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Breve storia delle origini del tappeto orientale
Il tappeto orientale suscita la stessa emozione di una vera opera d'arte, un'insospettata rivelazione di bellezza che ci trascina nel luminoso oriente, paese di sogni, dove tutto ha colore smagliante e bellezza poetica. Il mistero circonda l'oriente, culla dell'umanità e di tutte le religioni, paese dalla storia più volte millenaria dai significati indefinibili. I popoli orientali, sognatori, poeti, artisti sono portati dalla loro stessa natura a spontanee espressioni d'arte travolti dalla fatalità degli eventi, conservano sempre , seppur latenti, molta delle antiche facoltà che si manifestano anche attraverso le arti manuali. L'arte del tappeto, dunque, nell'espressione dell'animo asiatico rappresenta l'aspirazione alla bellezza.
L'arte del tessuto sembra sia stata praticata da antichissime popolazioni indiane trasmessa poi agli assiri. Agli egiziani si deve l'invenzione e diffusione del telaio, modesta ai suoi inizi, limitata come era nelle lane usate con tinte naturali: bianche, brune, castane, nere e grigie. L'arte del tappeto diviene l'affermazione della civiltà quando al tessuto si poté dare varietà e carattere attraverso la fantasia del disegno e le varietà del colore, evoluzione che si realizzò nei tempi remoti. Dagli affreschi della necropoli di Tarquinia e di Settecamini presso Orvieto, si può affermare che gli etruschi conoscevano già l'uso del tappeto orientale, naturalmente come oggetto di gran lusso.
USI E COSTUMI
Il suo uso risale alla notte dei tempi ed è difficile datare la sua origine, anche se un fatto appare ormai universalmente riconosciuto: la sua nascita avvenne in Asia, culla dell'umanità, ad opera di tribù nomadi. Le pelli degli animali che venivano utilizzate per ricoprire il suolo e le pareti delle tende per proteggersi dal freddo furono sostituite coi tappeti, che acquistarono rapidamente notevoli qualità estetiche grazie all'ispirazione creatrice e al dono di materializzare i propri sogni di coloro che li produssero.
Per l'Islam un oggetto rappresenta l'integrazione di tre elementi fondamentali: la forma, l'ornamento e la funzione. Il tappeto orientale è un esempio di questa idea della perfezione: la struttura, i motivi decorativi e la funzione del tappeto tessuto riflettono il modo di vita pastorale e nomade del tessitore.
Le decorazioni, inizialmente semplici ed essenziali, cominciarono a diversificarsi e ad assumere forme curvilinee che spiegano il ricorso a dei cartoni, una sorta di modelli da seguire, opera di abilissimi disegnatori. La massima espressione artistica si ottenne nella realizzazione di quei tappeti di altissima qualità, la cui annodatura veniva fatta sotto la direzione di un autentico maestro, l'Ustad, che ne assumeva anche la responsabilità tecnica.
Da appena un secolo, quando si parla di tappeti ci si riferisce a quelli che servono a ricoprire il pavimento. In passato l'utilizzazione del tappeto non era così precisa e poteva variare secondo le circostanze e l'umore del momento. Tesi lungo il muro, posati sulla tavola o sul suolo, i tappeti sono sempre degli ornamenti: è la loro dimensione a decidere del loro uso.
Anche se non tutti sono d'accordo, il termine tappeto si fa risalire al greco tapesetos, da cui deriva il latino tappetum.
Oggi il mercato è invaso da una quantità enorme di tappeti moderni o semi-antichi. Questi tappeti moderni sono tessuti in notevole quantità nei paesi tradizionalmente produttori di tappeti annodati (Persia, Turchia, Caucaso, Cina) dove hanno conservato un legame con la tradizione artistica. Altri nascono in paesi nuovi nel campo della fabbricazione di tappeti, dove il costo del lavoro è basso (Pakistan, Romania, Egitto). Come manufatti hanno un certo valore d'uso, che li pone al di sopra dei tappeti meccanici, ma quanto a gusto ed espressione d'arte il loro valore è pari allo zero.
All'Europa la seduzione del tappeto orientale viene rivelata dai mercanti e viaggiatori italiani. Già nel sec. IX i veneziani vendevano i tappeti alla corte di Pavia, in alcune pitture trecentesche toscane possiamo vedere i tappeti orientali dipinti con grande maestria. Il commercio del tappeto si propaga anche ai fiorentini e ai pisani, ma non è da escludere che vi partecipassero anche i genovesi. Nel sec. XV i veneziani detengono il primato come importatori di tappeti e il possesso dei tappeti non è più privilegio dei soli patrizi, ma anche dei modesti borghesi, in occasione di feste religiose, civili o carnevalesche si stendono i tappeti lungo le calli e come ornamento delle gondole; non è da credere però che l'uso del tappeto sia sconosciuto in altre regioni d'Italia. Una notevole diffusione del tappeto nei paesi dell'Europa Orientale si verifica dal sec. XIV al sec. XVII con l'invasione turca.
Dopo il cinquecento presso gli occidentali si affievolisce l'interesse per il tappeto esotico: fu dopo la grande esposizione tenuta a Vienna nel 1891 che gli europei tornarono con entusiasmo al tappeto orientale subito seguiti dagli americani. Da allora abili commercianti, recatisi nei centri di produzione, iniziarono l'incetta dei tappeti in Oriente e per inviarli nelle capitali di Europa e d'America, dove incontrarono subito le simpatie degli occidentali, i quali non tardarono ad esigere una produzione consona per formato e per disegno ai loro ambienti. Così indussero i produttori orientali a modificare le dimensioni, e qualche volta anche i disegni e i colori. La troppo sollecita adesione ai desideri dell'importatore europeo portò alla decadenza della secolare arte del tappeto: l'annodatore orientale non si senti più affascinato dall'opera che le sue mani abili e pazienti venivano creando, l'arte diventò un'industria, così che non tutti i tappeti tolti dai telai in questi ultimi cinquanta anni possono vantare l'accurata fattura di un tempo. Tuttavia ancora oggi si possono trovare ottimi tappeti sia di vecchia sia di nuova fattura.
LO STILE
Il tappeto di stile orientale va bene dappertutto. Se avete buon gusto ed amate il classico, sarete in grado di armonizzare perfettamente lo stile del vostro tappeto con lo stile del vostro arredamento.
Potete preferire un tappeto persiano dai colori dolci e dagli arabeschi eleganti per un salone, una camera o un salottino; un tappeto turco dai motivi geometrici più spigolosi per un ufficio, un ingresso o per una ambientazione moderna. Per uno studio o per la camera dei bambini si può scegliere un tappeto con quei simboli tipici dell'estremo oriente che, schiarendo un fondo in tinta unita, riposeranno l'occhio.
Le decorazioni a motivi geometrici, i modelli primitivi o popolari e folcloristici si adatteranno molto bene a un ambiente moderno, ad una cameretta per ragazzi, ad una residenza di campagna o al mare, secondo un largo ventaglio di possibilità.
I motivi ripetuti, d'altra parte, si adattano a diversi stili.
Tenete presente comunque che se il vostro tappeto è destinato ad occupare un angolo piuttosto scuro della vostra casa, farete bene a scegliere dei colori chiari e decisamente vivaci. Se, al contrario, la luce lo colpirà con forza, il principio è esattamente lo stesso, perché la grande luce mangia i colori.
Le regioni dI PROVENIENZA
A causa dell'uso al quale era destinato, il tappeto, anche se solidamente tessuto e strettamente annodato, non poteva resistere più di tanto al trascorrere del tempo, quindi non ci si deve stupire se così poco dei tappeti antichi è pervenuto fino a noi.
Dopo il tappeto di Pazyryk, i primi importanti ritrovamento sono quelli di vasti frammenti rinvenuti nel 1905 dallo studioso svedese F. R. Martin nella moschea di Alaeddin a Konya, nell'Anatolia centrale, che risalgono alla seconda metà del Xlll secolo, cioè durante il dominio delle tribù turche dei selgiuchidi, giunte dall'Asia centrale. Altri esemplari di tappeti selgiuchidi furono rinvenuti venti anni dopo nella moschea di Eshrefoglu, a Beyshehir, dall'americano R. M. Riefstahl.
Di fronte a così limitati reperti, dobbiamo necessariamente riferirci alle testimonianze degli storici, dei poeti, dei pittori e degli scultori per sapere che il tappeto faceva parte della vita quotidiana di antiche civiltà scomparse.
Per esempio, pile di tappeti sono raffigurati su dei vasi etruschi e greci, mentre nello Yucatan si sono ritrovati dei bassorilievi che raffigurano personaggi intenti a tessere. Durante gli scavi nell'antica Tebe fu rinvenuto un piccolo tappeto annodato, blu e bianco, con motivi geroglifici che risalirebbe al IV secolo a.C..
Omero, nel IX secolo a.C., parla già di dozzine di tappeti di grande valore e la cortigiana dell'Antico Testamento ricopre il suo letto con un tappeto d'Egitto.
I cronisti dell'epoca ci lasciarono gli inventari dei favolosi bottini conquistati dai Persiani e dai Greci nel corso delle loro guerre, e i tappeti sono compresi fra gli oggetti più preziosi.
Sempre fonti storiche ci descrivono il tappeto noto coi nome di Primavera di Cosroe: un tappeto di dimensioni gigantesche (25 x 65 metri) che venne eseguito per ornare il palazzo dell'imperatore sassanide Cosroe I (531-579 d.C.) a Ctesifonte. Quest'opera eccezionale rappresenta un meraviglioso giardino con alberi, fiori, ruscelli e cascate. I fiori e le foglie erano ricamati con pietre preziose di ogni colore, le acque erano di cristallo e perle, con trame d'oro, d'argento e di seta. Quando nel 637 i conquistatori arabi si impadronirono dell'Assiria, tagliarono a pezzi e si spartirono fra loro questa meraviglia, che viene considerata come la progenitrice di tutti i tappeti giardino tipicamente persiani.
Anche i Crociati furono affascinati dai tesori d'Oriente durante le loro spedizioni e riportarono a casa caldi e meravigliosi tappeti. Marco Polo, grande ammiratore di oggetti artistici, tesse ampi elogi sui vari tipi di tappeti che scopre attraversando l'Oriente e parla dei tappeti turchi e caucasici come dei migliori del mondo.
Altre fonti islamiche sostengono che i tappeti anatolici del XIII e XIV secolo fossero tanto ricercati da essere esportati in tutto il mondo. Questi tappeti, che appartengono al periodo che vedeva il dominio delle tribù turche dei Selgiuchidi giunti dall'Asia centrale, erano tutti in lana e decorati con motivi geometrici in base ad un repertorio molto vasto. I colori utilizzati erano soprattutto il blu scuro e chiaro e il rosso cupo e chiaro.
Nell'epoca successiva, quella ottomana (dal nome del fondatore della dinastia, Othman, 1299-1326), i tappeti mostrano una sostanziale continuità rispetto a quelli annodati anatolici del periodo selgiuchide.
Nei secoli XIV e XV il tappeto assume due fondamentali aspetti: quello della raffigurazione di animali (in particolare uccelli e quadrupedi) molto stilizzati e quello con motivi geometrici. La loro documentazione, in mancanza di sicuri reperti, viene tratta soprattutto dalla pittura dell'epoca, in particolare di scuola italiana e spagnola.
Il notevole numero di tappeti rappresentati nella pittura italiana ed europea non deve sorprendere, dal momento che tra il XIV ed il XV secolo l'Italia (Venezia in particolare) fu il maggior importatore di tappeti orientali del mondo, pezzi bellissimi che venivano poi commercializzati in tutta Europa.
I TAPPETI LOTTO E HOLBEIN Durante il Rinascimento vennero importati in Europa dall'Oriente diversi tappeti Ushak di piccolo formato: la loro decorazione era costituita da grandi motivi geometrici e da un elegante arabesco dai colori piuttosto forti, coi fondi generalmente di colore rosso e i bordi costituiti da un disegno cubico assai stilizzato o da motivi floreali in genere di colore blu. I grandi pittori fissarono con estrema precisione lo stile di questi tappeti raffigurandoli nelle loro tele. L'italiano Lorenzo Lotto (1480-1556) dipinse nei suoi quadri un gran numero di questi tappeti dai disegni angolosi, tanto che essi presero ben presto il nome dal pittore, perdendo così il nome d'origine. IL TAPPETO TURCO La caratteristica fondamentale dell'artigiano turco è quella di mantenere sempre una stretta osservanza della religione musulmana, la quale impone ai fedeli di non raffigurare in alcun modo gli essere viventi. Rifiutandosi dunque di rappresentare la natura reale che lo circonda, egli cerca di tradurre la sua emozione interiore con motivi geometrici e floreali che si allontanano dalla decorazione persiana, alla quale pure si ispirano, per diventare simboli rituali in risposta alla tradizione e ad un pensiero profondo. I TAPPETI PERSIANI Poche sono le notizie che si hanno dei tappeti persiani fino al XV secolo. Se nel periodo selgiuchide quasi certamente venivano annodati tappeti in Persia, soltanto in epoca ilkhanide (1221-1353) alcune miniature cominciano a fornirci qualche documentazione, che diverrà veramente importante solo a partire dal XV secolo. I disegni sono geometrici, con vari tipi di ottagono, divisi o uniti fra loro con motivi di collegamento. IL CAUCASO La regione caucasica (Georgia, Daghestan, Azerbaigian, Armenia), ha avuto contatti con diverse civiltà che si sono costantemente incrociate in questa zona, vero e proprio centro dei traffici carovanieri e commerciali. La cultura locale ha quindi avuto modo di assimilarle parzialmente e rielaborarle in base alle proprie tradizioni, creando così alcune caratteristiche tipiche di quest'area. DERBENT e KAZAK Di grande interesse sono i tappeti Kazak (che in tartaro significa cavaliere della steppa, nomade), prodotti da popolazioni nomadi turco-tartare che finirono con lo stanziarsi nei villaggi montani del Caucaso sud-occidentale. Contraddistinti da un'annodatura larga e da un pelo medio - alto, i tappeti Kazak hanno una decorazione costituita da disegni semplici e geometrici dalle grandi proporzioni. Grazie all'ottima qualità della lana utilizzata, che consente un perfetto assorbimento delle tinture, il tappeto Kazak possiede una brillantezza ed una vivacità di colori straordinarie. La maggioranza di questi tappeti si colloca tra la metà del XIX e il primo ventennio del XX secolo. TURKESTAN Abitato da tribù nomadi o seminomadi, il Turkestan è compreso geograficamente fra il Mar Caspio, le città di Bukbara e Samarkanda, il lago di Aral e l'attuale Iran. Dedite alla pastorizia, queste tribù affidavano alle donne l'annodatura dei tappeti e di altri oggetti di uso quotidiano (borse, sacche per conservare alimenti, selle). EGITTO E MAGHREB Se in Egitto l'arte dell'annodatura risale certamente ad epoca antichissima (i primi telai sembra che siano stati inventati oltre 2.500 a.C.), tuttavia non ne abbiamo documentazione certa. Di sicuro si sa che agli inizi del XVI secolo vennero realizzati al Cairo dei tappeti annodati, i cosiddetti tappeti mamelucchi. Questi deliziosi manufatti hanno disegni geometrici, sono realizzati in lana con il nodo persiano, i colori prevalenti sono vivaci e tendenzialmente monocromatici. AFGHANISTAN In Afghanistan la creazione di tappeti ricamati è una tradizione artigianale familiare assai antica. Vi lavorano sia gli uomini che le donne: seduti per terra, con l'opera posta sulle ginocchia (senza telaio, quindi), utilizzano aghi di ferro o di legno. CINA Non si hanno documenti relativi alla nascita del tappeto in Cina; si sa soltanto che il tappeto di feltro, tutt'oggi fabbricato, venne realizzato dai pastori nomadi in tempi assai remoti. TIBET Originariamente destinati all'uso domestico e all'arredamento dei monasteri buddisti, i tappeti tibetani erano generalmente di piccole dimensioni e quadrati. INDIA Il tappeto in India, anche se il suo uso per ragioni climatiche era prevalentemente riservato alla corte ed alle classi elevate, deve il suo sviluppo alla dinastia dei Moghul (1526-1858). Grandi sostenitori delle arti, i sovrani Moghul diedero un notevole sviluppo all'arte dell'annodatura del tappeto. A Lahore, capitale del Punjab, furono eseguiti i tappeti più belli della dinastia Moghul: d'impianto floreale, avevano di prevalenza il campo rosso lacca, blu o azzurro con motivi in giallo oro di gran risalto. FRANCIA A partire dal 732, la cittadina di Aubusson (distante 300 chilometri da Parigi) era diventata un'importante manifattura di arazzo destinati inizialmente ad abbellire le pareti, in seguito utilizzati anche come tappeti. Tale produzione conobbe il suo massimo splendore nel '600 con la creazione della Manifatture Reali di Gobelin, Beauvais, e Aubusson. INGHILTERRA I più antichi tappeti annodati inglesi risalgono alla seconda metà del XVI secolo ed imitano quelli orientali con trame ed orditi in canapa e lino. Destinati al mercato nazionale, erano considerati oggetti di gran lusso. PORTOGALLO A partire dal Rinascimento, nel Portogallo si è sviluppata l'arte della realizzazione di tappeti particolari che adottavano il punto treccia, secondo una tradizione che si è mantenuta costante negli anni fino al giorno d'oggi. SPAGNA Furono i Mori ad introdurre in Spagna, fin dall'VIII secolo, i tappeti per abbellire le loro residenze. Durante il XII secolo si svilupparono delle produzioni locali, in particolare a Cuenca e Alcaraz: i disegni, che risentivano di motivi turchi con influenze egiziane, diedero grande sviluppo anche ai moti vi araldici. |
Fonte: http://www.oocities.org/it/alidabb/Breve-storia-delle-origini-del-tappeto-orientale.doc
Sito web da visitare: http://www.oocities.org/
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
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"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco
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