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Recensione a “La metamorfosi” di FRANZ KAFKA
Kafka viene spesso definito lo “scrittore dell’angoscia”, per i caratteri cupi che traspaiono dal suo modo di scrivere e per temi trattati, spesso ricollegati alla sua vita privata, ed arricchiti, per questo, di un significato nascosto, segreto.
Questi aspetti della poetica kafkiana si riscontrano anche ne “La metamorfosi”, il romanzo più celebre del letterato polacco.
Il testo, con semplicità di linguaggio e chiarezza grafica, discute, in tre capitoli, argomenti di straordinaria difficoltà, legati alla trama, spoglia come in tutte le opere di Kafka, e che verte attorno ad un episodio fantastico, quasi fiabesco: il protagonista Gregor Samsa un mattino si risveglia trasformato, per mezzo di una metamorfosi avvenuta nel corso della notte, in un insetto.
Dietro l’apparente banalità dell’episodio, si celano tematiche pesanti, su cui lo scrittore riflette in tutto il romanzo. Inizialmente affronta il tema dell’auto-riconoscimento e dell’auto-accettazione, che nel caso specifico si conclude in tempi brevi: il protagonista non si rivela spaventato, né si dispera per l’assurda condizione che gli si pone di fronte, ma cerca immediatamente di reagire positivamente. In seguito Kafka tocca un argomento, che porta il lettore a sbattere letteralmente contro una tremenda realtà, frutto di una visione non ottimista della vita dello scrittore, che spesso nella sua vita ha vissuto momenti infelici: il contatto con gli altri, ha un impatto devastante sulla vita di Gregorio il quale non accettato per le sue sembianze, perde il lavoro e viene rinchiuso nella sua camera, dimenticato addirittura dai genitori. Solo la sorella Rita, riesce a sopportarne la vista e la presenza e a prendersene cura, ma solo per breve tempo; sarà infatti lei stessa a muovere il primo passo contro di lui, nel momento di maggiore difficoltà, proponendo di ucciderlo e riscuotendo il consenso degli adulti. Con ciò lo scrittore sembra suggerirci l’importanza delle apparenze nella società d’oggi e contemporaneamente ammonirci nel tentativo di metterci in guardia anche nei confronti delle persone più care, incapaci come le altre di amare incondizionatamente, anzi in grado di arrivare ad un odio tanto grande da essere esse stesse una minaccia alla nostra esistenza.
La durezza dei temi, contrasta in un certo senso con la leggerezza della scrittura. Il linguaggio è sciolto, semplice ma preciso. Nella lingua originale, si nota un’attenzione minuziosa ai dettagli, espressa nella scelta curata dei termini in base al loro significato specifico.
La narrazione è fluida, la lettura scorre così veloce e le poche pagine finiscono brevemente. Ma in queste pagine sono presenti simbolismi ed allegorie, che aggiungono significati su significati a quanto scritto. Il solo personaggio di Greggio, nasconde numerosi temi. Esso è stato tramutato in un insetto. Nella vita quotidiana, il termine insetto riferito a persone, serve a connotarle in modo dispregiativo come delle individualità insignificanti ed inutili. Allo stesso modo viene considerato Gregorio: non lavorando più, perde la stima dei genitori che lo relegano a vivere in una piccola e poco spaziosa stanza.
In una situazione così difficile, cose spensierate e felici come la musica, riescono come null’altro ad alimentare lo spirito. Ecco perché Gregorio si innamora del violino della sorella e delle note che fa uscire.
Inoltre, il personaggio del protagonista, come del resto tutto il resto del romanzo, va letto in chiave autobiografica. Kafka, pagò caro il prezzo di una salute malferma: fu infatti notevolmente limitato da essa. Similmente a lui, Gregorio deve sopportare grandi sofferenze fisiche dopo la sua trasformazione.
Fonte: http://www.liceoquadri.it/wp-content/archivio/doc/bacheca_elettronica/Recensione-a-La-metamorfosi-di-Franz-Kafka.doc
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