Storia archeologia

Storia archeologia

 

 

 

I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore

 

 

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

 

 

 

Storia archeologia

Archeologia medievale

L'archeologia medievale si occupa dello studio e del recupero sistematico di testimonianze materiali postclassiche e preindustriali. Il suo campo di indagine spazia dalla cultura materiale e dagli aspetti della produzione, distribuzione e consumo dei beni, alla storia dell'insediamento, dei rapporti tecnico-economici con l'ambiente e quindi alla storia del paesaggio e del territorio.
La nascita dell’archeologia medievale è molto recente, anche se, come in altri campi dell'archeologia, ricerche isolate e  pionieristiche possono essere rintracciate anche in tempi più lontani. Alla sua origine sono le ricerche di G.P. Bognetti che seppe rivelare l'autonoma potenzialità di informazione delle fonti archeologiche ma anche la possibilità di integrare tali dati con le tradizionali fonti scritte ai fini della ricostruzione storica. Oggetto degli studi di Bognetti era la storia dei Longobardi, ma i suoi riferimenti culturali divennero, quando da storico si fece anche archeologo, l'archeologia protostorica tedesca e francese. La prima aveva già prodotto importanti studi e tipologie di materiali longobardi negli anni '30 e '40 del Novecento. Fra il 1961 e il 1962 Bognetti promosse due importanti scavi medievali, coinvolgendo l'Istituto di Storia della Cultura Materiale dell'Accademia Polacca delle Scienze, a Torcello (Venezia) e a Castelseprio (Varese); entrambe le ricerche rimasero interrotte dalla sua morte nel 1963, ma il suo esempio non restò senza seguito. Nel 1962 iniziarono gli scavi dell'insediamento di Invillino (Udine) ad opera dell'Istituto di Preistoria di Monaco e nel 1966 Michelangelo Cagiano de Azevedo, titolare di una cattedra di Archeologia Cristiana, fece istituire il primo corso universitario di Archeologia Medievale alla Cattolica di Milano. Molte delle iniziative di questi anni nacquero nell'ambito del Centro Italiano di Studi sull'Altomedioevo di Spoleto, fra cui il progetto del Museo dell'Altomedioevo a Roma, inaugurato nel 1966 raccogliendo in particolare i materiali delle necropoli di Nocera Umbra e di Castel Trosino, scavate fra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. Edizioni di materiali fino allora trascurati e dispersi si devono a partire dalla fine degli anni '50 a M. Salmi, A. Peroni, O. von Hessen. Del tutto autonoma è invece l'opera di studio della ceramica medievale portata avanti da T. Mannoni sulla scorta delle metodologie messe a punto da N. Lamboglia nell'Istituto di Studi Liguri; caratteristica dell'opera di T. Mannoni è anche l'attenzione allo scavo, alla ricognizione del territorio e alle possibili interazioni con discipline scientifiche, al di fuori di precise definizioni cronologiche disciplinari ('archeologia globale').
Per il resto però, la nuova archeologia medievale sembrava essersi posta dei limiti cronologici che non oltrepassavano il IX secolo; questa situazione iniziò a mutare con l'inizio degli anni '70, quando furono istituiti numerosi insegnamenti universitari di Archeologia Medievale. Un forte impulso a superare l’altomedioevo venne dai nuovi interessi manifestati da storici, influenzati dalla scuola francese delle Annales, per le vicende del popolamento, per il rapporto uomo-ambiente, per i ceti subalterni e le società locali, per gli aspetti materiali della storia dell’insediamento e del paesaggio agrario. L’incontro fra studiosi di varia formazione (archeologi liguri, storici torinesi e fiorentini) portò nel 1974 alla fondazione della rivista “Archeologia Medievale”, che nel sottotitolo “Cultura materiale, insediamenti, territorio”  definiva il campo di intervento della nuova disciplina, distinguendola programmaticamente dagli studi più tradizionali di architettura monumentale e storia dell’arte. Punti di riferimento erano una concezione marxista del passato che dava un ruolo centrale alla cultura materiale e il richiamo alle esperienze della scuola polacca.
Un ulteriore riconoscimento istituzionale si registra nel 1978, anno in cui  iniziarono ad essere inseriti nelle Soprintendenze Archeologiche dei medievisti; mentre nel 1984 furono messe a concorso le prime cattedre universitarie. Nell’attuale moltiplicarsi delle iniziative, emerge in Italia l’attività dell’Università di Siena, dove la cattedra di Archeologia Medievale è affidata a R. Francovich. Dopo una serie di interventi nelle città toscane, mirati a ricostruire l’evoluzione dell’occupazione del sito e a costruire tipologie ceramiche, Francovich ha condotto numerose indagini di ampio respiro quale lo scavo della Rocca di San Silvestro presso Campiglia Marittima, un castello che viveva dello sfruttamento minerario del territorio, o quello del castello di Montarrenti (Siena), che hanno contribuito ad una nuova definizione del fenomeno dell’incastellamento, in precedenza oggetto di studi esclusivamente storici. L’attività di T. Mannoni è proseguita invece nell’ambito dell’Istituto per la storia della Cultura Materiale con il perfezionamento delle tecniche di ricerca di superficie e di documentazione della cosiddetta ‘archeologia del sopravvissuto’, cioè delle tracce del medioevo che fanno ancora parte dell’ambiente urbano o rurale attuale, attraverso l’analisi stratigrafica delle murature (‘archeologia dell’architettura’).
L’affermazione dell’Archeologia Medievale in Italia ha avuto come sviluppo ulteriore la nascita dell’archeoloogia urbana, intesa non più come una serie di scavi di emergenza da eseguire frettolosamente quando i cantieri hanno già danneggiato le realtà archeologiche sepolte, ma come una disciplina autonoma in grado di elaborare carte del rischio, e quindi, almeno nelle intenzioni, di partecipare attivamente alla programmazione urbanistica. Dall’archeologia medioevale si vanno staccando da ultimo nuove branche, quali l’archeologia postmedievale, l’archeologia dell’architettura, l’archeologia della produzione. 
I principi teorici della necessità dell’esplorazione totale dei depositi archeologici, e della pari dignità di tutte le fasi cronologiche e storiche testimoniate nei depositi stratigrafici, che sono due fondamenti dell’archeologia contemporanea, hanno inoltre costretto anche i classicisti a misurarsi con le stratificazioni medievali e postmedievali. In alcuni casi questa nuova sensibilità ha portato all’apertura o all’approfondimento di nuovi filoni di ricerca, quale quello della fine della città antica e della nascita della città medievale che vede da alcuni anni al lavoro, con risultati proficui, archeologi classici e medievisti. 

I temi dell’archeologia medievale: l’incastellamento.
L’impianto di abitati fortificati nei secoli centrali del Medioevo è un fenomeno comune a tutta la storia europea. L’indagine archeologica condotta sistematicamente e su larga scala ha fornito negli ultimi decenni contributi originali e talvolta decisivi per la definizione di questo grande fenomeno.  Molte ricerche sono nate dalla discussione accesa dalla pubblicazione dello studio dello storico Toubert (1973), riguardante i castelli del Lazio Meridionale e della Sabina, al fine di sottoporre a verifica il modello proposto. Dati archeologici emersi soprattutto in indagini condotte in Toscana, ad esempio, hanno permesso in molti casi di retrodatare l’occupazione delle alture su cui poi si svilupperanno i castelli, sganciandone la formazione, almeno in una prima fase, da quella iniziativa signorile che è un elemento cardine del modello di Toubert. A Scarlino (Grosseto) il nucleo costitutivo del castello è un insediamento stabile con edifici di legno databile all’Altomedioevo, ben prima della prima attestazione del sito, nel X secolo, come curtis (azienda agricola). Concordemente con le fonti l’insediamento si dotò di strutture difensive fra X e XII secolo, che però si inseriscono nell’ambito di un villaggio già esistente. Anche in un altro castello, Montarrenti (Siena), sono state documentate fasi di occupazione ben più antiche della ristrutturazione medievale del sito, dovuta ad una chiara iniziativa signorile: le imponenti costruzioni di XII-XIII secolo si sovrappongono ai resti di un abitato forse di capanne lignee, dotato di un muro di cinta già dall’VIII secolo.  

I temi dell’archeologia medievale: miniere e metallurgia.
Il villaggio fortificato di Rocca San Silvestro (Livorno) sviluppatosi fra X-XI e XIV secolo è un esempio di castello signorile fondato dalla famiglia feudale dei Della Gherardesca per lo sfruttamento minerario e per l’attività metallurgica: l’indagine archeologica ha permesso di studiare non solo un tipico caso di insediamento di matrice signorile, ma anche i processi produttivi attuati dalla comunità rurale che vi aveva sede. Il castello sorge nel cuore di una regione mineraria già sfruttata dagli etruschi, nella quale sono abbondanti i giacimenti di solfuri misti , con minerali di rame, piombo argentifero e zinco. Il castello, già nella sua struttura e nella distribuzione degli spazi, dimostra di essere nato come insediamento specializzato. In alto era la torre di guardia con la guarnigione militare e la residenza signorile; più in basso la chiesa con il cimitero. Il villaggio vero e proprio si distribuiva a vari livelli sulle pendici. Subito all’esterno della cerchia muraria era un forno per la riduzione dei minerali di ferro locali, arricchiti dall’ematite dell’Elba. Le ‘blume’ che risultavano da questo procedimento venivano poi martellate presso un focolare e una vasca d’acqua per eliminare le scorie; ai piedi della porta del castello era poi una forgia dove si procedeva alla lavorazione finale. Un’altra area produttiva era all’interno del castello, in una zona scarsamente edificata a ridosso delle mura. Qui si producevano rame e piombo; nelle vicinanze era una forgia, forse destinata alla coppellazione dell’argento.

I temi dell’archeologia medievale: la città fra antichità e medioevo.
Negli ultimi quindici anni l’introduzione dell’archeologia urbana ha prodotto un’enorme mole di informazioni sulle fasi altomedievali delle città. In precedenza quelle testimonianze, compresse fra la monumentalità della fase classica e di quella bassomedievale, erano state considerate molto di rado e quasi esclusivamente su siti abbandonati (ad esempio Luni). I nuovi risultati, emersi da ricerche condotte in Inghilterra, in Francia e in Italia (Milano, Brescia, Pavia, Verona, Roma e Napoli), hanno alimentato un vivace dibattito fra storici e archeologi che vede nel passaggio fra città tardoromana e altomedievale un fenomeno complesso in cui predominano, a seconda dei punti di vista, gli aspetti di continuità o quelli di rottura.
A Brescia, dove le indagini sono state particolarmente estese, è stato individuato un processo di disgregazione precoce delle strutture della città tardoromana a cui si contrappongono limitati aspetti di continuità (esistenza delle mura, reticolato urbano). Allo stesso tempo nella città aumentarono gli spazi vuoti, utilizzati per orti e pascolo, mentre si accumulavano depositi di spessore notevolissimo frutto del collasso della rete fognaria  e delle discariche di rifiuti (dark layers). La nuova città altomedievale assunse così una configurazione disomogenea e frammentata, con isole abitate e aree abbandonate. Nel caso di Verona una serie di dati abbastanza convergenti con quelli di Brescia è stata invece interpretata, almeno inizialmente, dando maggior peso agli elementi di continuità e persistenza. Gli aspetti di degrado e in particolare l’innalzamento dei livelli urbani sono stati qui interpretati come fatti circoscritti e come esiti di nuove scelte insediative; il riuso dei materiali più che di difficoltà economiche sarebbe stato segno di vitalità edilizia.

 

Fonte: http://digilander.libero.it/etruscologia/doc/archeologia%20medievale.doc

Sito web da visitare: http://digilander.libero.it/etruscologia/

Autore del testo: non indicato nel documento di origine

Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.

 

Storia archeologia

 

 

I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore

Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).

 

Storia archeologia

 

"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco

www.riassuntini.com dove ritrovare l'informazione quando questa serve

 

Argomenti

Termini d' uso, cookies e privacy

Contatti

Cerca nel sito

 

 

Storia archeologia