Paleotelevisione e Neotelevisione

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Paleotelevisione e Neotelevisione

 

TELEVISIONE:

Introduzione (appunti Archi):
La televisione si divide in due ere: la Paleotelevisione e la Neotelevisione. Nella televisione abbiamo vari tipi di spazi:

  • Spazio della trasmissione: il testo è trasmesso così come è costruito;
  • Spazio di più trasmissioni: è dato dal Palinsesto;
  • Spazio dello studio: è uno spazio fisico che cambia totalmente;
  • Spazio psicologico-astratto: è il rapporto che si instaura tra lo studio e lo spettatore.

Colombo: Nella televisione si può riscontrare la logica del grillo per educare nella Paleotelevisione, mentre nella Neotelevisione assistiamo alla logica del gatto.
Boudrillard: La televisione è l’agente del mondo dematerializzato, è la più importante fonte di derealizzazione.
Caprettini: La televisione è la piazza del carnevale permanente, dove tutto è finzione e tutti si mascherano.
Virilio: Bisogna abituarsi all’effetto seteroreale, dove metà di quello che vediamo non è legato al reale.
Bourdieu: All’interno della televisione vale l’effetto omnibus. Il sistema tv ci dice tutto.
Alle origini della televisione, i modelli europei rirpenderanno quelli del circo e teatro di prosa e letteratura.
I programmi contenitore degli anni 80 sono caratteristici della Neotelevisione. Suddivisione in fasce del Palinsesto.
Due tipologie di telegiornali: 1) all’americana, prevale il primo piano con la figura dell’anchor man e i conduttori hanno un rapporto fidelizzato con l’utenza; 2) Si utilizza il campo medio e non contano tanto le immagini, ma come queste vengono combinate. Il tg1: struttura le notizie in modo paratattico. Il tg2: ha uno stile gerarchico. Il tg5: ha un criterio ritmico. Il tg4: è impiantato su un elemento psicologico.
Le funzioni della Neotelevisione: 1) affabulatoria: si presenta con una funzione narrativa;
2) bardica: riconferma i valori di una società;
3) rituale: si ha un vero e proprio rito di confine;
4) modellizzante: propone dei modelli che tendono a
surrogare le esperienze del mondo.
L’intento della Neotelevisione è quello di tenere lo spettatore il più possibile davanti all’apparecchio. Mentre nella Paleotelevisione il linguaggio è amorfo,classico, nella Neotelevisione si tende a lasciar spazio alla fantasia, alla creatività.
Attualmente, la televisione risulta essere come un bivio: è un flusso in cui si distrugge la narratività ed è soprattutto telepresenza; ma è presente anche l’esigenza di ricostruire la narratività, che è una narrazione formalizzata, la verità è canalizzata. Da una parte vi è una spiritualità, una ritualità, improntata al mito; dall’altra parte si ha il discorso del consumismo, tutto è finalizzato ai soldi, al mercato.
Dalla Paleotelevisione alla Neotelevisione:
Una prima grande trasformazione dei palinsesti nel pasaggio dalla Paleotelevisione alla Neotelevisione riguarda la strutturazione complessiva della programmazione. Nella televisione degli anni 50-60 e dei primi anni 70 i programmi erano rappresentabili come blocchi di materiali ben distinti rispetto al proprio esterno e omogenei al proprio interno. Le singole trasmissioni erano nettamente separate rispetto agli altri programmi: le sigle, di una certa lunghezza e consistenza, delimitavano inizio e fine in modo inequivocabile. Dominava l’omogeneità dei ritmi e dei tipi di inquadrature.
Ben differente il panorama che si disegna a parte dalla fine degli anni 70: i programmi perdono i segnali forti di delimitazione: la sigla diviene sempre più veloce, i nomi dei realizzatori scorrono rapidi e impossibili a distinguersi. Più in generale, da un palinsesto pensato per dare appuntamenti ricorrenti sull’arco della settimana, si passa a un palinsesto che intende agganciare il proprio pubblico e trascinarlo da un appuntamento all’altro, in continuità, sul filo della giornata. E’ il trionfo di due formati di programmi: da un lato i testi intenzionalmente brevi e autonomi e dall’altro lato il programma contenitore, che nasce intenzionalmente come una grande cornice atta a contenere un po’ di tutto. Si può anzi dire che la logica del programma contenitore ha abbracciato tutta la programmazione televisiva, sempre più improntata all’accostamento di fiction e dibattito, di informazione e intrattenimento.
La Paleotelevisione aveva una programmazione a singhiozzo, che evitava di occupare per intero la giornata. La preoccupazione era quella di lasciare tempo libero ai propri spettatori. Negli anni successivi la durata della programmazione si allungò, ma sempre con molta prudenza. Il cambiamento fu sollecitato alla fine degli anni 80, dalla concorrenza montante delle televisioni private. La tattica seguita fu l’occupazione delle zone morte della giornata televisiva Rai.
La Paleotelevisione era una televisione chiusa, i cui tempi, spazi e personaggi non avevano un rapporto diretto con luoghi, tempi e persone della vita quotidiana. Nella televisione contemporanea, invece, gli spazi televisivi mimano gli spazi sociali, nella ricerca di una sintonia tra il dentro e il fuori lo schermo.
La quotidianità con i suoi ritmi, i suoi spazi, le sue cadenze, i suoi personaggi, è il referente principale delle trasmissioni di intrattenimento della Neotelevisione.
La fiction televisiva conosce due grandi modelli: la serie e il serial. La serie si basa sulla ripetizione di una stessa struttura narrativa nei differenti episodi spesso con un nucleo di personaggi fissi, pur con alcune varianti che giustificano la distinzione degli episodi; il serial è articolato in puntante conseguenti l’una dall’altra, in una struttura completamente aperta, senza confini, con l’intreccio di differenti filoni narrativi e un ampio numero di personaggi. In essa, a differenza della serie, i personaggi cambiano.
Il Palinsesto:
Il Palinsesto è definibile come la sequenza temporale dei messaggi offerta dall’emittente a tutti i possessori dell’apparecchio sintonizzati su una data frequenza. Si tratta di un rapporto di dipendenza tra la televisione come mezzo ed i produttori audiovisivi: come contenuto la televisione trasmette in success9ioni più o meno organizzate i messaggi audiovisivi e questi ultimi possono esistere solamente all’intenro delle sequenze alle quali il mezzo stesso le colloca e anche le costringe.
La considerazione del Palinsesto come interfaccia tra produzione e consumo, in rado di influenzare entrambi adattando generi e programmi alle diverse fasce orarie a causa dell’intersecazione tra i ritmi sociali e quelli dei media e di influire sulle scansioni delle programmazioni, permette di allargare le problematiche di ordine sociologico relative all’impatto del mezzo televisivo sull’architettura dell’organizzazione temporale della società.
Il palinsesto della Paleotelevisione: i palinsesti televisivi dei primi vent’anni di televisione in Italia si sono fondati su tre macrogeneri: informazione, educazione ed intrattenimento. A questa logica corrispondeva un tipo di giornata televisiva che scandiva i suoi tempi in corrispondenza degli spazi vuoti della giornata lavorativa degli italiani, mirando a porsi come fonte di distrazione dalle fatiche quotidiane.
Il palinsesto nella Neotelevisione: la pubblicità, nella neotelevisione, diviene il centro del palinsesto, che paradossalmente non è altro che una sequenza di inserti pubblicitari incorniciati da programmi che possano servire di richiamo. Si passa così da un tipo di programmazione fondata su delle sequenze di programmi limitati e separati gli uni dagli altri, a una programmazione in cui la dimensione temporale autonoma di ogni singolo programma svanisce nel flusso composto da pubblicità, promo e programmi.

Fonte: http://digilander.libero.it/AP1982/tel.DOC

Sito web da visitare: http://digilander.libero.it/AP1982

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