Storia italiana riassunto

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Storia italiana riassunto

Storia economica d’Italia. Dall’unificazione italiana ai giorni nostri.

 

  • Assetti economici dell’Italia preunitaria e problemi dell’unificazione

1861 Unificazione Regno d’Italia
1866 Annessione del Veneto
1861 Annessione Stato della Chiesa

Nel 1861 >>> economia arretrata differente da regione a regione:

Italia agraria:  - Pianura irrigua (grande affitto)
- Collina settentrionale (piccoli proprietari terrieri) (vino, gelso)
- Mezzadria nel centro Italia (piccolo affitto)                                                                                   - Giardino mediterraneo (frutti, ortaggi, export)
- Latifondo

Tentativi di emulazione modello inglese:  - Sviluppo imprenditoria locale (tessile e meccanica)
- Intervento pubblico (Pietrursu, Ansaldo)
- Imprenditoria straniera (seta, cotone, zolfo)                                                                                  - Fusioni con imprese straniere (area tecnologica)

Differenze dall’Inghilterra: - Ferrovie prima dell’industria                                                                                                         - Non serve il vapore                                                                                                                        -             Industria = Italia lavoro a domicilio
- Importanza dello Stato

Scarsità materie: c’è il metano ma non serve (non è compatibile con la nostra tecnologia)

Vicinanza Europa: esporta materie proime in Europa (vino, olio, agrumi, seta)

Politiche economiche diverse

 

INTERPRETAZIONI SVILUPPO ECONOMICO ITALIANO

  • Liberisti: seta apre al commercio e alla modernizzazione ma il passaggio politico dalla destra alla sinistra e le barriere doganali lo rallentano;
  • Sereni (Marxista): lo Stato non ha fatto la riforma agraria. Tensioni e cittadini poveri. Non c’è mercato;
  • Romeo: giusto non fare le riforme perché i grandi proprietari accumulano per investire ma non è vero che i capitali furono investiti utilmente;
  • Gershenkov: lo sviluppo ha bisogno di due fattori, le banche e l’intervento dello Stato
  • Carfagna: da ragione a Romeo ma secondo lui non c’è mercato

 

DUALISMO ECONOMICO

 

  • Le politiche economiche favoriscono le zone industrializzate;
  • Il protezionismo costringe il sud a comprare dal nord;
  • Agricoltura diversa;
  • Mercato del sud povero;
  • I proprietari meridionali comprano BTP che finanziano il nord.

 

PROBLEMI UNIFICAZIONE

Preunificazione >>> l’ Italia era in una posizione decentrata nell’economia europea, sottosuolo        povero, frazionamento politico.

Postunificazione >>> unificazione doganale traumatica (liberismo), alto costo del denaro, epidemie nella vite e nella seta.

POLITICHE ECONOMICHE

 

Destra storica >>> liberismo e interventismo

                                              ¯
Unificazione politica, monetaria e amministrativa
Unificazione bancaria (banca legata alla politica)
Ferrovie e società private con capitale straniero (Bastogi)

 

SVILUPPO ECONOMICO

Il capitalismo borghese migliora tra il ’66 e il ’71:

 

- Per gli alti costi della II Guerra d’Indipendenza inizia il corso forzoso (ritarda la crisi del 1870)
¯
svalutazione lira
¯
meno importazioni
¯
si sviluppa l’industria italiana

- Per la guerra Franco-prussiana la Francia esce dal mercato >>> < concorrenti >>> si sviluppa l’industria italiana.

  

  • Ruolo dello Stato nell’Italia liberale

Destra storica >>> liberismo e interventismo
¯
Unificazione politica – amministrativa – monetaria - bancaria
¯
credito mobiliare
¯
capitalismo legato alla politica 

Creazione infrastrutture >>> ferrovie che passano a società private a capitale
straniero. Unica italiana Bastogi che usava però
capitale straniero.                            
1866/71 Alti costi guerra d’indipendenza >>> corso forzoso >>> svalutazione lira
¯
> esportazioni       
¯
i produttori italiani investono

              Crisi agrarie >>> contadini vogliono protezionismo
industriali anche   
¯
si passa dalla destra alla sinistra,
dal liberismo al protezionismo

  • I° tariffa protezionistica

Obbligo acquisto navi italiane >>> industria meccanica e siderurgica 
Breda, acciaierie Terni

Sembra partire l’industrializzazione, viene abolito il corso forzoso, si sviluppano grazie allo Stato l’Ansaldo, la Breda e la Tosi.

  • Nuova tariffa doganale >>> guerra doganale con la Francia

                                                                                  ¯
L’Italia del Boom Edilizio va in crisi;
le banche che l’avevano sostenuto crollano,
va in crisi l’industrializzazione.

              Diminuisce la domanda di prodotti siderurgici, la Terni va in crisi e chiede nuovi prestiti al Credito Mobiliare che si rivolge alla Banca Nazionale che vuole far fallire la Terni.
Interviene lo Stato che avvia la politica dei salvataggi perché servono navi. La Banca Nazionale emette moneta per salvare la Terni.
Così facendo fallisce il Credito Mobiliare che viene sostituito dalle banche miste.

1896      Termina la guerra doganale >>> vengono fondate: la Società Elba, la Società Piombino, la  

                                                                             Terni costituisce la Società di Savona.

              Lo Stato cerca di far sviluppare Napoli >>> Ilva di Bagnoli

              Le società siderurgiche (esclusa la Piombino) costituiscono un trust finanziato da Banca Commerciale e Credito Italiano per ottenere favori politici.

Inizio     Nazionalizzazione ferrovie >>> ripresa costruzione fornite da Breda e Ansaldo

  • indenizzi alla Bastogi che finanzierà l’industria elettrica.
  • Altra crisi siderurgica causata dalla crisi della Borsa >>> inizia la politica dei salvataggi a favore di un consorzio, esclusa la Terni.

 

3 -  L’economia italiana tra la fine dell’800 e I° Guerra Mondiale (Bella Epoque)

  • L’Italia entra nella II° Rivoluzione Industriale ma non è un vero decollo;

 

Aumentano le importazioni di materie prime (carbone).

L’Italia deve però sviluppare sia i settori tessili della I° RI, sia i settori meccanici della II°.

Cambia la composizione import – export = ora si importano materie prime e si esportano manufatti a bassa intensità di capitale e seta.

Le importazioni sono sostenute dall’export dal capitale straniero (filiali) e dalle rimesse degli emigrati >>> Bilancia pagamenti = pareggio.

L’industrializzazione è sostenuta dalle banche miste. La Banca Romana sostiene l’edilizia e quando va in crisi emette banconote con lo stesso numero >>> fallisce >>> separazione banca e istituto di emissione.

 

NUOVI SETTORI DELLA II° RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

  • Industria elettrica: settore che si sviluppa anche in Germania

Mancano finanziamenti >>> grappoli d’imprese (Sade, Sme, Edison)
>>> Banca Commerciale
>>> capitale straniero

  • Siderurgia >>> a ciclo integrale (costiera) sovvenzionate dallo Sato

                        >>> ricliclo (Pianura Padana)

  • Meccanica >>> grandi costruzioni (Ansaldo, Breda)

                        >>> meccanica di precisione (Olivetti)
>>> elettromeccanica (Morelli)

  • Automobilistica >>> primato Fiat ma con volumi più bassi della Ford

 

  • Chimica e gomma >>> Pirelli (prima multinazionale)

                                    >>> concimi chimici e fertilizzanti

SETTORI GIA’ ESISTENTI

 

Rimangono parte fondamentale dell’economia italiana (tessile), la seta vive le sue ultime stagioni per via delle fibre artificiali.

 

4 -  Effetti della I° Guerra Mondiale sull’economia

I° GUERRA MONDIALE

 

L’industia Italia cresce ma si tratta solo di un cambiamento qualitativo, non quantitativo.
Lo Stato compra armi ad ogni prezzo e assegna ad alcune impresa la qualifica di stabilimenti ausiliari (Ansaldo e Ilva).

Ansaldo: sistema di produzione integratoi verticalmente (miniere in Val d’Aosta); costruisce navi, aerei, sommergibili, cannoni (è chiamata “la fabbrica della vittoria”).
Ilva: ingloba le altre imprese siderurgiche e acquista maggior peso politico.
Fiat: gruppo polisettoriale, costruisce auto, treni e motori per avere una più facile riconversione.

La guerra viene finanziata con la tassazione, con l’indeboitamento estero e dal debito pubblico. I rendimenti dei titoli di stato erano molto bassi.

FINE GUERRA

 

L’Italia pensa di essere una grande potenza ma il malcontento sociale è elevato:
Borghesia >>> inflazione
Contadini >>> promesse non mantenute ( la terra)
Operai >>>  maggior salario, 8 ore lavorative al giorno >>> gli industriali non accolgono le richieste >>>                                      
>>> gli operai occupano le fabbriche = Biennio Rosso.

1921

Fine Biennio Rosso: inizio del Fascismo e crisi per gli industriali che hanno bisogno di nuovi investimenti. Nasce il CSVI, che finanzia e acquisisce imprese in crisi come l’AlfaRomeo che da questo momento diventa dello Stato.
Solo il settore energetico è idipendente con l’Ilva e la Terni.
Il CSVI diventa IRI che acquisisce l’Ansaldo e l’Ilva mentre la Fiat resiste grazie alle esportazioni. Con la rivalutazione della lira la Fiat inizia a riviolgersi al mercato interno producendo auta a portata di tutti (l’utilitaria) seguendo l’esempio di Ford. Nel ’49 lo stabilimento di Mirafiori diviene il simbolo del boom economico.

 

5 -  L’economia nell’età fascista

L’economia ha caratteristiche differenti:

1922-25 PERIODO LIBERISTA

Politiche economiche di De Stefani

  • Apertura internazionale (svalutazione lira)
  • Risanamento finanza pubblica
  • Privatizzazioni e minore spesa pubblica
  • Politiche dei salvataggi e intervento statale
  • Svalutazione moneta = > inflazione

1925-29 DITTATURA TOTALITARIA

  • La dittatura controlla tutta la società (aboliti sindacati, diritti civili e censura)
  • ’26 la Banca d’Italia diviene l’unico istituto di emissione
  • La lira entra nel sistema monetario internazionale
  • Autarchia

 

1930-34 CRISI ECONOMICA

  • La crisi economica viene sottovalutata perché in Italia è in ritardo

                                                           ¯
Si abbate con maggiore violenza e colpisce le industrie; è l’inizio dello Stato Imprenditore.

  • Non sentono la crisi i settori chimici ed elettrici

Chimici = monopolio Montecatini, inizia politica dei salvataggi, assorbe piccole imprese, crescita a grappoli;
Elettrici = Bastogi finanziatore Beneduce.

1935-39 STATO TOTALITARIO

  • Mussolini
  • Guerra Coloniale >>> si ricorre alla spesa pubblica
  • Stato totalitario >>> > spesa pubblica >>> gigantismo fascista >>> autarchia

 

DURANTE LA II° GUERRA MONDIALE

Incapacità del regime di mobilitare il paese perché:

  • Non c’è il favore per la guerra;
  • Difficoltà approvigionamento materie prime;
  • Burocrazia inefficiente.

FINE II° GUERRA MONDIALE

  • L’Italia perde la guerra
  • Il paese è diviso ed insanguinato
  • Distruzione infrastrutture e vie di comunicazione ma con industrie quasi intatte (l’Italia non era un obbiettivo bellico)

 

6 -  Periodo dopo guerra

PRIMO DOPOGUERRA

Il reddito pro-capite era pari a quello di un paese in via di sviluppo ma solo perché l’apparato produttivo era ancora integro.

RIPRESA ECONOMICA

  • Immediata per i settori di prima necessità
  • Lenta ripresa per i settori meccanico e siderurgico
  • L’elite economica di Einaudi vuole subito un risanamento finanziario con maggiori tassi di interesse e minore spesa pubblica >>> l’Italia rientra nel sistema monetario internazionale
  • Si formano i partiti di massa (DC, PSI, PCI)

 

’48 PIANO MARSHALL IN ITALIA

Il Piano Marshall favorisce l’industrializzazione per le grandi imprese, in pratica chi già stava bene. Aumenta così il dualismo nord/sud e piccole/grandi imprese.

Il mercato interno non basta più: esportazioni CECA-CEE

LEGGE BANCARIA CONTRO LE BANCHE MISTE

La banca scavalcano questa legge prorogando i loro crediti alle imprese ma non partecipano più all’amministrazione. Su iniziativa Comit nasce Mediobanca (per il credito industriale): in teoria doveva essere controllata dalla Comit ma Cuccia la fa metà privata e metà pubblica. E’ “di tutti e di nessuno”, è una banca d’affari che ristruttura imprese in crisi.

 

 

7 -  Miracolo economico, ruolo delle imprese pubbliche e private

MIRACOLO ECONOMICO

Espansione  economica che avviene negli anni 50/60 spinta dallo Stato imprenditore.
L’Italia diventa una delle potenze economiche mondiali:

  • I lavoratori nel settore secondario sono maggiori del primario;
  • Industrializaazione completa al nord/ovest e nell’area adriatica;
  • Esportazioni ottime grazie alla CEE
  • Aumento consumi: simboli l’automobili e gli elettrodomestici.

RUOLO DELLO STATO

Stato imprenditore: IRI + >>> Ministero Partecipazioni Statali (disoccupazione, aree depresse)

>>> Finmeccanica, AlFaromeo

                                          >>> Finelettrica (raccoglie tutte le società elettriche SIP, Terni, SME)
nasce l’Enel che detiene il monopolio dell’energia; così le società
Edison e Sade >>> chimica Montedison
SIP >>> telefonia
SME >>> alimentare

 

Nella siderurgia: Piano Sinigaglia con l’intento di fornire acciaio a basso prezzo per l’industrializzazione; la Finsider razionalizza licenziando e costruendo altre imprese. Lo Stato e l’Italsider fermano il progetto creando impianti inefficienti. (vedi anche ENI e fine Stato imprenditore)

 

RUOLO DELLE IMPRESE PRIVATE

Fiat: amministrata da Valletta che crea un’impresa di tipo fordista; fa costruire un nuovo          stabilimento , il Rivolta con gli aiuti del Piano Marshall perché il Mirafiori è ormai troppo piccolo.

Lancia: costruisce impianti non fordisti e si scontra così con le economie di scala. La famiglia cede ai Pesenti che fanno lo stabilimento di Chivasso. Verrà inglobata dalla Fiat.

Elettrodomestici: auto >>> simbolo uuomo
elettrodomestici >>> simbolo donne

si moltiplica la produzione grazie al basso costo del lavoro e alle innovazioni di prodotto.

Olivetti: inventa una particolarità: il “Made in Italy” >>> attenzione al design e efficacia del marketing. Importante la compartecipazione degli operai e dei dirigenti nella gestione: simbolo calcolatrice Divisumma. Prevede il futuro: elettronica.
Muore nel 1961 e la famiglia, incapace di gestire, si rivolge a Cuccia che cede proprio la divisione elettronica.

Chimica: è il settore emblema dello scontro tra capitalismo pubblico e privato fino al suicidio di Raul Gardini. Nel ’50 il monopolio era della Montecatini. L’Eni di Mattei rompe il monopolio, la Ediso si sposta sulla chimica per colpa dell’Enel. La Montecatini non regge la concorrenza anche se si espande a Brindisi grazie allo Stato.
Cuccia fa fondere la Montecatini, la Sade e la Edison in Montediso. Lo Stato è sempre partecipe e continua lo sperpero del denaro pubblico. Non si voleva la trasparenza, no al dinamismo e all’iniziativa.

 

8 -   Lo Stato imprenditore nella storia italiana

Lo Stato nella storia italiana ha sempre giocato un ruolo fondamentale:

FINE 800

Inizia politica dei salvataggi con la Terni e con il Consorzio di Industrie Siderurgiche.

I° DOPOGUERRA

Le politiche di salvataggio assumono sempre maggior importanza e in particolare nel ’21 viene fondato il CSVI che finanzia imprese in crisi come l’AlfaRomeo.
Il CSVI viene sostituito dall’Istituto di Liquidazione.
Nel ’33 viene fondata l’IRI che era legata alla Comit. L’IRI diviene proprietaria di quasi loa metà del sistema italiano operando con gestione privatistica come una holding. L’IRI è nel settore siderurgico, innovativo ed elettrico.

DOPO LA II° GUERRA MONDIALE

L’IRI viene utilizzata diversamente: impegno nella lotta alla disoccupazione e sviluppo industriale nelle aree depresse, rottura monopoli privati (Fiat), obbiettivi di pubblica utilità (acciaio e petrolio).
L’IRI è di difficile gestione: ha una struttura burocratica complessa, un’organizzazione inefficiente e fonte di sprechi.

STATO REPUBBLICA

Minori poteri all’IRI perché viene creato il Ministero delle Partecipazioni Statali (raccordo politica-indusria).
IRI = capo di altre subholding tra cui Finmeccanica, AlfaRomeo, Finelettrica.
Nascono l’Enel e l’Eni di Mattei; Mattei vuole liberare l’Italia dalla schiavitù elettrica. Costituisce allora imprese metà arabe metà italiane. Lo scopo è comprare petrolio a basso costo ed esportare conoscenze manageriali italiane.
SNAM = costruisce oleodotti e salva Pignone che produce macchine per pompare il petrolio.
ENI  muore con Mattei perchè Cefis la trasforma in una impresa commerciale, costruisce cattedrali nel deserto ed infine diventa comproprietaria di Montedison.

STATO REPUBBLICA

Nel ’70 finisce lo Stato visto come “infermiere” e strumento di politica economica. Iniziano le privatizzazioni e la concorrenza.
9 -   Le banche nella storia italiana (banca mista)

DESTRA LIBERISTA

Balduino fonda il Credito Mobiliare (banca di tipo francese) che riscuote le tasse, gestisce i monopoli, vende beni del demanio; è quindi legata alla politica e all’indirizzo del Governo (Ansaldo, Breda e Bastogi). Le banche erano mezzi di salvataggio.

Dopo i fallimenti nascono con i capitali tedeschi la Banca Commerciale Italiana e il Credito Italiano: sono due banche miste. Sostengono lo sviluppo italiano della Belle Epoque investendo nei settori industriali i risparmi delle famiglie.

Da ricordare la truffa della Banca Romana: stampa banconote con gli stessi numeri di serie >>> scandalo >>> viene separata la normale attività bancaria con quella di emissione (che d’ora in poi sono la Banca d’Italia, il Banco di Sicilia e il Banco di Napoli).

La banca mista in Italia non opera come il modello tedesco (promuovere il risparmio delle famiglie) ma finanzia semplicemente le industrie.

DOPO LA I° GUERRA MONDIALE (’20-’21)

La banca ha un nuovo ruolo. Il settore siderurgico va in crisi (gradi commesse pubbliche). Crolla l’Ilva  e ne acquisisce il controllo Toeplitz, già presidente della Banca Commerciale e ne diviene presidente.

1931: LA CRISI

La Banca Commerciale e le altre banche vanno in crisi. La Banca Commerciale vende le proprie azioni alla Sofindit (della stessa Banba Commerciale) che a sua volta le vende alla Banca d’Italia.
La Banca d’Italia viene travolta nel fallimento Sofindit. Viene salvata nel 1933 dall’IRI che ne acquisisce tutte le partecipazioni. E’ IL PIU’ GROSSO SALVATAGGIO DELLA STORIA D’ITALIA.
L’IRI diventa proprietaria delle ex banche miste e controlla il 44% del mercato.

1936

Fine della banca mista con la legge sulla specializzazione del credito.

1990

Viene reintrodotta la despecializzazione bancaria.

 

Fonte: http://lab.artmediastudio.it/www-storage/appunti/7361/2023/Storia%20economica%20d'Italia.doc

Sito web da visitare: http://lab.artmediastudio.it/

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