, quando il matrimonio venne annullato per non essere stato consumato.
Così si sposò ad Alfonso d’Aragona, che a quanto pare fu il primo amore della sua vita. Tuttavia il Papa aveva grandi mire espansionistiche e, paventando un'alleanza con la Francia, giunse alla conclusione che anche  il nuovo  matrimonio era per lui solo un peso.
Fu così che la notte del 15 luglio 1500 il giovane, in una passeggiata serale, venne aggredito da quelli che apparentemente erano pellegrini. A soccorrerlo furono la sorella, Sancha, sposa del più giovane dei Borgia (Goffredo), e Lucrezia. Ma il 18 agosto con un inganno Lucrezia e Sancha furono allontanate dalla stanza dell'infermo, e il principe fu misteriosamente strangolato. Nell'assassinio tutti riconobbero la mano di Micheletto, uomo di fiducia di Cesare Borgia.
A questo punto il padre di Lucrezia, solo 21enne, poté organizzare un terzo matrimonio a lui più necessario. Allo scopo di rafforzare la signoria di Cesare in Romagna, diede Lucrezia in sposa ad Alfonso I d'Este, erede legittimo del ducato di Ferrara.
Alla corte d'Este Lucrezia si rifece delle accuse, trascorrendo una vita abbastanza morigerata. Da Alfonso d’Este, Lucrezia ebbe sei figli.
Morirà di setticemia a seguito di un parto nel 1519 all’età di 39 anni.



GIULIO II   DELLA ROVERE
( pontificato 1503-1513 )

 

Giuliano della Rovere nasce ad Albisola il 5 dicembre 1443. Anche suo zio è un papa: Sisto IV.

Nel 1503 Giuliano viene eletto Papa col nome di GIULIO II.
Più che un papa di chiesa, fu  definito un "papa soldato".
Si era scelto il nome Giulio, non tanto in omaggio al pontefice che aveva portato quel nome, quanto per ammirazione verso Giulio Cesare.

L’Italia si trovava sotto il dominio straniero, non rimanevano che due sole potenze, Venezia e lo Stato Pontificio, che non fecero altro che farsi guerra.
Per riavere le terre occupate dai veneziani Giulio II era pronto a tutto.
Cominciò con le minacce di scomunica, a cui però Venezia rispondeva con insolenza.
Allora Giulio II divenne il promotore della nascita di una lega internazionale ai danni di Venezia, che fu battuta.
Poi fu la volta dei francesi e dei loro possedimenti in Italia; il papa fulminò con la scomunica il re di Francia. Poi montò a cavallo e alla testa delle truppe accorse di persona contro i territori francesi.
Durante la campagna poco mancò all'animoso pontefice di rimanerci per sempre: una palla di cannone nemica cadde nel suo appartamento ferendo due suoi camerieri e mancando di poco il papa (la palla fu poi inviata come ex voto al santuario di Loreto). E quando tre giorni dopo la fortezza capitolava, nella breccia aperta delle mura, Giulio II si arrampicò su per una scala a pioli per essere tra i primi a penetrare.

Si racconta che Michelangelo quando abbozzava la statua da erigere a Bologna a Giulio II, dopo aver disegnata la mano destra del pontefice in atto di benedire, chiedeva "Ma che farà la sinistra? Porterà un libro?". E Giulio gli rispose: "A me un libro? Mi tratti da scolaro? Voglio una spada".

Egli portò a Roma la magnificenza delle arti.
Fu lui a concepire la nuova basilica di San Pietro; fu lui a chiamare a Roma i più grandi artisti del tempo, come Raffaello e Michelangelo.

 

Fonte: http://parolevoci.altervista.org/materiali/Alessandro%20VI.doc

Sito web da visitare: http://parolevoci.altervista.org

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