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1. INTRODUZIONE
I bizzarri personaggi della famiglia Simpson sono nati dalla matita del cartoonist Matt Groening, dalla sua sovversiva sensibilità che ne ha fatto la prima e, adesso, la più lunga serie animata, superando "Gli Antenati", citata, anche nel Guinness dei primati. Hanno trasformato il modo in cui l'industria televisiva e i telespettatori percepiscono l'animazione e le serie comiche in generale, ed è diventato lo standard verso cui tutte le altre serie tendono a misurarsi.
I Simpson debuttarono per la prima volta nel 1987 con una serie di corti di 30 secondi prodotti da Groening per il talk show della FOX "The Tracey Ullman Show"; ricevette il plauso istantaneo dei critici e dei contabili del network, tanto che sono stati trasmessi sulla FOX con uno special di Natale della durata di 30 minuti il 17 dicembre 1989 con l'episodio "Un Natale da cani", ed in seguito come una serie regolare dal 14 gennaio del '90, con uno spazio fisso di cinque minuti. Nello stesso anno conquistano la prima serata della domenica con l'episodio "Bart il genio", nel quale Bart proclama per la prima volta l'immortale frase "Ciucciami il calzino!".
Nel passaggio dai corti agli episodi delle serie regolari, la prima cosa che salta all'occhio è il miglioramento della grafica: inizialmente presentava uno stile sporco, i personaggi erano più spigolosi, dallo sguardo più cattivo e antipatico, ora appaiono più tondeggianti, più sinuosi e nettamente più gradevoli e simpatici. In questo passaggio a Marge sono cresciuti i capelli mentre a Homer n'è caduto qualcuno.
I Simpson non si possono trovare solo in tv. Dal 1993 viene, infatti, pubblicata dalla "Bongo Comics" una serie regolare di fumetti dal titolo "Simpson Comics". L'edizione italiana di questa serie è nata solo nel Maggio 1998 riscuotendo un notevole successo di pubblico, tant'è che il primo numero è andato ben presto esaurito. Non c'è prodotto commerciale sul quale non sia apparsa la faccia di Homer o il culetto di Bart: magliette, tazze per la colazione, diari scolastici, oggetti d'ogni genere; li puoi trovare su Internet dove si moltiplicano i siti amatoriali della famiglia; al cinema dove si organizzano vere e proprie "maratone" di proiezioni che durano tutta una notte: che si tratti d'episodi inediti o repliche poco importa, perché i Simpson non sono un cartone animato come gli altri, vanno visti e rivisti per cogliere ogni sfumatura delle vicende; ci vorrebbe un esperto in materia, un simpsologo che sappia spiegare certe scelte grafiche, il perché d'alcune battute, il "come, dove, quando" di molti riferimenti.
Nel 1990 si affermarono con regolarità nel piccolo schermo e, da allora in avanti, è stato un susseguirsi di successi fino ad arrivare alla conquista della prima serata. Questo non è un orario usuale per i cartoni animati, che essendo per lo più diretti ai più piccoli, sono collocati nella fascia pomeridiana. Ora la serie è passata alla fascia del primo pomeriggio e ogni giorno, dopo pranzo, circa 2 milioni e mezzo di telespettatori interrompono qualsiasi attività per 20 minuti (quasi 30 con la pubblicità) e restano incollati al video per seguire le gesta di Homer e soci.
Al momento vengono trasmessi episodi non inediti ma se c'è una particolarità nel successo dei Simpson è che non annoiano mai, perché ad ogni nuova visione si scopre un dettaglio che prima era passato inosservato.
2. I PERSONAGGI DEI SIMPSON
Quella dei Simpson è la serie più colorata della tv. E' ambientata nella città di Springfield e i protagonisti assoluti della serie sono senz'altro i componenti della famiglia. Homer, Marge e i figli Bart, Lisa e la piccola Maggie. Dalle loro avventure e dalle caratteristiche proprie di ognuno, emerge la critica della famiglia moderna. Ridiamo delle loro battute con la consapevolezza che stiamo ridendo di tutto quello che in fondo succede anche nella nostra piccola parte di mondo e che quotidianamente ritroviamo in diverse esperienze.
Homer J. Simpson, nome del padre di Matt Groening, è il capofamiglia ed ha 39 anni, impazzisce per i donuts e le costolette di maiale, adora guardare la TV, disteso sul divano, con una lattina di birra Duff tra le mani, dice "D'oh" quando le cose gli vanno storte, dice "Mmm" quando e' tentato da qualcosa ed entrambe queste due circostanze accadono frequentemente. Fa l'ispettore della sicurezza nel settore 7G nella centrale nucleare ed è riuscito ad ottenere il suo lavoro solo dopo un lungo corso di specializzazione e dopo la terza prova d'ammissione. I suoi compiti comprendono il controllo della macchina degli snack, guardare l'orologio, studiare l'interno della sua palpebra, e prevenire i malfunzionamenti nella fornitura dei dolci. Tra le responsabilità di padre di famiglia c'è il coricamento sul divano e la produzione della sporcizia sui tappeti. Oltre ad essere un padre ammirevole Homer è anche un marito devoto!! Sono pochi i rimproveri che Marge può sollevare contro di lui: le dimenticanze dei compleanni, anniversari e vacanze (religiose e non); masticare con la bocca aperta, uscire dal bar mezzo ubriaco, soffiarsi il naso nell'asciugamano e rimetterlo al suo posto. Anche con questi piccoli "difetti", Homer ama la sua famiglia, e farà di tutto per provarlo anche se questo vuole dire sembrare uno stupido. Il suo luogo di ritrovo e' la taverna di Moe (Boe in italiano). Quando si sente frustrato, grasso (pesa 109Kg) e calvo, Homer si tira su con suoi ricordi che lo raffigurano grasso e pieno di capelli. Ma qualunque cosa succeda, sono sempre e solo due le costanti per lui: la sua natura felice e l'amore verso Marge e i suoi bambini.
Marjorie "Marge" Bouvier, il nome della madre di Groening, è la moglie di Homer, ha 34 anni ed è casalinga. E' affidabile, moralista, giudiziosa, indispensabile per garantire l'unità della famiglia e per sedarne le tensioni interne e quando si assenta per i Simpson è lo sbando. Le responsabilità di Marge comprendono accoccolarsi con Homer, nascondere i biscotti, decorati in maniera incredibile, essere sempre preoccupata, impegnarsi perpetuamente nella pulizia della casa, e la ricerca della violenza in TV. Dice "Caspiterina" quando è veramente arrabbiata. Riesce a coprire tutte le spese di una famiglia degli anni '90 con il povero stipendio di Homer comprese cose frivole, come l'apri-cancello elettrico, o le necessita' dei vestiti per i ragazzi e la birra di Homer. Ha aiutato il dipartimento di polizia di Springfield per un certo tempo; è apparsa nel musical "Oh, Streetcar!"; ha lavorato a fianco di suo marito nella centrale; ed ha accusato il capo, Montgomery Burns, di ridurre le capacità sessuali degli impiegati. I capelli di Marge ne fanno una persona molto singolare : sono alti e blu, e vengono curati due volte al giorno. Nell'alta acconciatura cotonata ci sta proprio di tutto, perfino la figlia Maggie. La cima non si riesce a toccare con le mani ma grazie a loro riesce a farsi localizzare in mezzo alla folla.
Bartolomeo "Bart" J. Simpson è il figlio maggiore, ha 10 anni, è un alunno impertinente, indomito e somaro. Sostiene che la J. del suo nome stia per "Jenio", anche se Bart è l'anagramma di "brat", monellaccio. Sono sue le frasi "Ciucciami il calzino!" ("Eat my shorts!") e "Ay, caramba!", diventate ormai quasi un cult nel pubblico dei Simpson. Adora Krusty il clown e il cartoon "Grattachecca e Fichetto". E' il più incompreso dei Simpson, è costantemente frustrato dalle persone di Springfield che lo giudicano solo dal suo modo di pensare e dalle sue azioni. In fondo è un buon ragazzo con qualche cattiva idea. Non è diverso da qualunque altro scolaro di quarta classe. Si diverte con lo skate, con il quale ogni tanto finisce nei guai, con le gomme da masticare e assicurando alla giustizia dei pericolosi assassini della TV (due volte!). Bart sale e scende la montagna russa accademica: il suo voto corre dalla F alla D- e viceversa. Ma può essere molto ingegnoso quando non ha neanche un soldo, purché la sua abilità non venga applicata a livello scolastico. Si diverte a prendere in giro Boe, gestore della bettola frequentata abitualmente da Homer: gli telefona, facendogli chiamare, ad alta voce, nomi comicamente improbabili che lo mettono in ridicolo davanti a tutti gli avventori come Mutan Dina, Ego Centrico, e tanti altri.
Lisa (Elizabeth Marie) Simpson, il cui nome è di una delle zie di Groening, è la seconda figlia, ha 8 anni. Tra i suoi hobby spicca quello di suonare il sassofono e adora il jazz.. La prima parola pronunciata è "Bart". E' di gran lunga la prima della classe ed è un po' anche il prodigio trascurato dei Simpson. E' pro i diritti dei pony, l'essere vegetariani, i lunghi giorni di scuola; è contro le ingiustizie universali e le sigarette Laramie. Ha preso, da entrambi i genitori, le espressioni d'animo, la simpatia e la voglia di lavorare di Marge. Di Homer ha preso il cognome. L'enorme intelligenza di Lisa e il suo senso morale la mettono in una posizione particolare nella famiglia Simpson e in tutta Springfield. Il gene dei Simpson, che c'è in lei, esce fuori in determinate occasioni, come nella sua passione per il cartoon "Grattachecca e Fichetto". Ad ogni colloquio con i maestri delle elementari, Homer e Marge litigano per incontrare i maestri di Lisa piuttosto che quelli di Bart. E' intelligente ma anche lei finisce nei guai ogni tanto, ma al contrario di Bart riesce a capire in cosa ha sbagliato e che cosa non dovrà più fare, grazie soprattutto all'aiuto indispensabile di Homer, che è sempre pronto a dispensare buoni consigli da padre, che poi sono all'esatto opposto di quelli di Marge!! E' un'idealista, è molto decisa, è ribelle a suo modo come Bart, solo che non lo dimostra con atti di vandalismo che non portano da nessuna parte, ma combatte le guerre giuste dal suo punto di vista. Tra Lisa e Bart c'è un gioco di odio-amore, che in fondo si può trovare tra tutti i fratelli. Lei è giudiziosa, studiosa, ma è evidente come il fratello sia più amato (e più odiato allo stesso tempo!!), e abbia più amici soprattutto. Se però ci si mette d'impegno, anche Lisa riesce a trovare dei veri amici, suscitando addirittura l'invidia di Bart. I due fratelli sono differenti anche nel modo di esprimersi: Bart usa un linguaggio proprio dei giovani, un "linguaggio di gruppo", "figo", accostandolo ad un tono più esuberante e diretto; Lisa è più pacata nelle sue espressioni e se cerca di imitare il fratello si avverte subito che non è un linguaggio a lei appropriato; è più colta e per questo ha un modo di esprimersi più ricercato. Senz'altro li accomuna, oltre alla passione per "Grattachecca e Fighetto", l'inventiva, la capacità di impegnarsi per risolvere un problema nella città di Springfield e dare aiuto a chi ne ha bisogno.
Maggie (Margaret) Simpson, nome di un'altra zia di Groening, è la terza figlia, ha solo 1 anno ed è un'infante perenne. E' una bambina che non riesce né a parlare né a camminare ed è tutt'uno col succhiotto. Il suo habitat e' a poche decine di centimetri dal suolo giocando con qualunque cosa che si possa colorare, ingerire o coprire di vari fluidi. E' tranquilla, placida, molto silenziosa, forse perché già teledipendente! Nel corso della serie Maggie è cresciuta da una dolce e pacifica infante ciucciatrice in una dolce e pacifica infante che ha pronunciato la prima parola: "Papà". Avendo imparato una parola in cinque anni, Maggie può essere posizionata, come capacità di dizione, dietro a Bart e poco più avanti di Homer. E' sempre di buon umore, anche se una volta ha manifestato una certa rivalità con un misterioso bambino che vive in fondo alla strada. Alla fine ci fu solo un pacifico scambio di ciuccamenti. Il suo motto è "sucksuck...suck.". Prezzo: 847,63$, secondo lo scanner del supermercato nella sigla (la cifra corrisponde al costo medio per mantenere un bambino statunitense nel 1989)!!! Scrive "E=MC2" con i suoi cubi e scarabocchia "MAGGIE SIMPSON" sulla lavagnetta. Colpisce Homer con una mazza e l'assale con una matita imitando la violenza dei cartoni animati. Guida i bebè in rivolta all'asilo nido "Scuola per marmocchi".
E infine viene Abraham Simpson, Abe è il nome di uno zio di Matt Groening, papà di Homer, ha la testa a forma di ananas e vive nell'ospizio "Castello di riposo di Springfield", dove gli anziani si rifugiano per sfuggire all'inevitabile ma, non per questo, non è parte della famiglia. Collerico, afasico, fanfarone! Indossa perennemente un cravattino messicano e le pantofole da appartamento, tranne nelle grandi occasioni come premiazioni o funerali in cui è ben vestito! Passare del tempo con la sua famiglia non è certo il suo hobby preferito e non rappresenta la figura del nonno tradizionale perché un po' troppo distaccato dai suoi nipoti. Adora schiacciare un pisolino, abitudine preferita, guarda caso, anche del figlio Homer.
3. "I SIMPSON" NON SONO UN CARTONE COME GLI ALTRI
Discutissimi e acclamatissimi, "I Simpson" sono forse l'evento televisivo più rivoluzionario di questi ultimi anni…e l'audience che riscuotono ne è la prova. Cosa c'è di così nuovo nei Simpson? All'apparenza nulla, il cartone animato graficamente non è più curato rispetto agli altri. Ciò che li ha resi così famosi è la comicità nuova che si distingue nettamente dagli altri cartoni animati. Tutti forse abbiamo visto cartoni storici come Gigi la Trottola o City Hunter dove la comicità consiste nelle avventure/disavventure dei protagonisti. "I Simpson" non sono così reali, anzi sono "assurdi" ed è questa assurdità inserita in uno sfondo di mondo reale, dove compaiono personaggi realmente esistenti come Bill Clinton, Mister T, gli U2, Luke Perry, Johnny Carson, ecc., che ne ha decretato il successo.
Il particolare background di sfondo è arricchito da scene riprese da film per il cinema o la televisione, o da storie vere e proprie incentrate su personaggi della tv che vengono ad intrecciarsi con il vissuto dei personaggi della serie. Ad esempio in un episodio c'è un riferimento al film "Uccelli" di Hitchcock e in un'altra una parodia del film "La carica dei 101" o di "Shining" di Kubrick, con personaggi dei Simpson. In due diversi episodi compaiono Dana Scully e Fox Murder, protagonisti di X-Files, e Mary Poppins, del celebre film di Walt Disney, che entrano proprio a far parte, con il loro ruolo cinematografico, nel normale svolgimento della vita degli abitanti di Springfield. La realtà dei Simpson e la nostra si collegano attraverso ricordi di cultura generale: le canzoni che sentiamo alla radio sono successi reali (ma li pagheranno i diritti d'autore?) e non canzonette inventate apposta per la puntata! "I Simpson" sono i nostri vicini di casa, ci presentano in modo spropositato le nostre disavventure quotidiane facendoci ridere di noi stessi come accade quando vediamo le profonde divergenze tra Homer e suo padre, simbolo di una generazione che non riesce ad adattarsi alla nostra.
Proprio per questo ricchissimo background e per i numerosi riferimenti, non basta una sola lettura per comprendere a pieno il significato del programma. Sono numerosi i dettagli che hanno un effetto esilarante, che spingono a riflettere, che smascherano la verità nascosta dagli stereotipi, che analizzano la società e i rapporti interpersonali. Non è errato perciò affermare che c'è cultura dietro "I Simpson" e che sono integralmente inseriti nella società contemporanea.
Il segreto del loro successo è dovuto, quindi, al fatto che rispecchiano uno stile di vita cittadino dal gusto tipicamente americano, in molte cose vicino al nostro, e alla genialità di alcune battute che li rendono davvero irresistibili. Mettono in ridicolo le convenzioni e le abitudini della società, le sue pecche e quelle della famiglia stessa. Prima de "I Simpson", il cartone era una piatta visione del mondo reale, colorita da personaggi più o meno goffi, ora i personaggi sono al limite dell'esistenza in un mondo che è l'esagerazione negativa del mondo che viviamo. In questa società così emarginante e talvolta violenta che noi ci identifichiamo e impariamo ad amare maggiormente i personaggi che l'affrontano.
L'identificazione nasce spontanea dal fatto che c'è una sorta di monotonia nei personaggi: quando si guarda la tv vediamo sempre Ken Brockman, quando si va in Chiesa sempre lo stesso prete e il poliziotto è sempre il commissario Winchester. Questo ci fa ridere perché impariamo a conoscerli nella loro personale comicità e quando li vediamo in una nuova situazione ci immaginiamo già come si comporteranno, e si finisce col ridere anche sul non detto e sul non fatto.
Quello de "I Simpson" è stato anche uno dei primi cartoni animati rivolto a un pubblico adulto e questo ha permesso di uscire dalla mentalità che il cartone sia riservato solo ai bambini. E' per adulti perché la satira sociale ha bisogno di informazione e conoscenza per essere compresa e suscitare ilarità, altrimenti cade nel vuoto.
Amiamo "I Simpson" perché non sono i classici omini ma pupazzotti semplici, ricavati da poche linee e dall'aspetto anche un po' inquietante con quel colore giallo, quegli occhi rotondi e fuoriuscenti come rettili e quei capelli così surreali, a causa dei quali Lisa, in un episodio riesce addirittura a forare un pallone da pallavolo.
C'è un tipo particolare di ripetitività nei Simpson, non solo nei personaggi ma anche nelle scene iniziali durante la sigla quando tutti i membri della famiglia tornano a casa ognuno dalle sue occupazioni giornaliere e corrono a prendere posto davanti alla televisione. Ad un occhio attento però risulta subito evidente che le scene non sono esattamente uguali poiché la disposizione dei personaggi non è sempre la stessa, a volte qualcuno cade a terra e altre spunta un estraneo. C'è quindi una ripetitività mista a innovazione: la ripetitività sta nella frenesia di correre ad occupare il posto migliore per guardare la tv insieme agli altri, quasi non volessero perdersi nulla (E perché non credere che stiano correndo a vedere l'ultimo episodio del loro telefilm preferito? Lo facciamo anche noi per loro!); c'è innovazione nel farlo ogni volta in modo diverso.
Analizzando sintatticamente il programma si possono cogliere alcune differenze con i cartoni animati tradizionali. Innanzitutto la sigla iniziale è composta solo da musica, un motivetto che per gli appassionati de "I Simpson" è inconfondibile; non vi sono parole che raccontino la storia del cartone e poi non è cantata da Cristina D'Avena! La sigla finale, invece, a volte ripete un motivetto emerso nella puntata e altre è uguale a quello iniziale; è più simile a quella di un programma televisivo o di un film in cui compaiono i titoli di coda con il nome del creatore, Matt Groening, dei registi, di James Brooks e quelli dei doppiatori, informazioni circa il titolo della puntata ed altro; presenta il classico sfondo nero su cui compaiono i diversi nomi.
Il modo di esprimersi dei personaggi de "I Simpson" non è senz'altro il linguaggio che troviamo nei soliti cartoni. Forse oggi ne sono stati prodotti alcuni più audaci, ma credo sia avvenuto seguendo l'orma gialla de "I Simpson", che hanno portato nel regno incantato del cartone animato, lontano dalla volgarità e dall'insolenza, tutta l'irruenza del quotidiano modo di parlare, di esprimersi delle persone. Non tutti i personaggi si rivolgono gli uni gli altri in modo poco carino; ne sono esenti senz'alto Marge, Lisa e la piccola Maggie, che del resto non si esprime in nessun modo. Ma non tutti sono così "garbati" da evitare parolacce, espressioni poco cortesi o addirittura scurrili, come possiamo sentire spesso con Homer, Bart, Barney o altri amici della locanda di Boe. I dialoghi, i doppiaggi sono "italianizzati" anche in questo senso, perché non mancano espressioni, modi di dire, esclamazioni e proverbi propri della cultura italiana.
La differenza maggiore con gli altri cartoni è senz'altro nello stile dei disegni. "I Simpson" sono gialli, hanno gli occhi fuoriuscenti, quattro dita e loro stessi dichiarano, a volte, di non essere umani e addirittura che, diventare umani, per loro sarebbe un incubo. Nei cartoni animati classici i personaggi erano disegnati sulle sembianze dell'uomo, con colori bene o male normali e senza particolari stranezze. Forse in questo c'è un'arma di difesa del cartoonist Groening che ironizza sulla società, ma vuole sviarci facendoci credere che i Simpson in fondo così umani non sono e dirci, sogghignando, "Non preoccupatevi, non sto parlando di voi!!".
Nei momenti più coinvolgenti, nei momenti clou, nei momenti di tensione emotiva presenta un sottofondo musicale, convergenza con altri cartoni animati e con i film in genere. Oppure nei cambi di scena o nei momenti di passaggio parte il motivetto contenuto nella sigla de "I Simpson". E ancora come in un film compaiono passaggi con effetto flou nei quali sono più ricorrenti i flashback, ricordi sulla nascita di Lisa, sul matrimonio di Marge e Homer, del nonno quando era giovane e tanti altri, piuttosto che flash-foreward, ossia anticipazioni sul futuro dei personaggi, come quando Lisa scopre l'esistenza del "gene dei Simpson", che fa diventare stupidi i membri della famiglia dopo aver compiuto 8 anni, e si immagina adulta con molti figli, grassa, incapace di muoversi e schiava del fumo.
Ogni puntata è identificata da un codice alfanumerico e da un titolo che non è sovraimpresso. Nei titoli di coda, però, una delle ultime schermate riporta diverse informazioni di copyright, fra cui un codice alfanumerico del genere xyzz, dove xy è un'accoppiata di un numero ed una lettera che identifica della serie, mentre zz è un numero che identifica la puntata nella serie. P.es.: 7G04 è la quarta puntata della prima serie. JamesBrooks sostiene di aver avuto l'idea della numerazione pensando al settore in cui lavora Homer alla centrale nucleare (7G, per l'appunto).
Sembra che i personaggi dei Simpson non crescano mai, che non ci sia evoluzione. Lisa ha sempre 8 anni e Bart 10, la più piccola non impara a camminare, né a leggere, né a parlare. Non c'è crescita fisica né caratteriale, come se non imparassero dai loro errori e dalle loro esperienze. A questo proposito sono esemplificative le punizioni di Bart, le scritte alla lavagna poste all'inizio di ogni episodio. Bart messo in punizione, deve scrivere di volta in volta una frase, del tipo L'INNO NAZIONALE NON TERMINA CON "AVE SATANA", NON CHIAMERO' PIU' IL DIRETTORE "TESTA DI RAPA", IL BACCANO DIVERTENTE NON E' DIVERTENTE, NON DECLAMERO' L'IGNORANZA DEI MAESTRI, NON DISTRIBUIR0' PIU' ALCOOLICI TRA I COMPAGNI, NON HO VISTO ELVIS, NON ISTIGHERO' PIU' ALLA RIVOLUZIONE …e tantissime altre. Bart viene spinto ogni volta verso la strada giusta, ma alla fine la sua inventiva troppo poco convenzionale e, per questo, osteggiata, vince su tutto. Del resto il tutto è divertente così com'è e se diventassero maturi e responsabili, non vi troveremmo più molto da ridere.
In molte cose sembrano senza memoria, come se ogni puntata fosse un episodio a sé stante; la storia personale dei protagonisti è più o meno coerente, ma si possono notare incongruenze rilevanti nella loro vita. Per esempio tutte le volte che ci sono flashback della nascita di Lisa, Bart e Maggie, ci sono almeno due versioni di quello che è successo: in una quando Homer scopre che Marge è incinta corre giù per le scale gridando, nell'altra, in cui Marge è incinta dello stesso bambino, Homer dice di essere felice; oppure incongruenze sull'età del signor Burns, su alcuni particolari del passato di Homer (come il perché abbia perso i capelli, ecc.); e ancora il Signor Burns che incontra Homer per strada mentre dovrebbe essere al lavoro sembra non conoscerlo, nonostante abbia condiviso con lui diversi avvenimenti nel corso della serie. Allora hanno ragione a dire che "I Simpson" sono una serie poco curata? La risposta corretta è : i Simpson non sono Beautiful, non sono una soap! La coerenza stretta fra le varie puntate è subordinata alle esigenze del momento; per esempio, se in ogni puntata sul passato di Homer facessero vedere, per dire, sempre la stessa reazione alla notizia della nascita di Bart, alla fine non farebbe più ridere. Il fatto che queste incongruenze non siano sviste, ma "consce", è testimoniato dalla puntata in cui Lisa e Bart frequentano i sei mesi finali rispettivamente della seconda e della quarta elementare in un Accademia Militare, quando in tutti gli altri episodi sono studenti della scuola elementare di Springfield. Questa è un'incongruenza talmente macroscopica che è impossibile pensare che non fosse voluta. Si tratta insomma di un universo Disneyano, dove i personaggi si "ricordano" di alcuni particolari a volte rilevanti solo quando fa loro comodo.
Marge nella serie ha un po' il ruolo del "sanatore", il personaggio alla ricerca della soluzione migliore, più sana e morale, che cerca di mettere riparo agli errori o di far riflettere i suoi famigliari. Lo stress provocatogli da questa vita piena di "battaglie" la porta anche a perdere i capelli. E' la figura del classico genitore apprensivo, giusto e pronto a premiare quando occorre e a punire con un insegnamento morale quando viene superato il limite. Spicca maggiormente la sua figura di equilibratrice mettendola con quella di Homer nell'insegnare qualcosa ai figli o nel punire Bart. Homer sembra assente come figura paterna e anche come marito; è in fondo un altro figlio. Quando Lisa ad esempio, nell'episodio riportato, gli dice che Marge sta portando Bart in ospedale non si preoccupa minimamente, forse ci è abituato, non ci fa più caso, ma non mostra comunque un minimo di preoccupazione. E ancora quando sembra essere sul punto di insegnare qualcosa ai figli riesce a dire l'esatto contrario di quello che ci si aspetterebbe, sembra più immaturo di loro. E' stupido, lo dice anche lui di se stesso. Quando Lisa vuole andare al museo per la mostra egiziana con l'autobus, ad Homer non sembra preoccupante il fatto che una bambina di 8 anni vada da sola con l'autobus, ma gli suona strana la parola "museo". Dichiara di voler vivere sul filo del rasoio, ma subito torna sui suoi passi al pensiero della moglie infuriata, come un bambino ha paura della madre o del padre quando sa di aver agito male. Homer, in sostanza, parla bene e razzola male!
C'è molta cattiveria ne "I Simpson", tanto che gli è stata affibbiato l'appellativo di "cattivi", a partire dal cartone animato "Grattachecca e fighetto" così amato da tutti; un'occasione di vero divertimento nonostante i due animali si rincorrano e si minaccino con spade, ghigliottine, petardi, motoseghe. Marge tenta di promuovere una protesta contro la violenza del cartone animato che viene così "ripulito" e questo provoca una caduta degl'indici di ascolto. C'è cattiveria nelle risposte della gente comune, c'è cattiveria in Krusty, amato soprattutto da Bart, che ha basato la sua vita sugli insegnamenti del clown e si mobilita per difenderlo da un'accusa di furto ingiusta. C'è cattiveria nelle parole e nelle espressioni di Bart contro Lisa, di Lisa contro Bart, degli abitanti di Springfield e a volte anche in Marge. Del resto se compare troppo sentimentalismo tra i personaggi, si svia con un battuta mirata che mette in ridicolo la situazione. Ma non si può negare che le confessioni di affetto all'interno della famiglia Simpson non mancano ed è proprio sul legame affettivo, che avvicina i componenti, che si regge l'equilibrio della famiglia stessa. Non si può negare che sia anche un fondo di umanità nella serie. Ad esempio in un episodio Bart e Lisa, avversari in una partita di Hockey, vengono istigati dal padre e dal pubblico urlante ad entrare in competizione e ad essere violenti l'uno contro l'altra; quando si rendono conto di quanto sia sbagliato e ricordano i momenti in cui giocavano insieme da bambini volendosi bene, rinunciano alla competizione e si abbracciano come due veri fratelli. Per tutta risposta, la madre è fiera di loro per aver fatto trionfare il bene, mentre il padre, e con lui tutta Springfield, si dispera perché preferiva che la gara finisse con la vittoria dell'uno o dell'altro. C'è un costante gioco di equilibrio-rottura tra sentimenti e violenza che a volte si risolve e altre resta in sospeso, a conferma del fatto che in fondo nella società contemporanea c'è cattiveria, che lo si voglia ammettere o meno.
In alcuni personaggi i tratti principali del carattere, si possono ritrovare poi in tratti somatici. Ad esempio la dissolutezza di Homer è la stessa che possiamo ritrovare nel suo abbigliamento e nella sua forma fisica; la passione per lo studio di Milhouse è stigmatizzata dai suoi occhiali; l'animo cattivo, menefreghista e usurpatore di Montgomery Burns si riflette nel suo corpo, rinsecchito e scheletrico, quasi fosse stato mangiato dalla sua stessa fame di potere e denaro.
La vita del signor Burns riflette un'altra tematica interessante che è quella del retroscena triste e desolante dell'arrivismo, del potere e della ricchezza: la solitudine. Gli resta vicino solo il suo devoto servitore Smithers, platonicamente innamorato di lui, che a casa canta mentre stira, ha una barby come soprammobile e gira per casa in vestaglia rosa, tutte caratteristiche riconducibili a una donna, ad una figura femminile e in questo senso va a completare, in parte, la solitudine di Burns.
Nel passaggio della serie dall'America all'Italia, si è cercato con il doppiaggio di "italianizzare", di rendere il cartone più vicino alla nostra cultura. Questo è evidente in personaggi come Willie il giardiniere della scuola elementare di Springfield,<!--SELECTION--><!--/SELECTION--> scozzese, che è doppiato da noi con accento sardo, muscoloso e rissoso; ha capelli rossi e ispidi e il suo sistema preferito per risolvere i problemi, sono 17 pallottole di fucile; è un po' eremita e questo riflette l'immagine diffusa nella nostra cultura del popolo sardo. E ancora Winchester, capo della polizia di Springfield, è doppiato in dialetto napoletano; la corruzione: è il suo credo, il suo motto, la sua ragione d'essere, che in fondo è l'immagine che si ha di Napoli e dei napoletani, gente poco ligia alla legge.
Con Apu, gestore del Jet-Market, incontriamo il classico esempio dell'emigrante che trapiantatosi dalla sua terra in un'altra nazione perde parte delle sue origini adeguandosi al modello di vita del paese che lo ospita, ma finisce col trarre da esso solo la parte negativa. Vive con una mano sul cuore e l'altra sul registratore di cassa; la sua politica economica è "Imbrogliare!"; la sua posizione nella società è di semi-legalizzato ed ha un regime dietetico rigoroso: niente carne, niente uova, niente latte né amari. Della religiosità, della cultura, della storia del suo paese d'origine, l'India, ha conservato le forme, l'esteriorità, ma poca sostanza. Trapiantatosi in America ha assunto di questa e del sogno americano i lati peggiori, forse la mercificazione del sogno stesso, lo spirito di imprenditorialità nel suo lato peggiore e tutto sommato più diffuso. Anche in Apu possiamo ritrovare una sorta di stigmatizzazione : nel doppiaggio gli viene attribuito un modo di parlare che è tipico degli extracomunitari, per lo meno in Italia, ossia l'eliminazione degli articoli e l'uso dei verbi all'infinito.
In riferimento alla cultura tipicamente americana va segnalato un episodio in cui Burns e Homer finiscono a Cuba. Dall'episodio emerge l'immagine che l'America vuole diffondere del piccolo Stato e soprattutto del regime in esso vigente; dai ritratti di Fidel Castro, dei cubani e delle loro condizioni di vita, è lampante l'equazione America = Libertà Vera, Cuba = Libertà Apparente, il mito viene a scontrarsi con una realtà povera, e da qui comunismo = regime totalitario; il tutto per rinverdire il sogno americano di libertà e l'amore per il proprio paese, esemplificato dal forte desiderio che i due personaggi hanno, alla fine dell'episodio, di tornare a casa.
Nella serie viene data anche una particolare immagine della televisione: il giornalista Ken Brockman del TG informativo racconta "storie di vita vissuta" che ti toccano il cuore e ti annebbiano la mente. C'è poco di informativo nel telegiornale di Springfield; tutto è alla ricerca del sensazionale e del lacrimevole per incantare la gente, che alla fin fine dimostra di gradire e ricercare proprio quel tipo di notizie e modo di esporle. Ed è a questo stile che Bart si adegua nella sua esperienza televisiva, mentre Lisa per tutta risposta propone un modello di informazione senza "fronzoli", informazione con l'informazione; ma è Bart a riscuotere maggior successo tra il pubblico. Del resto ha poco senso critico il popolo di Springfield, quasi fosse annebbiato o imbalsamato, pronto a seguire la prima voce carismatica che si presenta, e lo dimostra in più di un'occasione in cui vengono rappresentate situazioni di folla. Quando c'è una mobilitazione della città per una campagna portata avanti da Lisa o da Marge o per un qualsiasi evento che riguardi l'intera comunità, sembrano tutti muoversi come se fossero sonnambuli, sembrano non avere intelligenza e necessità di un'opinione diversa da quella dominante. Poi soprattutto se Lisa o Bart li fanno riflettere su un altro eventuale punto di vista, sono subito pronti a cambiare idea, mostrando un totale distacco da quelle che erano le loro precedenti posizioni. Ad esempio in una puntata in cui doveva essere festeggiata la tradizione di prendere a bastonate i serpenti, tutti sono elettrizzati dall'arrivo dell'evento e si preparano allenandosi, tutti ne parlano. E' una tradizione e sarebbe naturale se mostrassero un attaccamento particolare alla ricorrenza, ma quando Lisa fa notare loro che è una cosa ingiusta, perché in fondo sono animali utili alla società, sono immediatamente pronti a riconoscere che ha ragione e, senza pensarci troppo, tornano alle loro abitudini quotidiane come se niente fosse successo.
Gli anziani nella casa di riposo appaiono emarginati dalla società sempre alle prese con le loro medicine e le loro abitudini vuote! Ma anche quando per una volta, grazie a Bart, riescono ad uscire dall'ospizio, finiscono col tornarvi contenti, ma stanchi perché le loro possibilità fisiche sono limitate nonostante non lo siano nell'intenzione. E in tutto questo c'è un tocco di amarezza per l'irreversibilità del corso della vita. Lo stesso nonno Abe è presentato come un personaggio egoistico e distaccato dalla sua famiglia; non ci viene data attraverso di lui la solita immagine stereotipata del nonno affettuoso con i nipoti e sempre pronto ad elargire esperienze di vita. I suoi racconti sono sempre "strampalati", un po' come lo sono tutte le vicende dei Simpson….e il nonno è un Simpson.
Vengono affrontate altre tematiche sociali come ad esempio l'inquinamento che produce un pesce con tre occhi. Viene trovato e accusato il capro espiatorio della vicenda che è naturalmente il signor Burns, proprietario della centrale nucleare. La giustificazione del signor Burns è trovata nell'evoluzione della specie animale, che tende al miglioramento in quanto tre occhi vedono meglio di due, ma la demagogia presente nel suo discorso è chiaramente smascherata quando si rifiuta di assaggiare il pesce con tre occhi cucinatogli da Marge Simpson. C'è anche un evidente attacco al fumo quando ad esempio compaiono le sorelle di Marge, contornate costantemente da una fastidiosa nuvola di fumo e Lisa tossisce in segno di disgusto portando avanti la sua "campagna " contro le sigarette Laramie.
Nei Simpson c'è anche la pubblicità come in una normale trasmissione o in un qualsiasi film ed è una novità rispetto ad altri cartoni. E' una conferma di quanto oggi giorno la pubblicità sia diventata parte integrante della società come una delle forme principe di comunicazione. C'è la pubblicità della birra Duff, della Coca Cola e di altri prodotti. Nella riproduzione di una città immaginaria non mancano neanche i cartelloni pubblicitari per le strade e sui muri, fenomeno che le nostre città conoscono bene. In ogni caso sia, sono pubblicità abbastanza banali e dirette, meno insinuanti di quelle che giorno dopo giorno ci vengono propinate.
Ne "I Simpson" viene anche fornita un'immagine della scuola in cui ancora Bart e Lisa possono essere considerati i rappresentanti dei due diversi schieramenti di studenti: Bart è il classico alunno discolo sempre in rotta con Seymour Skinner, preside della scuola elementare, reduce del Vietnam, che ora deve vedersela con una guerra non meno dura condotta quotidianamente contro Bart e altri piccoli furfanti del suo calibro; e Lisa studentessa modello, sempre al primo posto in classe e nelle votazioni. E' una continua guerra fatta di prese in giro, sfottò tra studenti modello e discoli recidivi, che mettono a dura prova la pazienza della maestra Edna Krapapal, di mezza età, la quale nelle volute delle molte sigarette fumate cerca di affogare i suoi infelici trascorsi sentimentali e lo stress che gli provoca in continuazione Bart. In questa rappresentazione della scuola elementare, ma che poi potrebbe essere di tutte le classi, c'è un esemplare per ogni tipo di studente e allora possiamo incontrare Martin Prince, compagno secchione di Bart, Nelson Muntz, il super bullo delle elementari e ancora<!--SELECTION--><!--/SELECTION--> Terry e Sherry, compagne di classe di Bart alle quali può essere consegnato l'Oscar per l'antipatia.
Tutti si saranno chiesti almeno una volta dove abitano i Simpson. L'indirizzo usato da un po' di tempo è: 742 Evergreen Terrace - Springfield, NT 49007. Tuttavia nelle prime stagioni, quando ancora la serie era lontana dal successo e si faceva meno caso a certe incoerenze, si usavano anche altri indirizzi. Il vero problema è se esista davvero Springfield e la risposta è NO! Matt Groening stesso ha affermato che ha scelto il nome perché è uno dei più comuni negli Stati Uniti. Inoltre basta pensare al fatto che, da una puntata all'altra, la città è rappresentata a volte come una piccola cittadina e altre come una grande metropoli. Come se non bastasse, l'indirizzo ufficiale dei Simpson indica che il loro Stato ha come sigla NT, sigla che, ovviamente, non esiste! Da molti indizi, comunque, sappiamo che la città, virtuale o reale che sia, si trova negli Stati Uniti d'America. Tuttavia, anche se la questione è inesistente, ha sempre presentato un piccolo caso nella comunità dei Simpsonauti di tutto il mondo, tant'è che gli sceneggiatori ci scherzano su in un episodio facendo indicare a Lisa sulla cartina dove si trova la loro cittadina.
Per questi e molti altri motivi "I Simpson" non sono un cartone animato come gli altri e hanno riscosso tanto successo. Nonostante le numerose critiche che lo ritengono un cartone poco istruttivo o addirittura deviante, "I Simpson" sono divertenti e oramai un appuntamento fisso giornaliero. A mio parere è proprio la critica insita nel cartone verso tutta la società che lo rende così appassionante, perché per un attimo possiamo distaccarci dalla routine e ridere di essa.
SITOGRAFIA
WWW.TISCALINET.IT/SPRINGFIELD/
WWW.SPACE.TIN.IT/TELEVISIONE/ICAPPA
WWW.COSTA_SIMPSONS_PAGE.FREEWEB.ORG
WWW.GO.TO/MSIMPSON
Fonte: http://imbecillibus.altervista.org/tesina_simpson.doc
Sito web da visitare: http://imbecillibus.altervista.org
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