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MALTA.
25.05 - 01.06.2004 - Tour organizzato con TOURVISA ITALIA.
14.1 L’ARCIPELAGO MALTESE E LA SUA STORIA.
Sono solo poche isole e scogli con una superficie di 315,6 km poste circa 90 km a sud della Sicilia e collegate ad essa da una piattaforma subacquea non più profonda di 100 m che durante le ultime glaciazioni, iniziate 600000 anni fa, è emersa formando un ponte di terra che le saldava all’Italia meridionale, poi 14000 anni fa, finita la glaciazione e rialzatosi il livello del mare, Malta diventava un’isola. Le prime popolazioni vi sbarcarono intorno al 5200 a.C. certo provenienti dalla Sicilia da cui l’arcipelago è visibile nelle giornate limpide poi, la sua posizione sulle rotte marinare fra Mediterraneo orientale ed occidentale, ha favorito i contatti fra le civiltà neolitiche che hanno qui lasciato monumenti megalitici impressionanti. Questa è la fase dei Templi, fra il 3200 ed il 2000 a.C., che partecipa ad una comune cultura che ha lasciato testimonianze megalitiche in tutto il Mediterraneo ed in Europa. Malta subì numerose invasioni che trasformarono la società, l’agricoltura ed i commerci. Dal 2000 all’800 a.C. arrivò l’età del bronzo, i commerci marini e la pirateria che li accompagnavano fecero di Malta una rotta obbligata ed un rifugio. I Fenici arrivarono nel 750 a.C., vi ebbero scali commerciali ed i commerci compresero anche le colonie greche della Sicilia. Nel VI secolo Cartagine, già colonia fenicia, fece di Malta un sua base strategica ed il suo dominio durò oltre 3 secoli ma gli abitanti ebbero grande autonomia ed anche una loro moneta e la popolazione imparò un dialetto punico. I Romani occuparono definitivamente Malta nel 218, all’inizio della seconda guerra punica e fu poi incorporata nella provincia di Sicilia così alla cultura punica si aggiunse quella ellenica sicula e romana. Sul luogo di una villa romana sorge ora un museo e ci sono resti di terme. La città principale fu Mdina o Melita (da miele) al centro dell’isola. Malta è ricordata per il naufragio di S. Paolo, avvenuto nel 58-60 mentre si recava a Roma come prigioniero per essere processato e con lui sorse nell’isola la prima comunità cristiana ed è divenuto patrono dell’isola. Con la decadenza di Roma Malta fu abbandonata, subì le incursioni dei Vandali di Genserico e dei Goti ma con Belisario, sotto Giustiniano, entrò nell’orbita bizantina fino alla venuta degli Arabi nell’870. La dominazione araba sotto la dinastia Abbaside, che allora si estendeva per buona parte delle coste africane, la Spagna e la Sicilia, ebbe una profonda influenza sullo sviluppo dell’agricoltura e dell’economia e fino ai giorni nostri è rimasta evidente nella toponomastica e nella lingua maltese che si può considerare un dialetto arabo con molte influenze fenice. Mdina prese il nome di Medina e fu la capitale. Dopo gli Arabi arrivarono i Normanni dalla Sicilia nel 1071 ed a Malta introdussero il sistema feudale europeo; Mdina divenne sede vescovile. Malta seguì le vicende storiche della Sicilia; nel 1268 arrivarono gli Angioini e dopo i Vespri del 1282 gli Aragonesi. Nell’isola si stabilirono importanti famiglie siciliane e aragonesi che formarono la nuova classe dominante, la lingua maltese si arricchì di termini latini, italiani e spagnoli ma rimase sempre radicata nella popolazione. Nel 1530 l’imperatore Carlo V cedette l’isola al Sovrano Ordine di San Giovanni in Gerusalemme. L’Ordine era sorto nell’XI secolo a Gerusalemme con funzioni ospedaliere e di assistenza ai pellegrini in Terra Santa, con le Crociate divenne anche ordine militare e come tale fu riconosciuto da papa Innocenzo II nel 1130. Quando Gerusalemme fu presa dai Musulmani nel 1187 si trasferì a San Giovanni d’Acri e, quando anche questa fu presa si trasferì a Cipro poi conquistò Rodi nel 1308 e ne fece la sua roccaforte disturbando il traffico marinaro dei musulmani. Rodi fu attaccata dalla flotta musulmana il 24 giugno del 1522 e l’assedio durò fino a dicembre quando i Cavalieri dell’Ordine accettarono di abbandonare l’isola. Rimasero senza patria fino all’offerta di Carlo V dell’arcipelago maltese ed all’inizio si insediarono nella penisola di Birgu (Borgo) nel forte Sant’Angelo. I Cavalieri provenivano dalla migliore nobiltà europea, prestavano voti di castità, povertà e obbedienza e si sottoponevano ad un duro tirocinio militare; erano divisi in 8 Lingue in base alla loro nazionalità ed erano retti da un Gran Maestro eletto a vita. La minaccia turca intanto era diventata incombente e vennero potenziate le difese dell’isola. La penisola di Sceberras, che domina con il suo rilievo il Gran Porto dove si protende la più piccola penisola di Birgu, fu scelta per la costruzione di un forte a stella (forte Sant’Elmo) verso il mare e di un perimetro fortificato che doveva poi racchiudere la città di La Valletta. Venne poi eretto il forte S. Michele su un’altra penisola parallela a Birgu che fu chiamata Senglea dal nome del Gran Maestro Claude de la Sengle che fortificò la zona. Il nuovo Gran Maestro Jean de la Vallette (1557-1568) completò la preparazione facendo affluire rinforzi e facendo evacuare le persone inabili. Il 18 maggio 1565 200 navi turche arrivarono a Malta e sbarcarono un esercito valutato a 40000 ma forse non superiore a 20000 uomini nella baia di Marsaxlokk sulla costa est al comando di Mustafà Pascià. I difensori erano 9000 di cui 5000 maltesi. Iniziò quello che fu chiamato il Grande Assedio. I Turchi investirono per prima la penisola di Sceberras ed il nuovo forte Sant’Elmo. Il 23 giugno il forte fu distrutto dall’artiglieria ed espugnato ma i turchi avevano perso 8000 uomini ed i cristiani 1500. I Turchi investirono poi i forti S. Michele e Sant’Angelo sulle penisole di Senglea e Birgu e l’artiglieria ebbe progressivamente ragione delle difese. Ad agosto un bastione di Birgu venne fatto saltare con le mine ma ci fu ancora un contrattacco dei difensori. All’inizio di settembre finalmente arrivarono i rinforzi di Filippo II di Spagna con una flotta e 10000 uomini freschi e l’8 settembre Mustafà tolse l’assedio. I difensori avevano perso 7000 soldati e 250 cavalieri e dei Turchi tornarono solo 10000. Sei anni più tardi la battaglia di Lepanto allontanava, almeno momentaneamente, il pericolo turco e Malta conobbe il suo periodo di maggiore sviluppo. Birgu fu chiamata Vittoriosa, nel 1566 il Gran Maestro de la Vallette fondò la nuova capitale che prese il suo nome sulla penisola di Sceberras circondandola di mura. Nella capitale furono erette 7 grandi residenze dette “auberges” per i cavalieri delle 7 Lingue dopo che era stata soppressa quella d’Inghilterra a seguito dello scisma di Enrico VIII. Durante tutto il 1600 l’Ordine mantenne ancora la sua funzione di gendarme contro la pirateria turca ma dal 1700 divenne sempre più anacronistico e gli stati europei cominciarono ad avanzare mire politiche su Malta. L’Ordine aveva la maggior parte dei suoi beni in Francia dai quali dipendeva economicamente e la loro confisca nel 1792 durante la Rivoluzione francese rompeva i legami con la Francia a vantaggio di quelli con le altre nazioni ma, prima che queste intervenissero, il 9 giugno 1798 Napoleone, mentre era in rotta per l’Egitto con 54000 uomini e 300 navi, fece sosta a Malta. L’Ordine voleva mantenersi neutrale e rifiutò l’ingresso alla flotta. Napoleone senza attaccare le fortificazioni sbarcò nell’isola, occupò Mdina e chiese la resa dell’Ordine che cedette. Ottenne la cessione dei forti e di La Vallette e l’Ordine rinunziò ai suoi diritti di sovranità; Napoleone portò via il tesoro dell’Ordine. Una guarnigione francese rimase nell’isola dopo la partenza di Napoleone ma la popolazione divenne ostile per le spoliazioni dei Francesi e Nelson, padrone dei mari dopo Abukir, bloccò l’isola e la fece occupare da truppe inglesi in nome del re di Sicilia costringendo alla resa il contingente francese. Con il Trattato di Parigi del 1814 Malta passò definitivamente alla Gran Bretagna come possedimento della Corona. L’Ordine, dopo essere rimasto senza patria prese dimora a Roma nel 1817 mantenendo lo status di ente sovrano ed indipendente con il nome di Sovrano Militare Ordine Gerosolimitano di Malta.
Nel 1800 Malta ebbe una serie di costituzioni liberali ma non un governo rappresentativo ed il suo sviluppo economico fu notevole centrato sulle attività portuali e del commercio. Il notevole aumento della popolazione ebbe però sfogo solo nell’emigrazione, prima in Algeria e Tunisia, poi in Australia ed infine in USA, Canada e Gran Bretagna. Nell’isola la popolazione si addensa oggi intorno a La Valletta saldata in un unico agglomerato con gli abitati di Floriana, Marsa e Paola, le Tre Città (Cospicua, Senglea e Vittoriosa), ed il sobborgo di Sliema a nord, quartiere turistico. Sotto la corona inglese Malta ebbe un ruolo preminente nel Mediterraneo come base militare e logistica durante la guerra di Crimea (1854-56) e dopo l’apertura del canale di Suez nel 1869. Dopo la prima guerra mondiale si risentì la crisi economica europea, si accesero rivendicazioni economiche e politiche e nel 1919 scoppiarono delle sommosse. Nel 1921 venne concessa una nuova costituzione e Malta acquistò l’autonomia amministrativa. Nacquero così i primi partiti politici maltesi ed alle prime elezioni del 1921 Joseph Howard divenne primo ministro del primo governo maltese. Fino al 1934 venne dibattuta la questione linguistica fra fautori dell’inglese e dell’italiano. L’italiano era la lingua dei magistrati e degli affari appoggiato dalla curia e dal partito nazionalista, altri proponevano il maltese e l’inglese. Alla fine l’Ufficio delle colonie decise di usare il maltese nei tribunali e nell’amministrazione. Allo scoppio della seconda guerra mondiale Malta si trovò isolata senza copertura aerea e senza l’appoggio della flotta britannica concentrata ad Alessandria d’Egitto. Iniziarono i bombardamenti che si intensificarono quando l’Africa Korps di Rommel fu trasferito in Libia. Il periodo più critico per Malta si ebbe nella prima metà del 1942 quando la situazione alimentare si fece difficile e si temette l’invasione ma il comando dell’Asse voleva soltanto renderla inoffensiva e, quando in luglio Rommel venne fermato ad El Alamein, il pericolo fu scongiurato e dal 1943 Malta fu ormai sotto la protezione degli Alleati. A settembre nel porto di La Vallette venne firmato l’armistizio con l’Italia e subito dopo la flotta italiana si consegnò nei porti dell’isola. Per Malta la guerra fu il secondo Grande Assedio e la sua partecipazione ebbe grandi riconoscimenti, il re Giorgio VI la decorò con la George Cross che da allora fregia la bandiera dell’isola. Con la pace iniziò un completo rinnovamento anche politico. Le elezioni del 1947 furono vinte dal partito Laburista ma lo status di Malta rimase in discussione fino al 1964 quando l’isola divenne indipendente nell’ambito del Commonwealth. La nuova costituzione durò solo 10 anni, nel dicembre 1974 la maggioranza dei due terzi del Parlamento decise la costituzione della Repubblica e l’elezione di un presidente con una durata di 5 anni. Nel 1981 divenne primo ministro il laburista Dominic (Dom) Mintoff che iniziò una politica di neutralità e non allineamento e strinse con la Libia di Gheddafi un trattato di collaborazione economica. Le cose cambiarono nel 1987 con la vittoria del partito Nazionalista e con la fine della guerra fredda sancita dal summit di Malta del 1987 fra USA e URSS. Dal primo maggio del 2004 Malta è entrata a far parte dell’Unione Europea e la sua popolazione è di circa 400000 abitanti.
14.2 LA VALLETTA.
La Valletta è capitale dell’isola dal tempo dei Cavalieri, fu concepita come città fortezza sulla penisola rocciosa di Sceberras orientata da sud-ovest a nord-est verso il mare fra le due insenature che formano il Gran Porto ed il Porto di Marsamxett, fu opera dell’architetto militare italiano Francesco Laparelli e fu costruita subito dopo il Grande Assedio nel 1566.Le strade sono a scacchiera con l’asse principale di Republic Street ed altre vie parallele e perpendicolari che però, data la conformazione del terreno, spesso hanno forti pendenze. La città è circondata da bastioni, mura e fossati profondi restaurati nel 1970. La punta estrema che affaccia sul mare è occupata dal Forte Sant’Elmo ricostruito dopo la distruzione del Grande Assedio. L’ingresso alla città sul lato di terra (sud-ovest) è il City Gate con all’esterno una grande piazzale circolare e la fontana del Tritone al centro, capolinea di tutti gli autobus che collegano l’isola alla capitale. Nomi delle strade e degli edifici della città sono oggi in inglese ma le loro origini sono più antiche della dominazione inglese così l’arteria principale, Republic Street, deve il suo nome ai Francesi quando arrivarono nel 1798.
Il primo edificio importante che si incontra sulla sinistra della Republic Street è l’Albergo di Provenza (1571-90), antica residenza di cavalieri della Lingua di Provenza opera dell’architetto maltese Gerolamo Cassar oggi sede del Museo Nazionale di Archeologia. Qui si trovano i più interessanti reperti della storia archeologica dell’isola che rimontano al periodo neolitico a partire dal 4500 a.C.; vi si trova descritta la cronologia dei templi megalitici trovati a Malta e sono conservati gli originali degli oggetti più preziosi come le decorazioni su pietra dell’arte megalitica a spirali ed astratti o con animali e piante ed alcune sculture come quella trovata nell’Ipogeo di Hal Saflieni della Fanciulla addormentata e la grande statua mutila in calcare della dea maltese della fecondità trovata a Tarxien (3000-2500 a.C.) che doveva essere alta 2,5 m ma di cui rimane la parte inferiore di 90 cm.
Proseguendo, sulla St.John Street a destra, c’è la facciata della Cattedrale di S. Giovanni del 1572, capolavoro dell’architetto Cassar, costruita come chiesa conventuale dell’Ordine e dedicata quindi a S. Giovanni Battista. La chiesa fu fatta co-cattedrale da Pio VII nel 1816, condividendo il titolo con la cattedrale di Mdina. La facciata è rinascimentale manierista con due torri laterali quadrate, l’interno ha un’unica navata con volta a botte divisa in 6 campate ed ai lati una serie di cappelle laterali assegnate alle varie Lingue dell’Ordine e decorate da esse. Tutto il pavimento è ricoperto da più di 400 lastre tombali di marmo policromo e le decorazioni di arte barocca del 1600 e 1700 sono profuse su tutte le superfici. Dalla destra della navata si accede all’Oratorio dove sono esposti due quadri del Caravaggio dipinti durante il suo soggiorno a Malta nel 1608 quando venne nominato Cavaliere di grazia. I due dipinti sono tornati recentemente dopo un restauro eseguito a Firenze, uno rappresenta la decapitazione di S. Giovanni, è il più grande e l’unico quadro firmato dall’artista, il secondo è un S. Gerolamo. Alla chiesa è associato un museo dove, oltre ai tesori della cattedrale, si può ammirare una raccolta di preziosi arazzi su cartoni di Rubens e Poussin.
Fra gli altri palazzi sulla Republic Street c’è quello della Corte di Giustizia, edificio neoclassico del 1967, che ha preso il posto dell’Albergo d’Alvernia distrutto dai bombardamenti del 1942. Più avanti sulla grande Piazza del Palazzo si trova il Palazzo del Parlamento, che è pure Ufficio del Presidente della Repubblica, nell’antica residenza del Gran Maestro dei Cavalieri. Dopo la piazza la strada scende rapidamente fino all’estremità della penisola dove sorge il Forte di Sant’Elmo attualmente in fase di restauro. Un altro dei grandi “Alberghi” dei Cavalieri è quello di Castiglia che si trova sulla grande Piazza di Castiglia vicino ai bastioni a destra del City Gate. Il palazzo è ora sede del Ministero della Giustizia e del Governo Locale.
Interessante è il giro dei bastioni del Laparelli che circondano la città e da cui si hanno ottime viste sui due porti ai lati della penisola. Si parte dai bastioni sul lato est della Piazza di Castiglia chiamati Upper Barracks Gardens perché antiche caserme trasformate in giardini; questo è il punto più alto da cui i gode una stupenda vista sul Porto Grande con le Tre Città di fronte: a sinistra il forte Sant’Angelo sulla punta di Vittoriosa, a destra la punta di Senglea con il forte S. Michele ed in mezzo il Dockyard, porto delle antiche galere, ora adibito a navi passeggeri. Sotto gli Upper Barracks Gardens si trovano gli edifici della Dogana in stile veneziano. Più avanti sono i Lower Barracks Gardens. Qui si è a metà percorso e si vede già la bocca del porto con la scogliera frangiflutti e, sull’altro lato a destra, la punta Ricasoli con il forte omonimo. Sull’altro lato del forte di Sant’Elmo, punta estrema di La Vallette, ci si affaccia sul porto Marsamxett. Sulla bocca del porto si protende la penisola di Sliema dove si trova il grande quartiere degli alberghi poi la marina dello Sliema Creek e l’isola di Manoel, oggi collegata alla terra con un ponticello, con il forte omonimo; su un lato c’era l’antico Lazzaretto luogo di quarantena durante le epidemie. Il fondo del porto di Marsamxett è occupato dagli approdi delle barche da diporto.
14.2.1. FLORIANA.
Floriana è un’appendice di La Valletta che prolungava le difese della capitale occupando la prima parte della penisola di Sceberras fino alla rotonda della fontana del Tritone. Fu ideata dall’ingegnere militare italiano Pietro Floriani nel 1643 e completata nel 1700. Circondata da bastioni, è ricca i giardini e vi si trova anche un Giardino Botanico con collezioni pregiate. Al centro si trova la chiesa parrocchiale di S. Publius dedicata al ricordo del governatore romano che accolse S. Paolo, naufrago mentre veniva condotto a Roma nel 60 a.C., e che divenne poi capo della prima comunità cristiana e primo vescovo di Malta.
14.2.2. LE TRE CITTÀ.
Con questo nome Napoleone chiamò le tre città fortificate che si trovavano sul lato sud-est del Porto Grande: Senglea e Vittoriosa sulle due penisole e Cospicua in fondo all’insenatura formata da esse, la Dockyard Creek. Vittoriosa era l’antica Birgu (Borgo) maltese dove i Cavalieri, appena arrivati, posero il loro quartier generale e, durante il Grande Assedio, fu il punto di maggiore resistenza con il forte Sant’Angelo; Senglea fu fondata dai Cavalieri nella penisola vicina e Cospicua, prima piccolo villaggio di pescatori, si è molto estesa nell’entroterra ed è oggi la più popolosa delle Tre Città e notevole centro industriale.
14.2.3. SLIEMA.
Sliema è una parola araba che significa “salve”; è una penisola fra lo Sliema Creek, sul porto di Marsamxett dove i trovano le navi per le crociere intorno all’isola, e il mare aperto sulla costa nord. Si è andata sviluppando sempre più come località turistica con tutte le infrastrutture per una vita diurna e notturna ed ha molte attività commerciali.
14.3 L’ANTICA CAPITALE MDINA E RABAT.
Mdina, l’antica capitale dell’isola, rimane arroccata al centro dell’isola su una collina alta 200 m entro una cerchia di mura. La città ha mantenuto immutato il suo aspetto medievale, rinascimentale e barocco ridotta ormai a luogo di ricordi per il piacere dei turisti. Il sito era già abitato nell’età del bronzo e Greci e Romani la chiamarono Melita per il miele prodotto nell’isola. I Saraceni la circondarono con le prime fortificazioni definendone i limiti attuali e la chiamarono Mdina mentre l’abitato vicino fu detto Rabat. Rimase capitale con i Normanni e gli Aragonesi fino all’arrivo dei Cavalieri nel 1530 che trasferirono la capitale prima a Birgu e poi a La Vallette. Durante il Grande Assedio da Mdina venne un primo aiuto agli assediati con la sortita di uno squadrone di cavalleria che mise lo scompiglio nel campo ottomano di Marsa. Per questo comportamento la città ebbe il titolo di “Notabile”.
Da La Valletta a Mdina la strada passa per il sobborgo industriale di Hamrun e, dopo Santa Venera, si costeggiano per circa 2,5 km, le arcate dell’acquedotto di Wignacourt ispirato a quelli romani, costruito dai Cavalieri nel 1600 per rifornire d’acqua La Valletta. L’acquedotto si alimentava da sorgenti vicini Dingli a sud-ovest di Rabat ed arrivava fino al forte di Sant’Elmo. L’interno dell’isola è in gran parte spoglio per la natura calcarea del terreno, piccoli campi coltivati delimitati da muretti di pietre a secco, le coltivazioni sono patate pomodori ed uva. Dopo una decina di km si raggiunge l’abitato di Rabat saldato a Mdina che ne costituisce ormai solo un’appendice di carattere museale. Rabat, nome di origine araba che significa semplicemente città, contiene la più importante vestigia romana dell’isola. Si tratta dei resti di una villa romana o casa cittadina scoperta nel 1881 con eleganti mosaici pavimentali del II secolo d.C.; la villa è stata trasformata in museo (attualmente in restauro) e raccoglie anche i reperti di tombe cartaginesi, greche e romane trovate nei dintorni. L’abitato di Rabat ha trovato sfogo fuori dalle mura di Mdina sviluppandosi negli ultimi secoli.
L’ingresso principale di Mdina è il Mdina Gate, una porta monumentale di stile barocco del 1700 che attraversa la mura preceduta da un ponte sul fossato. La strada principale è la via Villegaignon ed il primo palazzo sulla sinistra è quello dei Vilhena, la più antica famiglia maltese, oggi Museo di Storia Naturale. A metà percorso si apre a destra la piazza di S. Paolo con la Cattedrale dedicata ai Ss. Pietro e Paolo ricostruita in stile barocco dopo il terremoto del 1693. Secondo la tradizione la cattedrale sorge nel luogo della casa di Publius, il governatore romano che accolse S. Paolo. La facciata ha due campanili laterali, l’interno è a croce latina con cappelle laterali intercomunicanti. Quasi di fronte alla piazza, sull’altro lato di via Villegaignon c’è il palazzo Santa Sofia il più vecchio edificio normanno di Mdina con il piano terra del 1200 e belle finestre a bifore più tarde. In fondo alla strada si trova la Bastion Square con una terrazza panoramica sui bastioni in direzione di La Valletta. Si completa il giro a piedi lungo le vie strette e tranquille che hanno dato alla città l’appellativo di “silenziosa”. Fra gli altri edifici storici, all’angolo sud-est della città, è il palazzo Xara del 1400 appartenuto alla famiglia Moscati-Parisio ed ora trasformato in albergo. Attigua è la Loggia dell’Arengo da cui venivano letti i bandi.
Sulla via di ritorno a La Valletta si fa una sosta al villaggio artigianale di Ta’ Qali che occupa un ex campo di aviazione britannico dell’ultima guerra. Gli ex capannoni degli aerei ed altri edifici sono ora occupati da laboratori artigiani e mostre di prodotti quali gioielli in filigrana, tappeti, ceramiche e vetri soffiati con vendita diretta.
14.4 L’ISOLA DI GOZO.
L’isola di Gozo, sorella minore di Malta, si trova all’estremità nord-ovest dell’arcipelago separata da un braccio di mare largo circa 8 km. Gozo ha una superficie di 67.5 kmq con dimensioni di circa 14 x 7 km ed una popolazione di 25000 abitanti. Il terreno è più ondulato ed accidentato di Malta ma anche più fertile e gli abitanti vivono di agricoltura, pesca, turismo ed artigianato. Gozo è rinomata per i suoi merletti e per gli oggetti di vetro soffiato e colorato. Anche su Gozo si diffuse una cultura megalitica analoga a quella di Malta, la tradizione fa di Gozo l’isola di Ogygia dove Ulisse fu tenuto prigioniero per 10 anni dalla ninfa Calipso, seguì le vicende storiche di Malta e, dato il suo maggiore isolamento, subì più a lungo le scorrerie dei corsari turchi: Dragut prima, che nel 1551 deportò 5000 abitanti come schiavi, fino all’ultima invasione nel 1708.
Per arrivare a Gozo si raggiunge il luogo di imbarco dei traghetti al Marfa point sulla punta nord-ovest di Malta e si attraversa il braccio di mare sbarcando nel porto di Mgarr in un golfo pittoresco, l’unico ben riparato dell’isola. Sulla via per la capitale Vittoria, si passa per Ghajnsielem e vicino ci si ferma al Gozo Heritage, un percorso di luci e suoni attraverso una serie di ambienti dove si illustra la storia dell’isola dai tempi remoti e leggendari fino a quelli storici e moderni. Si prosegue poi fino a Xewkija dove si trova una chiesa a cupola detta Rotunda iniziata nel 1952 e finita 20 anni più tardi sostituendo un chiesa barocca più piccola. L’opera fu voluta e finanziata dagli abitanti che hanno prestato anche lavoro volontario. La cupola è alta 75 m e la chiesa è dedicata a S. Giovanni Battista. L’altra tappa è la capitale Vittoria, il cui nome fu dato dagli Inglesi nel 1897 in omaggio alla regina Vittoria ma prima era chiamata Rabat dagli Arabi. La città si stende intorno ad una collina fortificata detta La Cittadella, l’antico borgo che era il nucleo più antico di origini fenice del 1800 a.C.. Qui si rifugiavano gli abitanti dell’isola per sfuggire alle incursioni dei Turchi ma nel 1551 il castello fu preso e distrutto e la popolazione fatta schiava. La fortezza fu poi ricostruita dai Cavalieri nelle forme attuali. All’interno c’è la cattedrale barocca che si troverebbe sul sito di un tempio fenicio di Astarte trasformato dai Romani in un tempio a Giunone. Dai bastioni si ha un bel panorama sui dintorni.
Un rapido giro dell’isola da sud a nord tocca a sud-ovest di Vittoria la baia di Xlendi con un villaggio di pescatori ed artigiani, poi si raggiunge la costa nord fra le insenature di Qbaijar e Marsalforn dove si trova una bella spiaggia. Il luogo più interessante di Gozo è però il sito megalitico di Ggantija quasi al centro dell’isola nei pressi di Xghara, un’area abitata fin dalla preistoria. A Ggantija, all’interno di una cinta esterna formata da blocchi monolitici di calcare corallino e di globigerina sedimentaria conficcati nel terreno, si trovano due templi, i meglio conservati delle isole maltesi, che datano da 3600 a 3000 anni a.C., mille anni prima delle piramidi di Giza in Egitto. Il primo tempio, il più antico e più grande detto Tempio sud, è formato da 5 absidi, le prime due in opposizione formano una prima camera ellittica poi, attraverso un corridoio, si passa alle altre tre disposte a trifoglio e l’ultima, sull’asse, è quella dell’altare principale formato da tre pietre dove venivano compiuti i sacrifici di animali. Il Tempio nord, aggiunto accanto al primo successivamente, è più piccolo e spoglio, anche questo ha 5 absidi ma l’ultima, quella di testa, è appena abbozzata. All’interno dei templi sono state trovate due teste in pietra di dea e lastre decorate ora conservate al museo di Vittoria.
14.3 RESTI FOSSILI E PREISTORICI DI MALTA.
Malta è ricca di siti preistorici ma ci sono anche ritrovamenti di resti fossili di animali che popolavano questa terra durante l’ultimo periodo glaciale quando, essendo collegata alla Sicilia ed all’Italia, la fauna continentale si era spinta fino all’estremo sud rimanendo poi isolata con il sollevarsi del livello del mare. Animali come ippopotami, elefanti, orsi bruni, cervi, lupi, volpi, al ridursi dello spazio vitale, avevano subito un processo selettivo di adattamento locale che li aveva portati al nanismo. Gli scheletri trovati di questi animali hanno tutti dimensioni particolarmente ridotte e risalgono a 170000 fino a 8000 anni fa.
Uno di questi luoghi è la grotta di Ghar Dalam (grotta oscura) vicino alla baia di Marsaxlokk nel lato sud-est dell’isola. La grotta è una cavità naturale prodotta dall’erosione delle acque; profonda 215 m, vi sono anche formazioni di stalattiti e stalagmiti recenti. La grotta era perpendicolare ad un vallata che scendeva verso il mare e veniva inondata dall’acqua raccolta da essa. Le ossa degli animali che morivano nella valle venivano trascinati nell’interno con il flusso ed il riflusso. L’erosione della valle ha poi messo a nudo la grotta che è rimasta all’asciutto e negli strati superiori si sono trovati resti di utensili dell’uomo neolitico. I reperti della grotta sono stati raccolti in un museo costruito all’ingresso del sito che è uno dei più interessanti dell’isola.
Vicino a Ghar Dalam si trovano resti di un villaggio dell’età del bronzo e di un altro tempio megalitico a Borg in-Nadur. Sulla grande baia di Marsaxlokk, dove si sta costruendo un grande porto commerciale, c’è l’abitato di Birzebbuga, centro balneare ed il caratteristico villaggio di pescatori Marsaxlokk che ha dato il nome alla baia (marsa è parola araba che significa porto e xlokk viene dal siciliano scirocco). Il villaggio è rinomato per il pesce e per il mercatino di oggetti di artigianato. Nella baia di Marsaxlokk sbarcarono nel 1565 le forze turche che iniziarono il Grande Assedio e vi sostò la flotta di Napoleone diretta in Egitto.
Nel percorso da La Valletta a Marsaxlokk si attraversano prima l’abitato di Paola, cittadina residenziale ed industriale, e, praticamente senza soluzione di continuità, quello di Tarxien. All’interno di questi abitati si trovano importanti resti della cultura megalitica di Malta. Vicino al centro di Paola nel 1902, durante la costruzione di una casa, fu trovato un impressionante monumento sotterraneo detto Ipogeo di Hal Saflieni. Gli scavi fra il 1905 ed il 1911 hanno portato alla luce un vasto complesso di grotte, passaggi e cubicoli sotterranei scavati nella roccia su tre livelli fino a 12 m di profondità. Le parti più antiche risalirebbero al 3000 a.C., quelle più recenti al 2000 a.C. alla fine della cultura dei templi. L’ipogeo iniziò come un sistema di tombe comunicanti, poi si crearono camere più grandi e fu costruito il tempio principale destinato a riti funebri. Vi sono stati trovati migliaia di sepolcri con un gran numero di ossa umane e frammenti di ceramiche e ornamenti, le pareti sono decorate in ocra rossa con motivi floreali e spirali. Da qui proviene la statuetta di terracotta della Dormiente e la statua in pietra della Donna Grassa esposte ora nel Museo Archeologico di La Vallette. Ci sono difficoltà a programmare una visita, e non solo in periodi di grande affluenza, perché è necessaria la prenotazione.
A Tarxien, non più di 500 m dall’Ipogeo, si trovano quattro templi megalitici datati fra il 3000 ed il 2500 a.C., tre sono raggruppati ed il quarto, più piccolo e poco riconoscibile, è distaccato. Il gruppo dei tre templi costituisce uno dei complessi meglio conservati, ricco di sculture e decorazioni. La pianta è sempre quella a doppie absidi contrapposte che formano delle camere ellittiche comunicanti attraverso stretti passaggi. Entrando nel sito ci si trova in uno spiazzo con una cisterna davanti all’ingresso del Tempio meridionale o Terzo tempio, il più recente. Superata la soglia ci si trova nel primo ambiente ellittico con pietre decorate a motivi spiraliformi. Nell’abside di destra c’è una statua colossale di pietra di cui rimane solo la parte inferiore rappresentante una donna prosperosa dai fianchi coperti da una gonna plissettata. La parte rimanente della statua è alta 90 cm e si presume quindi che la statua fosse alta 2,5 m; doveva trattarsi della dea della Fertilità. Il Secondo tempio, o Tempio di mezzo, ha tre camere ellittiche in successione da sud a nord, è ben rifinito con pareti istoriate a spirali. Al centro della prima stanza c’è una vasca di pietra. Il Primo tempio, o Tempio est, ha solo due camere, è il più antico ed è stato manomesso quando è stato costruito il secondo. Vicini ai templi sono raccolti mucchi di pietre sferiche usati dai costruttori per fare rotolare i blocchi di pietra.
Sulla scogliera della costa meridionale, vicino a Qrendi si trovano vicini due siti megalitici: Hagar Qim (le pietre erette) ed i templi di Mnajdra più in basso. Il complesso di Hagar Qim si presenta con una spettacolare facciata costituita da enormi massi accostati di calcare corallino e globigerina, il più grande a sinistra pesa circa 200 tonnellate ed è alto 7 m. La cinta megalitica ed il tempio all’interno è contemporaneo a quelli di Ggantija a Gozo ma ha una struttura meno regolare, vi sono 5 sale ovali che circondano a raggiera un vestibolo. Sono state trovate molte lastre decorate e statue oggi nel museo di La Valletta.
Dal complesso di Hagar Qim un sentiero in cemento lungo 500 m porta al sito di Mnajdra più in basso dove si trovano due templi affiancati; a destra quello detto Superiore perché sopraelevato ed a sinistra quello Inferiore a livello del terreno. I due templi sono circondati da un muro continuo in calcare corallino e non comunicano internamente. La pianta è quella classica a trifoglio.
Fuori il paesaggio è quello di una pietraia che scende verso la scogliera e guarda sul mare in vista di uno scoglio disabitato di nome Filfla. In giro vi sono i capanni di pietra degli uccellatori usati per la caccia nei periodi di passo.
14.4 MALTA VISTA DAL MARE.
Guardandole dal mare si ha una visione panoramica più completa delle coste e degli abitati che vi si affacciano. Il giro del porto di La Valletta ed il giro completo intorno all’isola sono le due tipiche crociere che ne completano l’esplorazione.
14.4.1 IL PORTO DI LA VALLETTA DAL MARE.
La crociera inizia dal lungomare di Sliema (The Strand) sullo Sliema Creek ed esplora i due porti ai lati della penisola di Sceberras, cioè il porto di Marsamxett ed il Gran Porto girando intorno al Forte Sant’Elmo.
Dallo Sliema Creek si costeggia l’isola di Manoel dove si trova il forte omonimo costruito nel 1700; prima i Cavalieri vi avevano sistemato il lazzaretto che poi rimase come ospedale di isolamento. Nel forte fu internata la guarnigione francese dopo la sua resa agli Inglesi e fino alla pace di Amiens del 1802. Gli edifici del Lazzaretto sorgono alla sinistra del forte, all’imbocco del Lazzaretto Creek, con una facciata ad arcate a pelo dell’acqua. Durante l’ultima guerra furono adibiti a base di sottomarini, attualmente non hanno ancora avuto una sistemazione. Nel fondo del Lazzaretto Creek c’è il primo porto degli Yacht utilizzato anche per riparazioni e manutenzioni. A sinistra dell’isola Manoel si allunga la penisola Ta’Xbiex sulla cui punta si trova l’ambasciata d’Italia. Il fondo del porto di Marsamxett è occupato dal grande porto degli Yacht capace di più di 600 natanti.
Si torna indietro costeggiando il lato nord della penisola di Sceberras lungo i bastioni che la cingono; prima quelli del sobborgo di Floriana e poi quelli di La Valletta ed il profilo dei palazzi da cui spiccano il campanile della cattedrale anglicana di St.Paul e la cupola delle Carmelitane. Si arriva sulla punta estrema della penisola al forte Sant’Elmo girando intorno alla punta ed entrando nel Porto Grande protetto da una scogliera frangiflutti.
Costeggiando le fortificazioni di La Valletta si scoprono prima i Lower Barracks Gardens sopra i bastioni di Castiglia dove sorge il piccolo monumento a forma di tempietto greco eretto nel 1810 a ricordo del primo governatore di Malta, Sir Alexander Ball, che aveva guidato la rivolta dei Maltesi contro i Francesi. Più avanti si passa lungo il molo dei pescatori dove si tiene il mercato del pesce e quindi sotto gli Upper Barracks Gardens, il punto più alto dei bastioni sotto i quali si trovano gli edifici della Dogana in stile veneziano costruiti nel 1774. Vicino si fermano anche le navi da crociera che solcano il Mediterraneo e fanno sosta a Malta.
Ci si spinge verso il fondo del Porto Grande dove si trovano gli impianti portuali, i cantieri ed i bacini di carenaggio il più grande dei quali si trova nel French Creek l’insenatura che confina con la penisola di Senglea. L’abitato fortificato di Senglea finisce con il forte di S. Michele ed il suo caratteristico bastione. Parallela si protende la penisola di Vittoriosa, antica Birgu, con il forte Sant’Angelo. Fra le due penisole si apre il Dockyard Creek in fondo al quale si trova la città di Cospicua. Superato Forte Sant’Angelo c’è ancora la penisola di Kalkara dove sorge un ospedale del tempo di Napoleone e Nelson ora rinnovato. Un’ultima penisola chiude il porto con il forte Ricasoli che fronteggia quello di Sant’Elmo.
Si esce dal Porto Grande rientrando nel porto di Marsamxett e la nave ritorna al punto di imbarco sul lungomare di Sliema.
14.4.2 IL GIRO DELL’ISOLA.
Il giro dell’isola dal mare parte sempre dallo Sliema Creek, fa il periplo di Malta in senso antiorario con una sosta nell’isolotto di Comino fra Gozo e Malta e dura circa 8 ore.
Si segue prima la costa settentrionale della penisola di Sliema occupata dal centro più ricco e popoloso dell’isola. L’abitato si estende a ovest anche oltre la penisola e la St.Julian Bay, una volta occupata da un villaggio di pescatori, con grandi complessi alberghieri come l’Hotel Hilton a forma di grattacielo. Un’altra area residenziale importante si ha nella profonda baia di St.Paul, secondo la tradizione luogo del naufragio di S. Paolo, la località più rinomata qui è Bugibba. Si passa però al largo e si prosegue verso l’estremità nord-ovest di Malta, la penisola di Marfa che fronteggia Gozo. Fra Malta e Gozo si trova l’isolotto di Comino, selvaggio e quasi incolto ma dotato di qualche attrezzatura alberghiera. Sul lato ovest e molto vicino c’è un altro piccolo scoglio, detto Cominotto, ed in mezzo una splendida laguna dai colori intensi detta Laguna Blu. Qui si fa una sosta di 4 ore per l’escursione nell’isola, le attività balneari ed il pranzo. Comino fu per lungo tempo rifugio di pirati ed i Cavalieri nel 1600 vi fecero costruire una torre di sorveglianza ed avvistamento che è stata restaurata ed è ben visibile a distanza.
La seconda parte del percorso gira intorno alla costa ovest, quella meridionale ed infine orientale dell’isola. Nei primi due tratti la costa si presenta generalmente alta con poche insenature ed approdi. All’interno si distinguono gli abitati fra cui quello di Mgarr con la sua chiesa a cupola, poi la costa si fa sempre più ripida nella zona di Dingli a sud-ovest di Mdina con la scogliera tagliata a picco a struttura stratificata sedimentaria. Si passa poi davanti alla scogliera di Hagar Qim e Mnajdra a sud di Qrendi e Zurrieg fra la costa e lo scoglio di Filfla. Più avanti si intravedono sopra la scogliera le strutture dell’aeroporto militare di Hal Far ed infine si gira la punta Benghisa affacciandosi alla baia di Marsaxlokk dove è in costruzione il grande porto commerciale. Si procede infine al largo della costa est più frastagliata e bassa e si risale a nord verso La Valletta rientrando nel porto di Marsamxett.
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