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DIMMI COSA PENSI E TI DIRO’ CHE CORPO HAI
Come la nostra mente influenza le prestazioni e il benessere fisico
E’ sorprendente constatare come cambi lo stato emozionale e la predisposizione all’azione degli individui solo variando la respirazione e la postura, ad esempio raddrizzando bene la schiena, respirando profondamente e guardando verso l’alto, magari facendo anche un accenno di sorriso.
Il collegamento tra la nostra parte fisica e quella mentale è biunivoco.
Allo stesso modo possiamo notare come cambi il risultato di una qualsiasi nostra azione se ci predisponiamo con uno stato mentale positivo e motivato oppure negativo e svogliato.
Quando un individuo non riesce ad ottenere un risultato riguardo al suo fisico, sia che si tratti di una prestazione sportiva sia che si tratti di un risultato estetico o di benessere, spesso ciò è causato dall’incapacità di gestire correttamente il rapporto tra la mente ed il corpo.
Ciò si verifica ogni volta che desideriamo intensamente fare qualcosa e non riusciamo a farlo, oppure desideriamo NON fare qualcosa che invece continuiamo a fare.
Esempi frequenti di situazioni di questo genere sono spesso sotto i nostri occhi in persone che fumano e vorrebbero smettere, persone che vorrebbero un corpo più snello e non riescono a disciplinarsi mantenendo una dieta o facendo attività fisica con regolarità, e così via.
Anche i campioni sportivi hanno difficoltà ad esempio quando vorrebbero sempre ottenere risultati competitivi, concentrazione, motivazione, focalizzazione, ma non riescono a mantenere uno standard con continuità.
Questo tipo di competenze non viene insegnato alla scuola dell’obbligo e tutti noi ci siamo trovati a realizzare prestazioni talvolta eccellenti, ma non conoscendo a fondo le dinamiche mentali che ci hanno portato a quel risultato non siamo in grado di ripeterlo quando lo vogliamo.
E’ come se fossimo stati progettati come delle macchine perfette, costruite per fare cose straordinarie, capaci di realizzare tutto ciò che desideriamo purchè lo riteniamo possibile, però siamo usciti dalla fabbrica senza il libretto delle istruzioni, e procediamo per tentativi ed errori, con immensa dispersione di risorse, tempo, energia, e conseguenti frustrazioni.
Diverse scuole di pensiero hanno proposto svariati modelli e strategie: il rapporto tra il potere della mente e le prestazioni ed il benessere fisico può essere considerato da numerosi punti di vista.
Secondo l’antico filosofo Platone anima e corpo sono due sostanze distinte.
Per Aristotele l’anima è la vita stessa, non può essere separata dal corpo: l'anima viene identificata con quelle capacità del corpo che consentono all'organismo di vivere.
Durante il Medioevo il rapporto tra anima e corpo viene ampiamente dibattuto tra religione e filosofia, successivamente durante il Rinascimento il concetto di anima viene esteso a tutta la natura.
Cartesio, nel seicento, considera invece una natura inanimata, fatta di corpi che si muovono seguendo leggi puramente meccaniche.
Distingue il corpo, inteso come macchina, come materia che occupa uno spazio, dall'anima che pensa, ma è priva di estensione e interagisce con il corpo attraverso la ghiandola pineale.
Locke, Hume e Kant non negano l'esistenza dell'anima, tuttavia distinguono tra i "prodotti" dell'anima come processi ed effetti, e la sostanza che la compone. I primi possono essere studiati con procedimenti scientifici, i secondi solo attraverso la metafisica.
Alexander Bain, alla fine del settecento, sostiene che "la mente è completamente alla mercè delle condizioni corporee". Il movimento precede la sensazione e questa a sua volta precede il pensiero.
Al contrario la scuola francese, a partire da Buffon, considera l'uomo come parte integrante della natura, nelle sue somiglianze e differenze con gli animali. La mente non è altro che una proprietà della materia; ciò che distingue la materia vivente da quella non vivente è che la prima è organizzata e grazie a questo ha un principio motore interno.
In Cabanis (1802) il pensiero sta al cervello come il succo gastrico allo stomaco.
Nell'epoca contemporanea si considera provato scientificamente che i sistemi nervoso, endocrino e immunitario comunicano tra loro.
Gli stessi messaggeri chimici che operano in modo estremamente esteso sia nel cervello che nel sistema immunitario sono anche quelli più frequenti nelle aree neurali che regolano le emozioni.
David Felten ad esempio osserva che le emozioni hanno un rilevante effetto sul sistema nervoso, le cellule immunitarie possono essere il bersaglio dei messaggi nervosi, e una condizione mentale serena determina una maggior facilità nella guarigione da forme patologiche e una minore probabilità di ammalarsi.
Seligman (1990) sostiene che l'ottimismo possa influenzare la salute mantenendo le difese immunitarie più attive, inoltre Carver (1993), Visintainer (1982) e Friedman (1993) ritengono che essere ottimisti dia notevoli vantaggi a persone affette da tumore, a livello sia diagnostico che curativo e ipotizzano che i fattori psicologici possano essere una delle variabili influenti nel processo invasivo della nascita del tumore.
Oliviero ritiene che avere uno spirito reattivo e combattivo ed essere ottimisti di fronte ad una malattia aiuta di più che essere depressi e passivi anche perché si mettono in atto dei comportamenti preventivi e curativi più adeguati e tempestivi.
Secondo Goleman (1995), colui che ha contribuito attraverso i suoi studi e le sue pubblicazioni alla diffusione della conoscenza sull’Intelligenza Emotiva, è possibile dimostrare scientificamente che curando lo stato emotivo degli individui contemporaneamente alla loro condizione fisica è possibile ottenere una maggiore efficacia in termini medici, sia nella prevenzione che nella cura.
Galimberti (1992) attraverso la medicina psicosomatica guarda all'uomo come ad un unico oggetto di studio dove la malattia si manifesta come sintomo a livello organico e come disagio a livello psicologico.
Pochi anni fa rapporto tra mente e cervello è stato scelto come tema di discussione dalla facoltà di Psicologia dell'Università Vita-Salute San Raffaele per un dibattito tra scienziati e filosofi organizzato in collaborazione con Repubblica. In tale sede Umberto Eco ha sostenuto che "Noi possiamo lavorare sul cervello perché abbiamo una mente. E' lo stesso rapporto che c'è tra le gambe e il camminare”.
Bocinelli considera una scoperta degli ultimi anni che nel cervello esiste un certo numero di cellule nervose rimaste bambine, cioè ancora a disposizione. Gli scienziati le chiamano cellule staminali, che vuol dire che possono ancora moltiplicarsi e venire persuase, a seconda delle necessità, a trasformarsi in cellule adulte.Le hanno scoperte I neuroscienziati, le hanno coltivate e hanno aperto la possibilità di riprodurre, per così dire, pezzi di cervello. Le parti ricostruite sono come un quaderno bianco tutto da scrivere, non contengono informazioni né conoscenza, "Si tratta di puro materiale edilizio”.
Secondo la Metamedicina ( etimologicamente “oltre la medicina” ) il dolore e il malessere sono considerati i sintomi che si manifestano in una parte dell'organismo come conseguenza dell'incrinarsi di una naturale armonia.
Il nostro cervello può essere paragonato ad una radio che recepisce ciò che viene trasmesso dalla frequenza sulla quale l’individuo è sintonizzato. Spesso le persone non sono consapevoli che possiamo scegliere dove sintonizzarci, così è per il benessere fisico o la malattia. Tutti i pensieri ed i sentimenti, le emozioni che sperimentiamo, vibrano ad una determinata frequenza. Ciò che ci succede è quindi, secondo la metamedicina, la conseguenza della frequenza su cui ci siamo sintonizzati.
Gli eventi della vita vengono come “catalogati”, e se risultano potenzialmente pericolosi per la serena sopravvivenza o per il mantenimento della salute, vengono bloccati o trasformati, indipendentemente dal fatto che la nostra parte razionale ne sia consapevole.
Deftelsen spiega come secondo il suo pensiero i vari disagi che affliggono l’umanità da tempi immemorabili sono come dei tamponamenti messi in atto dal nostro corpo per porre rimedio ad un’emergenza in corso.
La Nuova Medicina Germanica del Dott. Ryke G. Hamer, medico, fisico e teologo, considera che anche una patologia come il cancro è un tentativo strategico del cervello di guarire un trauma subito, e il cervello non distingue un trauma subito a livello fisico da uno a livello di esperienza emozionale.
Secondo Hamer è sufficiente individuare il trauma e “scioglierlo” perché il cervello interrompa l’azione “riparatrice”, ponendo fine alla crescita delle cellule cancerose.
La Nuova Medicina elaborata da Ryke G. Hamer è un sistema che si sostiene su cinque leggi, scoperte a partire dal 1981 e confermate a livello universitario nel 1998 (Università di Trnava).
Questi cinque principi dimostrano come le malattie si originano e si evolvono su tre livelli: psichico, cerebrale ed organico, e permettono agli operatori di questa disciplina di diagnosticare molte patologie, spiegano la nascita e il decorso di malattie come cancro, asma, crisi epilettiche, psoriasi, infarto, dermatiti, leucemia, vari tipi di psicosi, e tante altre.
La Nuova Medicina considera la malattia come la risposta che l’organismo dà a situazioni di contrasto intollerabili per la struttura emozionale e mentale umana, intesa nella sua complessità psicofisica.
I disagi vissuti dall’individuo possono essere di potere, legati all’eros ed alla sessualità, territoriali, di possesso, di identità, di abbandono, di paura, di sopravvivenza, di complessi di colpa, di senso di inadeguatezza o inferiorità, ecc.
Secondo la Programmazione Neuro Linguistica, partendo da pensieri diversi si ottengono azioni differenti, e di conseguenza diversi risultati.
Questo vale anche per scienze come la Matematica, dove cambiando gli assiomi di partenza si trasforma tutto il sistema.
Come già scoperto in antichità dai Sofisti, utilizzando il ragionamento filosofico possiamo dimostrare ogni cosa ed anche il suo contrario, così pare che non esista una realtà oggettiva.
Dunque conviene credere in ciò che ci fa vivere meglio, e che ci consente di ottenere risultati migliori per il nostro benessere psicofisico.
Anthony Robbins, coach di atleti e campioni sportivi a livello mondiale, ha costruito una base teorico-strategica per l’ottenimento della prestazione eccezionale, sia nello sport che nella vita, data dall’ottimizzazione di tre fattori sensibili : il linguaggio, la fisiologia e la focalizzazione.
Anche Robbins considera determinante il fattore mentale, e più nello specifico la possibilità di ottenere un governo della propria mente, che si esprime attraverso il linguaggio della persona nel dialogo interno (con se stessa) ed esterno (con gli altri), attraverso la postura e l’atteggiamento fisico, e attraverso ciò su cui concentriamo la nostra attenzione.
L’intelligenza Emotiva analizza cinque aree nelle quali è possibile dividere la globalità dell’esperienza : riconoscere le emozioni, gestire le emozioni, motivare e motivarsi, costruire facilmente relazioni di qualità e gestire il conflitto, o negoziare.
Attraverso varie tecniche è possibile aumentare il proprio quoziente di Intelligenza Emotiva, e migliorare quindi la gestione dei propri stati emotivi in accordo con la ragione. Questo consente alle persone di ricomporre, attraverso modelli e guide adeguate, il libretto delle istruzioni, pagina per pagina, per poter comprendere il funzionamento dei nostri meccanismi mentali e governarli secondo un orientamento preciso che noi stessi abbiamo scelto.
Si tratta di un lavoro affascinante e divertente, è come partire per un viaggio dove l’esplorazione invece che all’esterno è all’interno di noi stessi, e riprendere in breve tempo il timone della nostra nave, scegliere la rotta, ed imparare via via a trovare le correnti più favorevoli e gestire le burrasche come esperti navigatori di lungo corso.
La conoscenza di questi meccanismi consente di aumentare in modo sorprendente la qualità della propria vita e di migliorare a seconda dei propri obiettivi le prestazioni e il benessere psicofisico.
fonte : http://silviaminguzzi.it/wp-content/uploads/2010/12/CORPOTENZIALMENTE.doc
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"Ciò che sappiamo è una goccia, ciò che ignoriamo un oceano!" Isaac Newton. Essendo impossibile tenere a mente l'enorme quantità di informazioni, l'importante è sapere dove ritrovare l'informazione quando questa serve. U. Eco
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