Storia della televisione

Storia della televisione

 

 

 

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Storia della televisione

 

Storia della radio e della Televisione in Italia
1 La grande strada dell’etere


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L’alba del nuovo secolo

A nessuno può essere data la paternità esclusiva dell’invenzione della radio, alla quale hanno collaborato in diversi (Marconi fine 800?). David Sarnoff (Presidente dell’American Marocni Company), nel 1916 aveva già intuito le potenzialità della radio e auspicava una scatola con amplificatore per ricevere diverse lunghezze d’onda. Ma alla sua nascita, l’idea di poter ricevere suoni e voci all’interno delle mura domestiche era ancora un’idea molto lontana. Si pensava piuttosto alla telefonia senza fili. La radio si sviluppa come mezzo bellico e di lì inizia la sua trasformazione. Verso la fine degli anni ’20 con la creazione delle prime società di radiodiffusione, si delineano 2 sistemi antitetici:

  • Monopolio pubblico del broadcasting: gb, ger, fra, ita. In gb nel 1920 la stazione Marconi in Cornovaglia trasmise il primo regolare servizio radiofonico della storia per 2 ore consecutive al giorno. Scartata l’ipotesi del finanziamento pubblicitario, vennero poste le premesse per il monopolio pubblico e venne costituita la British Broadcasting Company (BBC).
  • Sistema privato del network: usa. In America il Concesso nel ’19 aveva cercato di far approvare , senza successo una legge che riservasse alla confederazione il monopolio delle radiodiffusioni, ma questa legge era in contrasto con il Radio Act del 1912. Dunque, nacquero le grandi corporation prima fra tutte At&t, rca. Furono concesse fino al ’16 circa 8.500 licenze di trasmissione e questo fu possibile per l’estensione del territorio americano che consentiva un più ampio sfruttamento delle bande. Nell’ottobre del ’20 la Westinghouse ottenne una licenza di trasmissione per il servizio broadcast e la stazione kdka iniziò a trasmettere nel novembre del ’20. Poco dopo Sarnoff ricevette i finanziamenti per realizzare la sua Radio Music Box.

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Politici e imprenditori nel mercato dei suoni

La prima legislazione italiana sulle comunicazioni senza fili risale al 1910: L. 395.  che prevedeva l’inserimento della radiofonia della sfera pubblica. Nel ’20 era stata creata l’Agenzia radiotelegrafica italiana del Gruppo Marconi e nel ’21 la Società italiana per i servizi radiotelegrafici e radiofonici, sempre facente capo a Marconi, grande scienziato, ma soprattutto imprenditore (cinico). Salandra lo nominò Senatore, ottenne il Nobel per la fisica e si iscrisse al Partito fascista. Nel ’22 l’avv. Bonacci lamentava a Mussolini la mancanza di un ente che gestisse la radiofonia italiana. La domanda di concessione presentata dal Gruppo Marconi, non ebbe tuttavia esito positivo. Marconi, cercando di contrastare le iniziative di società straniere, scrisse direttamente a Mussolini. Il duce emanò un decreto con il quale veniva riservata allo Stato l’impianto e l’esercizio di comunicazioni per mezzo di onde elettromagnetiche con facoltà per il Governo di accordarli in concessione. Nel ’23 Marconi incontrò direttamente Mussolini, ma la convenzione con Marconi non venne rinnovata. Il DL del ’23 fuse insieme sotto il controllo dello Stato tutti i servizi radiotelegrafici e radiotelefonici. Questo atteggiamento del Governo andando incontro alle società tedesca e Francese, andavano contro gli interessi di Marconi che avrebbe voluto l’esclusiva per la sua Società. Mussolini nel, ’23 siglò un accordo con le società francese e tedesca per la creazione di Italo RAdio. Marconi diede vita insieme ad altri personaggi del settore dell’industria radioelettrica alla società: radiofono.

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La prima società di broadcasting

Nel 1924 nacque il Ministero delle comunicazioni con a capo Costanzo Ciano. Ciano aveva ottimi rapporti con Marconi  e nonostante il pessimo epilogo del 1° tentativo di far udire la voce del Duce per radio, il 27 ago del 24 nacque l’uri (Unione radiofonica Italiana) costituita dalla RAdiofono (gruppo Marcomi) e dalla Sirac. Nel cda figuravano oltre a ingegneri della Western Electric, Luigi solari (Vice presidente) e Enrico Marchesi (ex direttore fiat) Presidente. Una soluzione di compromesso fra il Gruppo Marconi e i la Western Electric aveva dato vita alla prima società di broadcasting italiana. Al Presidente della fiat Agnelli non sfuggì il valore potenziale della radio. La Fiat ebbe una partecipazione azionaria nell’ uri. Dal punto di vista giuridico furono emanati:

  • 1924 – regio decreto legge n. 655 del 1 maggio – si definiscono i contenuti della radiodiffusione (concerti, teatro, conversazione, informazione) e si definiscono le fonti di approvvigionamento finanziario (canone di abbonamento e pubblicità)
  • 1924 – regio decreto legge n. 1266 del 10 luglio – si definiscono i controlli del governo (in particolare il visto preventivo sulla diffusione di notizie che non pervengano dall’agenzia Stefani della Presidenza del Consiglio).

Lo Stato concedeva l’esclusiva del servizio radioaudizioni per 6 anni all’uri,la quale si impegnava a trasmettere per 2 ore giornaliere comunicazioni del Governo. Si può ora parlare di vero monopolio.

2 La scatola sonora


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Un oggetto misterioso

La storia della radiofonia, non può prescindere da un’analisi sul suo pubblico e le abitudini di ascolto. Inizialmente l’interesse verso la radio era più per gli aspetti tecnici che non per i contenuti. C’era un piccolo pubblico di amatori, lontano dal concetto di massa che si avrà in epoca di regime fascista. Inizialmente i giovani ingegneri preferivano assemblarsi la radio da soli…La concorrenza straniera fece sì che le radio non vennero vendute che solo nei centri urbani e tra i ceti più abbienti. Si delineano 2 tipi di pubblico 1) chi vuole ascoltare musica e notizie, 2) radioamatori che vogliono anche ascoltare radio estere. Con l’avvento della pubblicità: nascita della società sipra nel 1926, mutò anche il pubblico del mezzo.

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Il giornale parlante

Dal ’25 il regime si accorge delle potenzialità della radio. IL dl del 1925 aveva fatto aumentare il canone di abbonamento. Molti abbonati si lamentarono per il servizio radiofonico scadente e molte critiche e timori venivano dai gestori dei teatri i quali, temevano di perdere pubblico. Dopo la legislazione sulla stampa del ’23 voluta da Mussolini, vi furono ripercussioni sulla nascente informazione radiofonica, l’URI non aveva una propria agenzia…Fino al ’26 si potevano trasmettere solo le notizie diffuse dalla Stefani (unica agenzia autorizzata dal Governo). Dal ’26 cominciarono anche le trasmissioni per gli agricoltori, ma la propaganda diretta era ancora il mezzo più efficace. Per una propaganda efficace erano fondamentali omogeneità del pubblico e sensibilità al messaggio, caratteristiche più presenti tra i giovanissimi e i bambini. Nel ’27 fu indetto un referendum tramite questionario, per conoscere i gusti del pubblico: si palesava un pubblico ristretto, di cultura medio-bassa e poco politicizzato.

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Verso una radio di massa

Nei Dopolavoro furono installate varie radio per l’ascolto pubblico, ma l’interesse nei confronti dei programmi trasmessi era scarso. La Chiesa fu subito contraria alla radio e nel ’27 vietò ai sacerdoti il possesso e l’ascolto della radio.

3 La parola elettrica


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Nuove dimensioni industriali

Ci si rese conto che occorreva adeguare il sistema radiofonico nazionale a quello più avanzato degli altri paesi. Il 15 gen 1928 nasce l’eiar Ente italiano audizioni radiofoniche e la radio comincia ad imporsi come mezzo di comunicazione di massa. Ciano aveva istituito un Comitato di vigilanza sulle radiodiffusioni. L’uri aveva cambiato nome, ma gli azionisti di maggioranza (Gruppo Marconi, sirac, fiat, sipra) era rimasto intatto. Nel ’28 subentrò Benni (ossia una grande fetta dell’industria elettrica e radiotecnica). Dal ’29 al ’34 nel gruppo entrarono la sip (controllata dall’iri) e la sipra (pubblicità – che divenne di possesso della sip). Nel ’31 il Governo tramite un atto aggiuntivo alla precedente convenzione, con il quale proseguiva ad accordare alleiar la concessione in esclusiva del servizio di radioaudizione circolare. Con DL del 1933 veniva approvato lo statuto dell’eiar che prevedeva tra l’altro : un presidente, due vicepresidenti, un segretario, un amministratore delegato e un comitato direttivo eletti dal cda di cui 11 membri venivano eletti dall’assemblea degli azionisti e 4 dal Governo. Il Presidente Vallauri fu artefice dell’aumento delle ore di trasmissione e orami il fascismo attribuiva alla radio un ruolo di primo piano.

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La macchina dell’attenzione

Gli apparecchi radio costavano ancora molto, poiché non c’era interesse da parte delle aziende costruttrici di produrne di più economiche. Preferivano vendere meno, ma a prezzi più alti. Fino al ’34 il costo della radio era proibitivo e il mezzo più diffuso era la radio galena (da assemblare). Solo nel maggio del ’37 fu immessa nel mercato al prezzo di lire 430 la Radio Balilla. Nonostante l’impegno dell’eiar per produrre programmi di qualità gli abbonati erano ancora pochi….soprattutto se paragonati al resto d’Europa. Negli anni ’30 nacqusro le autoradio e gli autoradioraduni.

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La radio in ogni villaggio

L’attuazione della politica rurale venne assunta come uno dei principali obiettivi del Governo a partire dal ’29. Nel ’32 ciano sottopose un promemoria a Mussolini nel quale erano indicati i termini di diffusione della radio nelle scuole rurali. Nonostante l’opposizione da parte del Ministro delle finanze, proprio come suggerito da Ciano, nel 1933 con l. 791 venne creato l’ente radio rurale, il quale si occupò anche della distribuzione delle radio nelle scuole. Ciò che rese fallace il progetto di educazione e indottrinamento politico delle masse, fu la mancanza di duttilità organizzativa e di spirito imprenditoriale.

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Una voliera di voci e di suoni

Gli anni dal 1929 al ’34, sono gli anni della maturità fascista. Di fronte alla crisi economica mondiale, Mussolini, propone i miti della ruralità della lotta all’espansione demografica dell’efficienza dello Stato corporativo. La radio era ascoltata solo dalla piccola borghesia ed era un elemento di status symbol. Scopo principale dell’eiar era l’intrattenimento. Nacque il varietà radiofonico. Nel ’36 programma I 4 moschettieri con concorso a premi con raccolta figurine (feroce Saladino).

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Un genere artisticamnete autonomo

Il pubblico diviene più esigente. In Italia, con grande ritardo rispetto agli altri paesi, nel 1929 il Radioteatro fa la sua comparsa (L’anello di Teodosio di Chiarelli). Un altro genere diffuso negli anni ’30 fu la Radiosintesi. C’era richiesta di maggiore qualità, ma molti autori disertarono i concorsi, poiché la radio non era considerata da loro uno strumento di qualità. Risposero, invece, giovani artisti teatrali, ma le loro iniziative furono ostacolate dalla mentalità conservatrice del Regime.

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Parole allo stato nascente

Le conversazioni culturali e di attualità furono il genere più idoneo per la prima incursione della radio nel campo della cultura. L’eiar fu costretta a scegliere i propri collaboratori per conferenze etc. tra una lista di nomi del Ministero delle comunicazioni. Nelle nuove trasmissioni, vi era una chiara operazione di ricerca al consenso. La Chiesa, cambiando opinione, vide con favore la presenza di predicatori ai microfoni. Si dava più spazio ad una radio parlata.

4 La parola autoritaria


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I portavoce del regime

Tra il 1935 e lo scoppio della 2° guerra mondiale, la radio divenne il mezzo di comunicazione di massa che Mussolini aveva tardato a riconoscere. Conseguenetemente fu creato un organismo accentrato per il controllo dell’informazione e della cultura. Galeazzo Ciano fu messo a capo dell’Ufficio stampa (che poi divenne Min cult pop) nel 1933. Nel ’34 fu soppresso il Comitato di vigilanza e fu istituita una Commissione per fissare direttive artistiche dell’eiar. Nel ’35 il sottosegretariato fu elevato a Ministero per la stampa e la propaganda. L’ascolto pubblico era in notevole aumento.

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La radio in diretta

Il banco di prova della radio in diretta, furono le grandi manifestazioni sportive. La radiocronaca era un mezzo di informazione ideale per celebrare con la radio eventi di regime. Nel 1935, ormai l’uso della voce non era lasciato al caso, ma sapientemente adoperato. Il radiogiornale nacque a Milano nel 1929, in seguito alla trasformazione dei notiziari che non rispondevano più alle esigenze di una informazione ampia e generale. Nel 1930, il Giornale radio (preceduto dal segnale orario), fu diffuso in 3 edizioni e nel 1935, nacquero 2 nuove edizioni e cominciò a scandire il tempo degli italiani. Nel ’36, ad opera di Galeazzo Ciano, nacquero le Cronache del regime, condotte da Forges Davanzati il quale, screditando la politica dei paesi esteri, metteva in luce un’immagine positiva dell’Italia. Tra i principali argomenti trattati: la Guerra in Etiopia.

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Radiobalilla

Nel ’37 fu immessa sul mercato il modello Radiobalilla un modello più economico, ma che non decollò a causa della mancata cooperazione dei produttori. Nel ’39 entrò in produzione la piccola Radio Roma, che però non fu molto pubblicizzata, poiché la sua vendita non procurava grandi guadagni. Ma ancora molti villaggi dell’entroterra non avevano una radio ed erano tagliati fuori dal mondo. Nel ’40, la diffusione della radio era ancora limitata. La legge n. 881 del 1939 segnò la fine dell’egemonia del Partito sulla radiofonia rurale e in base alle nuove norme si disponeva di incrementare la diffusione di apparecchi radio. L’Ente radio rurale venne soppresso nel ’40 e incorporato nell’eiar.

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Parla Roma

La propaganda radiofonica ebbe un maggior successo nei confronti dei paesi stranieri e aveva lo scopo di produrre un’immagine positiva dell’Italia, inoltre, le trasmissioni rivolte agli USA e America latina avevano lo scopo di rinsaldare il legame con gli emigrati. Fu creata Radio Verdad destinata ai paesi di lingua spagnola che doveva figurare come una radio spagnola clandestina, ma che in realtà trasmetteva da Roma. Il fascismo non riuscì a causa di una forte disorganizzazione, a sfruttare la radio per un’efficace propaganda.

5 La Folla domestica


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Tra spettacolo e propaganda

L’ultimo strumento messo in atto dal Regime fu la politica culturale. Nel ’37 il Ministero per la stampa e la propaganda fu trasformato in Ministero per la cultura popolare  mincultpop che assunse il controllo di tutte le attività dell’eiar. Mussolini voleva fascistizzare in senso totalitario la cultura nazionale. Nel ’37 fu istituito anche l’Ispettorato per la radiodiffusione e la televisione. Mussolini incaricò ispettore Giuseppe Pession. Il genere più ascoltato era la musica leggera, ma veniva trasmessa anche la lirica. Nel’37 al proletariato urbano era dedicata la trasmissione Dieci minuti del lavoratore. Le Cronache furono trasformate in Commenti ai fatti del giorno nel 1938. Nello stesso anno fu istitutita l’Università radiofonica italiana per la diffusione della lingua italiana all’estero. La radio fu strumento anche di propaganda razziale. La radio era mezzo di svago e divertimento e per tutti gli anni ’30 le trasmissioni di propaganda, furono, comunque contenute.

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Tamburi lontani

Il regime cominciò a reprimere le voci dissenzienti anche con mezzi coercitivi. Fu con l’inizio della Guerra civile spagnola che l’antifascismo (Carlo Rosselli), fece sentire la sua voce alla radio tramite una radio clandestina. Radio Milano era situata in territorio spagnolo e i rapporti sulle sue trasmissioni riempirono gli archivi del ministero.

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Anatomia del pubblico

L’obiettivo di Mussolini del milione di abbonati fu raggiunto (’38). Nel ’39 fu lanciato dall’eiar un referendum sui gusti del pubblico, segno della consapevolezza dell’importanza del pubblico, tramite l’invio di un questionario a tutti gli abbonati.

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Sotto le bombe

 

Dopo il 10 giugno del ’40 l’eiar mette in onda un nuovo genere: la guerra. Nel ’40 l’Ispettorato per la radiodiffusione fu ristrutturato in 3 settori: interrno, estero e intercettazioni. Fu ridotta la diffusione di programmi di intrattenimento e potenziata la trasmissione di programmi di contenuto propagandistico e giornale radio. Nel ’41 i Commenti cominciarono ad esaltare il sacrificio degli italiani, a minimizzare le perdite e a screditare il nemico. Dal ’40 al ’42 l’aretino Appelius intrattenne alla radio gli italiani indovinando il loro gusto e rivolgendosi con toni drammatici ed emotivi e spesso usando un tono disfattista relativamente alla imprese belliche italiane. Mussolini non tollerava il realismo delle trasmissioni di Appelius e questi, nel ’43 fu liquidato. I Commenti persero di credibilità e il gradimento del pubblico via via venne meno. Nel ’42 venne messo in onda I cinque minuti del signor X che tendevano a puntualizzare aspetti e personaggi dello scenario bellico, secondo le direttive del Ministero. La guerra come genere radiofonico ebbe la sua massima punta di efficacia con la radiocronaca e con i reportage. Nel ’43 Giuseppe Pession fu sostituito alla carica di ispettore per la radiodiffusione da Amedeo Tosti.

6 Voci in guerra


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L’arma radiofonica

A guerra iniziata, aumenta la frequenza giornaliera delle trasmissioni. Radio Bari divenne famosa per la propaganda diretta in Siria, Palestina, Libano, Iraq dove si cercava di ravvivare il risentimento nazionale delle popolazioni arabe per opporle agli oppressori franco-inglesi. Nel ’40 le trasmissioni di Radio Londra più professionali) divennero una vera concorrenza. Radio Londra usava programmi diretti agli italiani e l’Italia rispose con programmi diretti agli inglesi. Ci si scontrava a colpi di “onde”. Nel ’41 l’entrata in guerra dell’URSS impose programmi in lingua russa. L’ascolto di qualsiasi radio straniera in Germania era vietato, inoltre, i paesi che venivano occupati non possedevano più una propria radio. La partita delle parole fu giocata soprattutto sulle bugie sempre meno sostenibili della radio italiana e sulle verità sempre più ascoltate delle radio nemiche.

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L’ascolto negato

L’abitudine a sintonizzarsi su stazioni estere era sempre più diffusa. Si pensi a Radio Mosca. Palmiro Togliatti coordinava gran parte delle emissioni volte a far leva sul valore unitario dell’antifascismo come lotta di riscatto popolare. Egli trasmise da Radio Mosca con lo pseudonimo di Mario Correnti. Il regime usò delle misure repressive per impedire l’ascolto delle radio straniere (Radio Londra su tutte), ma con scarsi risultati. Il contributo britannico al movimento partigiano in Italia è stato ampiamente riconosciuto e, il ruolo della radio come anche quello della voce del colonnello Stevens, non va sottovalutato. Anche le stazioni americane ebbero un ruolo importante nella propaganda. Nel ’42 dai microfoni della NBC si udì la voce del sindaco Fiorello La Guardia che si esprimeva in toni molto forti contro Mussolini. .

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Il declino dell’eiar

 

Le difficoltà della guerra travolsero il sistema disorganizzato di propaganda fascista che, infatti, fu il primo a crollare. Lo sbarco del 10 luglio in Sicilia decretò la fine del regime. Gli italiani appresero dalla voce di Giovan Battista Arista l’annuncio della caduta del fascismo e dell’incarico a Pietro Badoglio di formare il nuovo Governo. Raul Chiodelli era il direttore generale dell’eiar. L’eiar si avvia alla sua fine e Chiodelli il 16 settembre rassegna le sue dimissioni da direttore generale, ma non da amministratore delegato.
Nel frattempo, Mussolini trasmetteva da Radio Monaco (Radio del governo fascista repubblicano) la formazione di nuovo Governo nel quale conservo’ per se il min esteri e assegno’ a Mezzasoma il Mincult pop. La maggior parte delle attrezzature dell’Eiar fu smontata e trasferita al nord per volere dei tedeschi. Nel novembre del ’43 Mussolini con una serie di decreti provvide a riorganizzare tutto il settore della cultura popolare e della radiofonia. Ezio Maria Gray e Cesare Rivelli venivano nominato Commissario straordinario e direttore generale dell’eiar. Dal 23 settembre del ’43 dalla stazione di Bari, sotto controllo americano, avevano avuto inizio i programmi di Radio Italia libera per la formazione dei partigiani del Nord.

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Americani e inglesi a radio Bari

Dopo lo sbraco a Pantelleria e l’occupazione della Sicilia, la propaganda Anglo-americana concentrò tutti i suoi sforzi nell’attuare una penetrazione psicologica dell’Italia. La propaganda verso l’Italia liberata fu un intervento capillare e complesso condotto con gli organismi: pwb (Psycohological warfare branch) e l’Office of strategic service. Le direttive erano quelle della minima ingerenza e del massimo sforzo per mantenere l’ordine pubblico. La propaganda americana si basava sui valori della democrazia, della fede nel lavoro e nel progresso. Gli italiani guardavano all’america come un paese che coniugava libertà e benessere, nacque da queste basi il mito sui quali si fonderà gran parte della cultura dell’Itlaia del dopoguerra. Risale agli anni ’40 la presenza di Rosselvelt alla radio e le ricerche di Lazarsfeld sulla figura dell’opinion leader.. . Dal giorno f16 tutte le attività degli organi di informazione passavano sotto il controllo del pwb e del maggiore inglese Jan Greenlees, Radio Bari era ormai un organo del quartier generale alleato di Algeri e fu la prima voce sonora della democrazia italiana. I redattori del pwb provenivano tutti da partiti antifascisti, tra di loro: picone stella. Ognuno di loro assunse un nome di battaglia per non essere individuato e condannato.

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L’Italia combatte!

Si costituirono i primi Comitati di liberazione con le loro formazioni armate. Nacque così Italia combatte la trasmissione più prestigiosa di Radio Bari. Tutti i redattori avevano un nome di battaglia. Ogni sera veniva diffuso il bollettino della guerra partigiana in Italia. Il bollettino era redatto da Francalancia e conteneva anche altre notizie aventi lo scopo di dare un’immagine esatta delle forze alleate. Lappello al frutto del lavoro andato distrutto per opera dei nazifasciti era un tasto ricorrente in Italia combatte. La radio italiana controllata dal pwb aveva 2 obiettivi:

  • un obiettivo militare
  • informazione democratica

La radio era anche un tramite tra gli italiani del sud e quelli del nord.

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Ritorno alla normalità

Nel febbraio del ’44 i territori italiani liberati ritornano sotto l’amministrazione italiana. Il Governo, si trasferisce a Salerno e il re a Ravello. Nelle principali sedi radiofoniche delle città liberate: Palermo, Bari, Cagliari e Napoli si assisteva ad una larga autonomia nelle scelte della programmazione, ma con una comunicazione politica non distante dalla politica ufficiale decisa dagli anglo-americani. A Radio Napoli c’era De Feo, Picone stella e vi fu la prima trasmissione di satira politica: Stella bianca. Intanto la musica americana si diffondeva in molti programmi. Roma liberata il 4 giugno, comincia a trasmettere da ciò che restava delle stazioni radio distrutte dai tedeschi; ritornano Piccone stessa e Mario Soldati. A Roma cominciarono a sorgere i primi contrasti fra i vecchi funzionari eiar e gli uomini entrati con il pwb.

7 Dagli alleati alla democrazia


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L’emergenza postbellica

Come disse McLuhan ogni guerra tende ad essere combattuta con tecnologie sempre più moderne. La 2a guerra mondiale ha prodotto grandi innovazioni in tutto il mondo nel campo dei media. Per quanto riguardava la radio, occorreva ricostruire una rete gravemente danneggiata. I primi governi si affannarono per riunificate quanto restava dell’eiar. Il passaggio dalle radio liberate alla struttura pubblica era denso di difficoltà, tra il ’45 e il ’48 il confronto politico entrò prepotentemente nelle vicende della nuova azienda. Nel ’44 fu nominato Luigi Rusca come commissario straordinario dell’eiar. Inoltre, nello stesso anno fu insediata dagli alleati una Commissione per le attività radiofoniche dell’Italia centro-meridionale. Si voleva trasferire al sottosegretariato per la stampa e l’informazione i compiti dell’allora Mincultpop, ma il Ministro delle poste e telecomunicazioni non voleva perdere il controllo dell’eiar e propose di istituire una Commissione di vigilanza per  la parte artistica, ma Spataro (allora sottosegretario per la stampa) fu contrario e la Presidenza del Consiglio accettò il punto di vista di Spataro al quale fu chiesto di stendere uno schema di decreto istitutivo di una Commissione di vigilanza che avrebbe dovuto affiancare i compiti di controllo governativo. Il 26 ottobre del ’44 l’eiar diviene Radio Audizioni Italia.

  • Gestione Tecnica: Ministero poste e telecomunicazioni
  • Gestione politica: sottosegretariato per la stampa e l’informazione (Rusca, che mantenne le sue funzioni fino al ’45 quando fu istituito il Primo CDA rai).
  • Direttore generale: Armando Rossini

Intanto Rusca veniva accusato di voler evitare la divulgazione di notizie scomode e di voler avallare il carattere governativo dell’informazione. Fu fatto dimettere prima della scadenza del suo mandato, ma non si era compreso che il periodo di transizione era veramente delicato.
Il 27 aprile del ’45 il clnai aveva nominato Enrico Carrara  Commissario per la gestione delle attività radiofoniche dell’Italia del Nord. La radio continuò ad essere separata tra le regioni settentrionali (Carrara) e quelle centro-meridionali (dipendenti dalla rai).

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La voce dei partiti

Lo sviluppo della radio nel periodo in questione fu necessariamente di continuità con il passato. Nel ’45 gli italiani cercavano nei mm cronaca nera, sport, intrattenimento e svago; il costume e la vita sociale erano dominati dalla cultura americana. Dopo la liberazione, La voce dei partiti fu il primo tentativo di informazione politica alla radio. Successivamente nacque Opinioni dove 6 ospiti fissi di diversa tendenza politica parlavano a turno nei vari giorni della settimana. Ma la presenza in Radio era a discapito dei partiti minori..

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Rossa e azzurra

La maggior parte degli impianti radiofonici era andata distrutta e occorreva dotare l’Italia lungo il litorale adriatico e tirrenico almeno di una potente stazione. Un altro problema erano le antenne. La situazione finanziaria era gravissima, vista l’impossibilità di riscuotere gli abbonamenti e la bassa entità del canone e il bilancio era in perdita. Per molti mesi continuarono a sussistere 2 gruppi distinti di programmi per l’Italia settentrionale e quella meridionale. jemolo fu allontanato dalla rai e fu nominato Presidente Spataro. Nel 1946 fu riunificata la rete nazionale con i collegamenti paralleli di 2 programmi completi. Le due reti unificate in una sola direzione vennero chiamate rossa e azzurra.

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Le prime questioni istituzionali

Con il decreto 428 del 1947 venne istituita una Commissione bicamerale parlamentare di vigilanza, con la quale il Parlamento avrebbe dovuto fungere da mediatore. Definirne i compiti era materia ardua, di fatto i poteri della Commissione erano contraddetti dalla norma che autorizzava il Governo a intervenire direttamente sulla rai per bloccare programmi considerati pregiudizievoli.

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Nasce una grande azienda

Con la conferenza di Copenaghen furono note le frequenze assegnate all’Italia. Sernesi procedette ad una grande ristrutturazione della rai. Intanto, c’era malcontento tra il p personale. Nel ’48 fu stipulato il primo organico contratto collettivo per il personale e vi fu l’aumento delle retribuzioni.

8 Radio italiana


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Il ruolo della chiesa

Alle elezioni del 18 aprile del ’48 la DC vinse anche grazie all’alleanza con la Chiesa, perfezionata nella comune gestione dei mezzi di comunicazione di massa. La radio tv e il cinema furono i settori sui quali si concentrò maggiormente l’interesse delle gerarchie vaticane. Tale interesse comincia dagli anni ’20 durante il fascismo. Lo sviluppo della cultura di massa avviene sotto l’influenza della Chiesa e la diffusione del cattolicesimo avviene anche attraverso i mm. L’obiettivo era quello di educare le masse, neutralizzando quando di laico ci fosse.

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Di nuovo propaganda

I mm diventano sempre di più il riflesso dell’azione politica e propagandistica. Nonostante la visione di un’Italia contadina da parte della DC, alcuni processi di rinnovamento si erano messi n moto. Piccone Stella si adoperò per creare un opuscolo di un vademecum del perfetto giornalista, ma servì a poco, visto che anche dal Parlamento piovevano denunce di un’informazione faziosa.

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Il dibattito continua

Nel ’52 fu rinnovata la convenzione al di fuori di qualsiasi controllo parlamentare. Il rinnovo era stato condotto in segreto dal nuovo Presidente rai Cristiano Ridomi. I comunisti chiesero più volte di abolire il doppio finanziamento: canone e pubblicità.

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Tutto a Roma

Fu condotta dalla rai un’aspra battaglia per combattere gli evasori del canone e contemporaneamente fu avviata una campagna per reclutare nuovi abbonamenti: concorso botta e risposta (per abbonati) e nel ’48 Radiofortuna. Tra il ’48 e il ’52 ci fu un vero decollo dell’azienda.Nel ’52 la sipra con la rai entrò a far parte del gruppo iri. Agli inizi degli anni ’50 la rai¸ era finalmente un’azienda solida.

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Cari amicivicini e lontani

La programmazione radio rimase distinta tra Nord e Sud fino al ’46 quando il nuovo assetto rai vara due programmi in onde medie: rete rossa e rete azzurra, caratterizzate da una struttura a palinsesto e da un’omegeneità dell’offerta di musica. Questa distinzione permase fino al ’51, quanto nacquero: il programma nazionale (informazione-informare), il secondo programma (ricreativo-divertire) e il terzo programma (culturale-educare). Nel ’51 fu trasmesso il Festival di Sanremo. La rai era molto attenta alle esigenze del pubblico e un ufficio apposito leggeva le lettere degli ascoltatori (Servizio opinioni). Vi erano anche programmi per gli adolescenti Lucignolo. Viene varata nel ’47 La radio per le scuole. Tra le altre trasmissioni: nel ’44 L’Approdo la rubrica culturale più longeva della rai. La radio non era solo letteratura, ma anche informazione: Arcobaleno del ’49 era il più popolare settimanale radiofonico. Con la riforma del ’51 anche il giornalismo venne potenziato. Inoltre, nacquero i primi documentari (neorealismo radiofonico). Per gli spettacoli di varietà: Rosso e nero del ’51. Nel dopoguerra nasce anche l’offerta di prosa alla radio.

9 Vedere a distanda


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L’invasione delle immagini

Nell’arco di un decennio l’Italia passo da una condizione economica arretrata ad una che ne fece una delle nazioni più industrializzate dell’occidente. Vari mutamenti sociali: emigrazione, nuovi consumi, urbanizzazione: “Miracolo italiano”. La tv determinò una certa espropriazione della radio. In seguito la radio ha saputo tirare fuori una strategia vincente seducendo di nuovo il suo pubblico.

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Prove tecniche di trasmissione

 

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L’apparato forma il suo pubblico

Il 10 aprile 1954, la rai cambia denominazione da Radio audizioni Italia a: Radiotelevisione italiana.

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Vecchi e nuovi costumi culturali

 

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Pulpito e cattedra

 

La situazione politica nel momento in cui nasce la TV, vedeva Scelba da pochi mesi alla testa di un Governo centrista. De Gasperi, fino alla morte, restò alla testa del partito. Si affacciò la figura di Amintore Fanfani. La Chiesa, compresa la forza del mm, cercò una saldatura con i partiti di maggioranza. La tv appariva strumento fondamentale per modernizzare la cultura in senso antilaicista. Alla rai furono nominati:
Presidente: Antonio carrelli
Direttore Generale:Gian Battista vicentini
Amm delegato: Filiberto Guala
Guala operò subito dei mutamenti e assunse all’Ina case il suo braccio destro: Luigi Beretta Anguissola, il TG passò alle dipendenze di Vicentini e la direzione del personale a Pier Emilio Gennarini. Guala fu il 1° manager della rai che pensò alla tv come pulpito e cattedra, che comprese l’importanza della separazione tra:momento creativo e momento produttivo. Inoltre, la sua matrice religiosa rese agevole l’osmosi tra Chiesa e vertice DC. Guala introdusse un codice di autodisciplina fatto osservare dai Comitati. Restò in carica fino al 1956 e in questi 2 anni fu fautore della suddivisone dei generi in relazione alle fasce orarie e con Pio XII creò un’alleanza che si ripercosse anche sulla natura dei programmi.

10 Il magico occhio luminoso


1

Moderno e antimoderno

La Chiesa aveva compreso l’importanza della TV, mentre il pci non ne era ancora consapevole. Si assisté per quasi 20 anni al dibattito contro la tv da parte delle elites culturali che faceva parte della strategia del fronte antidemocratico (parte del mondo cattolico, pci e aristocrazia laica). Nonostante queste contrarietà la tv crea un rapporto diverso con il pubblico, modificando abitudini sociali (ascolto collettivo di lascia e raddoppia…). La tv porta il mondo in ogni casa e incontrò la popolarità soprattutto tra quelle categorie sociali maggiormente escluse dalla civiltà moderna. Il tg divenne quotidiano, a partire dal ’56. Gli intellettuali di sinistra demonizzarono la tv, spesso perché preoccupati di perdere l’egemonia culturale.

2

Il miracolo e il suo schermo

Guala  fu costretto a dimettersi nel ’56 e tra le ragioni, sicuramente vi era il fatto che la matrice religiosa da sola, non bastava più. Furono nominati:
Direttore Generale: Rodolfo Arata personaggio in possesso di doti di equilibrato amministratore richiesta da un’azienda come la rai in via di sviluppo.
Amm delegato: Marcello rodinò di miglione Seppe dirigere l’azienda in modo egregio per ben 9 anni con una virata laica e con una migliore razionalizzazione. I primi anni di Rodinò sono quelli della grande espansione della pubblicità, della nascita della tv scolastica e della tv per ragazzi.
La tv accrebbe la diffusione delle conoscenze, delle informazioni e favorì l’acquisizione di nuove risorse linguistiche (molti ancora parlavano solo il dialetto).

3

Gli anni del saccheggio

Inizialmente la tv era ben lontana dal concetto di palinsesto, orientata verso 2 obiettivi: costruire una sequenza cronometrica delle trasmissioni e orientare il pubblico nel senso di una fruizione pedagogicamente corretta. La tv dei primi anni saccheggia quindi, radio, teatro e cinema. Sono gli anni delle commedie teatrali. Un caso a parte è rappresentato da Padre Mariano (pace e bene a tutti…). La tv in quegli anni era orientata ad un obiettivo di alfabetizzazione. Nel ’60 nasce Controfagotto condotto da Ugo Gregoretti un mix di reportage, fiction etc. La tv va alla ricerca di una sua propria identità che la affranchi dal cinema. Anton giulio Majano fu il regista di opere quali: la cittadella, La freccia nera etc… Manca ancora una produzione apposta per la tv.
La tv dei ragazzi aveva un chiaro scopo pedagogico. Fino al ’66 ci fu anche la Telescuola per sopperire alle carenze di scuole e mezzi. Nel ’60 Alberto Manzi condusse non è mai troppo tardi.

4

Mentre cresce la tv, la radio…

La radio veniva ascoltata più nelle ore diurne e, cmq, aveva degli ascoltatori affezionati. La radio, inoltre, cerca di ritagliarsi una programmazione che venga valorizzata dal mezzo stesso: diretta… Il canale nazionale si specializza nell’informazione, il secondo canale punta alla messa in onda di 4 spettacoli giornalieri di prosa, musica e varietà, il terzo canale storicamente culturale, ammorbidisce la sua linea troppo accademica e anticipa alle 17 la messa in onda. La drammaturgia radiofonica è più viva che mai.

5

Ritrono a casa

Garinei e Giovannini e altri autori vennero scritturati per realizzare spettacoli tv. Sarà, però, il mix tra quiz e spettacolo leggero ad agire da moltiplicatore. Nel ’57 nacque il Musichiere condotto da Mario Riva. Tra la fine dei ’50 e l’inizio dei ’60 quasi tutti avevano la tv. La tv è sempre più utilizzata per l’impiego del tempo libero. Carosello (1957-75) fu l’indiscusso protagonista della rivoluzione dei consumi. Dava una radice nazionale alle immagini dispersive della società dei consumi.

6

Good morning america

Il basso livello dello sviluppo economico italiano dei primi anni ’50 fu una delle condizioni che permise una forte penetrazione del modello americano. In Italia ancora non esisteva la dipendenza del programma dagli indici di ascolto. Poco a poco, l’America si allontana per far posto a stili e linguaggi tutti italiani. Canzonissima del ’56, unì intrattenimento alla fortuna (lotteria). Verso gli anni ’60 esplode l’amore per il giallo (Hitchkok etc…).

7

Per ora il monopolio è salvo

Furono i tg a consacrare il successo della tv. Le notizie, dovevano, cmq subire il controllo della DC e del Governo. Nel ’56 una società collegata al quotidiano Il tempo appellandosi all’art 21 della Costituzione fece richiesta al Ministero delle poste di utilizzare canali tv al di fuori della concessione statale rai. La Corte fu chiamata ad esprimersi e stabilì il diritto di riserva allo Stato delle trasmissioni radio e tv, ma non considerava questa riserva in senso assoluto, bensì condizionata alla possibilità di accesso al mezzo e all’eliminazione di abusi ed eccessi di potere nell’esercizio delle trasmissioni effettuate dalla concessionaria. Alla fine del ‘61 era stata completata la 2° rete tv. Con l’arrivo di
Direttore Generale: Bernabei
Si posero le premesse per un lento declino che misero la rai al centro di interessi politici e spartizioni clientelari.

11 Ribalta accesa                        


1

Una fabbrica di consenso

Nel ’59 con il Governo Moro, si chiudeva l’esperienza centrista e si apriva al centro sinistra. Si inaugurò Tribuna elettorale.  Bernabei aveva il compito di trasformare la rai in una macchina di consenso imponendo la centralità della tv nella vita sociale e politica degli italiani. Nominò Enzo Biagi alla direzione del tg, ma in seguito alle troppe pressioni politiche, questi si dimise.
Presidente: papafava
In questo periodo la rai bruciò troppe risorse in investimenti improduttivi.

2

Nuovi fattori di cambiamento

Mutarono le abitudini degli italiani e i giovani si emanciparono.

3

La questione del colore

Il colore venne introdotto in Italia nel ’75, con molto ritardo rispetto agli altri paesi per volere delle lobbies politiche.

4

I programmi che hanno fatto la tv

Negli anni ’60-’70, la rai si dedica alla creazione di un pubblico popolare il più possibile omogeneo. Le aree tematiche erano 3: 1) spettacolo leggero, varietà; 2) musica leggera; 3) cultura. Nel ’61 Studio uno con le Kessler. Il festival di San Remo diventa l’unico programma in diretta. Nasce uno star system dai connotati popolari. Il 2° programma verrà dedicato alla cultura anche accontentare le sinistre. Tra i programmi culturali: Sapere e Medicina oggi. Sul fronte scientifico, si ricorda: Orizzonti della scienza e della tecnica.

5

Lo spettacolo riprodotto

 

6

Quel piccolo quasi intimo strumento…

 

7

La centralità della rai

amm. delegato: Granzotto. Si dimise nel ’69 perché si rifiutò di firmare un ods relativo ad un reimpasto delle cariche.
Amm. delegato: Paolicchi
In Italia vi fu il movimento del ’68 che però non riuscì ad arrestare la tendenza alla modernizzazione del paese. Nel ’69 sbarco sulla luna. La riforma della rai, nacque in questo clima ’75.

12 anni di piombo.


1

Un monopolio pubblico e riformato

La protesta collettiva esigeva una politica riformatrice. La dc attraversava un periodo di crisi e lo dimostrano i Governi succedutisi fino al ’72, che sono tutti durati molto poco. Una prima risposta fu l’istituzione delle regioni nel ’70. La storia della rai tra il ’70 e il ’75 è rappresentata dalla lotta tra fermenti rivoluzionari e istanze di ristrutturazione, ma vinse la terza via del capitalismo selvaggio. Le forze in campo erano3:

  1. Le maggiori forze politiche tra cui il Partito socialista,
  2. Sindacati e uomini di cultura,
  3. Management della rai.

Presidente: Aldo Sandulli dimessosi in seguito all’inchiesta di Zavoli Un codice da rifare.
Amm. delegato: Paolicchi
L’organigramma dirigenziale che venne varato anticipava di quasi 5 anni la lottizzazione. L’ods del ’69 fu una specie di prova generale della riforma, dal quale vennero esclusi i comunisti. Si apre un periodo di crisi della rai proprio alla vigilia del rinnovo della convenzione ventennale tra Stato e rai che scadeva il 15 dec 1972. In quello stesso periodo si affacciavano le prime tv private via cavo. Il fronte di contestazione al monopolio era composto da 2 linee: i riformisti e coloro che volevano l’apertura alla privatizzazione. I partiti erano tutti contrari alla privatizzazione. La rai invoca un più efficace intervento del Parlamento, il PCI voleva un rafforzamento del servizio pubblico, la sua regionalizzazione, il controllo democratico sulla sua gestione e la separazione dal Governo. Il PSI rifiuta ogni concessone ai privati e auspica la creazione di un ente pubblico a statuto speciale con una più accentuazione del monopolio, controllo parlamentare e spinta al decentramento. Eugenio Scalfari propose la concorrenza tra pubblico e privato, affermando che il monopolio escludeva comunisti e socialisti. Si dimise Paolicchi e il Governo Andreotti del ’72, si limitò ad istituire una Commissione per lo studio della riforma. Tra i provvedimenti governativi, spiccò il divieto alla sipra di raccogliere pubblicità al di fuori di quella radiotelevisiva.

2

Fermenti nell’etere

 

L’Italia nel ’73 conobbe un momento di crisi economica. Il processo di privatizzazione rai assume 2 direzioni:

  1. Concentrazione di grandi gruppi editoriali.
  2. Frammentazione e polverizzazione delle iniziative ad opera di piccole imprese sparse su tutto il territorio nazionale

Nel ’70 Mondadori, Rusconi e Olivetti, si interessano alla tv e alla possibilità di sfruttamento commerciale. Nel ’71 nasce la 1° tv privata via cavo Telebiella. Questa fu messa a tacere nel ’73, ma solo dopo un pronunciamento della magistratura riprese la sua attività. Il Min. Gioia modificò il codice postale dichiarando fuorilegge tutte le tv private. Su questo intoppo cadde il Governo Andreotti, poiché i repubblicani ritirarono la fiducia al min. Gioia. In Italia con la presenza di ripetitori svizzeri, erano visibili Telecapodistria e rtsi.  Nel ’74 la Corte emise 2 sentenze la 225 riguardava l’illegittimità del decreto con ui il nuovo min delle Poste Togni aveva ordinato lo smantellamento dei ripetitori delle 2 tv svizzere. La 226 legittimava la riserva allo Stato della concessione per la tv via etere e liberalizzata la tv via cavo in ambito locale. La Corte aveva segnalato al Parlamento 7 temi fondamentali che dovevano caratterizzare il nuovo assetto del servizio pubblico:

  1. Gli organi dirigenti rai non devono rappresentare il punto di vista del Governo
  2. I programmi di informazione devono essere ispirati a criteri di imparzialità
  3. Il parlamento deve avere il potere di vigilare sulla rai
  4. i giornalisti sono tenuti all’imparzialità e oggettività
  5. la pubblicità deve essere limitata
  6. l’accesso alla radiotv deve essere aperto ai diversi gruppi politici, culturali e religiosi
  7. il diritto di replica deve essere riconosciuto come fondamentale.

La tv via cavo entrò in declino e si affermò la tv via etere. Nel ’74 si affermano le prime tv private via etere e Berlusconi inaugura Telemilano. Lo stesso anno la proroga della concessione rai arriva al suo termine e il Consiglio dei ministri approvò con decreto la riforma della rai: L. 103 del 14 apr ’75. Questa si basava su 3 nodi fondamentali:

  1. La riserva allo Stato della diffusione dei programmi su scala nazionale assicurata solo se la rai era in grado di assicurare il massimo di apertura pluralistica a tutti i partiti. A tal scopo la vigilanza era assegnata ad una Commissione parlamentare.
  2. La creazione di una terza rete pubblica e sviluppo di reti televisive via cavo
  3. La ripetizione sul territorio nazionale di tv straniere.

Il più grande paradosso risiedeva nella sfasatura tra i principi ai quali si ispirava e le tendenze strutturali dell’economia. La rai in seguito ai lacci imposti dalla riforma, non era in condizione di affrontare con armi pari la concorrenza. Inoltre, la sentenza 202 del ’76 dichiarando incostituzionali alcuni articoli della legge 103, autorizzava le trasmissioni via etere di tv locali. In questo periodo nacquero: Quinta rete e Antenna nord e varie altre….Il ’75 fu l’anno più nero della rai.

3

Piccole antenne crescono

La radio, viceversa, viveva una delle sue stagioni migliori, grazie anche al rilancio di Piccioni. Il ’68 aveva inaugurato un decennio di creatività nella radio, si pensi alla trasmissione Alto gradimento del ’70. Le radio private si diffusero a macchia d’olio e sopperirono alle carenze del servizio pubblico. A Roma comincia a trasmettere Roma città futura emittente fortemente policitizzata e Radio radicale. La rai  risentì della concorrenza, inoltre aveva tecnologie ferme agli anni ’60. Gli anni di piombo andarono dal ’77- all’80 e in questo periodo venne lanciata la terza rete tv e nacquero le prime concessionarie di pubblicità. La rai si trovava tra 2 leggi: quella di riforma e quella del mercato.

4

Reti e testate

Direttore Generale: Michele principe
Presidente: Beniamino finocchiaro
Presidente: Paolo Grassi PSI (’77)?
Nel ’77 iniziano ufficialmente le trasmissioni a colori. La nuova struttura aziendale prevedeva l’autonomia della produzione e della programmazione delle reti televisive e di una nuova struttura centrale nata per la produzione di trasmissioni didattiche: dip. Scuola e educazione. L’azienda dopo l’accentramento di Bernabei venne suddivisa in molteplici centri operativi, dotati di larga autonomia, con i quali si inaugurava un regime di concorrenza interna. La prima rete volle connotarsi come rete popolare, la seconda faticò a trovare una sua connotazione precisa.
Tra le innovazioni: finisce Carosello, Rischiatutto, Odeon, Contenitori domenicali, Furia. Il 15 dec 1979 nasce la terza rete con una programmazione regionale e paraculturale. Il suo insuccesso iniziale fu soprattutto dovuto al fatto che nessuno voleva questa rete.

5

Il rilancio della fiction

Nasce la produzione seriale: Heidi, Goldrake, Happy days  etc. Finisce la tv pedagogica. Le trasmissioni abbandonano la cadenza settimanale per arrivare a quella giornaliera. Nel ’75 nasce Romanzo popolare e con Gregoretti Uova fatali. L’Orlando furioso. Poi Gesù di Nazareth, L’albero degli zoccoli, Ligabue. Con l’obiettivo di un aumento del consumo tv, la fiction assume funzioni di: traino al tg, copertura di nuove fasce orarie, intrattenimento e differenziazione.

6

La rottura dei generi

I programmi culturali subirono notevoli cambiamenti in seguito alla riforma rai. Si sacrificò il contenuto a fronte di una più grande spettacolarizzazione. Anche i gr subirono dei cambiamenti. Si inaugura la stagione della ricerca dello scoop. Questa rottura dei generi fu soprattutto caratterizzata da intreccio di esperienze e di formule. Nel ’78 vi furono programmi di grande successo come Odeon e Di tasca nostra. Con l’avvento degli anni ’80, con un diffuso benessere e la ricerca sempre più diffusa del piacere e del superfluo, i generi e i palinsesti si modificano per incontrare sempre più il favore del pubblico. I programmi culturali diminuiscono sempre più.

7

Il nuovo consumo

Anche il varietà si modifica e aggiunge degli artefatti quali il playback. Nel ’76 nasce Domenica in e l’Altra domenica (seconda rete), condotto da Arbore con le sorelle Bandiera, Andy Luotto etc…. Il talk show nasce per rispondere al clima di inquietudine sociale generato dal terrorismo (Bontà loro con Costanzo).

13 Nel mercato elettronico.


1

Il monopolio spezzato

Il processo di modernizzazione sembrava essersi arrestato. Il cambiamento avvenuto in ¾ anni è stato reso possibile dalla liberalizazione dell’etere. Grazie alle nuove tecnologie anche il cinema è stato assoggettato alla tv.  In poco tempo la tv ha dovuto rispondere all’equazione: più spettatori, più pubblicità, più profitti. Il vecchio broadcasting era stato caratterizzato da:

  • Pubblicità delimitata Carosello
  • Forte connotazione educativa
  • Mercato di tipo protezionistico

Il primo cambiamento riguardò uno sguardo verso al privato e ad un’ansia di soddisfare bisogni individuali, le innovazioni tecnologiche e l’espansione dell’ideologia dell’impresa. La storia della radio-tv anni ’80 si può riassumere da un lato con il servizio pubblico alla ricerca di una sua identità e dall’altro con una tv privata che assume una precisa identità e un monopolio commerciale.

2

Assalto alla diligenza

L’assenza di una normativa sul sistema radiotelevisivo portarono in un primo momento ad uno sviluppo anarchico e frammentario e in un secondo momento al formarsi di una grande concentrazione : il gruppo Fininvest. Si possono distinguere 2 fasi:

  1. dal ’76 al ’79 con la proliferazione di varie radio e tv private
  2. dall’80 all’84 con l’emergere di un solo gruppo, quello di Berlusconi.

Negli Anni ’80 i network attaccarono la rai sul piano dei programmi: Dallas  su tutti.

3

Il sistema misto

 

4

Tra uccelli di rovo e venti di guerra

I responsabili del gruppo che gestiva Rete4 furono costretti ad accettare un compromesso con Berlusconi. Finivest acquistò Rete4. Le tappe di Berlusconi:

  • ’79 aveva costituito la finanziaria Cofint.
  • ’80 con l’acquisto di Tele Torino International possiede 10 emittenti.
  • ’81 costituisce le nuove società: Viedeotime, Reteitalia, Elettronica Industriale. Fa accordi con abc, cbs e nbc.
  • Dallas  fa salire l’audience e le vendite pubblicitarie. Scrittura Villaggio, MOndaini etc.
  • ’84 dopo la costituzione della sedit possiede anche Rete4.

5

La fortezza bastiani

Nell’83 la rai attraversò un periodo di crisi finanziaria, dovuta anche alla concorrenza fininvest. Ebbe inizio la lotta a colpi di audience. Nell’84 nacque l’Auditel. La rai viveva una grande contraddizione: sullo scenario interno l’azienda obbediva alla logica del servizio pubblico, sul fronte esterno doveva combattere sul fronte della mercatizzazione.

6

Mercato e palinsesti

Nella tv commerciale i programmi ancor prima di piacere al pubblico, devono essere di gradimento degli investitori. Il saccheggio di prodotti seriali americani avviene più nella logica del palinsesto che sul piano della cultura dei prodotti. Tra le intuizioni del network vi furono l’allungamento degli orari di trasmissione e la programmazione in senso orizzontale dei programmi (es. telenovelas tutti giorni, stessa ora).

7

La neotelevisione

Con il satellite e la pay-tv, lo spettatore comincia a crearsi da solo il suo palinsesto. Si afferma la videoregistrazione. Eco  ha parlato di neotelevisione e Bettetini ha manifestato la sua preoccupazione per il formarsi di una cultura individualista. I caratteri della neotv possono essere riassunti in:

  • Serialità ripetitiva;
  • Conversatività affabulatoria;
  • Proposta trasgressiva ai limiti del porno
  • Esercizio demenziale dei nuovi comici.

..che poi sarebbero tipici tratti della fase attuale della modernità. E’ il comportamento definito da Eco consolatorio, in quanto rassicura il pubblico con qualcosa che già conosce. Calabrese ha parlato di estetica della ripetizione fondata sul frammento, poiché non si ha né tempo né voglia di fruirla nel suo insieme. La rai mette in diretta lo spettacolo esterno (terremoto di Napoli etc), la tv commerciale simula la messa in scena del reale ma le sue direte sono farse. Un’altra caratteristica della neotv è inoltre la comunicazione politica, la vendita di spazi ai partiti e l’utilizzo di questi, tramite una comunicazione centrata sulla costruzione emotiva della realtà televisiva.

8

Nulla p più definitivo del provvisorio

Nell’84 alcuni pretori decisero di oscurare le reti fininvest. Dopo una serie di decreti fu emanata la L. n. 10 del 1985 che andava molto a favore della Fininvest. Di questa legge si servì Berlusconi per tenere a bada l’ipotesi della nascita di un terzo polo televisivo, dopo l’acquisto da parte di Rede Globo di Telemontecarlo. Agli inizi dell’85 fu creata la Federazione radio e televisione che raggruppava le tv e radio locali e nazionali private (Reti Berlusconi, Rete A e Tele Elefante). Un accordo dell’86 portò al 16% il limite per la pubblicità e per la rai, la Commissione di vigilanza aumentò il limite al 6%. Nello stesso anno, la Commissione in base alla lette n. 10, eleggeva il nuovo cda con Presidente: Manca.

9

Sul significato di popolare

La rai è riuscita negli anni a fare un giornalismo popolare (nel senso di vicino al popolo) es. terremoto dell’80, vernicino etc. Un altro filone fu quello della tv problematico-culturale (Mixer, Samarcanda etc….).

10

Tv spazzatura o intelligente?

Tra i programmi rai: Pronto Raffaella, Blitz, Aboccaaperta. Fininvest risponde con: Buona domenica. La tv commerciale vuole concorrere soprattutto sul varietà (Drive in ’83 e Fantastico alla rai). Quelli della notte fu un grande successo e Arbore riuscì a capire che alla radice di un vero successo tv, c’è sempre un’intuizione di natura sociale, la vera tv è la messa in bella della società che rappresenta.

11

Verso una nuova legge

Nell’87 la rai  registra un più alto successo di pubblico, dovuto all’innovazione di rai 3. Nacse l’opzione zero: chi possiede tv non può avere giornali e viceversa. Nel luglio ’88 la Corte con una nuova sentenza legittimava ancora la provvisorietà della legge n. 10, in realtà, la Corte non voleva decidere. Distrusse solo l’opzione zero. La formazione del terzo polo tv veniva nuovamente bloccata. Lo stesso anno fu firmata la convenzione Stato-rai della durata di 6 anni. Nel ’90 nasce la pay-tv di Finvest Telepiù.

12

Di tutto di più

Manca nel cda dell’88 aveva indicato 3 dinamiche di evoluzione della rai:

  1. Concorrenza nazionale e internazionale
  2. passaggio da una tecnologia semplice ad una complessa
  3. passaggio da un pubblico semplice ad una segmentazione della domanda

La rai  era in ripresa pervari motivi:

  • Coordinamento tra le reti che aveva razionalizzato le risorse
  • Nascita dell’Auditel che dava maggior affidabilità
  • La tv commerciale dopo Drive in non ha fatto programmi degni di nota, la rai ha invece mantenuto in molti programmi l’identità del servizio pubblico. Circa i programmi culturali: Quark, viaggio intorno all’uomo, film dossier, parola mia (gioco condotto da Rispoli). Rai3 produsse: Telefono giallo, chi l’ha visto (per una tv verità).

A parte Striscia la notizia il vero motore della tv fu rai3 con Chiambretti, Schegge, la tv delle ragazze, Avanzi etc.

13

Quella parte di tv chiamata cinema

Il film entra nella dimensione televisiva. La tv è divenuta il più grande mezzo di diffusione del cinema, come la radio è divenuta il più grande mezzo di diffusione della musica. Il periodo d’oro del cine in tv va dalla riforma rai ai primi anni ’80. Con la Piovra si dà inizio alla serialità. Questo genere fu poco stimato, ma fece scuola in tutto il mondo.

14

La risorsa tecnologica

 

14 Restate in ascolto


1

Un destino di minoranza?

 

2

Il consumo e l’offerta

La radiofonia privata negli ultimi 10 anni ha conquistato una posizione di rilievo negli ascolti. Dalle 6 alle 9 è la radio pubblica ad avere più ascoltatori (per notiziari).

3

Un nuovo modello di sivluppo

Nel corso degli anni ’80 molti editori hanno esteso l’ambito di attività della propria radio, fino a farla divenire nazionale. Per l’insediamento in una dimensione di ascolto nazionale, occorreva l’adozione di un formato – cioè un modello e uno stile di programmazione – che avesse valore di richiamo per un segmento di pubblico trasversale alle realtà locali. Alla delocalizzaizone del formato doveva accompagnarsi una specializzazione del prodotto e una promozione che accreditasse l’immagine della stazione al di fuori dell’ambito locale. Tra gli aspetti negativi di questa operazione, vi è il ricorso al sistema delle affiliazioni. Questo sistema prevedeva che l’emittente si rivolgesse a dei ripetitoristi per ottenere l’estensione della diffusione e in cambio cedeva a questi il diritto di inserire pubblicità locale nei break. L’adozione del sistema delle affiliazioni è giustificato dal fatto che il riconoscimento del diritto di radiodiffusione operato nel ’76 dalla Corte sanciva unicamente il diritto a trasmettere in ambito locale. Radio 105 di Milano iniziò ad estendere il segnale appoggiandosi a reti locali. La mancanza di una legge per il settore costrinse le radio a compromessi poco felici dal punto di vista commerciale. In seguito all’approvazione della L. 223 del 1990 tutte le strutture che ripetono il segnale sono state acquisite dall’editore nazionale. Ad oggi, però su 15 radio che hanno chiesto la concessione nazionale, solo 4: radio 105, Montecarlo, Deejay e Radio Italia sono presenti su quasi tutto il territorio nazionale.

4

La strategia della radio privata nazionale

Le radio nazionali normalmente sono di intrattenimento, ad eccezione di Radio radicale, Italia Radio e Radio Maria. Sul fronte dell’ascolto il modello della radio di intrattenimento sta andando in crisi e occorre diversificare l’offerta. Tre radio si differenziano per l’offerta:

  • Rtl 105: ha un format radio all’americana basato sul concetto di flusso, per un consumo veloce.
  • Italia network: musica disco per giovanissimi.
  • Radio italia: solo musica italiana.

Oggi, un altro filone in ascesa è quello del revival.

5

Tipologie e caratteri delle radio locali

Nelle radio locali, prevale il formato generalista che riproduce lo stesso palinsesto ogni giorno: info la mattina, dibattiti con il pubblico nel resto della mattinata, notiziari a pranzo e musica per i più giovani nel pomeriggio. Il punto di forza sta nel contatto con gli ascoltatori. I formati alternativi a quello generalista, sono quelli nastroteca. Vi sono poi le radio comunitarie in prevalenza cattoliche.

6

Le conseguenze della legge

Vi sono 2 eventi cha hanno interessato la radiofonia:

  1. La nascita di Audiradio 89-90.
  2. L. 223 del 1990 che riconosce radio locali e nazionali e recepisce l’idea di radio comunitaria.

15 Una difficile transizione


1

La sfida europea

L’Italia che si presenta all’appuntamento Europeo è un paese mutato nei valori e negli stili di vita e ci si è chiesti se la tv non abbia contribuito a tale mutamento. La funzione attorno alla quale si organizza la tv è il consumo.

2

Riforma nella riforma?

Nel ’92 il tg5 di Mentana ebbe un enorme successo. Ma Pedullà nominato dopo Manca, era convinto che la raipoteva resistere alla concorrenza con una tv di qualità. La relazione del Garante del ’92, da un lato assolveva Berlusconi, dall’altro gli imponeva alcuni obblighi tra cui quello della consegna trimestrale delle copie dei contratti pubblicitari. Cmq il tetto imposto dal Garante era facilmente aggirabile da Pubblitalia ricorrendo a delle concessionarie esterne.

3

Verso la pay tv?

 

rai e fininvest controllano il 90% delle risorse pubblicitarie. Inoltre, altro motivo di scontro è l’acquisto dei diritti delle grandi manifestazioni sportive. Il nuovo direttore generale: Pasquarelli si dedicò al risanamento finanziario della rai.
Il Presidente dell’iri Franco Nobili aveva fatto notare l’anomalia di una società (la rai), controllata dall’azionista irisul piano economico, ma gestita dal vertice di nomina politico-parlamentare, con un’attività sottoposta al controllo di una Commissione bicamerale. L’ex presidente Manca immagina un ente autonomo tipo enekl, Amato, rilancia, invece, l’idea di una holding.  L’esercizio provvisorio della Legge Mammì era agli sgoccioli e l’allora neo-ministro delle poste Pagani avendo il compito di far rispettare i termini previsti dalla legge, presenta l’elenco delle 12 emittenti nazionali oltre a quello delle emittenti regionali, che hanno diritto alla concessione. La dc si preoccupa delle pay-tv, il Presidente della Commissione parlamentare, non trova giusto che delle tv per pochi abbiano una concessione nazionale, togliendo spazio ad eventuali altre reti. Con il decreto del ’92 sancisce che le reti fininvest, la rai, videomusic e Rete A ottengano la concessione nazionale. Con questo decreto sembra si stabilizzi ancor più il duopolio.

4

Dopo tangentopoli

In seguito a Tangentopoli e Mani pulite (con messa in onda dei processi di Di Pietro da rai 3), viene approvata la L. 206 del 1993 con la quale viene dato il potere di nomina del CDA ali Presidenti delle Camere. Napoletano e Spadolini nominarono i nuovi consiglieri (professore, giornalista, esperto di diritto, filosofo, economista ed editore). Per quanto riguarda la radio, il piano di rilancio del Consigliere Tullio Gregory ebbe il solo risultato di unificare le 3 testate: direzione dei programmi ad Aldo Grasso e direzione giornalistica a Livio Zanetti. Cmq la tv pubblica non fu assolutamente in grado di fronteggiare la concorrenza delle radio private. Sul piano politico parte una trattativa per far passare il decreto salva rai che viene approvato il 29 dec da ciampi.

5

Lo specchio del sistema politico

 

6

Telecamere al potere

Al potere sono andate le telecamere. Con la vittoria del ’94 del Polo, la logica dello spoil system vuole che il gruppo dirigente della rai passi la mano e i Presidenti Pivetti  e Scognamiglio nominano il nuovo cda di managers (Moratti presidente, Presutti, Marchini, Miccio e Cardini). Il tg1 va a Carlo Rossella e il tg2 a Mimum. La Corte nel ’94 si pronuncia affermando che è incostituzionale che un unico soggetta possegga un quarto delle reti nazionali e un terzo di quelle private e boccia la parte più importante della legge Mammì. La rai per l’ottavo anno consecutivo ha ottenuto il primato di ascolto nel prime time.

7

Lo sviluppo telematico

Berlusconi in seguito a dissapori con la Lega si dimette e al Consiglio arriva Dini il quale deve fare i conti con vari nodi da sciogliere: referendum sulla legge Mammì, sentenza della Corte, par condicio. La nascita di un 3° polo è sempre stato a fondamento della politica antitrust. Nel settore dell’informazione le regole antitrust hanno lo scopo di favorire il pluralismo. Dal centrosinistra si continua a chiedere una nuova legge per l’elezione del cda. Questa legge passa al Senato, ma si blocca alla Camera dove la Pivetti chiede il reintegro del Consigliere mancante. La rai chiude in pareggio il 1994. Nel quadro dell’offerta, si punta di più alla tematizzazione (via satellite), in risposta alla tv generalista. Tra gli altri eventi, Cecchi Gori compra tmc e videomusic.

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La nuova tv

Il centro sx voleva privatizzare la rai per evitare che se la dx vinceva le elezioni, poi poteva entrarne in possesso. Nella 2° metà degli anni ’90 vi furono vari sconvolgimenti: consolidarsi della pay-tv, esplosione della telefonia mobile. Sul fronte dei contenuti, il day time viene adeguato ad una logica di flusso. Nel ’96 nasce anche Port a porta. A causa di budget, scompaiono i documentari e la qualità della tv peggiora. La mutazione dell’offerta si deve al mutamento delle abitudini di ascolto, che diviene più routinario e meno attento. Vespa ha avuto, dunque, l’intuizione di collocare Porta a porta in seconda serata, quando la gente è satura di tv evasione e può dedicarsi alla visione della politica.

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La sinistra nel paese e nella rai

La sx voleva informazione politica e culturale. I Presidenti Violante e Mancino, nominarono Enzo Siciliano. Gli altri membri (Scudiero, Cavai, Olivares e Mursia). Tantillo va a rai 1 e Frecceroa rai 2. Al tg3: Lucia Annunziata. Santoro  passò a Italia 1, serviva a Berlusconi un uomo di sx che accreditasse il fatto che le sue tv non avevano nulla a che fare con la politica.

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Lo scenario industriale e legislativo

Dalla l. 249 nasce l’Autorità per le garanzie. I punti nodali della legge: maggior controllo sulle telecomunicazioni, l’abolizione delle barriere tra comparti industriale, limitazione ad usare il segnale terrestre per sole 2 reti rai e Mediaset, obbligando le altre a trasferirsi sul satellite, prive di pubblicità. Nonostante tutto, sul fronte dell’offerta la tv generalista sembrava ancora imbattibile.

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Privatizzare

Direttore generale: Pier Luigi Celli il nuovo cda nominato dai Presidenti Violante e Mancino vedeva inoltre: Balassone, Emiliani, camaleri e Contri. Questo CDA durò in carica 4 anni (2 mandati), ma la qualità dell’offerta di questo periodo fu proprio scadente. Dal punto di vista istituzionale la sx preme per la privatizzazione affinché possa nascere un terzo polo. In realtà quello che servirebbe alla rai sarebbe un sistema di garanzie che la proteggesse dagli attacchi esterni. Il settore delle informazioni vide il cambiamento del tg1 che da democristiano, passò all’area pds. Alla direzione di RAI 1: Saccà e al tg3 Rizzo Nervo.

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Una holding e una fondazione

Una delle ipotesi di riforma era la creazione di una Fondazione alla quale conferire tutte le azioni del capitale rai una volta sciolta l’iri. Scilota l’iri tra il 2000 e il 2002 la proprietà della rai verrà conferita al Ministero del Tesoro.

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Qualità e antitrust

Occorreva un adeguamento degli impianti poiché la l. 1138 imponeva alle reti terrestre eccedenti rispetto alle disposizioni antitrust di essere irradiate mediante il satellite o il cavo. Per quanto riguarda tmc dopo il crollo di Cecchi Gori, le reti furono acquistate da Telecom, attraverso la seat. L’operazione sembrava promettere bene. Intanto era sempre la tv generalista quella preferita e a basso costo e la fiction il programma piùgradito.

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La nuova rai: una constellazione societaria

La rai fu oggetto di divisioni:

  • Divisione 1: aveva competenza sulle reti tv e sui primi 2 tg;
  • Divisione 2: su rai 3 e sulle offerte collegate Rai international, Rai Educational etc.
  • Divisone radiofonia: sulla quale il consiglio si espresse negativamente.

La societarizzazione obbediva ad una precisa direttiva strategica che conteneva aspetti positivi, oltre quelli della possibile entrata di soci privati nella gestione delle varie società. Nacquero anche rai net, rai click etc… rese operanti nell’ambito della convergenza tra tv e new-media. Il vero risultato fu una costellazione di società con le quali il direttore generale avrebbe potuto, mettere d’accordo le necessità di politica e mercato non sempre coincidenti. Ottima fu rai news 24 (Morrione). Rai international (Morrione) fu sempre, invece, alle prese con problemi strutturali e produttivi. La vera innovazione fu rai cinema: Amministratore delegato: Giancarlo Leone; Direttore generale: Carlo Maccitella, Presidente: Giuliano Montaaldo. Rai cinema aveva il compito di realizzare una vera struttura di produzione indipendente. La rai aveva bisogno di di capitali e pensò di vendere la società rai way agli americani, ma Gasparri, nuovo ministro delle comunicazioni bloccò il contratto.

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Evoluzione della radio

Era stata esclusa l’ipotesi di creare una società per la radio. Il problema della radio pubblica, risiedeva nella difficoltà di riconoscere l’identità delle 3 reti. Nel ’98 fu nominato direttore: giancalro Santalmassi il quale ideò dei buoni programmi, ma in seguitò alle sue dimissioni a radio2 venne nominato Valzania e a radio3 Roberta Carlotto. La fisionomia differenziata dei 3 canali, veniva cosìristabilita.

  • Radiouno: informazione, musica e con competenza dei notiziari degli altri 2 canali.
  • Radiodue: canale di intrattenimento e musica (Fiorello etc).
  • Radiotre:

La radio ha vinto la battaglia di come raccontare le guerre, inoltre la radio ha registrato un cambiamento sia quantitativo che qualitativo. La radio via Internet, inoltre, rende ancora più complessa la situazione.

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Gestione del prodotto e convenienze politiche

Gad Lerner fu nominato al posto di Borrelli, ma si dimise 3 mesi dopo inseguito alla messa in onda di un servizio che mostrava scene crude di pedofilia. Lo stesso servizio fu trasmesso anche dal TG3 poco prima, ma non destò lo stesso scalpore….

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Romanzo popolare di fine secolo

La rai negli ultimi anni ha prodotto una tv di qualità: I cento passi (Olmi), Pane e tulipani, Report, il fatto (EnzoBiagi). Ma è il flusso della tv generalista che impedisce di riconoscere le produzioni migliori. La rai produce molte fiction: Incantesimo, Commissario Rocca, Montalbano, Commesse, Medico in famiglia etc. che ebbero grande successo. La l. 122 del ’98 imponeva ai broadcaster di reinvetire nella produzione nazionale ed europea di film e fiction quote significative dei loro ricavi netti. Dal punto di vista delle rappresentazioni tv dell’Italia, la rai¸ predilige Roma, Napoli e la Sicilia, mentre mediaset il nord Italia.

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Il filtro sociale del paese

La tv generalista la fa da padrone. La rappresentazione di preti, medici e commesse ha la funzione di rassicurare il pubblico. La tv, in questo caso, funge da garante di figure e ruoli sociali legati a valori condivisi. Altri successi rai sono le trasmissioni di satira politica (8° nano, Pippo Kennedy etc). Il Grande fratello nasce nella tv generalista con l’obiettivo di rendere visibile una gara di sopravvivenza con premio: la visibilità della tv generalista.

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La transazione continua

Nel 2001 Celli si dimette da Direttore generale. Nel cda dopo varie dimissioni, rimangono solo 2 consiglieri. La proposta di legge di Gasparri del 2002 nei suoi punti principali prevedeva:

  • Abolizione del limite della legge Meccanico secondo il quale nessun editore può crescere oltre il 30% in ogni settore;
  • Abolizione dei divieti agli incroci nella proprietà di reti tv e stampa.
  • Rete4 e Telepiù possono trasmettere in chiaro
  • Probabile privatizzazione della rai.

Il centro sx sdegnato, vide in questa proposta una manovra a favore di Mediaset. Telecom (Tronchetti Provera) aveva mostrato il suo disappunto relativamente al limite del 10% per lo sviluppo di tv per proprietari di aziende di telecomunicazione. In questa fase di transizione si riaffaccia Murdoch: Telepiù passa alla francese Canalplus. La nuova piattaforma unica nascerà dalla fusione con Strema controllata dalla News Corp e da Telecom. E’ già pronto il nome: Sky italia.

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La concentrazione mediatica

I Presidenti di Camera e Senato nominarono il nuovo cda. Presidente (di garanzia: Lucia annunziata (che fu un errore della sx, poiché fu sempre messa in minoranza. Direttore generale: Flavio cattaneo e gli altri membri: Francesco Alberoni, Veneziani, Rumi e petroni.

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Conclusione

 

Ultimo aggiornamento 22/8/07

Fonte: http://www.sociologia.uniroma1.it/users/studenti/Riassunti/Soc.%20Com%20di%20Massa/Storia_della_radio_e_della_Televisione_in_Italia.doc

Sito web da visitare: http://www.sociologia.uniroma1.it/

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