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La prima rete è stata Rai 1 nata con 3 obiettivi: educare, informare, istruire.
All’inizio era un rito pubblico, non tutti possedevano a casa la Tv e si guardava nei bar o locali pubblici. Dopo qualche anno gli abbonati erano un milione ma, in verità, la guardavano in molti: l’andavano a vederla insieme nei locali pubblici o nelle famiglie che la possedevano. Dopo il boom economico, negli anni ’60 la Tv divenne uno strumento di massa.
Inizialmente sono Rai 1 e Rai 2 , solo nel ’79 Rai 3.
Umberto Eco suddivide la varie fasi della Tv in questo modo:
1^ è la paleotelevisione, i primi 20 anni, dal ‘54 al ‘74.
La Tv era in mano al monopolio di stato, le ore giornaliere di trasmissione erano limitate. I programmi erano di cultura-educazione, informazione e divertimento, con una settimana suddivisa in base alle giornete: lunedì quiz, martedì film, mercoledì teatro, sabato varietà.
C’erano, tra un porogramma e l’altro, degli stacchi molto netti, con tempi morti riempiti dall’intervallo (foto o scene che passavano con un sottofondo musicale).
Si reggeva sui canoni di abbonamento, mentre la pubblicità era solo nei 10 minuti prima delle 21, con il Carosello, che andò in onda per 20 anni, dal ‘57 al ‘67.
Tra i primi programmi: Canzonissima dal ’58 al ’74 programma del sabato sera, evento televisivo, legato alla Lotteria Italia, tutti i conduttori (Baudo, Corrado).
Nel ’76 è nata Domenica In condotta da Corrado, nel ’79 Fantastico al sabato sera, negli anni ’70 nascono anche i programmi musicali, come Disco Ring e poi i giochi a quiz, come Rischia tutto e poi Portobello nel ’77 con inventori che portavano a far vedere le loro idee, la tv verità (fiori d’arancio= stranamore e dove sei= chi l’ha visto), tra i programmi politici ricordiamo Tribuna politica negli anni ’60, tra le serie di film famose ricordiamo Happy Days negli anni ’70 e tra i cartoni Supergulp e Haidy.
2^ è la Nuova televisione, dal ‘76.
Finisce il monopolio di stato e nascono le Tv private.
Non ci sono più solo certi orari per la giornata televisiva, ma si trasmette 24 ore su 24.
Gli stacchi non sono più sigle e musica, ma pubblicità; è quella che fa entrare i soldi.
Cambiano gli obiettivi: l’unico macrobiettivo diventa l’informazione-intrattenimento.
Perché è scomparso l’intento educativo? I primi sceneggiati erano tratti da romanzi e da libri classici (Promessi Sposi ecc.), ma anche i programmi per i giovani affrontavano delle tematiche legate all’impegno sociale, allo studio, all’amicizia.
Con la nuova tv, si è passati a trasmettere programmi violenti e frivoli, poiché si è puntato ad accaparrarsi dei clienti e per questo è stata fortemente accusata di mancare al suo scopo educativo e informativo-culturale.
3^ si è aggiunta ora la tv a pagamento.
E’ stata svolta una indagine su dei bambini che vivono senza la Tv.
C’era, difatti, un’isola nell’Atlantico, Sant’Elena, dove fino al ‘95 non c’era la Tv, per difficoltà nei collegamenti e per la scarsità di possibli utenti.
Si è potuta fare un’indagine sui 1300 bambini e adolescenti presenti, che non hanno potuto vederla fino ad allora. Erano bambini molto impegnati e attivi. La variabile Tv è stata introdotta in modo da poter confrontare le reazioni prima-dopo. Gli esperimenti sono durati 5 anni ed hanno riguardato gli effetti prodotti negli anni successivi all’introduzione del mezzo televisivo: non ci sono stati peggioramenti, di fatto la Tv non ha influenzato nessuno, né ha condotto a miglioramenti.
I bambini erano abituati a quell’ambiente molto sano, in cui la tv non c’era, dove erano poersenti una serie di valori e si è dimostrato che, in un caso del genere, la televisione non porta a cambiamenti. Se il contesto è così la tv non ha influenza negativa, ossia è ridotta rispetto ai danni che può fare se i bambini crescono con essa.
Vittorino Andreoli “Vita digitale”
La tv quando nasce, non tutte le famiglie la posseggono, le persone vanno a vederla nei bar: un intrattenimento in un luogo pubblico. Con il boom economico entra, non solo nelle case, ma nelle stanze, diventando personale in casa, ma anche nei cellulari, si può vedere ovunque ed in ogni momento della giornata. Ora ogniuno la guarda individualmente e dove vuole.
LA DIPENDENZA pag. 141
ogni analisi sulla tv nasce sempre dalla dipendenza, che un uso eccessivo possa portare alla passività.
Si imporranno sulla tv le stesse modalità con cui si sta davanti al video, mescolando generi secondo il gusto dello spettatore.
FRAMMENTAZIONE
Nella storia della tv si sono dovuti considerare i tempi disponibili, la distribuzione dei ritmi della giornata (al mattino info e notizie brevi, alla sera intrattenimento sereno e sonnambulo, per conciliare il sonno), tenendo conto dello spettatore.
La tv commerciale ha arricchito sempre più i programmi, per attirare sempore più gli spettatori e fare cassetta con gli spot: quindi le interruzioni tengono conto della pubblicità.
Le interruzioni del singolo spettatore che cambia canale, cercando di vedere cosa fanno negli altri canali.
UN PROGRAMMA VIENE FRAMMENTATO DAGLI INSERTI PUBBLICITARI E DALLE INTERRUZIONI COMPIUTE DAL TELECOMANDO.
OGGI con la tv mobile si interromper con una telefonata, un sms, come tagliarfe e ritagliarfe una sfoglia, fino a renderla irriconoscibile.
La frammentazione è un evento nefasto, interrompere la modalità di pensare, il periodare che permette di costruire qualcosa. E’ un pensare in modo frammentato, come costruire con solo mattomi, senza mettere mai le fondamenta. Ogni progetto è bloccato dal dover sempre ricostruire da capo.
A scuola ciò si nota perché è come se i ragazzi non sapessero ricostruire la storia o scrivere la storia, perché ragionano in modo frammentato. Il concreto può essere frammentato, il pensiero no.
L’uccisione del pensiero occidentale da parte di questi mezzi.
Ormai non si pensa più, al potere vanno solo persone che prendono decisioni rapide, senza pensare alle conseguenze. Pensiero e Intelligenza sono anomalie che spariranno del tutto e già adesso al potere vanno i meno dotati intellettualemente e i più abili nel manovrare il concreto e nel prendere decisioni rapide (si o no). La meditazione logica richiede attese e tempi lunghi, mentre il mondo vule solo decisioni, convinto che serva più la scelta più ancora della motivazione per raggiungerla.
Il silenzio non è il vuoto. Noi tendiamo a riempire la nostra vita di rumori, non siamo abituati ad ascoltare un mondo che non ha ansia: molti lo temono, ma il silenzio serve per lasciare fluire il pensiero, per approfondirlo. Il rumore stà distruggendo il pensiero dell’uomo. Il silenzio è rotto e con esso si spacca anche il pensiero, la meditazione e la ricerca di quello che c’è nel proprio profondo.
LETTURE.
Karl Popper “Cattiva maestra televisione”
Giovanni Paolo II “enciclica”
Fonte: http://www.liceicolombini.it/icare/download/mvcolombini/0809/psicolinguaggi/psicologia/Televisione.doc
Sito web da visitare: http://www.liceicolombini.it
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