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Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
ENOPOLIO
L’enopolio è l’insieme dei locali atti alla trasformazione dell’uva in vino. Esso è composto, generalmente, dai seguenti locali:
CONTENITORI VINARI
MATERIALI USATI PER LA FABBRICAZIONE DEI VASI VINARI
I materiali maggiormente utilizzati sono:
Si veda la scheda illustrativa a pag. 12 del file “contenitori e vasi vinari” e diapositive da n. 80 a n. 97 del file “macchine enologiche”. Molto utile la dispositiva n. 97 con il confronto tra i diversi materiali.
IGIENE DEI LOCALI, DELLE ATTREZZATURE E DEI CONTENITORI
Per preservare il vino da attacchi batterici che causano svariate malattie è innanzitutto necessario curare l’igiene dei locali e delle attrezzature. I locali devono avere requisiti costruttivi che evitino il ristagno e l’accumulo di residui di sporco. Nei locali di nuova costruzione, ad esempio, il pavimento non viene realizzato con piastrelle, poiché le fughe tra una piastrella e l’altra costituiscono un ricettacolo per microrganismi nocivi. Anche i detergenti devono avere idonee caratteristiche.
IL MOSTO
Prima di affrontare il discorso relativo alla composizione del mosto, è bene precisare alcuni concetti relativi alla definizione di diversi tipi di mosto:
AMMOSTAMENTO
Il mosto si può ottenere in vari modi:
COMPOSIZIONE DEL MOSTO
La composizione del mosto è illustrata nella seguente scheda riassuntiva:
ZUCCHERI
Il glucosio e il fruttosio sono presenti in quantità variabile che dipende dal vitigno, dall’annata, dalla zona, dalla maturazione. Sono questi due zuccheri che fermenteranno ad opera dei lieviti dando origine all’alcool. Oltre ai due sopra citati, che sono esosi, nel mosto sono presenti anche i pentosi: arabinosio, xilosio e ramnosio. Essi non sono importanti dal punto di vista tecnologico poiché non fermentano e non sono dolci.
Nel mosto si trovano anche sostanze derivate dagli zuccheri:
ACIDI
Si trovano nel mosto in quantità variabile in relazione al vitigno, alla zona e all’annata. In generale, i vitigni che producono più zuccheri contengono meno acidi. Inoltre, nelle zone meridionali l’uva è più zuccherina e meno acida. Gli acidi più importanti del mosto sono: l’acido tartarico, l’acido malico e l’acido citrico.
Nelle uve colpite da Botrytis si trovano anche gli acidi galatturonico e gluconico. Sono inoltre presenti acidi aromatici e acidi organici.
POLIFENOLI
Si tratta di un gruppo di sostanze presenti nell’uva in quantità di 1-3 g/litro. Tra di essi abbiamo:
SOSTANZE AZOTATE
Nel mosto si trova azoto sotto le forme:
L’azoto, nel mosto, svolge una funzione plastica, poiché viene utilizzato dai lieviti per la sintesi delle proteine.
SOSTANZE AROMATICHE
Le sostanze aromatiche del vino sono i cosiddetti terpeni e il loro contenuto è molto variabile. Alcuni vini, detti per l’appunto “aromatici”, ne contengono maggiori quantità (Moscato, Malvasia, Brachetto)
ENZIMI
Nel mosto si trova un complesso enzimatico detto zimasi alcolica che interviene durante la fermentazione
Alcolica. Distinguiamo:
Sull’uva colpita dalla Botrytis si trova anche la laccasi che, ossidando i polifenoli, provoca un inscurimento rapido e intenso del vino bianco.
VITAMINE, LIPIDI, POLIALCOLI, ELEMENTI MINERALI
Sono presenti in quantità minime.
CORREZIONE DEI MOSTI
La normativa europea, recepita anche a livello nazionale, impone che il vino da tavola debba avere un grado alcolico non inferiore a 9° alcolici svolti. Quindi, il mosto deve avere almeno il 15% di zucchero, poiché sappiamo che il 60% degli zuccheri vengono trasformate in alcol. Talvolta, per diverse ragioni, accade che i mosti abbiano un grado zuccherino inferiore e sia necessario procedere alla loro correzione. Sulla base delle disposizioni comunitarie, il territorio italiano è suddiviso in tre zone viticole:
ZONA |
TERRITORIO |
% minima di alcol potenziale |
% minima di alcol potenziale per vini speciali |
C Ib |
province di Aosta, Belluno, Bolzano, Sondrio, Trento |
8,0% |
9,0% |
C IIb |
Italia settentrionale e centrale |
8,5% |
9,5% |
C IIIb |
Regioni Calabria, Basilicata, Puglia, Sardegna e Sicilia. |
9,0% |
10,0% |
Per i vini DOC eDOCG occorre fare riferimento ai singoli disciplinari di produzione
I mosti che non raggiungono i limiti indicati nella tabella devono essere vinificati a parte. Dopo la fermentazione vengono addizionati di sale raffinato e poi avviati alla distillazione o all’acetificio.
Correzione aumentativa o arricchimento del mosto:
Può accadere che sia necessario aumentare la gradazione zuccherina del mosto. In Italia l’aggiunta di saccarosio è consentita soltanto per l’ottenimento dei vini spumanti. Pertanto, i metodi consentiti sono i seguenti:
Per effettuare il taglio, quindi, occorre conoscere il grado zuccherino del mosto da correggere, del mosto concentrato e del mosto che si vuole ottenere. Con questi dati e con l’utilizzo della cosiddetta “Croce di S. Andrea” si può agevolmente calcolare la quantità di mosti da miscelare. Ad esempio, supponiamo di avere un mosto A con il 15% di zucchero e un mosto B con il 25% di zucchero. Vogliamo ottenere un mosto contenente il 18% di zucchero
15 7 = (25-18) parti del mosto A
18
25 3 = (18-15) parti del mosto B
Correzione dell’acidità
Nei vini da tavola l’acidità totale non deve essere inferiore a 4,5 g/l, espressa in acido tartarico. Poiché un mosto poco acido rappresenta un ambiente idoneo allo sviluppo e alla moltiplicazione dei batteri che provocherebbero gravi alterazioni al vino, talvolta può essere necessario procedere alla correzione dell’acidità. L’unica sostanza ammessa dalla legge a questo scopo è l’acido tartarico. Occorre ricordare che per aumentare di 1 g/l l’acidità totale occorre aggiungere 1,2-1,3 g/l di acido tartarico. È vietato acidificare nella zona C Ib. In ogni caso, questa operazione deve essere eseguita entro il 31 dicembre dell’anno della vendemmia e non deve essere aggiunta una quantità superiore a 1,5 g/l di acido tartarico.
I MICRORGANISMI DEL MOSTO
Sulle bucce e sui graspi dell’uva sono presenti svariati microrganismi. Vediamoli.
LIEVITI
I lieviti sono funghi unicellulari, appartenenti alle classi ascomiceti e deutoromiceti
Classe Ascomycetes
Sottoclasse Protoascomycetes
Ordine Endomycetales
Famiglia Saccharomycetaceae
Generi Saccharomyces Specie: cerevisiae (o ellipsoideus), rosei, uva rum, bayanus etc
Schyzosaccharomyces pombe
Hansenula
Pichia
Hanseniaspora
Saccharomycodes
Classe Deuteromycetes
Famiglia Criptococcaceae
Generi Candida Specie: vini(o mycoderma)
Kloeckera Specie: apiculata
Torulopsis Specie: stellata
Vari Autori ritengono che i lieviti non derivino solo dalle uve ma anche dalla loro disseminazione in cantina. Infatti, in cantine di nuova costruzione sono state riscontrate difficoltà nell’avvio della fermentazione.
Caratteristiche morfologiche dei lieviti.
Da un punto di vista enologico i lieviti possono essere suddivisi in tre categorie:
Fattori necessari allo sviluppo dei lieviti:
Per il nutrimento dei lieviti sono necessari i seguenti composti organici. (Ricorda: I lieviti sono eterotrofi!)
Altrettanto importanti sono le condizioni ambientali, con particolare riferimento a:
Differenze tra lieviti apiculati e lieviti ellittici:
I lieviti non agiscono nello stesso modo durante la fermentazione. Vediamo le principali caratteristiche positive degli ellittici rispetto a quelli apiculati:
I lieviti apiculati, invece, sono poco alcoli geni, producono molto acido acetico e sono scarsamente resistenti all’anidride solforosa. Tuttavia essi sono considerati “complementari” rispetto a quelli ellittici, in quanto producono prodotti secondari che completano e affinano il profumo dei vini.
Il titolo alcolometrico volumico totale costituisce il grado alcoolico totale ed è dato dalla somma del t.a.v. effettivo più il t.a.v. potenziale (=quantità di zuccheri x 60%)
Fonte: http://www.itozieri.gov.it/Didattica/riu/materiali%20enologia_2.doc
Sito web da visitare: http://www.itozieri.gov.it/
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