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1° GIORNO: Giovedì - 31/07/2003
Anche quest’anno, malgrado le tante traversie - forse più gravi del solito- riusciamo a sistemare il camper riempendolo di vivande e vestiti, per partire, avendo in linea di massima come meta l’Olanda , il Belgio e il Lussemburgo.
Il tour di massima, sviluppato nel tempo sfogliando libri, diari di bordo e riviste, era stato programmato in tempi vari problemi avuti, per cui ogni cosa ha subito cambiamenti dovuti anche al tempo che si è ridotto notevolmente.
Decidiamo di partire il 31/07/03: alle 22.00 usciamo dal camper house, dopo aver riempito i serbatoi di acqua pulita : è un po’ tardi, ma è nelle nostre intenzioni fermarci presto per dormire. Così, dopo aver traghettato senza problema e non avere fatto alcuna fila, ci troviamo in Calabria, e prima di percorrere i 433 km che sono necessari per arrivare a Salerno ceniamo con un ‘ottima sfoglia alle verdure che mamma ha preparato a casa, e poi arriviamo a Pizzo Calabro; qui, sentendo la necessità di riposarci, chiudiamo tendine e freschini e ci addormentiamo. Domattina ci aspetta la lunga Salerno- Reggio Calabria!!
2° GIORNO Venerdì - 01/08/2003
La sveglia è alle 9.00 del mattino: ci ritroviamo attorniati da camion e gente che fa colazione in autogrill. Dopo aver fatto colazione anche noi, alle 10.00 siamo pronti per affrontare la lunga Italia, che ci rende palese quanto isolani ed isolati siamo in Sicilia. Così iniziano i chilometri, pensiamo di farne tanti dato che dovremmo raggiungere l’Olanda. All’area Angioina est (notando con piacere che è una meta a noi nota dato che ci fermiamo spesso qui durante i tour), sistemiamo la tavola e arrangiamo un pranzo fugace per non appesantirci: papà vuole riposare e mamma sarà alla guida del camper sebbene ci sia un po’ di vento. Intanto ci sentiamo con alcuni amici, partiti un paio di giorni fa, che ci chiedono di raggiungerli a Bologna e fare insieme un piccolo percorso fino alla Germania per far stare i bimbi insieme per un po’. Devo dire che noi per etica “professionalmente turistica” non amiamo viaggiare in compagnia, vuoi per le differenti esigenze, vuoi per i tragitti ben stabiliti da prima delle partenze ma soprattutto per la poca propensione a fare ciò che vogliono gli altri: tuttavia abbiamo accolto con entusiasmo la proposta dei ragazzi e con la felicità di Manfredi e Gaspare, ci fermiamo a Bologna nell’area di sosta Cantagallo, dove trascorriamo la notte in tutta tranquillità.
Grande la felicità dei bambini.
3° GIORNO Sabato - 02/08/2003
Stamattina ci alziamo con una temperatura molto alta dentro il camper: c’è un sole che spacca le pietre e siamo sudati. Dopo aver presto un italianissimo caffè ci spostiamo dall’area Cantagallo diretti verso il Brennero, mentre i bimbi decidono all’unanime di stare insieme nel nostro camper e giocare; ci incamminiamo verso Bolzano, ma già si respira aria di vacanza, tutte le auto hanno i portabagagli stracolmi e i siluri sopra le macchine, ci sono miriadi di camper per le strade, papa è felice di aver lasciato la Sicilia per il viaggio estivo dopo un anno di attesa e spero possa rilassarsi a dovere. Per quanto riguarda me, so a cosa andrò in contro nei prossimi giorni: i bambini saranno come sempre incontenibili, euforici e bisognerà attendere la famosa fase di assestamento per poter essere più tranquilli.
La famuccia si fa sentire alle 13. 00, per cui ci si ferma a pranzare dopo poco, si comprano i famigerati gelati (da mangiare esclusivamente fuori dal camper) e si riparte: la strada verso Bolzano è incasinatissima, code lunghe e caldo soffocante. Arriviamo in Austria.
Ligi alle regole delle altre nazioni, acquistiamo la Vignette (7 euro, con validità 10 gg), per poter percorrere le autostrade;
Dopo poca strada siamo ad Hall in Tirol, in un campeggio pulito e poco stanziale (Swimmbad camping, Euro 23 a notte)), dove si trovano le megapiscine che hanno fatto la felicità dei ragazzini: così, anche per smorzare la lunghezza del percorso, decidiamo insieme di fermarci due giorni e ci sollazziamo dentro questo mondo divertente: ci accorgiamo, dalla quantità di gente che c’è, che il mare austriaco e di buona parte dei tedeschi, è fatto solo di piscine!!! Comunque ci si riposa realmente, le piscine sono ben organizzate, pulite e vale la pena prendere il sole negli immensi prati verdi.
La sera facciamo una minipasseggiatina in paese con le biciclette, e notiamo come sia pulito questo piccolo paese e come sia pittoresco vederlo di sera con le luci dei negozi (chiaramente chiusi dalle 18. 00) e il campanile illuminato.
4° GIORNO Domenica- 03/08/2003
Ci alziamo di buon ora e carichiamo di acqua il camper. Dopo colazione lasciamo l’Austria, per avviarci a Legoland, la terra dei mattoncini di Lego, (ben 50 milioni usati). Siamo già in territorio tedesco, infatti percorriamo la Baviera e rimaniamo incantati, già per la seconda volta, dai boschi e dalla vegetazione germanica: arriviamo dopo pranzo e posteggiamo nello spiazzale di Legoland, pagando 5 euro se decidiamo di dormire lì o 3 euro per il solo posteggio, ma chiaramente resteremo tutto il giorno e pernotteremo .
A Legoland paghiamo in 4 ben 100 euro, la botta non è indifferente, ma appena entrati dimentichiamo la spesa e ci immergiamo in questo fantastico mondo incantato. Iniziamo con i gommoni, poi col mondo lego da costruire e poter poi comprare a peso, poi entriamo nella fabbrica Lego e vediamo tagliare i mattoncini: insomma una meraviglia che fa scialare i piccoli.
Tornati in camper facciamo le docce fuori nel piazzale (provvidenziale l’allungo della doccia fatto fare a posta per i viaggi), ceniamo e guardiamo tutti insieme Strek, il cartone animato della Walt Disney, fuori dal camper, sotto un cielo pieno di stelle: riflettiamo sulla bellezza di poter essere sotto un cielo stellato, in piena libertà, in un’altra nazione!! Quest’anno ci siamo ben equipaggiati, abbiamo portato con noi il Pc e i cartoni animati in Dvx per i bambini, utili soprattutto per le serate di pioggia.
5° GIORNO Lunedì- 04/08/2003
Stamattina abbiamo pensato di trascorrere un’altra giornata gli amici,prima di separarci per continuare il viaggio ognuno per conto proprio. La destinazione scelta è Rothenborg, cittadina medievale che fa parte della Strada Romantica tedesca che parte da Monaco e arriva fino a Wurtzburg: posteggiamo alle porte del paese e ci addentriamo attraverso le mura antiche che fanno il giro totale della città. Questa cittadina è veramente molto bella, ha mantenuto il suo aspetto antico, è piena di negozietti “natalizi” e pulita: lungo la strada principale adocchiamo un panificio ricco di dolci e pane di ogni tipo, e non perdiamo tempo a comprare di tutto. Pranziamo insieme (c’è molto caldo), passeggiamo e compriamo il magnete che si aggiungerà alla nostra collezione. Dopo pranzo ci salutiamo con i ragazzi, poiché da oggi prenderemo strade diverse, loro andranno in Francia e noi in Olanda.
Da adesso siamo soli, facciamo gasolio e iniziamo a spostarci verso l’Olanda, attraversando la Germania Occidentale: arriviamo a Bonn, una città da vedere per l’ordine e le residenze dove dimorò Beethoven; poi ci spostiamo verso Francoforte, bagnata dalle acque del Meno, bella cittadina tipicamente tedesca: visitiamo la cattedrale e il centro storico e continuiamo verso Coblenza. Sono già le 20.30, e sebbene qui ci sia ancora luce abbiamo la necessità di trovare un campeggio per sicurezza e scaricare le acque nere. Lo troviamo in riva alla Mosella, strapieno e non troppo pulito, il gentile proprietario ci fornisce la luce e la piazzola; ci accontentiamo, prepariamo la cenetta e ci riposiamo. Coblenza è una cittadina tra il Reno e la Mosella, diventata la città dei sogni durante il periodo romanico: il paesaggio tra i due fiumi è realmente pittoresco, soprattutto al tramonto, e l’ abbondanza di monumenti e costruzioni storiche ne fa una cittadina degna di essere visitata almeno una volta.
6° GIORNO Martedì- 05/08/2003
Alle 9.30 siamo già operativi: i bambini desiderano arrivare presto in Olanda, ma non sanno che ancora ci sono parecchi chilometri da fare.
Seguiamo la nazionale da Coblenza, diretti a Colonia (Koln) ed Aquisgrana (Aachen). La strada per Colonia è lunga ma molto bella, lungo i fiumi, c’è molto caldo ma siamo talmente felici di essere in vacanza che tutto appare più bello e meno faticoso: a Colonia, posteggiamo sotto la cattedrale, ma ci accorgiamo che come in ogni grande città diventa difficile muoversi. Non abbiamo un’ottima impressione della città, sebbene sia molto bella: una strana sensazione di disagio e di pericolosità ci fa decidere di visitare il centro storico e andare via. La città è molto sporca, e forse la vicinanza della cattedrale alla stazione non la rende particolarmente affascinante.
Volgiamo verso Aquisgrana, che visitiamo molto fugacemente perché entro il pomeriggio vogliamo arrivare a Maastricht: essendo impossibile posteggiare ad Aquisgrana la nostra visita è celerissima.
Nel pomeriggio siamo a Maastricht, dove già alle 17.00 è tutto chiuso e la città semideserta: incontriamo un ragazzo a cui diamo un passaggio, che sale in camper e ci indica la strada per Volkenberg, un paesino vicino Maastricht dove troviamo il campeggio De Linde, con piscina, e dove facciamo delle docce calde. Qui si sta bene, prepariamo una megainsalata, vediamo un cartone animato al computer, stiamo a parlottare per un pò e ci addormentiamo.
7° GIORNO Mercoledì- 06/08/2003
Oggi ci dedicheremo alla visita della città, straordinariamente ricca di monumenti, chiese edifici pubblici. Posteggiamo accanto alla piazza principale, mettiamo il ticket sul parabrezza ed iniziamo la nostra scarpinata: il centro storico è molto bello, vediamo il palazzo di giustizia, edificio eretto alla fine del XV° sec., in stile gotico, la galleria di negozi del Maastricht Smedenstraat, le case con i tetti a capanna e le facciate rivestite di mattoni e le chiese cittadine; qui tutto costa caro, persino la piantina della città costa 2 euro, ma comunque vale la pena stare a passeggiare per un po’ (anche qui compriamo la calamita).
Ma la nostra tabella di marcia oggi, prevede anche un premio per i piccoli che si sono sciroppati tanti chilometri: andremo al parco degli elfi, l’Efteling, vicino st.Ertoghenboshen. Per le strade non c’è molta gente e ciò ci fa sperare che non ci sarà molta confusione neanche al parco: al parcheggio dell’Efteling (5 euro) non ci sono molti camper, ne contiamo solo 4 di cui 3 italiani, ma molte auto; paghiamo anche qui circa 100 euro ed entriamo nel mondo degli elfi e degli gnomi. La cosa bella è che non facciamo file e code per i giochi, non c’è attesa, si entra e si esce senza problemi: la casa Volta ci porta nel mondo dei fantasmi, il laghetto con le barche ci rilassa totalmente, le auto d’epoca ci riportano indietro nel tempo, il carosello del mondo quasi uguale a quello di Eurodisney : molto bello è il bosco del parco, fatto tutto ad arte elfica, sembra un bosco delle favole di Andersen. Mangiamo le patatine olandesi, grosse e con intrugli di maionese, e al tramonto lasciamo il parco a malincuore ma con la soddisfazione di un gran divertimento. Dopo aver girovagato in cerca di un campeggio approdiamo al Droomgard, un villaggio campeggio orribile, chiassoso e pieno di stanziali: scioccati per la tariffa di 35 euro per una notte, ma soprattutto per l’ambiente, decidiamo di andar via e troviamo posto in un altro campeggino, De Roeselberg, pulito, silenzioso ed economico, dove tra le altre cose ci sono anche i giochini per i bimbi, i quali non perdono tempo malgrado aver trascorso una giornata al parco giochi. Ceniamo romanticamente sotto le stelle, al silenzio assoluto perché alle 21.00 tutti dormono già, laviamo anche i piatti in assoluto silenzio e ci addormentiamo.
8° GIORNO Giovedì- 07/08/2003
Cominciamo stamattina la scalata verso Nord-Holland. Lasciamo a malincuore il nostro piccolo campeggino che abbiamo già pagato all’arrivo ieri sera (ma gli olandesi non si fidano di noi italiani?) e proseguiamo verso st.Hertoghemboshen, dove nella guida Michelin abbiamo visto che c’è una bella cattedrale da visitare. Ed in effetti è vero, perché giunti dinnanzi la cattedrale ci accorgiamo di aver fatto una scelta felice: con un croissant in mano, acquistato lungo il corso principale e pagato una cifra, entriamo in questa magnifica cattedrale gotica e fotografiamo ogni angolo della chiesa – molto luminosa-. Tanto per cambiare Gaspare accende lumini ai santi, sebbene prima chieda il permesso: all’ingresso c’è il diario della firme e non perdiamo tempo nell’apporre i nostri autografi. All’uscita riprendiamo il camper e volgiamo verso il De Hoge Veluwe Parc di Otterlo.
Questo parco offre un ambiente unico di natura, arte ed architettura: è un mondo eccellente per godersi la tranquillità, gli spazi i silenzi ed apprezzare ciò che la vita ti offre. All’ingresso si può fare il ticket per stare finchè si vuole (30 euro in 4 col camper), c’è il camping all’interno, e c’è la possibilità di prendere le bici bianche a noleggio gratuitamente e poter girare liberamente: i 5.500 ettari di parco ospitano animali in libertà, alberi secolari, natura vergine, ma soprattutto l’attrattiva è data dal Museo Kroller-Muller, fondato da Anton e melene Kroller-Muller, che conserva una collezione di opere d’arte di Van Gogh e Picasso, Seurat, Mondrian ed altri. Prima di entrare all’interno del museo bisogna attraversare il giardino delle sculture moderne, dove strani scultori come Serra, Henry Moore, August Rodin etc, si sono sbizzarriti in opere contemporanee che però noi non riusciamo ad interpretare (sono un po’ sui generis!!); una volta all’interno ci si perde tra le opere del “primo” Van Gogh, (tra cui il famoso “Mangiatori di patate”), per il quale tra l’altro viene festeggiato il 150° anniversario dalla mrte. Appena arrivati all’uscita vediamo Manfredi in lacrime, accompagnato da una coppia di italiani, che è uscito dal camper dopo essere stato lasciato lì a dovere per essere in piena attività di turbolenza, riprendiamo le velòs bianche e ci sollazziamo a girare tra i boschi, respirando aria pura, poi usciamo e volgiamo verso Kampen. Qui troviamo il campeggio “Roggebotsluis”, grande, stanziale ma pulito: scegliamo una piazzola isolata lungo il fiume, ma il proprietario ci dice che la sera i ragazzi con la tenda accanto organizzeranno una strana festa: noncuranti di ciò, usciamo le sedie e ci godiamo lo spettacolo stellare.
9° GIORNO Venerdì- 08/08/2003
Dedichiamo la giornata odierna alla visita di Kampen, cittadina anseatica di mare molto graziosa sulle rive dell’ Ijssel: si può visitare il museo del tabacco, lo Stedelik Kampen Museum, e vedere le chiese del centro. Dopo aver fatto rifornimento d’acqua e pane, la nostra tabella prevede Giethoorn, paese lacustre molto bello, degno di essere visitato, raggiungibile solo in bici e in barca: pazientemente, scendiamo giù le bici dal camper e pedaliamo fino al centro del paese. Dietro un piccolo bar posiamo le bici e per fare un tour un po’ più romantico e diverso, con 15 euro affittiamo la barchetta e ci godiamo il paese dall’acqua. Delizioso il giro che fanno fare i marinai di Giethorn, dandoti la mappa da seguire: ci si può fermare anche in mezzo al canale e gustare un gelato, poiché la gelateria è proprio una barca al centro dell’acqua; oppure allungare il tragitto e bearsi del profumo del verde olandese. Una realtà a misura d’uomo, dove si può stare anche a dormire in camper nel parcheggio all’ingresso del paese! Dopo una lunga passeggiata sotto il sole, riprendiamo il camper, posto lungo il canale dove tutti pescano con le loro canne, e proseguiamo verso Urk. Questo è uno dei paesi, assieme a Giethorn, più carini dell’Olanda visti fin’ora: si tratta di un paesino portuale, con una bella spiaggia, una miriade di barche ormeggiate lungo il molo, e soprattutto un faro meraviglioso che ricorda la bella Bretagna. Una romantica passeggiatina lungo il mare, all’ora del tramonto, non può mancare, ci fa sentire più vicini e ci fa anelare a un po’ di sana solitudine familiare: Manfredi e Gaspare approfittano per giocare con delle giostrine montate lungo il mare, e noi li guardiamo da lontano commentando la loro esuberanza, che in questa prima fase di viaggio, è stata eccessiva. Le foto al faro sono di prassi, ma ci tenta anche l’odore del pesce che esce dai ristorantini del paese: stasera risparmieremo, al prossimo paese se ne riparla. Dal momento che i paesini sono poco distanti l’uno dall’altro, abbiamo pensato che sarebbe bello poterne vedere più d’uno, così dato che sta facendo buio dopo pochi chilometri arriviamo ad Hindeloopen, un altro paese di pescatori. C’è uno spiazzale antistante il porto che ci tenta molto per dormire la sera, e, sebbene fossimo tentennanti per il divieto di campeggio libero in Olanda, ci lasciamo sopraffare dall’idea del risparmio e dal fatto che ci sono dei ragazzi di Como con dei camper vicino il nostro, che trascorreranno lì la notte. Dopo aver cenato in fretta, passeggiamo per le viuzze del paesino: anche questo piccolo paese è pieno di localini gremiti di gente che beve birra, di barche a vela posteggiate nel porticciolo e piena di cani al guinzaglio; abbiamo notato che tutti hanno almeno un cane e quasi tutti un Golden Retriever (proprio il cane che vorremmo comprare noi!!). I cani, sono molto educati e non si aggrediscono tra loro: un esempio di civiltà da prendere in considerazione!!
Domattina sicuramente faremo un giretto con la luce del sole.
10° GIORNO Sabato- 09/08/2003
Trascorsa la notte in tranquillità, ci vestiamo e facciamo la nostra colazione, ormai diventata olandese per la grande quantità di cake al burro che mangiamo: raggiungere il centro è facile dal momento che già ieri sera ci siamo stati; andiamo a vedere le barchette e il mare, notiamo come gli olandesi si siano adoperati per creare degli argini tra la terra e il mare. Il paesaggio anche qui sembra bretone: le tipiche casette dei pescatori con gli zoccoli appesi fuori dalle porte, i giardinetti curati e ben addobbati, ci rendono palese quanto lontano siamo dalla nostra stressantissima città, e che tipo di vita calma e serena fa questa gente. Compriamo la nostra calamita, una modellino di barca a vela, delle racchettine da tennis, e giochiamo in un prato verde vicino ad un canale. Anche stamattina la sveglia è stata piacevolmente allietata dal sole.
Attaccate ad Hindeloopen si trovano Makkum e Workum, cittadine che vediamo en passant poiché è tutto chiuso.
I bambini sono agitatissimi, litigano tra loro ed è difficile star sereni oggi: dopo aver visto la parte sud e nord-est dell’Olanda oggi attraversiamo la diga, lunga 30 km, che ci porterà dall’altro lato dell’Olanda. In un’area di sosta fermiamo il camper, prendiamo la macchina fotografica e ammiriamo le belle spiagge olandesi, larghe e dalla sabbia chiara : il sole è forte ma la brezza marina smorza il suo calore. L’idillio è interrotto dalle lacrime di Gaspare, avvilito perché suo fratellino (in piena attività..!!) gli ha decapitato Torimon, un micropupazzo dal valore economico di 500 lire ma dal grande valore affettivo: il risultato è che le foto vengono con pianto incorporato e che al ritorno ci aspetta l’acquisto di un nuovo giocattolo.
Tuttavia, con la forza che ci contraddistingue continuiamo, e la strada della diga ci porta ad Enkhuizen, paese con tipiche case di mare, dove siamo attratti dallo Zuiderzee museum, un museo diviso in museo interno e museo esterno che raccoglie la storia della vita olandese. Seguiamo le indicazioni per Hoorn, ma ce lo lasciamo alle spalle e proseguiamo per Edam, dove chiaramente acquistiamo dell’ottimo formaggio (250 gr 5,60 euro), e Volendam. Ma la meta di stasera è Marken, stupendo microcosmo di poche case, dove decidiamo di dormire: paghiamo 6 euro per il posteggio in cui è possibile sostare la notte e ci fermiamo. Scendiamo velocemente dal camper, prendiamo le bici e ci spostiamo fino al centro; il paese dalle casette verdi è una realtà da fiaba!! È molto piccolo ma ordinato, ci sono 2 o 3 ristorantini, tantissime barche con la gente dentro che già alle 17.00 cena, le docce calde a disposizione del pubblico e due camioncini che vendono frites e coca cola!! Le docce, dopo una giornata di sole, sono un toccasana: per lo più il fatto che sono pulite e gratuite ci rende sereni. Puliti e soddisfatti continuiamo a passeggiare mano nella mano e torniamo in camper, ceniamo e ritorniamo in paese dove ci aspetta una di quelle birrerie lungo il molo: l’Amstel sarà nostra anche stasera!!!
11° GIORNO Domenica- 10/08/2003
Abbiamo visto, stamattina, che da Marken passa il bus che porta ad Amsterdam; non c’è occasione migliore per raggiungere la città, evitando di trascinarci il camper che è difficile da posteggiare. Paghiamo direttamente sull’autobus e in mezz’ora siamo in una delle più belle città d’Europa. Rimaniamo subito esterrefatti dalla stazione, costruzione merletto difficile da trovare in una grande città, tanto da sembrare una struttura museo; dopo aver pagato 2 euro per una inutile ed inutilizzata cartina della città, fatta male, acquistata presso l’ufficio del turismo al centro, iniziamo il giro con il museo Van Gogh e il Rijksmuseum. Il museo Van Gogh è un sogno da tanto tempo, e prima di partire ho fatto un lavaggio di cervello ai piccoli dicendo loro che avrei voluto vederlo senza problemi e in assoluto silenzio. Al museo Van Gogh paghiamo 9 euro a persona (i bambini non pagano), ma tutti santi e benedetti, perché si può vedere tutta la collezione del pittore. I quadri sono coloratissimi, predominati da colori forti, giallo rosso, arancione: non si spiega come mai questo pittore prediligesse queste tonalità a tinte più scure, dal momento che non era sano di mente ed era depresso. Le sale sono ben divise per periodi di vita del pittore: ad Amsterdam nel 1878, ad Arles nel 1886, in Belgio e a Parigi, e i quadri sono ben collocati. Ai piani superiori si trovano invece gli autori che gravitarono attorno a lui nello stesso periodo, e coloro che seguirono le sue orme. Chiaramente qui abbiamo acquistato i poster che coloreranno la nostra casa!! Ci spostiamo poi al Rijksmuseum, pagando anche qui 9 euro cadauno, ma la situazione cambia un po’ perché le sale sono più grandi e il museo è ricco di quadri: sperando che i bimbi non diano segni di cedimento, ci addentriamo tra i saloni e ci beiamo di quelle immagini meravigliose. Primeggia Rembrant, con la sua “Ronda di notte”, seguito da “La cameriera” di Veermer: insomma un susseguirsi di meraviglie difficili da dimenticare. Sicuramente ne valeva la pena. Usciti dai musei (la prossima volta toccherà allo Stedelick museum), visitiamo la città con il tram: piazza Dam, il quartiere a luci rosse, la Newe Kerk e la Oude Kerk, i canali! Tutto ha un suo fascino, persino lo Scheepvaart Museum – il museo della navigazione della Compagnia delle indie – dove si può fare un tuffo nel passato a bordo dell’Amsterdam, la nave della compagnia marittima sopracitata. Camminando arriviamo nella zona del mercato dei fiori, un vero spettacolo: ci sono tulipani di ogni tipo, gladioli, rose, ma soprattutto tantissimi bulbi da comprare e portare a Catania.
Lasciata Amsterdam, dove siamo stati 2 giorni, nella strada verso Marken ci fermiamo a Monnichendam, e sul porticciolo scopriamo sia le docce calde che facciamo subito, sia una nonnina che ha un piccolo ristorantino economico che fa pesce fritto: logicamente non ci facciamo pregare, e in un attimo ci troviamo già seduti a mangiarlo con le patatine fritte. Meraviglioso e da non perdere.
Torniamo a Marken la sera, ceniamo e facciamo amicizia con due simpatici camperisti bolognesi che l’indomani non rivediamo più: solita birra di fine serata e a letto. Avremmo voluto non andare mai più via da questo paese unico nel suo genere.
12° GIORNO Lunedì- 11/08/2003
Lasciamo Amsterdam e Marken (la cittadina più bella dell’ Olanda), ed iniziamo a scendere dalla parte Ovest: ci siamo accorti che le nostre bici a poco a poco stanno cedendo e le ruote si sgonfiano, cosicché ci fermiamo in un negozio di bici per farle riparare. Notiamo che qui la bici è il mezzo di locomozione più diffuso, quindi si è super attrezzati per la riparazione. Scendendo, capitiamo a Zandvoort, ex circuito di Formula Uno, dove siamo accolti da una fitta nebbia e da un paesaggio triste: ma noi imperterriti non ci perdiamo d’animo, posteggiamo in un parcheggio dietro il casinò e facciamo un giro in paese: Anche qui beviamo la nostra solita birra e mangiamo il solito formaggio olandese (Manfredi in grosse quantità); i bambini si sono accorti che lungo il corso principale c’è una giostrina che li attira, così siamo costretti a cedere e portarli a rilassarsi un po’. Una signora molto gentile con un bimbo offre loro il primo gettone, così contenti partono per i giri nelle macchinine.
13° GIORNO Martedì- 12/08/2003
Dopo esserci resi conto che la nebbia di ieri sera ha lasciato il posto ad un sole splendido, salutiamo Zandvort per raggiungere il Keukenofh, ovvero la zona dei campi in fiore: qui però ci accorgiamo che forse siamo arrivati nel periodo sbagliato, dal momento che di campi fioriti ce ne sono pochi quelli che ci sono, sono solo gladioli. Ad ogni buon conto, dal momento che già ad Amsterdam abbiamo fatto il pieno di tulipani al mercato dei fiori, ci accontentiamo di vedere questo piccolo spettacolo e scendiamo ancora, verso Leida, arrivando all’Aia (Den Haag). Posteggiamo il camper accanto al parco della città, attraversandolo e conoscendo un simpatico cagnone bernese, e ci spingiamo fino al centro storico, dove siamo rapiti da un negozietto in cui compriamo la cartolina che fa per Antonio: quella dei reali di Belgio!!! Gliela invieremo subito! La città è molto bella: visitiamo il palazzo di giustizia, una costruzione imponente e regale, il palazzo del Parlamento, la Grote Kerk, dove è allestita una mostra di arte contemporanea difficile (come al solito) da interpretare, e un mercatini di formaggi in cui assaporiamo un po’ di gouda. Attraversiamo poi una galleria al centro della città, che ricorda vagamente la galleria di Milano, bella, piena di vetrine e bar. Secondo noi è una città da vedere.
Da qui, col sapore del formaggio che non ci lascia neanche un attimo, andiamo a Gouda, soprattutto perché il tempo a disposizione è ancora tanto e abbiamo voglia di girare qualche altra città; Gouda ha un simpaticissimo centro storico, per cui data la facilità di posteggio, lo visitiamo. Le patate fritte sono di prassi, e con il solito pacco in mano colmo anche di maionese, giriamo per le viuzze: nella piazza principale carino è lo Stadhuis in stile gotico, dove approfittiamo di un simpatico olandese per farci fare delle foto; troviamo finalmente i tanto sospirati zoccoli olandesi, non quelli comprati nei negozi per i turisti bensì quelli originali dei pescatori, per soli 5 euro. Un colpaccio da non perdere!!!. Al centro della stessa piazza si trova la fabbrica del formaggio (ovviamente la gouda), e dato che è previsto l’assaggio i bambini non resistono: ce n’è di tutti i tipi, al pepe, alle erbe, speziati.
Papà si accorge, camminando, che c’è un negozio che vende scarpe ad 1 euro: un’occasione talmente da non perdere che torniamo in camper con 3 paia di scarpe olandesi che useremo solo per il viaggio.
Non riuscendo a uscire dal paese, dal momento che si è incantata la sbarra del ponte che fa passare le navi nel canale, facciamo il giro largo ed usciamo, ma percorrendo la strada dei mulini ci accorgiamo solo dopo molto tempo di averla superata: Fortunatamente di mulini ne abbiamo visti abbastanza, per cui piangiamo con un occhio.
Superiamo Rotterdam, città moderna con costruzioni spaziali, porto importantissimo, e dato che sta iniziando a piovere decidiamo di andare verso Middleburg: logicamente essendo le 18.30 e soprattutto il tempo uggioso, nessuna anima viva è visibile per le strade, così gironzolando nella periferia di Middleburg, scopriamo Veere, una oasi di pochissimi abitanti, segnalata anche nella cartina. Questo paesucolo di mare, offre un piccolo centro con alcuni baretti, una bellissima chiesa, negozi di souvenir e negozi di affitto bici: vale la pena vederlo perché è realmente un paese a misura d’uomo. All’ingresso del paese si può trovare un minicamping a poco prezzo, ma noi preferiamo dormire in un prato accogliente accanto a delle villette, in un silenzio assoluto. Anche a Veere acquistiamo dei piccoli souvenir e giriamo con le bici. Dopo cena ci addormentiamo in assoluta tranquillità.
14° GIORNO Mercoledì- 13/08/2003
Si avvicina Ferragosto, ma qui in Olanda sembra che i giorni di festa non intacchino minimamente la calma e l’armonia dei paesaggi. Nulla è turbato più di tanto, la gente è serena, non c’è stress, persino le mucche e le pecore sono pulite e pacate. Ci si sposta nella zona delle grandi dighe e il paesaggio è molto nuovo: si vede che la mano dell’uomo ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo di questa zona, che per certi versi fa anche sgomento. Siamo nel mar del Nord. In riva al mare, un mare minaccioso e limaccioso, dal colore verde militare che tranne a Manfredi (che è un vero pesce) non ispira affatto un bagno refrigerante, pranziamo; si vede in lontananza un cargo che tenta di attraversarlo, ma con difficoltà, e molta gente attratta dal faro rosso che erge imponente come dalle acque.
Attraversando Domburg si arriva direttamente in Belgio.
Il Belgio passa quasi inosservato in confronto all’Olanda, nelle guide turistiche: e ce ne accorgiamo presto.
Anversa è una grande città: la raggiungiamo attraversando la zona periferica, che lascia molto a desiderare, ma la troviamo subito molto caotica. Come tutte le grandi città, che Manfredi definisce ”piene di confusione” dona un senso di minore sicurezza rispetto ai piccoli paesini. La visitiamo senza troppo interesse e proseguiamo per Bruxelles. Sarà perché sede del Parlamento Europeo, sarà per aver sempre sentito parlare di lei, ma questa città è realmente bella: sicuramente si respira aria di grande sito politico, ricco, importante e solido. L’ingresso della città è dato da strade molto larghe ed eleganti, rotatorie divisorie e palazzi affascinanti: posteggiamo dietro la cattedrale e la visitiamo. Anche questa è una chiesa molto luminosa, grande e simile nella facciata allo stile di Notre Dame di Parigi. Poi ci avviciniamo alla Grand Place, un merletto, sfigurata solo nella sua bellezza da un campetto di beach volley montato, per fortuna, temporaneamente al centro della stessa; vi si trovano il municipio e musei, ma tutto in stile gotico. Seguiamo le indicazioni che ci conducono verso il tanto decantato “Mannequin Pis”, il famosissimo puttino che fa la pipì, reclamizzato alla grande in Tv, ma rimaniamo delusi dalle dimensioni oserei dire pigmee della statuetta. Comunque da buoni turisti con tanto di videocamera e macchina fotografica, ci immortaliamo davanti alla statua e andiamo via. Bruxelles è una città in cui convergono molte civiltà, lo notiamo dal fatto che c’è una grande quantità di siciliani. iraniani, cinesi; commentiamo insieme che Bruxelles è molto bella.
Lasciata Bruxelles, ci dirigiamo a Gand, anche perché sono già le 17.30 ed è ora di cominciare a cercare un posto per dormire: stasera anziché dormire fuori vorremmo stare in un campeggio. Gand ha un centro storico molto intrigante, con delle chiese molto belle, ma per il resto non sembra una città affidabile. In piazza chiediamo ad un simpatico posteggiatore
che mastica un italiano triste e maccheronico, se ci possa indicare un campeggio pulito lì vicino, e lui con mille gesti e centinaia di disegni ce lo indica: risultato è che la contorsione dei disegni non ci permette ritrovarlo, motivo per cui proseguiamo verso Brugge.
L’impresa non sembra molto facile, perché a poco a poco fa buio ed è difficile fermarsi, tanto più che mancano ancora dei chilometri perla città e noi siamo veramente stanchi. Troviamo un campeggio a Zeabrugge, periferia di Brugge e porto di mare, chiaramente già chiuso, e ci accomodiamo appena fuori dall’ingresso del campeggio: appena il tempo di cenare e metterci a letto (h.23.00) che un signore odioso, con una lampadina tascabile, ci intima di allontanarci perché quello è un terreno privato. Come delle iene ce ne andiamo, maledicendo l’omucolo maleducato, a cui peraltro non davamo nessun fastidio, e troviamo posto nel parcheggio di un centro commerciale, accanto ad altri camper. L’inizio in Belgio non è dei migliori!!! Il campeggio, dove chiaramente non torneremo ami più, vista l’accoglienza, si chiama Dallas.
15° GIORNO Giovedì- 14/08/2003
Ci alziamo di buon ’ora e approfittiamo del supermercato per fare un po’ di spesa. Ancora un po’ amareggiati per il cretino della sera precedente ci muoviamo verso Brugge. Qui riusciamo ancora a posteggiare al centro, scendere le bici e raggiungere la piazza principale. Brugge sembra fatta di zucchero, ha le casette colorate e la gente è gioviale (strano in Belgio). Facciamo due passi tra la folla (oggi è ferragosto), giriamo tra le vie da cui esala un meraviglioso odore di cioccolato: ci sono tantissimi negozi di cioccolato belga, di tutti i colori e le forme – a tal proposito i bimbi notano delle tette di cioccolato davanti le vetrine e si fanno fotografare –e la gente non bada a spese, comprandone di tutte le forme. Nella piazza principale siamo attratti da una sfilata medievale: ci sono personaggi vestiti da cavalieri, alcune donne addobbate da popolane, cavalli, bambini con abiti coloratissimi, e devo dire che è uno spettacolo indimenticabile in questo contesto. Poi sentendo della musica e degli applausi ci accorgiamo
che dall’altra parte della piazza un jongleur di strada si esibisce con delle marionette di legno fatte molto bene: i bambini si siedono attorno a lui e vengono letteralmente rapiti dalle sue performance. Trascorriamo u po’ di tempo rilassandoci con le musichette dell’intrattenitore di strada e poi decidiamo, sotto suggerimento di Gaspare, di fare un giro in barca per vedere le bellezze di Brugge attraverso il canale: paghiamo 15 euro ed entriamo nel barcone. È molto bello vedere la città dall’acqua, soprattutto quando la guida ti spiega tutto nei particolari.
Risaliti nel nostro camperino a papà viene la nostalgia delle belle spiagge della Normandia: retaggi del viaggio fatto nell’ anno precedente di cui serbiamo ancora un meraviglioso ricordo. Essendo vicini al confine con la Normandia ci avviamo a Dunquerkue, porto famoso al limite tra il Belgio e l’Olanda, ma dopo aver percorso 56 km rimaniamo delusi: non siamo davanti alle belle spiagge della Normandia, bensì innanzi ad un porto squallidino inserito in una cittadina che non dice nulla
Dopo aver deliberato di avere fatto tanti chilometri inutilmente, ritorniamo indietro e nel tardo pomeriggio arriviamo a Mons, dove troviamo un campeggio al centro della città, molto alberato e pacifico.
16° GIORNO Venerdì- 15/08/2003
Carichiamo di acqua i serbatoi, paghiamo e andiamo via dal campeggio. I campeggi sono indispensabili a volte per fare le docce e pulire il camper. Nel nostro itinerario è prevista una sosta a Namur, cittadella medievale fortificata sulle rive della Mosa; la cittadina è molto bella, soprattutto vista con un sole lucentissimo. Ci inerpichiamo sulla cittadella da dove si vede un paesaggio bello, e notiamo che ora è una zona residenziale con ville superbe e prati curatissimi. Fotografiamo dall’alto la città e proseguiamo verso Dinant, dove ci fermiamo pranzare in un parcheggio in riva a l fiume. Dopo aver mangiato una megainsalata seguiamo le indicazioni per Celles, (9 km da Dinant) per vedere il castello di Veves, dimora dei discendenti dei conti di Beaufort. La dimora è raffinata, conserva mobilio del XVIII° sec., porcellane rare, e souvenir storici, inoltre è immerso in un bosco profumatissimo e silenzioso. Ma il nostro obiettivo, oggi, è arrivare ultimare il giro in Belgio arrivando a Bouillon e all’abbazia di Orval. La strada per Boillon è di campagna, una campagna simile a quella francese, riposante e piena di fattorie: tra queste una in particolare ci incuriosisce tanto da fermare il camper e visitarla. I bambini impazziscono all’idea di vedere le mucche e i tori da vicino, così chiediamo al fattore (un po’ puzzolente e sporchetto) se possiamo entrare: al suo si, siamo già dentro e vediamo da vicino questi bellissimi animali mansueti. I figli del fattore si avvicinano, fanno entrare gli animali nei recinti e danno loro da mangiare: hanno un colore che si confonde con quello delle mucche e da vicino non fanno certo un buon odorino, quindi mi consolo per il fatto che i miei figli sono un po’ più puliti, malgrado trascorrano le loro giornate sdraiati per terra.
Papà ha deciso di riposare dopo pranzo, quindi mi sciropperò io questi 55 km fino a Bouillon, beandomi perché la strada è molto bella e perché ascolto la mia musica e mi godo questo momento da sola.
Bouillon, sulle rive della Semois, somiglia a Namur, anche qui c’è la cittadella antica: affittiamo un pedalò e facciamo un giretto in relax (solo mamma pedala perché tutti gli altri sono stanchi). Poi una passeggiatina al centro, il nostro solito souvenir, mentre Gaspare ha adocchiato delle meravigliose cozze, in un ristorantino, che mangerebbe a tutti i costi. Gli promettiamo di comprarle a Catania dato che qui tutto costa molto (15 euro un piatto di cozze) e ci avviamo verso Orval. L’abbazia è chiusa, quindi ripieghiamo verso Floreville, dove ci sistemiamo in uno stanzialissimo campeggino orribilmente frequentato, ma con una grande piscina che attira i bimbi in modo eccezionale. Ci isoliamo da tutti e posteggiamo in una piazzola dove non veniamo disturbati da nessuno: è realmente un posto pessimo, pieno di gentaglia.
17° GIORNO Sabato- 16/08/2003
Scendiamo fino a Villier-devant-Orval, il paese che ospita l’omonima abbazia, paghiamo i ticket per entrare (sconto per universitari e i bimbi non pagano) e ci addentriamo in questa meravigliosa abbazia. Orval offre la particolarità di presentare due edifici monastici: uno è costituito dalle rovine dell’originario monastero del 1200/1300, l’altro è il nuovo complesso occupato attualmente dai monaci che riproduce il piano di un monastero anteriore eretto nel 17°sec. e distrutto durante la Rivoluzione francese. Solo la parte antica è visitabile dai turisti. All’interno dell’abbazia i monaci producono vino, birra e formaggi, che poi vendono ai turisti: l’abbazia è molto bella, vale la pena visitarla, è immersa nel verde, ma è la dimostrazione di come il mondo religioso ha sempre vissuto nello sfarzo e nell’esagerazione.
Dopo pranzo (a malincuore facciamo fuori gli ultimi resti dei formaggi olandesi) arriviamo in Lussemburgo, diverso dal Belgio per ordine e pulizia: Qui sembra essere a Montecarlo, i palazzi sono molto eleganti, si respira aria di soldi e la gente è cortese. Stiamo veramente poco qui, perché ormai il nostro tour è terminato.
Abbiamo scelto la Francia per tornare a casa, quindi imbocchiamo l’autostrada per Epinal e ci fermiamo in un campeggio a la ferme a Saint Nabord: siamo accolti da una deliziosa signora di mezza età che con soli 13 euro ci fa sistemare nel suo prato: avevamo nostalgia della Francia, delle sue strade, dei suoi campeggi economici!!! Facciamo le dolce in questo posto realmente pulito, immerso in una splendida campagna, sistemiamo tutto l’occorrente per cenare in un tavolone di legno che la signore mette nel giardino per il pick-nick dei clienti, e riusciamo a malapena a finire di mangiare la frutta quando all’improvviso un forte vento preannuncia un temporale: sparecchiamo velocemente e ci sistemiamo per la notte. La pioggia romantica piace ai bambini che, dopo averci chiesto di giocare a Monopoli, si addormentano.
18° GIORNO Domenica- 17/08/2003
Lasciamo il campeggino e seguiamo la strada per Becancon, dove una volta arrivati facciamo un po’ di spesa al supermercato: stiamo finendo le nostre riserve e ancora abbiamo qualche giorno da trascorrere in Italia: la strada verso casa è lunga.. I bambini chiedono se oggi la giornata sia dedicata alla visita di qualche altra città o sia solo di viaggio, e noi molto onestamente confermiamo la seconda domanda.
Scendiamo attraverso la Svizzera e percorriamo il Tunnel del San Gottardo, 6 km, (27 euro) : qui il nostro viaggio oltre Italia è realmente finito, siamo un po’ tristi e vorremmo stare tanti altri giorni fuori, ma Simone, Barbara e Marzia ci aspettano al lago Arvo, in Sila, e i bambini stanno impazzendo per incontrarli.
Il paesaggio alpino è molto bello, le montagne e le casette di montagna cominciamo a farci assaporare il viaggio invernale: non riusciamo ad arrivare oltre Torino, ci fermiamo in un’area di servizio e ci sistemiamo per la notte.
19° GIORNO Lunedì- 18/08/2003
L’Italia sicuramente è una tra le più belle nazioni del mondo, ma il desiderio di visitare anche le altre parti d’Europa è più forte di noi, quindi in fondo ci dispiace tornare. Ma abbiamo pensato di fare la strada di ritorno molto lentamente, cosicché sostiamo in Toscana. Manfredi, dopo tanti giorni, vuole necessariamente fare un bagno al mare, così a usciamo a Viareggio, e in una delle tante spiagge libere ci rinfreschiamo facendo un bel bagno. C’è da dire che per noi siciliani il mare toscano non è il massimo, sia perché le spiagge sono un carnaio, sia perchè il mare è più pulito sicuramente in Sicilia: ci accontentiamo!!!
La sera andiamo San Gimignano, cittadina medievale incantevole, già più volte visitata durante i nostri precedenti spostamenti: troviamo un’area di sosta all’uscita del paese, ma non ci fermiamo perché ci chiedono 20 euro solo per dormire. Così ci accostiamo ad un Rimor in un parcheggio fuori dal paese e facciamo amicizia con i proprietari che sono siciliani (di Mineo). Abbiamo risparmiato denaro e abbiamo conosciuto nuovi camperisti!!!
Siamo contenti, siamo sereni e abbiamo voglia di pizza: finalmente mangeremo una vera pizza italiana in una pizzeria all’interno del paese, gestita da simpaticissimi napoletani. Con nostalgia siamo ritornati in questo paese, pensando a quanto tempo è trascorso dall’ultima volta che io e papà siamo venuti. Tra i nostri ricordi c’era la promessa di venire a dormire all’Hotel La cisterna, proprio nella piazza principale – chissà se un giorno lo faremo-!!!!
E da oggi, con l’arrivo al Lago Arvo, in Sila si conclude il nostro bellissimo tour in Olanda Belgio e Lussemburgo, programmato da tempo e arricchito da nuovi itinerari fatti sul momento. Da ora fino alla prossima estate attenderemo l’arrivo dei nuovi depliant turistici per qualche altra destinazione.
Considerazioni finali
Nato all’insegna delle difficoltà del momento, maturato attraverso le illogiche febbri del giorno prima della partenza, il nostro viaggio quest’anno è stato più sofferto del solito. La voglia di staccare con il mondo intero, con la routine, con la frenetica quotidianità e di varcare il confine dell’Italia quanto prima possibile, ha però accelerato i nostri movimenti, le nostre decisioni, i nostri spostamenti, cosicché armati da una certa dose di coraggio e dinamismo siamo partiti senza troppa organizzazione, quasi increduli, ma vogliosi, scegliendo un’ itinerario realmente rilassante. L’Olanda è una terra meravigliosa, che dà senso di sicurezza e pace, le sue piste ciclabili sono il segno di una civiltà diversa dalla nostra: la gente è accogliente, discreta, pulita. Noi abbiamo prediletto la parte Nord della terra perché è piena di paesi di pescatori e marinai, e secondo noi è la vera Olanda, ma le grandi città sono da vedere in modo approfondito. Abbiamo sfatato il mito dei divieti di campeggio fuori dalle aree riservate, poiché abbiamo potuto dormire all’aperto senza problemi: non sappiamo se è stata questione di fortuna o di coincidenza!
Amsterdam è una città molto bella, un merletto, somiglia molto a Venezia e bisognerebbe viverla anche di sera; la liberalizzazione della droga penso sia una cosa giusta, tant’è che qui nessuno dà fastidio perché è una realtà alla portata di tutti. Tra l’altro allontana la criminalità organizzata.
Per il Belgio, tranne Brugge e Brussel, non abbiamo un commento altamente positivo da fare: ci ha dato l’impressione di una realtà multietnica, disordinata e poco affidabile. Non è stato pertanto facile adattarsi al divario tra Belgio e Olanda. Per quanto riguarda il Lussemburgo, è troppo piccolo per poter esprimere un giudizio, ma è comunque anch’esso un buon esempio di civiltà.
Il viaggio è costato circa 2000 euro in 25 gg (in 4 persone), ma la somma più grossa è stata spesa in gasolio. Il gasolio in Olanda costa circa 0,76 centesimi al litro e conviene farlo soprattutto nei grandi centri commerciali.
Comunque, poiché viaggiare resta la massima espressione di libertà, possiamo ritenerci soddisfatti del giro effettuato e programmare il viaggio per l’anno prossimo.
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Fonte: https://www.camperonline.it/viaggi-OlandaBenelux-2003.doc
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