I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
ITINERARIO NEL NORD DELLA CIOCIARIA
FIUGGI
Fiuggi è uno dei centri termali più rinomati d’Europa, i benefici delle sue acque oligominerali, di origine sorgiva, sono noti fin dall’antichità. Tra i primi consumatori si annoverano Michelangelo e Papa Bonifacio VIII, da cui prende nome una delle principali Fonti di Fiuggi. La cittadina, il cui centro storico è arroccato a circa 700 metri, immerso nel verde dei boschi di castagni, e la cui parte più moderna si sviluppa intorno ai centri termali, è il luogo ideale per un soggiorno all’insegna del riposo e del benessere, pur non trascurando le esigenze di chi preferisce una vacanza più movimentata. Fiuggi è rinomata, oltre che come località termale, quale importante centro congressuale, di fatti ospita annualmente numerose manifestazioni e congressi nazionali ed internazionali. La dinamicità e l’elevato numero di presenze sul territorio non ne altera la dimensione intima ed ospitale tipica dei paesi della Ciociaria.
Una passeggiata nella parte alta di Fiuggi può partire da Piazza Trento e Trieste, recentemente ristrutturata, sede del Palazzo del Comune e del vecchio Casinò, ora Teatro Comunale, vero e proprio gioiello in stile liberty risalente ai primi anni dello scorso secolo, palcoscenico, in inverno ed in estate, di mostre, spettacoli, concerti dei maggiori artisti, compagnie e complessi nazionali ed internazionali. Alle spalle del teatro sorge il Grand Hotel Città di Fiuggi che ospita oggi uno dei più rinomati Istituti Alberghieri d’Italia.
In prossimità di Piazza Trento e Trieste, in Via Nazario Sauro, sono presenti due parcheggi riservati ad auto munite di contrassegno, da qui superando una rampa dalla lieve pendenza si accede ad una terrazza con vista sui Monti Ernici. La pavimentazione è in sampietrini e lastricato ben connessi.
Proseguendo su Piazza Trento e Trieste si giunge su Via Besso dove si può ammirare, dalla terrazza lungo la strada, il panorama su Fiuggi Fonte.
Su Via Besso sono presenti parcheggi pubblici. Il fondo stradale è in sampietrini lievemente sconnessi.
Presso la zona di Fiuggi Fonte si può lasciare l’auto in Via dei Villini e raggiungere Piazza Spada, che grazie all'isola pedonale è il tradizionale luogo di ritrovo sia durante la stagione turistica sia d'inverno, e scenografia per molti eventi e manifestazioni. Le strade limitrofe alla piazza offrono ricche proposte per lo shopping, il ristoro e lo svago.
Da Piazza Spada si può percorrere il Corso Nuova Italia e giungere in Piazza Frascara, sede della Fonte Bonifacio VIII*, della cui struttura, costruita agli inizi del secolo scorso, resta oggi esclusivamente l’elegante portale d’ingresso in stile Liberty. Il parco è costituito da spazi aperti e chiusi dove l’architettura ben si sposa con una rigogliosa vegetazione ed offre agli ospiti spazi per l’intrattenimento durante le cure idroponiche, quali bar, caffè concerto, sale polifunzionali.
I parcheggi pubblici sono presenti lungo Via Dei Villini, Via Vallombrosa e su Piazzale G. Lucarelli d’Anticoli. I percorsi pedonali nella zona di Fiuggi Fonte sono pianeggianti, i marciapiedi dispongono di rampe di raccordo con il piano stradale dalla lieve pendenza.
Dalla piazza si può proseguire su Viale 4 Giugno da cui si accede al Parco Helmstedt, che prende il nome dalla città tedesca gemellata con Fiuggi. Il parco, un’oasi verde nella cittadina, è attrezzato con giochi per bambini e panche per la sosta.
L’ingresso al parco non presenta ostacoli alla mobilità, il fondo stradale è in ghiaia e terra battute.
Nella zona più a valle della città di Fiuggi sorge la Fonte Articolana*, un ampio parco attraversato da piacevoli stradine, ombreggiate prevalentemente da castagni, querce e pini, da percorrere sorseggiando la salutare acqua termale. Il parco offre strutture per lo sport ed il tempo libero come campi da tennis, da bocce, minigolf, ping pong, giochi per bambini ed una pista da ballo animata nel pomeriggio da un’orchestra. La fonte ospita l’omonimo teatro frequentato da artisti nazionali ed internazionali.
VEROLI
Immersa nella vegetazione dei Monti Ernici, Veroli sorge su un rilievo della suddetta catena montuosa. L’antica Verulae fu fondata intorno al XII secolo a.C. dagli Ernici, dell’antico insediamento è visibile oggi gran parte delle mura poligonali che cingono l’odierna Rocca di San Leucio, sebbene modificate in epoca romana e nel Medioevo.
Notevoli sono i segni dell’antica alleanza con Roma, periodo in cui la cittadina godeva di un notevole potere politico e militare, di cui resta simbolo uno dei pochi calendari romani superstiti, risalente al 44-41 a.C. ed ubicato nel cortile di Casa Reali, riportante i Fasti Verulani, che indicava le ricorrenze civili e religiose, le feste e le fiere.
Grazie alla sua posizione strategica ed alla cinta muraria difensiva, la città fu per lungo tempo fortezza inespugnabile e rifugio per re, imperatori e papi.
Si può giungere in auto fino al cuore della città, in Piazza Mazzoli, dove si affaccia il Palazzo Comunale, in cui si trova una delle più belle e caratteristiche aule consiliari d’Italia, con i suoi scranni in noce appartenuti ad un’antica sacrestia.
Sulla adiacente Piazza Duomo sono presenti dei parcheggi riservati. La pavimentazione è in sampietrini con delle leggere pendenze.
Di fronte al Comune sorge la duecentesca Cattedrale di S. Andrea*, costruita sul tempio principale dell’antica Verulae e successivamente restaurata in stile barocco. Al suo interno sono ammirabili due preziose tele del settecento raffiguranti I discepoli del Battista ed Il Martirio di San Bartolomeo. Sull’abside centrale si erge un coro ligneo del 1600, dalla navata destra si accede al Tesoro Liturgico medioevale.
Nella piazza ha sede l’interessante Museo delle Erbe* che espone circa 1250 campioni di piante dei Monti Ernici, sia spontanee che coltivate, di interesse medicinale. Ogni campione è corredato dalla esatta determinazione e descrizione. Un’area del museo, costituita da sezioni di tronchi e rami manipolabili, è dedicata al riconoscimento del tipo e dell’età dell’albero. Il museo organizza, oltre a percorsi tattili, olfattivi e gustativi nel museo, escursioni nel “Sentiero dei fiori”, un percorso che parte a 1200 metri per arrivare a 1500 metri, su una strada sterrata caratterizzata da pendenze talvolta significative.
Dalla piazza si può proseguire sul Corso Fortunata Viti, e da lì imboccare Via dei Franconi dove si possono ammirare antichi palazzi medioevali fra cui il Palazzo Filonardi, sede dell’omonimo albergo, ex dimora della famiglia Filonardi. In Piazza dei Franconi sorge la Chiesa romanica di Santa Maria dei Franconi*.
Le vie del nucleo storico presentano dei percorsi dalla pendenza significativa, il fondo stradale è, nelle parti laterali, in sampietrini, al centro della carreggiata in mattoncini compatti.
Proseguendo su Via Umberto I, si incontra il maestoso Palazzo Campanari, proprietà dei Marchesi di Castelmassimo, edificato alla metà del cinquecento, con annesse l’antica torre e la piccola chiesa dedicata agli Apostoli San Pietro e Paolo. Oggi ospita il ristorante Tenuta del Massimo Feudo.
Alla fine della via si può ammirare l’antica Porta Romana. Da qui, proseguendo su Via Giovanni Sulpicio, importante studioso verulano del periodo rinascimentale, e su Via Vittorio Ellena si giunge nella caratteristica Piazza Palestrina, dove fare una piacevole sosta nella terrazza di Largo Guglielmo da cui si osserva un’incantevole panorama sui Monti Ernici.
Sulla piazza si trovano alcuni parcheggi riservati, delle panche ed una fontanella con acqua potabile. La terrazza è raggiungibile superando un gradino.
A pochi metri sorge la duecentesca Chiesa di Santa Salome*, dedicata alla Santa Patrona della città. Si narra che Salome, religiosa madre degli Apostoli Giacomo e Giovanni, portò a Veroli un frammento della Croce di Cristo, riconosciuta poi autentica da Papa Benedetto XIV che, nel 1751, concesse di edificare la Scala Santa, una delle tre presenti al mondo (una è a Roma e l’altra a Gerusalemme) per l’espiazione dei peccati.
Tornando indietro verso Piazza Palestrina e proseguendo su Via del Vescovado si giunge nuovamente in Piazza Mazzoli dove curiosare nei caratteristici negozietti.
I servizi igienici pubblici, accessibili ed attrezzati per persone con disabilità, sono ubicati nel centrale Piazzale di Porta Romana, dove si trova anche un parcheggio riservato ad auto munite di contrassegno.
A pochi chilometri dal centro di Veroli sorge uno dei più importanti luoghi di fede: l'Abbazia di Casamari*, costruita nel 1203 e consacrata nel 1217. Di architettura gotica cistercense fu edificata sulle rovine dell'antico municipio romano denominato Cereatae. Un doppio arco accoglie i visitatori all’ingresso del monastero, più avanti il maestoso portico impreziosisce la facciata della chiesa, divisa internamente in tre navate. Il chiostro centrale, con il giardino, è affiancata da una galleria su cui si affacciano l’aula capitolare, usata per le riunioni, la biblioteca ed il museo, ricco di opere d’arte. Alcune sale contengono importanti reperti archeologici risalenti al periodo romano.
ALATRI
La storia di Alatri ha molto in comune con quella della città di Veroli, dalla fondazione da parte degli ernici all’alleanza con i romani alla fedeltà alla Chiesa, anche se Alatri ha sempre manifestato una maggiore autonomia ed indipendenza. Tutto ciò è visibile, oltre che da una particolare fioritura culturale ed economica del periodo medioevale, anche da uno sviluppo ed una crescita originali dell’edilizia e dell’architettura monumentale, con caratteristiche e forme innovative, espresse sia negli edifici civili che in quelli religiosi.
Come negli altri paesi Ernici, anche Alatri ha il caratteristico muro poligonale, l’Acropoli (IV sec. a.C.), con un perimetro di circa due chilometri, entro cui si può accedere tramite due porte, la Maggiore e la Minore; esso costituisce una delle creazioni più spettacolari e meglio conservate dell’architettura pre-romana. La maestosità della cinta muraria ha fatto si che ad Alatri fosse attribuito l’appellativo di “Città dei Ciclopi”.
Anche se il paese è arroccato, il nucleo storico è collocato su un territorio prevalentemente pianeggiante, caratterizzato da modeste pendenze. I parcheggi riservati ad auto munite di contrassegno sono ubicate in Piazza Rosa.
All’interno delle mura, dove prima sorgevano templi pagani, vi sono oggi l’Episcopio ed il Duomo di San Paolo, dove sono custodite l’Ostia Incarnata e le reliquie di Papa Sisto I.
Dalla suddetta piazza, sita nel Rione Fiorenza, poco al di sotto della cinta muraria, può partire una piacevole passeggiata. Imboccando Via del Duomo, verso il centro storico, si possono ammirare caratteristici palazzi medioevali, fra cui il particolare Palazzetto Gotico costruito intorno al 1000. Proseguendo su Via Matteotti si incontra la Collegiata di S. Maria Maggiore* nell’omonima piazza. Edificata verso la metà del V secolo sui resti di un tempio pagano, ha subito successive restaurazioni che le hanno conferito le caratteristiche di una struttura gotica. In essa si possono ammirare notevoli testimonianze artistiche fra cui la Madonna di Costantinopoli, capolavoro della scultura lignea medioevale, il Trittico del Redentore, opera di un artista locale del XV secolo e la Madonna della Libera, affresco del XIV secolo.
Al centro della piazza c’è la Fontana Pia, realizzata nel 1870 in segno di riconoscenza a Pio IX per il contributo elargito ad Alatri per la realizzazione di un nuovo acquedotto. Sulla piazza si affacciano anche la Chiesa settecentesca degli Scolopi ed il Palazzo Conti Gentili realizzato nel duecento e restaurato più volte. Sulla facciata principale del Palazzo è stato posto il grande Orologio Solare realizzato da Angelo Secchi intorno alla metà dell’Ottocento.
Proseguendo per Via Luigi Ceci e poi Via Roma si giunge in Piazza Dante dove si trova la Chiesa di Santo Stefano, edificata intorno al Mille.
Tornando in Piazza S. Maria Maggiore ed attraversando gli archi di Via Corso della Repubblica si giunge su via Corso Vittorio Emanuele dove si incontra l’imponente Palazzo Gottifredo realizzato nel XIII secolo per volere del nobile Gottifredo Ranaldi. Il Palazzo ospita il Museo Civico* in cui sono esposte importanti testimonianze di archeologia etrusca e romana e reperti del periodo medioevale.
Da qui si possono percorrere le vie adiacenti, caratterizzate da un andamento prevalentemente in leggera pendenza, ricche di negozietti tipici di artigianato e di prodotti locali o si può tornare al punto di partenza da Via Duomo.
I servizi igienici pubblici accessibili sono disponibili in Piazza Regina Margherita, adiacente a Piazza Santa Maria Maggiore.
FERENTINO
La cittadina di Ferentino si sviluppa su un'altura dei monti Ernici, il suo territorio è particolarmente ricco di acque sorgive, anche di natura solforosa, valorizzate dalle vicine terme di Pompeo. Le qualità del posto furono declamate già nel I secolo a.C. da Orazio in una lettera all’amico Sceva, la cui traduzione recita così: “…se a te piace la vita tranquilla ed il sonno protratto a giorno pieno, se ti seccano polvere e frastuono di ruote, allora ritirati a Ferentino; perché lì anche chi non è ricco può godere”.
Il nucleo storico di Ferentino è circoscritto da poderose mura poligonali, risalenti al IV secolo a.C., erette a difesa della città e formate da giganteschi blocchi di pietra incastonati tra di loro. Lungo il suo perimetro si aprono interessanti porte risalenti all’epoca romana, tra cui la Porta Sanguinaria e la Porta Casamari a doppio arco.
Entrando dall’antica Porta Montana si può percorrere Via Consolare dove si incontra la Chiesa dei Cavalieri Gaudenti, risalente al XII secolo. L’ordine dei Cavalieri Gaudenti fu istituito da Papa Urbano IV a difesa della religione e della convivenza civile; a differenza degli appartenenti ad altri ordini religiosi, ai cavalieri era concesso di potersi sposare ed avere figli.
Alcuni parcheggi pubblici sono ubicati sul piazzale davanti Porta Montana, caratterizzato da fondo stradale in asfalto ed una pendenza significativa. Anche Via Consolare, dalla larghezza ridotta, presenta una pendenza difficoltosa. L’ingresso alla Chiesa dei Cavalieri Gaudenti ha numerosi gradini.
Il Palazzo dei Cavalieri Gaudenti, che era la residenza dei frati cavalieri, sorge vicino l’omonima chiesa e presenta una serie di arconi murati, sormontati da una cornice su cui poggiano delle bifore. Poco più avanti si trova il Palazzo Gentilizio, privilegiata dimora estiva di Papa Innocenzo III.
Proseguendo per Via Morosini si incontra il Mercato Romano* che, risalente al II secolo a.C., è uno dei primissimi esempi di mercato coperto. L'arcone d'ingresso alla sala, che dà luce a tutto l'ambiente, è alto più di 7 metri.
Continuando la passeggiata si giunge in Piazza Duomo su cui si affacciano l’Acropoli Ernica con il suo grandioso terrazzamento, il Palazzo del Vescovado e la Basilica Cattedrale dei Santi Giovanni e Paolo*. L’Acropoli Ernica, costruita nel II secolo a.C. dai magistrati locali Marco Lollio ed Aulo Irzio, è stata sede, in successione, del prefetto romano, del vescovo, del tribuno militare, del podestà, dei rettori di Campagna e Marittima.
La Basilica Cattedrale dei Santi Giovanni e Paolo, costruita nel XII secolo in stile romanico, custodisce pregevoli opere dei Cosmati.
Su Piazza Duomo sono presenti alcuni parcheggi riservati ad auto munite di contrassegno; il fondo stradale, pianeggiante, è costituito da sampietrini ben connessi. L’ingresso all’Acropoli presenta numerosi gradini.
Tra le bellissime chiese che Ferentino ospita si segnala l’elegante Chiesa in stile gotico-cirstercenze di S. Maria Maggiore*, fondata, a poca distanza dalla Porta Casamari, dai monaci cistercensi nel XIII secolo.
ANAGNI
Anagni, nota anche come “Città dei Papi”, è arroccata su una collina alle pendici dei Monti Ernici. Essa custodisce un bagaglio di fascino, storia e tradizioni in gran parte legato alla storia papale, di fatti il paese è stato, nel Medioevo, sede pontificia e terra natia per quattro papi, fra cui Bonifacio VIII.
Il centro storico del paese, con le sue porte, i vicoli e gli antichi palazzi, conserva intatta l’atmosfera misteriosa tipica del Medioevo.
Il centro presenta percorsi con pendenze molto significative, per apprezzarlo si possono percorrere in auto le vie del nucleo storico e sostare in Piazza Innocenzo III da cui la Cattedrale domina il panorama. Sulla piazza sono disponibili alcuni parcheggi riservati ad auto munite di contrassegno, la pavimentazione è in sampietrini ben connessi ed è caratterizzata da pendenze significative.
L’imponente Cattedrale di Santa Maria* fu costruita tra il 1071 ed il 1105, dove prima sorgeva un più piccolo tempio cristiano, per manifestare il nuovo fervore dell’anno Mille. Durante la presenza papale ad Anagni la Cattedrale ha costituito la sede di culto centrale, il luogo dove si tenevano tutte le più importanti cerimonie religiose. Ciò che colpisce avvicinandosi alla struttura è l’imponenza della fiancata e la bellezza delle tre absidi, la facciata conserva lo stile romanico-lombardo. Pregevole, all’interno, è il pavimento a mosaico di Maestro Cosma.
Sulla stessa Piazza Innocenzo III si affaccia il Palazzo dei Papi*, costruito nel XIII secolo. La facciata è costituita da 2 grandi arcate in pietra, con lateralmente una scala che conduce al primo piano ed è abbellito nella parte superiore da cinque bifore. Il palazzo custodisce, al primo piano, due preziosissime sale che prendono nome dai temi pittorici che ricorrono sulle pareti: Sala degli Scacchi e Sala delle Oche. Gli affreschi sono stati pensati per sostituire i preziosi tendaggi ed arazzi, tipici dei palazzi più ricchi del tempo, con una soluzione più duratura ma allo stesso tempo in grado di rendere il movimento di una stoffa, proprio per questa ragione i motivi ricorrenti sulle pareti sono contenuti in riquadri e decorazioni irregolari. Una terza sala, che si affaccia a Sud e domina la Valle del Sacco, era, considerata la privilegiata posizione strategica, deputata alla difesa; attualmente è uno spazio museale che ospita mostre legate al passato del territorio e del palazzo stesso.
COLLEPARDO
Collepardo si sviluppa su una collina al centro dei Monti Ernici. L’antico nucleo medioevale è circoscritto da una strada panoramica, percorribile in auto, da cui ammirare, da un lato, gli antichi resti della cinta muraria con le sue torri e porte d’accesso, dall’altro, il panorama. Il centro storico mostra interessanti reperti architettonici quali antiche case, bifore e l’antica Rocca dei Colonna, con il suo portale, risalente al XVI secolo.
Alle pendici del Monte Rotonaria, nascosta tra la rigogliosa e secolare vegetazione dell’omonima querceta, sorge la maestosa Certosa di Trisulti*, preziosa opera artistica nonché importante punto di riferimento cristiano, edificata nel 1204 per volontà di Papa Innocenzo III. La chiesa ospita importanti dipinti del Cavalier D’Arpino e di Filippo Balbi. La Certosa è anche sede dell’antica Farmacia Certosina risalente al XVIII secolo, emblema della tradizione erboristica del luogo, e di una ricca Biblioteca Statale con 25.000 volumi.
Recandosi verso il centro di Collepardo si incontra il Giardino Botanico “Flora Ernica”*, gestito dal WWF, allestito nel 1985 ma aperto al pubblico nel 1991. Esso ospita circa 400 specie tra piante e fiori spontanei dei Monti Ernici fra cui carpino nero, leccio, acero campestre, roverella, orniello, carpino orientale, frassino, tiglio, iris marsica, anemoni, primule, lilium, narcisi, orchidee. Passeggiando nel giardino si possono avvistare animali tipici del territorio fra i quali tassi, caprioli, cinghiali, istrici, lupi, corvi imperiali, aquile reali ed altri rapaci rari o anfibi quali il rospo comune, la rana greca, la salamandrina terdigitata. Sui Monti Ernici vivono anche rettili fra cui la Narice dal collare, la Vipera, il Saettone ed il Biacco.
Nelle vicinanze del centro storico di Collepardo è visitabile il “Pozzo d’Antullo”*, che, con un diametro di 140 metri ed un’altezza che va dai 40 ai 70 metri, è una delle doline carsiche più grandi del mondo, formatasi a seguito del crollo della volta di una grotta. Lungo le pareti verticali si osservano numerose stalattiti mentre il fondo è ricoperto da una ricca vegetazione.
SERRONE
Il Borgo di Serrone sorge a 783 metri di altezza, ai confini con la provincia di Roma, a mezza costa del Monte Scalambra. La natura rigogliosa in cui è immerso garantisce un ambiente salutare ed aria pura. Rinomati sono i suoi prodotti tipici fra cui il vino Cesanese e l’olio di oliva.
Il paese prende nome dal termine "serroni", tipiche coste rocciose ed impervie dell'Appennino Centrale e dello stesso Monte Scalambra su cui si è sviluppato Serrone. Il centro storico, di origine romana, conserva la struttura urbanistica medioevale su cui svetta la vecchia Torre dei Colonna, da cui si accede alla rocca del castello.
Nei pressi dei resti della Torre Serrone vi è una terrazza panoramica da cui parte un sentiero impervio che conduce alla Torre dei Colonna.
Di fronte la terrazza sono disponibili alcuni parcheggi. Il fondo stradale della terrazza è costituito da pietre disconnesse, nell’area non sono presenti sistemi di seduta. Il sentiero è costituito da gradoni in pietra ed è caratterizzato da una forte pendenza.
Si consiglia di percorrere in auto i tornanti del Monte Scalambra da cui si osserva un panorama ineguagliabile della Valle del Sacco, di alcuni paesi limitrofi come Anagni, Paliano, Piglio, Valmontone e Genazzano, degli Altipiani di Arcinazzo, della valle dell'Aniene fino alle montagne dell'Abruzzo.
PIGLIO
Piglio, situato a 624 metri su uno sperone del Monte Scalambra, conserva tuttora il suo aspetto medievale. Il castello, che un tempo fungeva da punto di controllo sulla vallata, è l’elemento da cui il paese prende nome, di fatti “pila”, ovvero pilastro, stava proprio a significare baluardo difensivo.
Piglio è oggi noto soprattutto agli amanti del vino, viene di fatti prodotto nei dintorni del piccolo centro il Cesanese del Piglio, vino rosso dal sapore amabile, secco o amarognolo.
Si accede al cuore della cittadina da Viale Umberto I, corso su cui si affacciano bar con tavolini all’aperto, cantine e negozi, corredato da panchine pubbliche che consentono una sosta sulla terrazza panoramica.
L’accesso al centro storico è consentito ai residenti ed alle auto munite di contrassegno. Su Via Piagge sono ubicati alcuni parcheggi a pagamento. L’adiacente viale Umberto I presenta una rampa dalla discreta pendenza nel primo tratto, poi è prevalentemente pianeggiante, il fondo stradale è in mattonato ben connesso.
Proseguendo su Viale Umberto I ed attraversando l’antica porta principale, si giunge in Via Maggiore, da qui si può raggiungere il Castello attraverso due percorsi, o imboccando sulla sinistra Via Piè la Torre, costituita da gradoni, che conduce alla parte inferiore del castello, quella attualmente meglio conservata, o in alternativa la stretta Via Castello.
Via Maggiore ha fondo stradale in sampietrini ben connessi e presenta una discreta pendenza. Da qui in poi il percorso è caratterizzato da difficoltose pendenze, il fondo stradale in sampietrini è disconnesso e le stradine hanno una larghezza ridotta. Via Piè la Torre è costituita da una lunga e ripida scalinata in gradoni sconnessi; Via Castello è una stradina molto stretta dove possono accedere solo autoveicoli con larghezza inferiore a 150 cm.
Tornando sulla Via Maggiore si incontra la Chiesa di S. Maria Maggiore nell’omonima piazza, che, edificata in stile romanico, è a pianta basilicale. La facciata è abbellita da un rosone centrale, sui due lati svettano i campanili gemelli, uno con l'orologio, l'altro con la torre campanaria.
Piazza S. Maria Maggiore ha fondo stradale pianeggiante.
ITINERARIO NEL SUD DELLA CIOCIARIA
ARPINO
Le origini della città di Arpino sono avvolte dalla leggenda, l’imponenza delle mura pelasgiche, dette anche Ciclopiche, ha alimentato nel corso dei secoli la fantasia popolare, di fatti alcuni racconti fanno risalire la fondazione del nucleo storico al Dio Saturno, altri, al mitico popolo dei Pelasgi.
La città è nota per aver dato i natali a molti personaggi illustri del passato, fra cui Marco Tullio Cicerone”, Caio Mario, Marco Vipsanio Agrippa, Giuseppe Cesari.
Entrando nel paese da Viale Mastroianni, si percorre una piacevole terrazza panoramica sulla vallata. Nel percorso si incontrano due Libri di pietra, poesie dedicate alla città da importanti ospiti, trascritte su pietra e disposte in vari angoli del paese, e poco più avanti alcune sculture dell’artista ciociaro Umberto Mastroianni. Sulla sinistra si affaccia la Chiesa di S. Maria delle Grazie antecedente al XV secolo. Proseguendo si incontra la Casa del pittore Giuseppe Cesari, meglio noto come il Cavalier d’Arpino. Sulla destra si trova il piazzale San Francesco M. Bianchi che termina in una terrazza panoramica con al centro la statua bronzea dedicata al Santo.
Numerosi parcheggi pubblici sono disponibili in Viale Mastroianni, nel Piazzale San Francesco M. Bianchi ed in Piazza Municipio. Le strade del centro sono pianeggianti con fondo in mattonato e ciottoli ben connessi. I marciapiedi hanno rampe di raccordo con il piano stradale dalla agevole pendenza.
Poco più avanti si arriva nell’accogliente Piazza Municipio, edificata sull’antico foro romano di cui è visibile un tratto dell’antico basolato recentemente scoperto. Sulla piazza si affacciano interessanti palazzi, sulla destra il Liceo e Convitto Nazionale Tulliano fondato nel 1814 dall’allora re di Napoli Gioacchino Murat; di fronte si trova l’imponente Palazzo Boncompagni, di proprietà dei duchi Boncompagni, sede, attualmente, della Fondazione U. Mastroianni, che presenta numerosi gradini all’ingresso. Le opere dell’artista Mastroianni sono dislocate in vari punti della città. Sulla sinistra della Piazza si trova la Colleggiata di S. Michele Arcangelo, con tre gradini all’ingresso, che custodisce importanti opere del Cavalier d’Arpino.
Imboccando il vicolo che parte dal Palazzo del Liceo e Convitto Nazionale Tulliano si osserva, di fronte, la Fontana dell’Aquila Romana del XVII sec. che, raffigurante lo stemma di Arpino, è collocata all’incrocio da cui dipartono le due strade che conducono a Civita Falconara. Sulla destra della fontana si situa l’Auditorium Cossa, precedentemente Chiesa della Santa Croce, oggi sala convegni.
Imboccando Corso Tulliano si può fare una passeggiata sulla terrazza panoramica con vista sulla vallata. Poco più avanti si incontra Palazzo Feluca, risalente alla metà dell’800, sede del Museo della Liuteria “Embergher – Cerrone”* in cui sono esposti i macchinari e le attrezzature in uso nella famosa bottega Embergher – Cerrone e gli strumenti musicali realizzati.
Alcuni parcheggi riservati ad auto munite di contrassegno sono ubicati su Corso Tulliano. Sulla terrazza, che presenta un piccolo gradino, sono disponibili alcune panche.
Su Via Aquila Romana, si trova l’ex Chiesa di S. Domenico, oggi sconsacrata, sede del Museo dell’Archeologia Industriale e dell’Arte della Lana* dove sono in mostra le attrezzature utilizzate nella lavorazione della lana nel XIX secolo presso il lanificio Diodati nonché, ricostruito e documentato, il percorso seguito nelle fasi della lavorazione.
Si può fare una sosta in Piazza Municipio e godersi l’atmosfera di un vero e proprio salone all’aperto, luogo d’incontro fra residenti e visitatori, sostando presso uno dei locali che vi si affacciano.
Il nucleo più antico di Arpino, attualmente abitato, è costituito dall’Acropoli di Civitavecchia*. Distante circa 3 km dalla città di Arpino, in direzione di Casalvieri, l’antico centro volsco è racchiuso all’interno di una cinta di mura poligonali che risalgono, probabilmente, al VII-V secolo a.C. In origine la cinta si estendeva per tre km, la parte che resta oggi, circa un chilometro e mezzo, è stata restaurata in diverse epoche storiche ed inglobata, in alcuni punti, nelle case. Di fronte l’Acropoli svetta la Torre Medioevale, chiamata Torre di Cicerone di cui oggi sono visibili solo dei ruderi. A ridosso delle mura si possono osservare dei torrioni medioevali, visibili anche intorno al centro storico della città di Arpino, aggiunti nel XIII secolo per fortificare l’insediamento.
Elemento architettonico distintivo è l’Arco a Sesto Acuto, l’antica porta d’ingresso all’Acropoli. Alto 4,20 metri è costituito da blocchi che si stringono progressivamente fino alla punta. Oggi si accede all’area dell’Acropoli attraverso la Porta Medioevale.
Ad accogliere residenti e visitatori c’è la Chiesa SS. Trinità o del Simulacro del Crocifisso risalente al 1700 che, in stile romanico, ha pianta a croce greca. Da qui si può proseguire per Via della Torre che attraversa l’antico borgo di case in pietra. Il palazzo al civico n° 6 mostra, ai lati del portone d’ingresso, due caratteristici scivoli da cui si potevano tenere sotto bersaglio gli ospiti indesiderati. Proseguendo su Via De Bellis, si giunge alla Chiesa di S. Vito, nell’omonima piazza, risalente al XVI secolo. Di fronte la Chiesa c’è una panoramica terrazza con vista sulla valle sottostante.
La chiesa di S. Vito ha un gradino all’ingresso.
CASSINO
La città, fondata dagli Osci, e poi passata sotto il dominio dei Volsci, dei Sanniti e infine dei Romani, è il capoluogo storico del Lazio meridionale, crocevia geografico, economico e culturale con le altre regioni del centro-sud Italia, quali la Campania, il Molise e l’Abruzzo. Situata a 45 metri sul livello del mare ai piedi di Montecassino, propaggine del Monte Cairo, da tempi immemorabili fu cinta da poderose mura, che si estendevano fin sull’acropoli, dove Benedetto da Norcia pose la sua dimora e vi fondò nel 529 l’Abbazia di Montecassino*, casa madre dell’ordine benedettino, nel luogo dove prima sorgevano un'antica torre ed un tempio dedicato ad Apollo.
L’Abbazia ha vissuto, nel corso della storia, alterne vicende di occupazione, distruzioni e splendore, come nel Medioevo, quando fu un vivissimo centro culturale. Completamente rasa al suolo, l’ultima volta durante il secondo conflitto mondiale, Cassino è velocemente rifiorita e, l’Abbazia, risorta in poco tempo a simbolo della sua centralità cristiana. L’abbazia domina la città ed offre un panorama ineguagliabile su tutta la vallata.
Il belvedere di Montecassino è raggiungibile in auto. L’accesso all’Abbazia presenta lunghi percorsi caratterizzati da forti pendenze.
Sul territorio cassinate, tradizioni religiose, artigianato e folclore si mescolano in un’atmosfera calda ed accogliente. L’evento più importante è il corteo storico che si svolge in occasione dei festeggiamenti di San Benedetto. La città si trasforma e una spettacolare scenografia medievale, con le antiche botteghe e i personaggi in preziosi costumi, fa rivivere momenti e scene del duecento benedettino. Dell’artigianato, va ricordata la lavorazione del cuoio, utilizzato un tempo per la realizzazione delle “ciocie”, tipici calzari da cui deriva la denominazione di “Ciociaria”; la lavorazione del legno ed i pregevoli ricami realizzati a mano: oggetti che possiamo ritrovare presso il mercato dell’antiquariato, che si tiene a Cassino la terza domenica del mese, sulle vie del centro della città.
Una piacevole passeggiata può partire da piazza De Gasperi, dove si trova il Municipio di Cassino ed un carro armato della Seconda Guerra Mondiale, a ricordo dei tragici eventi che distrussero l’intera città.
Sulla Piazza e sulle vie limitrofe sono ubicati diversi parcheggi pubblici, di cui alcuni riservati ad auto munite di contrassegno. I marciapiedi sono sufficientemente ampi, con fondo lastricato e rampe di raccordo con il piano stradale dalla discreta pendenza.
Da Piazza De Gasperi, proseguendo su Via San Germano, s’incontra la Cattedrale di San Germano*, più nota ai residenti come Chiesa Madre, ricostruita sull’area dell’edificio distrutto dalla Guerra, rispettandone le dimensioni originarie. L’interno custodisce una pregevole statua del 1600 raffigurante la Beata Vergine Maria.
Nella piazza davanti la chiesa, con pavimentazione in asfalto, vi sono alcuni parcheggi.
Di fronte la Chiesa, si trova il Palazzo della Curia Vescovile, uno dei luoghi protagonisti della settimana di festeggiamenti in onore di San Benedetto, e sul lato sinistro le sorgenti con le piccole cascate del Gari, il fiume che nasce, si sviluppa e defluisce interamente nella Terra “Sancti Benedicti”.
Le sorgenti del fiume Gari sono visitabili percorrendo una passerella e delle rampe dalla agevole pendenza.
Dalla Chiesa Madre, proseguendo su via Riccardo da San Germano si imbocca Corso della Repubblica, la via centrale della città su cui sono presenti negozi e bar con tavoli all’aperto. Sulla destra si incontra uno degli ingressi alla Villa Comunale*, il polmone verde della città custode di un’antica e rigogliosa vegetazione, fatta di pini, palme e magnolie, e ricca di corsi d’acqua limpidissima ed un laghetto, alimentato dalle numerose sorgenti che sbucano dal sottosuolo e frequentato da anatre e lontre. La villa è un luogo di ritrovo per gli abitanti di Cassino, inoltre i giochi ubicati nel parco sono un’attrazione per molti bambini. Uscendo dalla Villa da via Gari ed attraversando la strada, si può intraprendere una piacevole passeggiata sul percorso pedonale, lungo circa 1,5 km che costeggia il fiume Gari.
L’accesso al percorso presenta una pendenza difficoltosa, successivamente mantiene un andamento pianeggiante; il fondo, lastricato, è compatto.
Tornando nella Villa ed uscendo da Via Arigni si può proseguire per Via Cavour incrociando Viale Dante, altra centrale arteria commerciale. Svoltando a sinistra, dopo poche decine di metri si giunge in Piazza Diamare dove sorge la Chiesa di S. Antonio da Padova*. L’attuale chiesa fu ricostruita subito dopo la guerra, per volontà dell’Abate che voleva offrire un adeguato luogo di culto alla popolazione che rientrava dallo sfollamento. Il rifacimento, a cura dell’architetto Giuseppe Poggi, rispettò lo stile architettonico preesistente. I resti marmorei rinvenuti dalle macerie furono recuperati ed inseriti nei muri esterni della canonica.
Caratteristica dell’adiacente Corso della Repubblica è un portico, che permette l’accesso diretto su Piazza Labriola, un’estesa isola pedonale, lastricata ed accogliente, con la grande fontana marmorea costruita ad emblema della pace davanti al Palazzo di Giustizia; il parco giochi per i bambini e le panchine ne fanno un luogo d’incontro abituale.
Da qui, la passeggiata può variare in base al tempo a disposizione, si può proseguire su corso della Repubblica, per una passeggiata all’insegna dello shopping oppure decidere di tornare al punto di partenza percorrendo la parallela Via Enrico De Nicola, altra importante arteria commerciale.
A poca distanza dal centro di Cassino, nei pressi della stazione, dove prima risiedeva la sontuosa villa di Marco Terenzio Vallone, sorgono le Terme Varroniane*, un parco caratterizzato da una lussureggiante vegetazione e numerose sorgenti d’acqua oligominerale, attraversato da percorsi in terra battuta e ponticelli. La zona sorgentizia delle Terme Varroniane è ritenuta la più grande d’Italia.
Nella zona del Colosseo c’è una interessante area archeologica che conserva i resti dell’antica Casinum: il Colosseo, la Strada Latina, il Teatro Romano, restaurato ed attualmente sede della Carmesse estiva “CassinoArte”, il Mausoleo di Nummidia Quadratilla. Nei pressi dell’area archeologica sorge il Museo Archeologico che conserva interessanti reperti del territorio.
La zona archeologica presenta pendenze significative e dislivelli. Il museo ha dei gradini all’ingresso ed internamente tra le sale.
AQUINO
L’antica città di Aquinum fu fondata dai Volsci tra il IV e il III secolo a.C. Numerosi sono i resti che testimoniano l’importanza del paese durante l’Impero Romano, di cui fu prima municipio e poi colonia: il Capitolium, il Teatro, l’Anfiteatro, la cinta muraria e un tratto della Via Latina, con la Porta Capuana ancora quasi integra, ed un arco onorario, detto di Marcantonio.
La città, devastata dai Longobardi, fu ricostruita poco distante, su uno sperone di roccia circondato da un lago prosciugato. Il borgo medievale diveniva gastaldato nel IX secolo e, nel secolo successivo, contea, governata dalla famiglia dei Conti di Aquino, casata che dette i natali al teologo e filosofo San Tommaso d’Aquino. Una reliquia del suo corpo, detta “Costola del cuore”, è conservata e venerata all’interno della nuova Basilica di San Tommaso d’Aquino*, tappa obbligata della visita alla città. Esternamente si osserva la statua di bronzo di San Tommaso dello scultore Angelo Biancini.
Si può proseguire la gita visitando il Museo Civico della Città d’Aquino*, sito nel comprensorio archeologico. Nel Museo è stata ricostruita la storia della città e del suo antico territorio, corrispondente alla media Valle del fiume Liri. Di fronte, lungo il tratto ancora lastricato in basole romane, si possono ammirare i resti della Chiesa seicentesca di San Tommaso.
A poca distanza, di fronte il sito dell’Antica Aquinum, sorge la famosa Chiesa di S. Maria della Libera*, caratterizzata da una ripida scalinata sulla facciata principale. Essa fu costruita in stile romanico-bizantino appena dopo il mille, pregevole è il mosaico del XII secolo, ubicato nella lunetta del portale centrale. Sul lato sinistro della Chiesa, si trova il giardino con l’Arco Trionfale di Marcantonio, con colonne binate e capitelli corinzi.
Attraversando il borgo medievale del Castello dei Conti di Aquino si può ammirare, dal belvedere, il Parco del Vallone di Aquino* aperto al pubblico nel 2000 a seguito dei lavori di recupero e valorizzazione dell’area. L’ingresso principale al parco ha un portico con volta a sesto ribassato, internamente vi sono percorsi lastricati, corredati di panche, che costeggiano da un lato il ruscello “le Forme d'Aquino”, dall’altro le pareti frastagliate, interrotte da grotte ed arcate, appena al di sotto del nucleo storico della città. Il parco è molto suggestivo anche di notte, valorizzato da una sapiente illuminazione.
RISERVA NATURALE ANTICHE CITTÀ DI FREGELLAE E FABRATERIA NOVA
E DEL LAGO DI SAN GIOVANNI INCARICO
Nel cuore della Ciociaria, all’interno della Valle del Liri, in un territorio che si estende nei comuni di Ceprano, Pofi, Arce e San Giovanni Incarico sorge la Riserva Naturale Antiche Città di Fregellae e Fabrateria Nova e del lago di San Giovanni Incarico, caratterizzata dalla presenza di un lago artificiale e due importanti siti archeologici. E’ una vasta superficie contenente inestimabili ricchezze storiche e naturalistiche.
La Città di Fregellae*, venuta alla luce pochi decenni fa, ha permesso di ricostruire quella che era la storia e la vita quotidiana degli antichi abitanti nonché di acquisire importanti conoscenze sull’avanzata struttura urbanistica. La città fu fondata dai romani nel 328 a.C. per estendere la propria influenza nel Lazio meridionale, dove già dominavano i Sanniti. Tale invasione fu uno dei motivi scatenanti della seconda guerra sannitica (328-304 a.C). Fregellae divenne un importante centro economico e di difesa grazie alla sua posizione strategica sulla Via Latina, motivo per cui rivendicò più volte il diritto di cittadinanza romana, sempre rifiutata. La ribellione che ne conseguì determinò la presa della città da parte dell’esercito romano, gli abitanti furono deportati a Roma e la città di Fregellae rimase abbandonata. I Fregellani ottenuto il perdono da parte del Senato romano costruirono un nuovo nucleo, che prese poi il nome di Fabrateria Nova, sito nelle vicinanze dell’attuale lago di San Giovanni Incarico, di cui è oggi visibile la sagoma ellittica dell’anfiteatro.
Presso l’area archeologica musealizzata di Fregellae sono visitabili tre domus e le terme, che costituiscono il centro dell’antico agglomerato. Sono tuttora visibili le preziose pavimentazioni, realizzate a mosaico con motivi ornamentali.
Molti reperti ritrovati nell’area sono studiati e custoditi nel Museo Archeologico di Fregellae*, che ha sede al piano terra del Palazzo del Municipio di Ceprano.
Il paesaggio dell’area è mutato a partire dal 1925 quando una diga sul fiume Liri, costruita per produrre energia idroelettrica, ha generato l’attuale lago. Il bacino ha permesso lo sviluppo di una particolare avifauna, l’ambiente palustre è di richiamo per molti uccelli, qui vivono infatti anatre, picchi, aironi cenerini, folaghe e svassi. La vegetazione è quella tipica delle zone acquitrinose fatta di canneti, tigli, salici, acacie, pioppi, sambuco, erbe officinali.
Si segnala la presenza di un’interessante area attrezzata nella riserva, Punto Lago*, una penisola nel lago di San Giovanni Incarico dove si trovano tavoli da pic-nic, barbecue ed un’area ristoro; questo è il luogo ideale per la pesca, l’equitazione, il birdwatching e le passeggiate in bicicletta o a piedi sul sentiero in terra battuta, prevalentemente pianeggiante che percorre il perimetro della penisola. La struttura si avvale di un’erborista che organizza visite guidate all’interno della riserva; su richiesta si realizzano escursioni tattili ed olfattive.
POFI
La rocca medioevale di Pofi aveva nel passato un’importanza strategica, ciò è percepibile recandosi nella parte più alta del paese da cui lo sguardo raggiunge tutti i nuclei abitativi e le vallate circostanti.
L’affascinante centro storico, edificato a partire dall’XI secolo, è racchiuso tra le porte del Melangolo e dell’Ulivo. Sulla sommità c’è Piazza del Municipio che ospita interessanti edifici di un particolare colore scuro tipico del basalto ricavato dalle colate laviche di un vecchio vulcano locale.
Tra gli antichi edifici del nucleo storico svetta la Torre Nova, nota anche come Torre dell’Orologio, a pianta quadrangolare, edificata intorno al 1300 al di sopra di una preesistente cappella, come punto privilegiato di osservazione. La piazza è anche sede del Palazzo Baronale che fu per lungo tempo residenza dei Colonna.
Il Municipio ha sede presso quello che un tempo era il Bastione pentagonale, una sezione del castello baronale che ospitava le carceri.
Di fronte al Municipio sorge la Chiesa di Santa Maria Maggiore ricostruita nel 1700 dove prima sorgeva una chiesa più piccola, integrata nella fortezza. L’ingresso è su via Vittorio Emanuele.
Il centro storico di Pofi è caratterizzato da pendenze, talvolta difficoltose. Piazza del Municipio, pianeggiante, ha fondo stradale in sampietrini, qui sono ubicati alcuni parcheggi pubblici. La chiesa presenta all’ingresso tre gradoni non consecutivi, con fondo in sampietrini, superabili attraverso un sistema di rampe dalla discreta pendenza.
Pofi ospita uno dei più interessanti musei archeologici del territorio: il Museo “Pietro Fedele”*, che espone ritrovamenti preistorici provenienti da terreni di superficie e depositi di varie località della provincia di Frosinone. Il percorso museale comprende 40 espositori che presentano una sezione tattile per la manipolazione dei calchi dei reperti e pannelli in Braille per la lettura delle descrizioni da parte di persone non vedenti.
Pofi è inoltre famosa per le numerose serre in cui si coltivano fiori dalle innumerevoli varianti e colorazioni. Il Comune organizza interessanti visite guidate presso le aziende floristiche del territorio che danno luogo, ad aprile, ad un importante festival dei fiori.
ATINA
La città di Atina ha rivestito un ruolo strategico fin dall’antichità grazie alla sua posizione privilegiata ai confini con il Parco Nazionale d’Abruzzo, con una visuale a 360° sulla Valle di Comino; già Virgilio l’aveva definita la “Potente” nel VII canto dell’Eneide. Del suo florido passato restano importanti testimonianze fra le quali le possenti mura ciclopiche e gli antichi reperti conservati nel Museo Civico Archeologico e nel Palazzo Ducale.
Il centro storico di Atina è un vero e proprio museo a cielo aperto, con i suoi eleganti palazzi patrizi, le sue piazze, le oltre 100 epigrafi latine, la cinta muraria, tanto da esser noto come la Perla della Valle di Comino. Recenti studi hanno individuato l’esistenza di due estese cinte murarie, lunghe circa 8 Km, una esterna, molto più estesa, l’altra, interna, posta a difesa del centro storico di Atina. Se ne possono visitare gli ultimi resti presso la Porta Santa Maria.
Si consiglia di seguito un percorso che in molti punti si affianca all’itinerario “La città di Saturno”, segnalato da tabelle informative che guidano alla scoperta di Atina e del suo passato.
Si può partire da Piazza Garibaldi, scenografica piazza dove hanno sede la posterula romana, una piccola porta da cui i pedoni accedevano al centro storico e la Chiesa di San Francesco, che risale alla prima metà del secolo XVII.
Sulla piazza sono disponibili un parcheggio riservato ad auto munite di contrassegno e numerosi parcheggi pubblici; il fondo stradale, in asfalto, è compatto e presenta difficoltose pendenze. Numerosi parcheggi pubblici sono disponibili anche all’interno del centro storico caratterizzato da lievi pendenze e da fondo stradale, compatto, in asfalto.
Imboccando Via Roma si incontra la Porta dell’Assunta o di San Rocco da cui si accede in Piazza Saturno, sede di Palazzo Fortucci, sulla destra, e del più noto Palazzo Ducale*, trecentesca dimora dei Cantelmo, oggi sede del Municipio. All’ingresso, un’epigrafe latina accoglie i visitatori; al piano terra pregevole è la Sala Consiliare, mentre al I° piano si può visitare l’elegante Salone che ospita un prezioso mosaico a tessere bianche e nere databile al II° secolo a.c. In fondo alla Sala c’è l’originale Cappella con affreschi del 1400, dedicata a S. Onofrio il Confessore.
Su Piazza Saturno sono disponibili parcheggi pubblici. Il fondo stradale è in mattonato e presenta una discreta pendenza.
Costeggiando l’imponente Palazzo Ducale su Piazza Veroli si giunge in Piazza Guglielmo Marconi, sede dell’annuale Festival di “Atina Jazz”. Sulla piazza si affaccia il Palazzo Prepositurale, del 1598, noto anche con il nome “le pennate” per il porticato antistante che ospitava i viandanti in pellegrinaggio ad Atina per la festa del patrono San Marco il Galileo. Ha sede sulla piazza anche la Cattedrale di Santa Maria Assunta* in elegante stile barocco, che custodisce interessanti affreschi del 1800.
Sulla piazza sono disponibili numerosi parcheggi pubblici, il fondo stradale, pianeggiante, è in sampietrini ben connessi.
In fondo alla Piazza si possono apprezzare, frontalmente, il seicentesco Palazzo Palombo, e, sulla sinistra, un piacevole scorcio su Via Dolabella, vicolo caratterizzato da gradini, che prende nome da un generale romano del periodo di Lucio Cornelio Silla; a destra diparte Via Torre, che costeggia il Palazzo Ducale, attraversandola e proseguendo su via Samuele Pagano si incontrano nuove epigrafi ed il Palazzo Visocchi.
Di notevole interesse storico è il Museo Civico Archeologico* che ha sede nell’elegante edificio dell’ex scuola elementare “Visocchi” in Via Vittorio Emanuele. In esso si conservano reperti archeologici sanniti provenienti da scavi e ritrovamenti nella Valle di Comino. Nella stessa struttura si trovano anche la Biblioteca Comunale, che custodisce numerosi volumi relativi all’archeologia ed alla storia del territorio, una sala conferenza e la sala per le esposizioni di mostre temporanee.
Nella campagna di Atina, in direzione Casalvieri, sono visitabili le Muracce, degli antichi monumenti funerari. Si può contattare il Museo Civico Archeologico per una visita guidata.
SAN DONATO VAL COMINO
Ai confini con il Parco Nazionale d’Abruzzo si sviluppa, su un’altura, il pittoresco borgo di San Donato Val Comino. Il paese è luogo rinomato d’estate, per le temperature miti e per l’aria salubre, e d’inverno per la calda ed accogliente atmosfera di cui è spesso complice la neve.
Il borgo è un labirinto di pietra fatto di stradine tortuose, vicoli, passaggi coperti, piazzette, il tutto armonicamente pensato con il doppio intento, difensivo e climatico, la tortuosità dei vicoli di fatti interrompe il vento pungente.
Data la conformazione arroccata del paesino i vicoli hanno delle pendenze molto difficoltose e presentano talvolta gradini.
Si consiglia di visitare il Museo Geologico*, impiantato in un convento francescano del ‘500, che descrive, attraverso un percorso didattico interattivo, la storia geologica di questi luoghi ed i suoi elementi: flora, fauna, paesaggio, tradizioni e culture popolari. Il visitatore avrà modo di approfondire i diversi temi trattati negli apparati espositivi con l’ausilio di supporti multimediali.
RISERVA NATURALE DI POSTA FIBRENO
A pochi chilometri da Sora e da Isola del Liri si trova la Riserva Naturale Lago di Posta Fibreno* che, istituita dalla Regione Lazio nel 1983, è caratterizzata da una ricca vegetazione di querce, salici, pioppi e, nelle vicinanze del lago, di folti canneti. E’ un luogo incontaminato, abitato da ricci, talpe, lepri, scoiattoli, volpi, faine, puzzole, daini e nutrie. Il lago, di natura sorgiva, ha una forma stretta ed allungata e si trova ai piedi delle catene montuose della Marsica. Nell'antichità, data la sua posizione a circa metà strada tra Roma e Napoli, ospitava una stazione di cambio per i cavalli dei corrieri postali.
I percorsi si sviluppano lungo il lago alimentato da numerose sorgenti che sgorgano dalle rocce, creando piccole e pittoresche cascate.
Presso il parcheggio all'esterno della struttura sono ubicati alcuni posti riservati ad auto munite di contrassegno. La pavimentazione è in asfalto fino all’ingresso principale, che presenta una rampa dalla modesta pendenza.
Una caratteristica, forse unica in Europa e già citata duemila anni fa da Plinio il Vecchio nella sua opera “Naturalis Istoria”, è la presenza di un'isola galleggiante, detta "Rota" per la sua forma circolare. Composta da un accumulo di rizomi, torba, radici ed erbe palustri, può spostarsi all'interno del lago, grazie all'azione combinata del vento e della pressione sotterranea delle sorgenti. La zona è attrezzata con percorsi ed aree di sosta, dove sono presenti panchine e tavoli da pic-nic.
SORA
Sora è uno dei maggiori centri della provincia di Frosinone. Attraversata dal fiume Liri, sorge nel punto d’incontro fra le Valli del Liri, di Roveto e di Comino, sviluppandosi interamente in pianura. Il centro storico conserva la struttura originaria, con i suoi palazzetti decorati e le preziose chiese.
Per una visita nel centro della cittadina, si consiglia di partire da Piazza Indipendenza, sede della Cattedrale SS. Maria Assunta. Da qui, si può percorrere Corso Volsci, la via principale, su cui si affacciano antichi palazzi e negozi.
In Piazza Indipendenza sono disponibili alcuni parcheggi riservati ad auto munite di contrassegno. I marciapiedi sono ampi e presentano rampe di raccordo con il piano stradale dalla agevole pendenza. La pavimentazione è in lastroni di basalto e presenta talvolta lievi sconnessioni.
Percorrendo Corso Volsci si incontra l’imponente Chiesa Santa Restituta che si affaccia sull’omonima piazza. La facciata, interrotta da un rosone centrale, è scandita da tre porte in bronzo, opera del noto scultore di Anagni Tommaso Gismondi. Girando su via Valerio si giunge a Lungoliri Mazzini. Risalendo il corso del fiume, da cui si ha uno spaccato diverso della città, si può ritornare a Piazza Indipendenza, da Via Barea, oppure proseguire sul Lungoliri Matteucci e, attraversato il Ponte Indipendenza, fare una piacevole sosta nel Parco Antonio Valente.
L’ingresso ed i viali interni del parco non presentano ostacoli alla mobilità. Sono presenti delle panchine.
Lasciando, in auto, il centro di Sora e recandosi verso Isola del Liri, si incontra l’Abbazia di San Domenico*, che risalente al 1100, è ubicata nei luoghi in cui risiedeva la villa paterna di Marco Tullio Cicerone.
Dedicata alla Beata Maria Vergine e poi anche a San Domenico di Foligno ha subito molteplici interventi di ricostruzione, a seguito del terremoto nel 1915. Altri interventi, in questi ultimi venti anni, sono stati eseguiti a cura della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Culturali nel tentativo, ben riuscito, di riportare la chiesa al primitivo splendore. La facciata “a capanna", semplice e sobria, con un gran portale centrale e due porte laterali più piccole, è ingentilita, in alto, dal rosone, una delle poche note decorative.
L'interno riproduce la classica disposizione dell'antica basilica, a croce latina, con un unico ambiente diviso in tre navate. La scala, ricomposta al centro, domina lo spazio interno, ripartito da una doppia fila di colonne, da cui partono archi a sesto acuto. Particolare suggestione conferisce la cripta, che conserva le sacre spoglie del Santo.
ISOLA DEL LIRI
Il centro storico, d’origine medioevale, ha una particolare configurazione: un’isola racchiusa tra i due rami del fiume Liri. La straordinarietà del paese sta nella convivenza di abitazioni d’epoche diverse, senza sovrapposizioni strutturali. Al più antico nucleo abitativo si sono nel tempo aggiunte edifici industriali rispondenti alle richieste del veloce sviluppo industriale del XIX secolo, creando volumi architettonici di notevole originalità e coerenza. Le antiche aree industriali, attualmente in disuso, sono oggetto di studio e lavoro per il recupero, la riqualificazione e la riconversione affinché diventino luoghi collettivi d’interesse storico e culturale.
Una piacevole passeggiata nell’”Isola” può partire da via Roma, che diventa poi Corso Roma, ai cui lati si sviluppa il centro urbano. Proseguendo per Via della Cascata, si rimane estasiati davanti alla Cascata Grande che con i suoi 50 metri di salto è la cascata urbana più alta d’Europa. A farle da cornice c’è, in alto, il Castello Boncompagni Viscogliosi, sulla destra il Palazzo del Municipio ed intorno interessanti palazzi ottocenteschi, magnifiche ville con giardino, fabbriche ed abitazioni operaie.
Alcuni parcheggi riservati ad auto munite di contrassegno sono ubicati in Via Roma e nelle vicine Piazza San Francesco e Piazza San Gregorio VII. Le strade del centro, prevalentemente pianeggianti, asfaltate e ben connesse, hanno larghi marciapiedi corredati da rampe di raccordo dalla discreta pendenza.
Per apprezzare al meglio la varietà armonica delle forme e dei colori del nucleo urbano si consiglia di non soffermarsi esclusivamente sull’arteria principale ma di esplorare i vicoli laterali. Si può imboccare ad esempio Via Pietro dell’Isola per raggiungere la Chiesa di San Franceso nell’omonima piazza, dove ha sede anche l’ex Lanificio S.Francesco, uno degli impianti industriali riadattato a singolare spazio di interesse culturale. Tornando su Via Roma si può percorrere Via della Cascata abbandonandosi al musicale infrangersi dell’acqua, apprezzandone le sfumature al mescolarsi con lo sfondo verde. Seguendo il corso di Via Cascata si incontra sulla sinistra la Chiesa di San Lorenzo, nell’omonima piazza, le cui origini risalgono all’XI secolo sebbene l’attuale edificio sia del 1700. Sulla facciata principale vi sono, in due nicchie, le statue dei Santi Pietro e Paolo; il campanile con base quadrata ha una cuspide piramidale. Da qui imboccando Via Carbonelli si torna su Via Roma, dove si affaccia Piazza Boncompagni, sede di molte manifestazioni della ricca programmazione annuale isolana tra le quali il “Liri Blues Festival”, uno dei più importanti Festival di Blues europei.
I vicoli del centro storico hanno fondo stradale in sampietrini talvolta lievemente sconnessi. L’andamento di Piazza Boncompagni è caratterizzato da una lieve pendenza.
Fonte:
http://www.presidiolazio.it/include/word/nord_ciociaria.doc
http://www.presidiolazio.it/include/word/sud_ciociaria.doc
Sito web da visitare: http://www.presidiolazio.it
Autore del testo: non indicato nel documento di origine
Il testo è di proprietà dei rispettivi autori che ringraziamo per l'opportunità che ci danno di far conoscere gratuitamente i loro testi per finalità illustrative e didattiche. Se siete gli autori del testo e siete interessati a richiedere la rimozione del testo o l'inserimento di altre informazioni inviateci un e-mail dopo le opportune verifiche soddisferemo la vostra richiesta nel più breve tempo possibile.
I riassunti , gli appunti i testi contenuti nel nostro sito sono messi a disposizione gratuitamente con finalità illustrative didattiche, scientifiche, a carattere sociale, civile e culturale a tutti i possibili interessati secondo il concetto del fair use e con l' obiettivo del rispetto della direttiva europea 2001/29/CE e dell' art. 70 della legge 633/1941 sul diritto d'autore
Le informazioni di medicina e salute contenute nel sito sono di natura generale ed a scopo puramente divulgativo e per questo motivo non possono sostituire in alcun caso il consiglio di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione).
"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco
www.riassuntini.com dove ritrovare l'informazione quando questa serve