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La Battaglia delle Termopili
(a cura di Romano Valli)
In questo periodo si sta proiettando in quasi tutte le sale cinematografiche un film storico “300”. E’ la storia della guerra, combattuta nel sesto secolo a.C. tra greci e persiani. Lo scontro tra Serse e Leonida. Termopili: alba di un giorno nel 480 a.C. Immaginate l’esercito persiano, comandato da Serse, come un muro di 1 milione di uomini che marciano (armati fino ai denti e cattivi come caimani) alla conquista della Grecia. Immaginate, contro di loro, pronti a vendere cara la pelle, un manipolo di spartani, guerrieri abituati a mangiare pane e guerra fin dalla culla. La storia racconta che Leonida e i suoi saranno sconfitti, ma non battuti. Il loro sacrificio permetterà alla città greca di organizzarsi e vincere. Serse (vincitore senza onore alle Termopili) non arriverà mai a conquistare la Grecia. In questo film, sono le immagini (in cui domina il rosso sangue della guerra e della passione) a parlare. Il resto lo fa una trama avvincente che va molto al di là dello scontro tra titani iperpalestrati. La battaglia delle Termopili ebbe luogo nel 480 a.C. tra un’alleanza di città-stato greche e i Persiani. Secondo Erodoto l’esercito di Serse era formato da circa 2 milioni di uomini, seguiti da 1200 navi, l’esercito più grande che il mondo avesse visto fino a quel momento. Le poleis greche riuscirono ad accordarsi per affrontare il pericolo e formare un’alleanza guidata da Sparta, comandata dal re Leonida, si prepararono a bloccare l’avanzata dell’esercito persiano nel nord della Grecia nello stretto passo delle Termopili, uno dei punti migliori nel quale tenere testa ad un invasore. D’altra parte i difensori avrebbero potuto mantenere la posizione con un numero relativamente piccolo di uomini. Il passo è fiancheggiato da un lato da montagne scoscese, da l’altro dal mare, ed era quindi adatto alla difesa. Leonida si schierò con le sue guardie del corpo, composto da 300 opliti e da altri 7000 uomini provenienti da molte città greche, con questi armati Leonida mirava a tenere il passo delle Termopili il più possibile, per dare modo al resto delle città greche di radunare le loro truppe e navi. Serse non credeva che una forza così piccola sarebbe stata in grado di opporglisi e diede ai greci cinque giorni per ritirarsi. E’ rimasto celebre un piccolo aneddoto: alcuni disertori dell’esercito persiano avevano dichiarato che i persiani erano così tanti da oscurare il sole con le loro frecce; gli spartani risposero “bene, almeno combatteremo all’ombra”. Serse inviò le proprie truppe nel passo, ma ogni ondata fu respinta. La prima ondata ad arrivare sui greci fu quella dei Medi comandata da Tigranes, che assaltarono con entusiasmo, ma furono respinti con gravi perdite. La seconda ondata fu dei soldati provenienti da Susa, equipaggiati con un grande scudo, ma anche loro fallirono. Tentarono di aggirare il nemico dal lato della costa, ma molti caddero dalle scogliere. Il giorno successivo Serse schierò in campo le sue truppe d’elite, i 10.000 Immortali, comandati da Idarne, che non ebbero maggior fortuna. I greci combattevano a turno concedendosi un pò di riposo da quel massacro, si accasciavano a terra sudati e sporchi di sangue, per poi rialzarsi e tornare a combattere. Dopo il secondo giorno di combattimenti un greco dal nome Efialte disertò e tradì i greci, informando Serse dell’esistenza di un nuovo percorso, per superare il passo delle Termopili, la guarnigione dei focesi a guardia del passo non si aspettava un attacco dei persiani, per cui quando furono attaccati dagli Immortali di Serse, si dispersero consentendo ai persiani di avanzare incontrastati. Leonida capì che ogni resistenza sarebbe stata inutile. Così l’11 agosto allontanò tutti tranne 300 spartani, assieme al contingente di Tespi guidato da Demofilo che rimase ad aiutare gli alleati. Erano poco più di mille uomini, quando i persiani chiesero di consegnare le armi, Leonida gridò che sarebbero dovuti venirle a prendere. Sapendo che sarebbero morti tutti, i greci erano pronti a battersi ferocemente, incitati dal grido di Leonida “siete pronti stasera a cenare nell’Ade?” L’ultimo scontro ebbe inizio, gli spartani resistettero prima su una collinetta lottando in cerchio contro i nemici che gli circondavano. Quando Leonida fu ucciso, essi si staccarono dal grosso delle truppe. Alcuni spartani formavano un gruppo ristretto lottando corpo a corpo. Finalmente gli spartani riuscirono a ricongiungersi al gruppo principale sulla collina. I persiani sembrarono improvvisamente incapaci di finire gli spartani, ma alla fine questi furono uccisi da una grandine di frecce e di lance che oscurò il sole. Oggi sul luogo della battaglia esiste un monumento, su di esso vi è riportata una frase attribuita a Simonide: ”O viandante, annuncia agli spartani che qui noi giacciam per aver obbedito alle loro parole”.
Fonte: http://www.proconsuma.it/wp-content/uploads/2013/03/Battaglia_Termopili.doc
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